Bami - Banco Bpm (BAMI)

- Modificato il 02/1/2017 10:01
vipex N° messaggi: 9911 - Iscritto da: 10/2/2013
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12761 di 15731 - 20/1/2019 18:06
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Emergono nuovi dettagli sulle lettere inviate dalla Bce alle banche europee, le bozze sui requisiti prudenziali (Srep) contenenti indicazioni sui maggiori accantonamenti da fare sui crediti deteriorati. A quanto risulta al Sole 24 ore da più fonti, la Vigilanza europea ha suddiviso gli istituti europei con un livello rilevante di Npe in tre macro-fasce, a seconda della capacità di coprire i crediti deteriorati e del peso dello stock sul totale crediti. Per tutti, c’è un paletto temporale di partenza, il 2020, da cui Bce inizierà a prevedere determinati livelli di copertura minimi. Il punto di arrivo per tutti rimane quello di una copertura al 100% sui crediti deteriorati, ma con scadenze differenti a seconda della tipologia dei crediti (se garantiti o meno) e, appunto, dell’ammontare degli Npe e della forza della banca. Una valutazione che di fatto, come anticipato dal Sole 24Ore martedì scorso, viene fatta banca per banca e che, nel suo orizzonte massimo per le banche più fragili, prevede il 2026 come termine finale. La policy, in particolare, interessa i crediti deteriorati da più di sette anni se garantiti, e di due anni se non garantiti. Va detto che quelle tracciate da Francoforte nelle bozze delle lettere Srep inviate a dicembre sono indicazioni non vincolanti, e che dovranno essere discusse e declinate singolarmente in vista delle lettere finali di fine gennaio. Per questo motivo ogni istituto potrebbe avere margine per conquistare, nel dialogo con gli ispettori, variazioni o slittamenti. Da quanto raccolto dal Sole, lo schema della Bce prevede dunque una prima fascia di banche che raccoglie gli istituti europei in grado di sostenere senza particolare problemi i maggiori accantonamenti e il cui peso dei non performing è tutto sommato contenuto. In questo caso, le aspettative degli ispettori prevedono una copertura minima del 60% entro fine 2020 sui crediti garantiti, copertura che dovrà crescere gradualmente ogni anno per arrivare al 100% nel 2024. Sui non garantiti, la copertura minima è del 70% a fine 2020 così da arrivare al 100% nel 2023. È questo il caso di una banca come Unicredit, che ha già confermato il 2024 come la deadline indicata dalla Bce per completare gli accantonamenti, e che può contare su una copertura dello stock di Npe già molto elevata. Verosimilmente, tra le italiane, a quanto risulta al Sole 24Ore in questa fascia rientrerebbe anche Intesa Sanpaolo, che ha già evidenziato come gli impatti sugli obiettivi del Piano d’impresa non siano significativi. Nella seconda fascia sono invece ricomprese le banche con una capacità più contenuta di coprire i crediti non performanti, vuoi perché l’Npe ratio di partenza è maggiore, vuoi perché la forza patrimoniale per ridurlo è più contenuta. In questo caso si parte da una richiesta di copertura minima al 50% sui crediti garantiti al 2020, mentre l’orizzonte massimo per completare gli accantonamenti slitta di un anno, al 2025, rispetto alle banche di prima fascia. Per gli Npe unsecured, l’aspettativa della Vigilanza è che le coperture minime siano al 60% a fine 2020, per arrivare al totale al 2024. In questa classe dovrebbero essere ricomprese diverse banche europee tra cui alcune banche italiane che hanno già sottolineato come l’impatto della misura Bce sia contenuto. Tra queste, a quanto risulta al Sole, ci sarebbero Ubi Banca, Banco Bpm e Bper. Il terzo macro-gruppo ricomprende invece le banche che devono fare il lavoro più consistente sul fronte dei non performing. A queste banche Francoforte ha concesso di abbassare l’asticella minima al 40% a fine 2020 sui crediti garantiti da collaterale, per allungare a sette anni, al 2026, il termine massimo per la piena copertura. In questo gruppo, è compresa Banca Mps, che ha già rivelato il contenuto della propria bozze Srep venerdì 11. Tuttavia, a livello europeo nella fascia 3 ricadrebbero diverse banche in condizione di criticità, in particolare nei paesi dell'Est-Europa, in Irlanda e in Grecia. Non è escluso che sia il 2024, per le banche di prima fascia, così come il 2026, per quelle più deboli, siano asticelle variabili, da anticipare (per le banche più perfomanti) o posticipare per quelle più fragili.
12762 di 15731 - 20/1/2019 22:51
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
aremo COSTRETTI per l'ennesima volta a fare aumento di capitale.. qualcuno di deve sobbarcare le due banche fallite… e chi lo dovra' fare dovra ricapitalizzarsi pesantemente…. quindi si capisce il perché della forte presenza dei fondi short e si capisce che le quotazioni di un anno fa non le rivedremo piu' per un bel pezzo...se non a costo di lacrime e sangue degli attuali azionisti… Bell'affare davvero
12763 di 15731 - 21/1/2019 09:25
marameo N° messaggi: 1123 - Iscritto da: 18/9/2009
Ke skifo...Castagna dimettiti ladro
12764 di 15731 - 21/1/2019 09:32
sandocan1 N° messaggi: 5868 - Iscritto da: 19/11/2016
Davvero ci sarà adc?
12767 di 15731 - 21/1/2019 10:23
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Quotando: tog2 - Post #12765 - 21/Gen/2019 08:35Castagna parla oppure dimettiti


