Trading Cafe' (DAX)

Buongiorno a tutti/e,

2 righe dal mondo per chi a voglia di leggere...

...e' stata una settimana che ha marcato una battuta di arresto difficilmente sanabile tra Francia e Germania verso l'avanzamento di politiche di bilancio più armoniche in area euro.

La Merkel ha sostanzialmente rigettato il piano francese di un fondo comune europeo di emergenza avanzato da Macron https://www.express.co.uk/news/world/947776/Eu-news-updates-Macron-Angela-Merkel-EU-monetary-fund.
Le proposte di Macron si intensificano perché l'economia francese sta subendo un pesante rallentamento https://www.bloomberg.com/news/articles/2018-04-27/french-economic-growth-slows-sharply-as-weather-disrupts-output e difficilmente potranno essere rinforzate dalla eventuale formazione di un nuovo governo italiano.

Altro fronte di spaccatura tra Francia e Germania, i rapporti con l'amministrazione americana: mentre Macron ha cercato di convincere Trump a mantenere in vita l'accordo di minori sanzioni sull'Iran in cambio di un programma di nuclearizzazione più leggero (accordo voluto da Obama), aprendo peraltro ad una revisione degli accordi Nato, la Merkel ha rifiutato categoricamente di partecipare con maggiori contributi alle spese Nato: Trump vorrebbe che gli accordi sull'Iran si estendessero agli interventi sulla Siria e questo implica maggiori contributi da parte degli Europei.
La Merkel ha suoi temi interni di vitale importanza per l'industria domestica da risolvere, alcuni giorni fa Bosch ha annunciato una tecnologia per le centraline che controllano le emissioni che prevede un rilancio dei motori diesel https://www.bloomberg.com/news/articles/2018-04-25/bosch-says-it-s-made-a-breakthrough-that-can-save-diesel-engines
Il tema, che è diventato uno dei pilastri della demagogia politica, porterà ulteriori attriti in Europa, con la Germania a difendere (la Merkel dovrà fare passi indietro rispetto all'attacco frontale all'industria automobilistica portato avanti in campagna elettorale) e italiani e Francesi sulle posizioni opposte; durante la presentazione dei risultati di FCA Marchionne, che ogni giorno se ne inventa una per promuovere una risalita del prezzo del titolo che gonfierebbe la sua liquidazione a quasi miliardaria, decreta di colpo la fine del segmento http://www.autoguide.com/auto-news/2018/04/at-least-one-automaker-ceo-thinks-diesel-can-t-recover.html&source=gmail&ust=1525073454177000&usg=AFQjCNHrMnc_9EDJQ71_wucPTqQfImbmpA">http://www.autoguide.com/auto-news/2018/04/at-least-one-automaker-ceo-thinks-diesel-can-t-recover.html. Segno che FCA sarà sempre più americana, negli Stati Uniti girano solo l'uno per cento di motori diesel.
Più volte si e’ sottolineato quanta retorica ignorante ci sia in questo dibattito. L'adozione dell'auto elettrica su vasta scala non è a costo zero, di ieri lo scontro tra la nuova amministrazione cilena, incline a non vendere ai Cinesi una quota importante del produttore di Litio SQM e l'amministrazione cinese, che minaccia pesanti ritorsioni se l'accordo non si troverà. Il governo cileno teme uno sfruttamento selvaggio del sottosuolo e con questo accordo i Cinesi avrebbero il controllo di più di tre quarti della materia prima disponibile in natura per far viaggiare veicoli elettrici: pensare ad una industria "pulita" che saccheggia le risorse naturali ed è controllata da un monopolio mondiale non sembrano concetti facilmente riconciliabili.
D'altra parte lo stesso Draghi ha per la prima volta enfatizzato, nel corso della conferenza stampa di giovedì scorso, il marcato rallentamento delle economie dell'area euro, nel frattempo i continui cambi di direzione nelle negoziazioni tra Gran Bretagna e Unione Europea sembrano avere cancellato la forte ripresa che il Regno Unito aveva intrapreso in coincidenza dell'indebolimento della sterlina.
In Italia paradossalmente i problemi di Bollorè sembrano facilitare la possibile formazione di un governo, ma costituito in larga parte dagli sconfitti nell'ultima tornata elettorale. Più volte nei dibattiti politici si sentono commentatori interrogarsi sui motivi per cui Berlusconi e Renzi controllano ancora la scena politica. Sembra che alcuni accordi su grandi gruppi industriali (l'ascesa di Renzi coincise con la dipartita di FCA dall'Italia, senza che nessuno, compresi i sindacati, protestassero troppo) siano alla base della capacità di controllo dell'arena politica e che oggi uno dei grandi terreni di accordo sia proprio Telecom.
Fuori dall'Europa continuano a sorprendere in positivo i risultati dei grandi della tecnologia, Amazon, Facebook, Google. Rimane un mercato, quello americano, bifronte, con molto valore in settori non di moda. Ma senza una continua riallocazione di posizioni lunghe e corte è difficile fare risultati, soprattutto con un basso livello di rischio: si può solo provare a sfruttare le enormi differenze di valutazioni tra settori, spesso dettate più da moda che da sostanza: e le mode cambiano, ogni giorno.
I mercati asiatici rimangono molto interessanti e l'accordo tra le due Coree non sembra solo di facciata. Il nord Corea ha tutto l'interesse a far ripartire gli scambi internazionali, il commercio con la Cina si è più che dimezzato nel corso dell'ultimo anno. E l'amministrazione americana sfrutterà questo accordo in campagna elettorale di metà mandato, come il suo più brillante successo diplomatico.

un splendida Domenica a tutto il 3D

Buongiorno a tutti/e

http://www.ilgiornale.it/news/economia/piazza-affa...

guidate con prudenza

MARKET TALK: S&P conferma rating Italia e attende evoluzione scenario

MILANO (MF-DJ)--Standard & Poor's ha confermato il rating BBB dell'Italia con outlook stabile. Secondo l'agenzia, i rischi sulla raccomandazione vengono soprattutto dall'incertezza politica, che limita la prevedibilità delle politiche economiche e potrebbe impattare negativamente sulla performance economica e sulle condizioni finanziarie, soprattutto se il nuovo esecutivo dovesse fare marcia indietro sulla strada delle riforme strutturali del risanamento dei conti pubblici. Tuttavia, fanno notare gli economisti di Intesa Sanpaolo, evidentemente l'agenzia ha ritenuto opportuno aspettare l'evoluzione dello scenario politico, dato che occorre più tempo per capire se sarà possibile formare un Governo (e che tipo di Governo) o se si tornerà alle elezioni, prima di invertire una mossa decisa solo 6 mesi fa (S&P lo scorso ottobre aveva upgradato l'Italia per la prima volta dopo 15 anni, pur consapevole dei rischi di ingovernabilità). L'altro rischio sottolineato da Standard & Poor's è la limitata flessibilità monetaria dell'Italia, perché l'andamento dei prezzi e dei salari non è ben sincronizzato con il resto dell'eurozona e sul meccanismo di trasmissione monetaria pesano le debolezze del sistema bancario.

Ao' orecchione a chi ?