Mediobanca (MB)

- 23/1/2007 10:24
petrsalvatore N° messaggi: 916 - Iscritto da: 03/4/2006
Grafico Intraday: Mediobanca Banca di Credito Finanziario SpAGrafico Storico: Mediobanca Banca di Credito Finanziario SpA
Grafico IntradayGrafico Storico
MEDIOBANCA è la principale banca d'affari italiana.

Ha aumentato la sua partecipazione in Generali dal 13.6 al 14.15%.

Il flottante è del 52.74%. Azionisti importanti sono Unicredit, Capitalia, Coppola, Zunino, Consortium srl, Bollorè, Premafin, Efiparino, Groupama holding.

Il titolo sale dall'ottobre 2002.

Deve superare la resistenza a 18.75 euro per puntare a nuovi massimi. Discese sotto i 17 euro la condurebbero di nuovo a 16 euro. Sotto i 16 euro, per l'analisi tecnica, è da vendere.

Ha un p/e di 16.24, mentre quello stimato è di 18.7.

Ha un dividendo yield del 3.52%. Il fututo dividendo si prevede che aumenterà da 0.48 a 0.548 euro.

Ha un ROE superiore a 30 e un ebit margin di circa 8.

Capitalizza 14947 milioni di euro.

Il consiglio rimane MANTENERE. oggi quota 17.75 euro.



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481 di 584 - 01/6/2020 10:49
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Quotando: gianni barba - Post #478 - 04/Mag/2020 15:29

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E' inutile.

Chi deve pensare al benessere del popolo italiano sta lì solo a spoglairlo.

Non vale la pena manco vestirsi.

Oggi stesso ci spoglieranno.
482 di 584 - 03/6/2020 06:23
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
2 GIU 2020 17:53
DEL VECCHIO NON STA A CUCCIA – LA MOSSA DEL CAVALIERE DI AGORDO FA VOLARE MEDIOBANCA IN BORSA: LA PRATICA PER SALIRE AL 20% DI PIAZZETTA CUCCIA VA SPEDITA, MA IL COPASIR AVVERTE SUI NUOVI ASSETTI CHE POTREBBERO PORTARE IL CONTROLLO “FUORI DAI CONFINI NAZIONALI” – PARADOSSALMENTE, DEL VECCHIO HA OTTENUTO L’IMPEGNO DI BANKITALIA A FAR PASSARE LA SCALATA PROPRIO IN VIRTÙ DELLA DIFESA DELL’ITALIANITÀ DELLE GENERALI – L'ASSE CON CALTAGIRONE E I BENETTON (CHE ORA HANNO ALTRO A CUI PENSARE

da leggere su dagospia.

Parla un po' dei nuovi equilibri che si cerca di formare in mediobanca.
483 di 584 - 03/6/2020 07:29
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
2 GIU 2020 17:30
DEL VECCHIO, CHE MONTATURA! – FARO DEL GOVERNO SU MR LUXOTTICA, IMPEGNATO NEL TENTATIVO DI RADDOPPIARE DAL 10 AL 20% LA QUOTA IN MEDIOBANCA, MAGGIOR SOCIO DELLE GENERALI - IL TIMORE ESPRESSO DA DIVERSE FORZE POLITICHE È CHE LA SCALATA MENEGHINA AVVIENE NEL MEZZO DELLA COMPLESSA FUSIONE DI LUXOTTICA CON LA FRANCESE ESSILOR. BENCHÉ SI IMMAGINI IMMORTALE, DEL VECCHIO HA 85 ANNI ED NON È STATO CAPACE DI TROVARE UN MANAGER A CUI LASCIARE LA GUIDA DEL GRUPPO. NON CERTO UN ESEMPIO DI BUONA GOVERNANCE DA PORTARE IN MEDIOBANCA

Sempre su dagospia.

Questi due articoli sono fenomenali.

Industrie, banche e assicurazioni sono passate in mano agli stranieri e non si sa chi è il traditore della finanza in Italia.