Cda il 5 febbraio per approvazione consuntivo 2018.
E sicuramente illustrerà le politiche gestionali per ol 2019
12768 di 15731 - 21/1/2019 11:10
Rporron N° messaggi: 710 - Iscritto da: 23/10/2013
Speculazione al massimo: sotto di 2,5 % e adesso quai pari non ci sono parole deve finire questo massacro con il rientro di questi fott...
12769 di 15731 - 21/1/2019 15:12
Balto3 N° messaggi: 4218 - Iscritto da: 04/3/2014
Il Fondo monetario sgancia la bomba: Pil Italia 0,6%. Le previsioni contenute nell'ultimo aggiornamento del World Economic Outlook presentato a margine del Forum economico mondiale di Davos (Svizzera), vedono l'Italia in crescita solo dello 0,6% nel 2019, valore allineato a quello diffuso da Bankitalia solo pochi giorni fa. Le cause?
La domanda domestica debole e i maggiori costi di finanziamento causati dai rendimenti elevati sui titoli di Stato. A ottobre le attese del Fmi erano di una espansione dell'1%. Per il 2020 per il momento le attese sono confermate allo 0,9%. La decelerazione dell'Italia, ma anche quella tedesca (Pil atteso "solo" all'1,3% nel 2019), pesano su tutta l'Eurozona. Le stime per l'area passano dall'1,9% all'1,6% per il 2019 mentre rimangono ferme al 2,7% nel 2020.

Non è solo l'Italia con il suo debito elevato e crescita lenta però a preoccupare il Fondo, anche le incertezze della Brexit sono viste come un fattore di rischio a livello globale. Lo spread italiano, per quanto ridimensionatosi dai massimi di ottobre, resta alto (250 punti circa al momento), se questi valori dovessero permanere ci sarebbe una pressione ulteriore sulle banche italiane e quindi sull'attività economica e peggiorerebbe la dinamica del debito, che invece di ridursi continuerebbe a salire.

L'eventualità di una Brexit senza accordo poi avrebbe un effetto dirompente sull'economia ma potrebbe anche fare aumentare l'euroscetticismo, e questo proprio a ridosso delle elezioni europee di maggio.

La crescita globale viene confermata al 3,7% nel 2018 ma peggiorano per il 2019 rispetto a tre mesi fa le attese al 3,5% dal 3,7% e per il 2020 al 3,6% dal 3,7%. Più resistenti gli Usa, nonostante il rischio di uno shutdown prolungato, crescita attesa invariata al 2,5% quest'anno e all'1,8% nel 2020.

Preoccupanti inoltre il rallentamento cinese e il rischio di una contrazione in Turchia nel 2019 e nel 2020 peggiore di quanto anticipato. Nell'Eurozona la Spagna è quella che crescerà di più nel 2019, le attese sono per un +2,2% (dato invariato da ottobre), ma comunque peggio del 2018. Solo la Francia nel 2019 con il suo +1,5% (+0,1% dalla stima di ottobre) potrebbe ripetere la performance del 2018.
12770 di 15731 - 21/1/2019 16:00
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Quotando: rporron - Post #12768 - 21/Gen/2019 10:10Speculazione al massimo: sotto di 2,5 % e adesso quai pari non ci sono parole deve finire questo massacro con il rientro di questi fott...


