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Gianni Barba
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11/10/2023 20:46
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mauri1972
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I mercati credono che il conflitto rimarrà circoscritto. Il Ftse Mib sale del 2,3%. La Fed pesa più della guerra
Bostic (Federal Reserve): non credo sia necessario aumentare ancora i tassi. La Cina valuta di emettere 137 miliardi di dollari di debito per rilanciare l'economia. Lo spread Btp-Bund torna sotto quota 200
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21/11/2023 09:13
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GIOLA
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GIOLA
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GIOLA
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GIOLA
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Modificato il 14/12/2023 09:49
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GIOLA
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Ftse Mib a 30mila punti? Non è vero. Ecco perché ne vale 73mila
Se l’indice delle blue chip italiane fosse calcolato con la formula del Dax 40 tedesco (che non sottrae i dividendi) avrebbe un valore più che doppio.
Il Dax 40 tedesco ha aggiornato il massimo storico superando i 16.800 punti. Mentre il Ftse Mib di Piazza Affari, nonostante un 2023 d’oro (+25%) che lo ha portato a superare per la prima volta dal 2008 la barriera dei 30mila punti, è però lontanissimo dal record del 2000 (50mila punti).
Il calcolo viene effettuato tenendo conto dei dividendi
Spesso il confronto tra l’andamento della Borsa tedesca e quella italiana è alimentato da questa narrativa. Tuttavia le cose non stanno proprio così. In realtà anche il Ftse Mib di Piazza Affari sta viaggiando in questo 2023 speciale sui massimi storici, oltre 73mila punti. A questo valore, che corrisponde a più del doppio rispetto a quei 30mila punti che leggiamo ogni giorni sui monitor finanziari, si arriva ponderando il calcolo dell’indice azionario delle blue chip italiane con quello delle big tedesche.
Quel che è poco noto, infatti, è che il Dax 40, a partire dal 2006, è diventato un indice total return. Ciò vuol dire che il calcolo viene effettuato tenendo conto dei dividendi delle aziende quotate. Mentre il Ftse Mib è calcolato diversamente: ogni qual volta le società staccano una cedola, questa viene “eliminata” dal prezzo delle rispettive azioni e di conseguenza viene sottratta al valore dell’indice.
E dato che Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (3-4% annuo in media), questo effetto alla lunga finisce per pesare. Se il Ftse Mib fosse calcolato con la stessa formula total return del Dax 40 e facendo partire il conteggio dal 2006, avremmo appunto tutt’altro valore: 73.324 punti. Massimo di tutti i tempi.
Il confronto con il Dax
Questo ragionamento ci aiuta a capire che gli indici azionari vanno conosciuti in profondità e che metterli in confronto a fine anno solo in relazione alla variazione percentuale può non bastare per raccontare tutta la storia che quello stesso indice è chiamato a rappresentare. Il Dax 40 tedesco ha aggiornato il massimo storico superando i 16.800 punti. Mentre il Ftse Mib di Piazza Affari, nonostante un 2023 d’oro (+25%) che lo ha portato a superare per la prima volta dal 2008 la barriera dei 30mila punti, è però lontanissimo dal record del 2000 (50mila punti).
Spesso il confronto tra l’andamento della Borsa tedesca e quella italiana è alimentato da questa narrativa. Tuttavia le cose non stanno proprio così. In realtà anche il Ftse Mib di Piazza Affari sta viaggiando in questo 2023 speciale sui massimi storici, oltre 73mila punti. A questo valore, che corrisponde a più del doppio rispetto a quei 30mila punti che leggiamo ogni giorni sui monitor finanziari, si arriva ponderando il calcolo dell’indice azionario delle blue chip italiane con quello delle big tedesche. Quel che è poco noto, infatti, è che il Dax 40, a partire dal 2006, è diventato un indice total return. Ciò vuol dire che il calcolo viene effettuato tenendo conto dei dividendi delle aziende quotate. Mentre il Ftse Mib è calcolato diversamente: ogni qual volta le società staccano una cedola, questa viene “eliminata” dal prezzo delle rispettive azioni e di conseguenza viene sottratta al valore dell’indice. E dato che Piazza Affari è una delle Borse più generose al mondo in termini di dividendi (3-4% annuo in media), questo effetto alla lunga finisce per pesare. Se il Ftse Mib fosse calcolato con la stessa formula total return del Dax 40 e facendo partire il conteggio dal 2006, avremmo appunto tutt’altro valore: 73.324 punti. Massimo di tutti i tempi.
Il Dow Jones e l’S&P 500
Questo ragionamento ci aiuta a capire che gli indici azionari vanno conosciuti in profondità e che metterli in confronto a fine anno solo in relazione alla variazione percentuale può non bastare per raccontare tutta la storia che quello stesso indice è chiamato a rappresentare.
Un’altra grande differenza, tra i principali indici azionari globali, emerge osservando il Dow Jones e l’S&P 500. Due grandi indici che puntano a rappresentare il meglio delle aziende statunitensi. Anche in questo caso però il confronto percentuale non è sufficiente, non è ponderato.
Perché il Dow Jones è un indice equipesato, e quindi ogni azienda porta lo stesso contributo al calcolo della variazione del paniere, mentre l’S&P 500 è pesato diversamente in base alla capitalizzazione delle rispettive aziende. Una Apple, per intenderci, che capitalizza quasi 3mila miliardi di dollari impatta molto di più nel determinare la variazione dell’S&P 500 (così come del Nasdaq dove è pure quotata) rispetto a una PayPal (che capitalizza 63 miliardi). Non a caso c’è una grande differenza, a parità di aziende. L’S&P 500 da inizio anno è salito del 18%. Nella versione equipesata (l’etf che lo calcola si chiama Rsp) è salito “appena” dell’8 per cento. Come il vecchio Dow Jones.
https://www.ilsole24ore.com/art/ftse-mib-30mila-punti-non-e-vero-ecco-perche-ne-vale-73mila-AFJN6R1B?refresh_ce=1
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18/12/2023 09:52
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GIOLA
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GIOLA
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JHONNY LIVRPOOL
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Attenzione alla Bull-Trap...non fatevi prendere da facili entusiasmi.
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02/1/2024 09:34
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GIOLA
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JHONNY LIVRPOOL
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F.V. G.  ...FUGA VELOCE GRAVITAZIONALE ???
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02/1/2024 09:59
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IL VINCENTE
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Aha aha bravi continuate così ridicoli ! 
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02/1/2024 10:31
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IL VINCENTE
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Ahaha la grande bacata si la vs testa bacata ahaha
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