484 di 584 - 03/6/2020 07:32
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
In poche parole per La Repubblica, acquistata dagli Agnelli, il traditore della finanza in Italia potrebbe essere del Vecchio che scalando Mediobanca porta tutto all'estero dove ha la sua Luxottica.
485 di 584 - Modificato il 03/6/2020 08:47
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Troppo bello questi due articoli da Dagospia, di cui ho parlato, per non metterli interi.

E' il più bel giallo borsistico che abbia letto finora.


1 – FARO DI CONTE SULLE MOSSE DELFIN

Luisa Leone per “MF”

Troppo fragorosa la mossa di Leonardo Del Vecchio su Mediobanca per passare inosservata a Palazzo Chigi. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il governo monitora il dossier che vede il patron di EssilorLuxottica, tramite la holding Delfin, impegnato nel tentativo di raddoppiare dal 10 al 20% la quota nella merchant bank che è anche il maggior socio delle Generali.

A seguire la partita per la Presidenza del Consiglio è il sottosegretario Riccardo Fraccaro, che ha già gestito il lavoro che ha portato al rafforzamento del golden power, esteso di recente a banche e assicurazioni. Peraltro, con un tempismo imprevedibile, il decreto che individua più nello specifico (rispetto alla norma quadro inserita nel decreto Liquidità) gli attivi protetti dallo scudo antiscalata è stato illustrato al Consiglio dei ministri solo venerdì scorso, a poche ore dall' anticipazione di Repubblica sulla mossa di Del Vecchio.

Lo schema dovrà ora passare alle Camere per i pareri di rito e poi essere approvato definitivamente, ma nel frattempo gli istituti di credito e i gruppi assicurativi sono comunque protetti da eventuali mire straniere, anche europee.



Il timore espresso da diverse forze politiche è infatti che dietro l' imprenditore italiano con una radicata presenza in Francia (EssilorLuxottica, l' immobiliare Covivio) possano appunto esserci ombre transalpine. E sebbene al momento non ci siano segnali concreti di un simile scenario, ieri il Copasir ha suonato un campanello l' allarme.

«Recenti notizie, in parte in qualche modo prevedibili, accentuano le preoccupazioni già espresse dal Comitato in merito al possibile controllo fuori dai confini nazionali di primari istituti bancari e assicurativi», ha sottolineato in una nota il presidente Raffaele Volpi. D' altronde che le antenne francesi fossero rivolte verso il sistema finanziario italiano era già stato rilevato nelle ultime relazioni del Copasir sul sistema economico.



Sul tema è tornata anche Forza Italia, che ha depositato un' interrogazione al ministro dell' Economia per porre l' accento, tra le altre cose, sul fatto che Delfin è una holding lussemburghese. Fatto che, qualora la sarl arrivasse davvero a controllare Mediobanca, porterebbe alla necessità di notifica al governo per l' eventuale esercizio del golden power, che fino al 31 dicembre è utilizzabile anche nei confronti di operatori europei.

Peraltro proprio le normative anti-scalata prevedono che sopra la soglia del 10% si debbano comunicare a Consob le intenzioni di acquisto su un titolo quotato, anche se ciò accadrebbe, in questo caso, solo a valle dell' autorizzazione Bankitalia e Bce. Ad ogni modo l' autorità guidata da Paolo Savona segue la partita ed è possibile che, come accaduto per l' acquisto del primo pacchetto di azioni Mediobanca, convochi Del Vecchio a colloquio


2 – IL DECLINO DEL PAESE DIETRO UNO SCONTRO DA TRONO DI SPADE

Alessandro Penati per “la Repubblica”


Tutto ciò che riguarda Mediobanca finisce sotto i riflettori. A maggior ragione oggi, con la contesa che oppone il suo management a Leonardo Del Vecchio. E proprio nel momento in cui Intesa ha lanciato un' offerta su Ubi, per la prima volta non concordata, che ha finito per coinvolgere Unicredit e Unipol su fronti opposti, e chiamato in causa Tribunali, Antitrust, Golden Power, Bce, e Consob.



