Produzione Industriale

- Modificato il 09/11/2007 10:05
Caligola N° messaggi: 27329 - Iscritto da: 01/11/2006
Cala la produzione industriale dell' 1 % contro aspettative di - 0,5 % .
Questa è la conseguenza della svalutazione del dollaro , del calo petrolio e dell' incapacità dei nostri politici di affrontare le nuove sfide dei mercati internazionali con delle leggi che aiutino la nostra economia . La nave Italia fa acqua da tutte le parti e siamo al si salvi chi può .

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10 Commenti
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1 di 10 - Modificato il 09/11/2007 10:13
renatoxr N° messaggi: 2740 - Iscritto da: 29/1/2007
Non tutto e' perduto, potremmo vendere i nostri prodotti in dollari, ad esempio.
Comuque come ho gia' avuto modo di dire, la tipica struttura imprenditoriale italiana, piccola e frammentata, potrebe, dico potrebbe, adattarsi ad un mercato, si in crisi, ma in evoluzione, cosa che favorirebbe il nostro mercato proprio per questa peculiare frammentazione. L'importante per noi e' l'emancipazione energetica, se dovemo da' na svegliata, invece de pensa' alla privacy, ai diritti dei topi abbandonati sul Tevere, o al sindacato degli amanti della passera solitaria, dovremmo invece pensare a come fare a meno del petrolio, e magari al nucleare non derivante da fusione, che e' nartra cosa.
2 di 10 - Modificato il 09/11/2007 10:24
agiro N° messaggi: 14334 - Iscritto da: 29/8/2006
non sono messi meglio gli altri. quando scendera' il pil dell'EUROPA x via dell'euro , allora vedremmo se a TRICHET NON GLI DANNO UN CALCIONE NEI MARONI
resta il fatto ke x far girare l'economia ci vogliono i dobloni e i dobloni son troppo cari x fare debiti , da qui il rallentamento economico . solo le grosse aziende
possono accedere al credito. le famiglie e le piccole aziende sono tagliate fuori

AH TRICHET ....BATTI UN COLPO ....SE CI SEI
3 di 10 - 09/11/2007 10:16
pierpul N° messaggi: 1133 - Iscritto da: 22/6/2007
sante parole Renà! Condivido appieno....soprattutto per quanto riguarda i diritti dei topi sul Tevere...è una vergogna!!! :D:D:D
4 di 10 - 09/11/2007 10:24
Caligola N° messaggi: 27329 - Iscritto da: 01/11/2006
Intanto anche oggi siamo la peggior borsa d'Europa . Se vediamo al mondo solo la borsa giapponese va male come la nostra e anche lì pesa il cambio col dollaro e mancanza di risorse energetiche . In Europa l'Inghilterra ha il petrolio del mare del Nord, la Germania ha il carbone , la Francia ha il nucleare e noi paghiamo bollette più care di tutti . E' normale che l'industria ha dei costi di produzione superiore a quelli degli altri .
5 di 10 - 09/11/2007 10:31
renatoxr N° messaggi: 2740 - Iscritto da: 29/1/2007
Ciao Agiro, spero di non sbagliarmi, ma non la vedo male per l'Europa, che continua a camminnicchiare, trainata dal dax, il problema attuale e' la simbiosi con Wally, che ci sta dando problemi, con un sistema bancario fondamentalmente .... guarda non so proprio ocme qualificarlo. Vedi cosa sta facendo Allianz in Germania, ad esempio, occorre una riforma del sistema economico, ma non in ordine normativo, ma morale e sociale, e come tutti i cambiamenti epocali, quale pottrebbe essere quello attuale, non sono indolori, mi ricorda tanto il 29. Perltro l'orso nero, si sta accorgendo che i suoi giorni sono contati, e potrebbe ancora graffiare prima di morire.
Infine aggiungo ancora una volta che la Cina rappresenta un problema, perche':
1 e' sbagliato produrre all'estero, cio' che poi si deve rimandare in altri posti per il consumo;
2 il prodotto cinese e' di scarsa qualita' e di rapida degenerazione, i costi dello smaltimento industriale saranno sicuramente superiori ai vantaggi iniziali, e la cosiddetta cambiale, come i derivati, la pagheranno i giovani;
3 la Cina prima o poi ci fare pagare il costo del rapido sviluppo industriale con l'innalzamento drammatico del livello di inquinamento planetario, per chi non se ne fosse accorto, il livello delle malattie autoimmuni, coe le allergie, e' in costante aumento;
4 il petrolio non durera' in eterno, mentra sia la Cina, ed invero l'India, dipendono da esso, un tracollo ed un aumento improvviso, rischiano di far tracollare delle economie basate sull'oro nero.

Termino dicendo che poi non deve essere sottovaluatato il concreto rischi di fuga dei capitali investiti nelle aziende per via delle incertezze economiche, senza una moratoria in tale senso, si rischierebbe forse un altro tracollo epocale. Avoglia poi a stampa' sordi.
6 di 10 - Modificato il 09/11/2007 10:34
rudyz N° messaggi: 661 - Iscritto da: 02/5/2007
con un grammo di palladio e 1 litro di acqua pesante si potrebbero generare DECINE di kW per oltre 1 SECOLO!!!
http://it.youtube.com/watch?v=35T-gAvaKn4

però "chissà come mai..." la ricerca su questo tipo di energia si son fermati e anzi si è insabbiato tutto!!!
7 di 10 - 09/11/2007 10:41
renatoxr N° messaggi: 2740 - Iscritto da: 29/1/2007
Ciao Rudyz, pensa che quanto tu dici e' stato profetizzato da un uomo di fede all'inizio del secolo. Dobbiamo avere pazienza e fiducia, anche perche' sino a che il livello di coscienza sociale non si innalzera', quindi sin quando la maggior parte di noi non avra' cambiato modo di ragionare, la situazione in cui ci troveremo a vivere sara' questa, e nulla si potra' fare, a meno che si vada a trovare Nemo, che in mare nessuno li rompe li coj....
MODERATO aalberto1 (Utente disabilitato) N° messaggi: 8345 - Iscritto da: 16/1/2020
9 di 10 - 01/3/2024 11:02
MULTYNYCK N° messaggi: 5725 - Iscritto da: 10/10/2021