Oggi WS è chiusa. Aspettiamo che si sveglino nel pomeriggio per vederli arrivare a divertirsi in Italy.
12771 di 15731 - 21/1/2019 19:34
maurizio5 N° messaggi: 2909 - Iscritto da: 19/4/2007

Prima di giugno non si vedrà la strada per uscire da questa specie di labirinto finanziario.

12772 di 15731 - 21/1/2019 19:51
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
SITUAZIONE PNC al 18/01/2019 ( venerdì) BAMI : 8,14 ( da 8,24 ) n. posizioni 6 (da 6 ) UBI : 6,94 ( da 6,93 ) n. posizioni 6 ( da 6 ) BPER : 3,09 ( da 3,09 ) n. posizioni 4 ( da 4 ) BAMI : MW continua a ricoprirsi a piccole dosi col minimo dispendio di energie dati i prezzi ( venerdì è stato il 3^ giorno consecutivo - 3,55 3,44 3,38 3,28 ) UBI : MW sale da 2,78 a 2,84 ; AQR scende da 1,42 a 1,37
12773 di 15731 - 21/1/2019 19:59
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
La debolezza del settore bancario italiano in Borsa potrebbe accendere le attenzioni di big straniere vogliose di crescere nel Belpaese. L'economista Mario Deaglio, a margine della presentazione del XXIII Rapporto sull’economia globale e l’Italia, promosso dal Centro Einaudi e da UBI Banca, ha rimarcato come oggi le banche potrebbero essere "vulnerabili ad acquisti", ma difficilmente finiranno nel mirino di player esteri che a loro volta hanno i loro problemi. "Le banche italiane hanno il problema degli Npl, ma in altri paese ci sono istituti alle prese con l'impatto negativo degli investimenti in derivati che non gli consente di fare politiche espansive".
12774 di 15731 - 21/1/2019 20:24
rampani N° messaggi: 72895 - Iscritto da: 03/9/2007




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12775 di 15731 - 21/1/2019 21:40
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Quotando: vshare - Post #12773 - 21/Gen/2019 18:59La debolezza del settore bancario italiano in Borsa potrebbe accendere le attenzioni di big straniere vogliose di crescere nel Belpaese. L'economista Mario Deaglio, a margine della presentazione del XXIII Rapporto sull’economia globale e l’Italia, promosso dal Centro Einaudi e da UBI Banca, ha rimarcato come oggi le banche potrebbero essere "vulnerabili ad acquisti", ma difficilmente finiranno nel mirino di player esteri che a loro volta hanno i loro problemi. "Le banche italiane hanno il problema degli Npl, ma in altri paese ci sono istituti alle prese con l'impatto negativo degli investimenti in derivati che non gli consente di fare politiche espansive".


Il problema non sono le banche concorrenti ma i gondo, anche sovrani. Una volta impadronitisi dell'assett procedono a quel che loro chiamano estrazione di valore. Chiusura e cessione di filiali, riduzione di amministrazione e dirigenti, appropriazione dei clienti più remunerativi per arrivare al vero obiettivo, mettere le mani sul malloppo fatto di risparmi della clientela, riserve, partecipazione e investimenti in essere. A fine lavoro la chiuderebbero dopo averla svuotata.
12776 di 15731 - 22/1/2019 09:46
Rporron N° messaggi: 710 - Iscritto da: 23/10/2013
Basta non se ne può più, che qualcuno parli
12777 di 15731 - 22/1/2019 11:24
marcellorino N° messaggi: 44 - Iscritto da: 19/1/2019

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12778 di 15731 - 22/1/2019 11:35
Rporron N° messaggi: 710 - Iscritto da: 23/10/2013
Botte di short mostruose
12779 di 15731 - 22/1/2019 11:42
vipex N° messaggi: 9911 - Iscritto da: 10/2/2013
Tu poltale sfiga
12780 di 15731 - 22/1/2019 12:16
marameo N° messaggi: 1123 - Iscritto da: 18/9/2009
Siamo nella merda....Castagna bastardo ladro
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