Uno scontro che sembra da Trono di Spade, ma che in realtà rivela tutta la debolezza del nostro sistema finanziario, e il declino del Paese. Oggi Mediobanca vale 5,6 miliardi; poco meno di 3, tolta la partecipazione in Generali: ovvero la dimensione di una media banca regionale, come Oberbank, Bank Polska, AIB o Bankia.

La vera questione dunque è se la dimensione, che relega Mediobanca in secondo piano nel panorama europeo, sia prova di una gestione inadeguata. La risposta non è univoca. Dal 2008, alla vigilia della grande crisi, il titolo Mediobanca è cresciuto il 220% più dell' indice dei bancari dell' Eurozona, meglio anche di Intesa (115%); e molto meglio di tutte le altre banche italiane, a cominciare da Unicredit e Ubi, che hanno perso rispettivamente il 64% e il 28% (senza il premio dell' Ops), o Bpm, incidentalmente l' unica fusione bancaria "concordata" (con il Banco Popolare), che nel periodo ha perso più di tutte (86%).

La buona performance è il risultato della trasformazione di Mediobanca in un conglomerato finanziario, con partecipazioni e attività diversificate in assicurazioni, banca tradizionale (CheBanca!), credito al consumo, capital markets, advisory, investment banking e asset management; una strategia con cui ha evitato l' esposizione al settore immobiliare, i titoli di Stato, e i prestiti a imprenditori su base spesso clientelare, alla radice della crisi del nostro sistema bancario.

Ma la strategia che finora ha salvato Mediobanca, la condanna in futuro sempre più all' irrilevanza e alla dimensione nazionale: dispersa in tanti segmenti, non può raggiungere le dimensione e le economie di scala necessarie per essere leader in nessuno, né disporre del capitale necessario per competere nell' investment banking e nel capital markets.

Alla fine, il suo conto economico dipende dalle partecipazioni nel credito al consumo e in Generali, che ne costituiscono gran parte del valore; e non essendo strumentali, o integrate col resto delle sue attività, diventano la principale ragione dell' interesse per Mediobanca.

Mediobanca deve quindi cambiare con decisione passo e strategia, perché la diversificazione da conglomerato, che pure ha funzionato bene finora, non è più sostenibile, come dimostra il tentativo di scalata di Del Vecchio. Se non lui oggi, sarà qualcun altro domani. L' arroccamento del management può solo rinviare il problema.

Ma è Del Vecchio l' azionista giusto in grado di dare la svolta strategica a Mediobanca? Ne dubito.

Non per il dato anagrafico: investitori leggendari come Carl Icahn e Warren Buffett hanno 85 e 90 anni, e sono ancora attivissimi. Ma hanno sempre e solo fatto gli investitori. Del Vecchio è un imprenditore di enorme successo, ma fare l' investitore attivista è un altro mestiere. Finora, della sua strategia non si sa nulla, contrariamente a quanto farebbe un investitore "attivo", per raccogliere consensi sul mercato e creare valore.

Del Vecchio è Presidente esecutivo di EssilorLuxottica, nel mezzo di una fusione a dir poco complessa e incompleta: segno che non è stato capace di trovare, o allevare, un manager a cui lasciare la guida e la crescita del gruppo.



Non certo un esempio di buona governance da portare in Mediobanca. Non esiste un modello ideale di governance; e quello attuale, che permette di fatto al management in carica di autoperpetuarsi, non deve essere difeso a priori. Ma per valutare bisognerebbe conoscere l' alternativa.