Quotando: aalberto1 - Post #8 - 18/Giu/2020 15:31

Petrolio prosegue in calo. EIA conferma aumento scorte

Continuano a salire le scorte di greggio in USA a causa dell'eccesso di offerta che caratterizza il mercato. L'EIA, la divisione del Dipartimento dell'Energia americano, ha confermato che gli stocks di greggio, negli ultimi sette giorni al 12 giugno 2020, sono saliti di circa 1,2 milioni a 539,3 MBG contro attese per -0,1 milioni.
Gli stock di distillati hanno registrato invece una riduzione di 1,4 milioni a 174,5 MBG, contro attese per un aumento di 2,4 milioni, mentre le scorte di benzine hanno registrato un decremento di 1,7 milioni a quota 257 MBG (era atteso un piccolo calo di 0,02 milioni).
Le riserve strategiche di petrolio salgono a 651,7 MBG da 650 MBG.
Prosegue in calo il prezzo del greggio. Il contratto sul Light Crude statunitense scambia a 38,15 dollari al barile, in ribasso dello 0,6%, mentre il Brent registra un decremento dello 0,46% a 40,75 dollari.


Ormai le Borse sono in uno status strombuyatico fenomenalesunglasses

10 di 10 - 04/3/2024 14:28
JHONNY LIVRPOOL N° messaggi: 792 - Iscritto da: 30/12/2023

L'Ecopillola di Andrea Ferretti - PNRR rimodulato: nuove risorse per le nostre PMI

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Economia · 04 marzo 2024 - 14.25
(Teleborsa) - Una analisi dei punti di forza e di debolezza del nuovo PNRR. E' questo l'oggetto dell'ultima Ecopillola dell'economista Andrea Ferretti, che si preoccupa in particolare di capire quali potrebbero essere i riflessi della mancata attuazione e quali gli sviluppi attesi.

1 - Lo stato di attuazione

Come noto l'Italia è il maggior prenditore dei fondi europei del Next Generation UE, avendo ottenuto quasi 195 miliardi, di cui ben 70 miliardi a fondo perduto, da utilizzare entro la fine del 2026. Di questi, a fine 2023, abbiamo già ricevuto 102 miliardi in quattro rate ed abbiamo già richiesto la quinta. In un recentissimo report, la Commissione ha evidenziato come l'Italia sia prima in Europa nel raggiungimento degli obiettivi previsti: 178 obiettivi raggiunti sui 527 totali. Questo imprimatur della Commissione non è affatto da sottovalutare, perché un eventuale allarme europeo sulla messa a terra del nostro PNRR avrebbe avuto sicuramente conseguenze molto negative sulla fiducia dei mercati verso il nostro Paese e, con un debito pubblico di 2.860 miliardi, la fiducia dei mercati è sacra e inviolabile.


2 - Punti di forza: la rimodulazione del PNRR

Ai fini della puntuale mesa a terra del PNRR è stato fondamentale che il governo abbia ottenuto dalla Commissione l'autorizzazione a rimodulare il piano iniziale. Questa rimodulazione consentirà di spostare risorse per circa 20 miliardi da obiettivi non più raggiungibili a target temporalmente accettabili e maggiormente finalizzati al rilancio dell'economia. Nell'ambito di questa rimodulazione, ad esempio, le nostre imprese potranno contare su circa 12 miliardi di cui almeno la metà destinati alla "Transizione 5.0": risparmio energetico, digitalizzazione, nuovi processi produttivi e intelligenza artificiale.

3 - Punti di debolezza: la spesa effettiva

La recente relazione del governo al Parlamento ha evidenziato che, a fronte dei 102 miliardi sin qui ottenuti, la spesa effettiva registrata è ammontata a fine 2023 a circa 45 miliardi. Il che non sarebbe neanche tanto male. Tuttavia, accendendo un faro sulla sua componente investimenti pubblici, che dovrebbe essere l'asse portante del PNRR, la spesa registrata scenderebbe a circa 20 miliardi. E poiché gli investimenti pubblici nel complesso del PNRR valgono circa 168 miliardi, vuol dire che il grosso di questi dovrà essere messo a
terra da qui alla fine del 2026 al ritmo di circa 50 miliardi l'anno. Un impegno non da poco.

Ciò detto, il dato sulla percentuale di spesa costituisce sicuramente un punto di attenzione, ma non un allarme rosso. Infatti, bisogna considerare che il dato è penalizzato da almeno due fattori: 1) alcune spese, ancorché effettuate, non sono ancora state contabilizzate; 2) il primo triennio del piano è stato caratterizzato dalle riforme, dalla progettazione, dagli iter autorizzativi relativi alle gare di appalto, il prossimo triennio sarà invece caratterizzato dalla messa a terra delle opere, con conseguente forte incremento della percentuale di spesa effettuata.

In conclusione

Dunque, al momento nessun allarme rosso sul nostro PNRR ma solo la necessità di un monitoraggio serio e continuativo.
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