Non sapendo cosa Del Vecchio abbia in mente, diventa naturale pensare che voglia arrivare al controllo di fatto di Generali minimizzando il costo: il 20% di Mediobanca costa meno della metà del 13% di Generali che ha in portafoglio; che aggiunto al suo 5% darebbe a Del Vecchio la maggioranza relativa. Non scevra di conflitti però, visto i suoi interessi, e degli altri soci italiani, nel settore immobiliare. Sarebbe un' operazione dal sapore stantio del capitalismo italiano d' antan.
486 di 584 - 03/6/2020 07:35
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Quotando: quadr0 - Post #485 - 03/Giu/2020 05:34Insomma l'Italia per banche, industrie e assicurazioni è a mezzadria con gli stranieri e non si sa chi ha combinato questo atto geniale di totale svendita.

Chi pare che stia ponendo rimedio è il traditore, Del Vecchio.


487 di 584 - 03/6/2020 07:40
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Del Vecchio che, scalando un altro 10% in Mediobanca e alleandosi a Caltagirone,
ai Benetthon e ad altri italiani blinda per l'Italia le Generali è il traditore.
488 di 584 - 03/6/2020 07:43
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Tutto è possibile in Italia perché siamo allo sbando.

Ma dire che chi sta provando a salvarci è il traditore, è un po' esagerato.
489 di 584 - 03/6/2020 07:46
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
A me sembra che è il vecchio capitalismo, che per non cedere le armi, sta orchestrando con i suoi giornali tutto questo putiferio.

Sta facendo passare come traditore chi sta salvando il salvabile, visto che la nostra industria e finanza è manovrata dall'estero.
490 di 584 - Modificato il 03/6/2020 07:56
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Visto a che servono i giornali in Italia ?

A capovolgere la realtà e manovrare tutto.

Il giornale "La Repubblica" è dalla fondazione che è nato storto per l'Italia.
491 di 584 - 04/6/2020 04:56
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
3 GIU 2020 20:24
1. SI PARTE CON UBI, SI CONTINUA CON MEDIOBANCA E SI FINIRA' CON IL ''CORRIERE DELLA SERA''
2. LA SCALATA DI DEL VECCHIO A PIAZZETTA CUCCIA SI LEGA AL REGOLAMENTO DEI CONTI DEI POTERI ECONOMICI ITALIANI. DA UNA PARTE NAGEL-MESSINA-CIMBRI (CON "LA REPUBBLICA" DI JOHN ELKANN), DALL’ALTRA CAIRO-MUSTIER-DEL VECCHIO (CON ''IL CORRIERE") – L'INDEBITAMENTO FINANZIARIO NETTO CONSOLIDATO DI CAIRO RIFERIBILE A RCS E' DI 108,1 MILIONI. E POI DEVE RESTITUIRE 30 MILIONI DI FIDO A INTESA, CHE GLI FINANZIÒ L’OPA NEL 2016: NEI PROSSIMI MESI SCORRERA' SANGUE A MILANO

Sempre da dagospia.

Camilla Conti per “la Verità”

Anni fa un docente universitario chiese a Giovanni Bazoli quale fosse stata la bussola della sua attività di banchiere. Il professore bresciano rispose, senza esitazione, di essere stato guidato dall' obiettivo di far rinascere e crescere l' istituto che gli era stato affidato, ma anche, nello stesso tempo, dall' intento di concorrere allo sviluppo sociale e culturale del Paese.



Sviluppo che è passato anche dalle pagine del Corriere della Sera, il quotidiano della borghesia lombarda, e dal destino del gruppo Rizzoli, poi diventato Rcs, specchio della storia dell' ultimo trentennio, tra appetiti, scontri politici e finanziari, trappole evitate e subite, come se tutto il capitalismo italico ruotasse intorno a questo eterno oggetto del desiderio.

Il controllo della Rizzoli - e soprattutto i debiti - facevano parte della pesante eredità del Banco Ambrosiano che Bazoli doveva rilanciare nel suo doppio ruolo di primo azionista ma anche di principale creditore. Per salvare la casa editrice dalla bancarotta il banchiere chiese, e ottenne, l' aiuto della Fiat e di Gianni Agnelli con cui instaurò un rapporto significativo.

Tanto da ricevere dall' Avvocato, poche settimane prima della sua morte avvenuta a gennaio 2003, una sorta di «mandato morale» per vigilare sulle sorti del Corriere. «Ascoltate anche in futuro quello che vi propone il professor Bazoli», disse Agnelli al suo legale di fiducia, Franzo Grande Stevens. E così è stato.



Quasi 13 anni dopo, nell' estate del 2016, l' Intesa presieduta da Bazoli e guidata da Carlo Messina è scesa in campo per finanziare l' Opa lanciata dalla Cairo communication di Urbano Cairo contro la cordata antagonista di cui facevano parte Mediobanca, Unipol, Diego Della Valle e Marco Tronchetti Provera.

Oggi gli equilibri sono profondamente cambiati: Fiat, diventata Fca, è uscita da Rcs e ha negoziato con Intesa un maxi prestito da 6,3 miliardi garantito dalla Sace per sostenere la filiera italiana dell' automotive, e nel frattempo il nipote dell' avvocato, John Elkann, ha preso il controllo di Repubblica, Espresso e Stampa con il gruppo Gedi. Non solo.



sede del corriere della sera in via solferino a milano 1
SEDE DEL CORRIERE DELLA SERA IN VIA SOLFERINO A MILANO 1

Intesa ha Mediobanca e Unipol come alleate nell' Ops su Ubi che però tenta di guadagnare tempo portando l' offerta in tribunale per altro seguendo le strategie legali dell' avvocato d' affari Sergio Erede che ai tempi dell' Opa del 2016 giocava invece con il team di Intesa.

Lo stesso Erede che, come ha ricordato un articolo della Verità a fine febbraio, per conto di Cairo adesso sta combattendo anche la battaglia contro il fondo americano Blackstone sulla vendita della sede del Corriere della Sera in via Solferino e che al fianco di Leonardo Del Vecchio sta gestendo l' avanzata del patron di Luxottica su Mediobanca.

Il mondo è cambiato, alcuni attori delle sfide finanziarie di un tempo sono finiti a bordo pista oppure giocano con una nuova maglia e appetiti stranieri si affacciano all' orizzonte.



Eppure Rcs resta un crocevia dei nuovi assetti di potere - non solo editoriale - in questo Paese che nuove alleanze possono condizionare, soprattutto alla luce delle ultime grandi manovre sul fronte bancario e assicurativo.



In molti hanno notato il titolone sfornato da Repubblica in prima pagina sulla richiesta inviata formalmente da Del Vecchio alla Bce per poter salire al 20% di Mediobanca in chiave «non ostile» verso l' ad Alberto Nagel ma con un occhio alle Generali.

Notizia gustosa, sia chiaro, e data in anteprima. Ma le mosse dell' imprenditore veneto su Piazzetta Cuccia erano note da mesi, perché dargli così tanta evidenza aprendoci addirittura il giornale?



Di certo, nell' attuale scacchiere delle relazioni, gli Elkann sono gemellati con il «team Messina» cui può far comodo se l' attenzione mediatica si sposta dalla partita su Brescia a quella di Del Vecchio su Trieste. Tenendo d' occhio l' altra corazzata editoriale, ovvero il Corriere, di cui Intesa è ancora creditore per 30 milioni sui 100 di debito.

L' indebitamento finanziario netto consolidato dell' intero gruppo Cairo communication è infatti di 108,9 milioni ed è riferibile a Rcs per 108,1 milioni. I rapporti tra Urbano Cairo e Messina non sarebbero più saldi come un tempo. E l' imprenditore, secondo indiscrezioni raccolte in ambienti finanziari, starebbe valutando un possibile disimpegno da Rcs per rafforzarsi sul mercato televisivo con La 7 e tenersi le mani più libere come editore. Solo rumors? Chissà.

Sta di fatto che, negli accordi presi con Intesa in cambio del finanziamento dell' Opa del 2016, è previsto il rimborso anticipato della linea di credito concessa dalla banca «qualora Cairo communication cessi di detenere, direttamente o indirettamente, una partecipazione almeno pari al 35% del capitale sociale di Rcs». Insomma, se davvero l' imprenditore volesse uscire dal Corriere, dovrebbe prima saldare i debiti.

E comunque fare i conti con le reazioni di Messina e Nanni Bazoli, ora presidente emerito di Intesa, deciso a mantenere la promessa fatta anni fa all' Avvocato. Il patron del Torino è pronto a finire in guerra contro Intesa, Elkann, che pur essendo editore concorrente segue le orme del nonno, e pure contro Mediobanca? Cairo è avvisato.
492 di 584 - 04/6/2020 04:58
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Continua la storia dei "poteri forti" e dei "poteri traditori" in Italia.

Chi se ne volesse fare un'isea legga l'articolo che ho messo.
493 di 584 - 04/6/2020 05:12
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Continua la storia avvincente dei "poteri forti" contro i "poteri traditori" in Italia.

Industrie, banche e assicurazioni italiane sono passate in mano agli stranieri che con i nostri soldi e risparmi stanno continuando a comprare ciò che ci rimane dei gioielli di famiglia e non si riesce a capire ancora quali sono i poteri forti e quali i poteri traditori in Italia.
494 di 584 - 04/6/2020 05:22
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Gli stessi servizi segreti hanno avvisato il governo che in italia gli starnieri comperano banche industrie e assicurazioni con i risparmi italiani e non si nomina nessuna commissione d'inchiesta per capire che cosa sta succedendo.
495 di 584 - 04/6/2020 05:29
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Per ora sappiamo che chi si è svenduto e ha venduto l'Italia all'estero accusa chi vuol blindare le Generali arrivando al 20% in Mediobanca di essere il vero traditore.

Insomma giallo finanziario più avvincente non è mai stato pubblicato.
496 di 584 - 04/6/2020 05:50
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
In queste storie chi vince è sempre l'eroe liberatori, chi perde è l'infame traditore.

Vedremo come andrà a finire.
497 di 584 - 04/6/2020 06:16
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
Speriamo solo che chi vince ci lasci meno nudi.
MODERATO Betsabea (Utente disabilitato) N° messaggi: 2352 - Iscritto da: 09/4/2020
499 di 584 - 04/6/2020 16:55
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
4 GIU 2020 16:36
DAGO-RETROSCENA CRUDELE MA VERO: L'ITALIANITÀ DI MEDIOBANCA E GENERALI DURERÀ QUANTO CAMPA DEL VECCHIO - È BRUTTO DA DIRSI, MA L'85ENNE REUCCIO DEGLI OCCHIALI NON È MAI RIUSCITO A TENERSI UN EREDE, TANTO DA FAR FUORI 3 MANAGER IN 3 ANNI PER POI FONDERE LUXOTTICA CON I FRANCESI. ALLORA PERCHÉ BANKITALIA HA DATO L'OK ALLA SUA SCALATA FINO AL 20% DI MEDIOBANCA (DUNQUE GENERALI) IN VIRTÙ DELL'ITALIANITÀ DELL'OPERAZIONE? - SE INVECE VINCE IL TRIO NAGEL-CIMBRI-MESSINA…LE PROSSIME TAPPE DELLO SCONTRO

il resto su dagospia.

-
500 di 584 - 05/6/2020 14:11
quadr0 N° messaggi: 25500 - Iscritto da: 04/8/2008
4 GIU 2020 20:55
FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI: LA GUERRA CHE CAMBIERA’ IL VOLTO DEL POTERE FINANZIARIO DEL PAESE ENTRA NELLA FASE CALDA: L’ANTITRUST STA LAVORANDO SODO PER COMPRIMERE AL MASSIMO I TEMPI DI UNA DECISONE SULLA OPS DI INTESA SU UBI – SE L’AD DI INTESA CARLO MESSINA VINCERA’, L’AD DI UNICREDIT JEAN-PIERRE MUSTIER PROBABILMENTE DOVRA’ FARE LE VALIGIE…
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