Seri Industrial (SERI)

- Modificato il 18/4/2024 09:52
GIOLA N° messaggi: 30151 - Iscritto da: 03/9/2014
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341 di 739 - 19/1/2022 16:10
federicocianchi N° messaggi: 2389 - Iscritto da: 13/9/2006
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342 di 739 - 19/1/2022 16:11
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
Lavoratori ibf c/ fib s.r.l.
Tribunale di Foggia Sezione Lavoro - Giudice Dott. Antonucci - NRGL 7007/2014 - Sent. 3325/2018
Caso legale:
Trattasi di ricorso ex art. 414 c.p.c. per conto dei lavoratori della IBF di Manfredonia (produttrice di batterie industriali) al fine di ottenere la reintegra nel posto di lavoro nei confronti della FIB S.r.l. quale società affittuaria della IBF. Nello specifico i ricorrenti (19) non erano passati alle dipendenze della FIB S.r.l. a seguito del trasferimento parziale d'azienda. Causa vinta in primo grado, successivamente appellata presso la Corte d'Appello di Bari e vinta anche in secondo grado con condanna della FIB S.r.l. alla reintegra dei lavoratori.
343 di 739 - 19/1/2022 16:13
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
Regione Puglia
Megaparco eolico Sant'Agata di Puglia, la Regione si costituisce parte civile
La Giunta Regionale, nella seduta odierna, ha deliberato di costituirsi parte civile dinanzi al Tribunale di Foggia nel processo penale a carico degli amministratori della Api Holding s.p.a, della Ser s.p.a. e della Seri s.p.a. accusati di aver commesso reiterati comportamenti illeciti finalizzati alla realizzazione di impianti eolici e una centrale elettrica da fonte eolica (51 aerogeneratori) nel territorio di Sant'Agata di Puglia (Fg), in località "Taverna la Storta" e "Serra del Vento".
Secondo quanto evidenziato da Pubblico Ministero, per realizzare il megaparco eolico e procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale sia alle Società eoliche che ad alcuni amministratori comunali sarebbero state commesse numerose violazioni della normativa urbanistica, edilizia e paesaggistica e del testo Unico EE. LL.

344 di 739 - 19/1/2022 16:19
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
Piedimonte Matese – Appalti e corruzione in comune, coinvolto anche un carabiniere
paesenews.it/ 2 Aprile 2021

Piedimonte Matese – Nel mirino degli investigatori sarebbe finito anche un militare dell’arma. L’uomo sarebbe finito nell’indagine perché avrebbe passato informazioni riservate ad alcuni degli indagati. Sarebbe stato scoperto grazie alle intercettazioni telefoniche a carico di numerosi degli indagati. Nell’inchiesta è finito anche qualche giovane politico matesino, senza alcun ruolo nell’attività amministrativa del municipio piedimontese. L’indagine sta sconvolgendo il mondo politico e imprenditore del capoluogo del Matese (versante casertano). Sono quattro gli imprenditori coinvolti nell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere sul municipio del capoluogo matesino. Il quarto imprenditore iscritto del registro degli indagati è Mario Rosario Zoccolillo. Il suo nome si aggiunge agli imprenditori VITTORIO CIVITILLO, Giovanni Malinconico (di Ailano) e Ruggiero Di Pietro. L’inchiesta coinvolge in tutto, per ora, dodici persone fra cui i massimi vertici dell’ultima amministrazione comunale: l’ex sindaco Luigi Di Lorenzo, il suo vice Ivan Filetti e gli assessori David Raucci e Loreta Di Marco. Nella stessa indagine sono coinvolti anche Bruno Pagliaro (ex sindaco di Dragoni) e Antonio Montone, ex sindaco di Castello del Matese, attuale componente del consiglio dello stesso municipio; l’ex tecnico comunale Vincenzo Menditto (dipendente dell’Asl di Caserta), l’ex presidente del consiglio di Piedimonte Matese GIANLUIGI SANTILLO. Sono accusati a vario titolo – in questa fase dell’indagine – di associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione e abuso d’ufficio. L’altra mattina l’indagine, che si basa su fatti del 2019 e 2020, si è palesata con un imponente blitz della Procura di Santa Maria Capua Vetere, scattato all’alba quando decine di militari dell’arma del nucleo investigativo di Caserta, si sono presentati, contemporaneamente alla porta di alcuni degli indagati. I carabinieri – coordinati dai procuratori Gerarda Cozzolino e Chiara Esposito – avrebbero sequestrato telefonini, documenti, personal computer e altre apparecchiature informatiche. L’indagine, fra le altre cose, cerca di fare chiarezza su una ipotesi di corruzione e di appalti truccati.
Leggi anche:
Piedimonte Matese – Appalti e corruzione in comune, indagati gli ex assessori Raucci e Filetti
Piedimonte Matese – Corruzione in municipio: tu metti a posto i problemi della casa delle mie figlie, io ti pago le caldaie e gli infissi
Piedimonte Matese / Benevento / Gioia Sannitica – Appalti e corruzione, indagato ex “super” assessore comunale
Piedimonte Matese – Appalti e corruzione, perquisita l’abitazione dell’ex sindaco Di Lorenzo
Piedimonte Matese / San Potito Sannitico – Appalti e corruzione, perquisita l’abitazione dell’ex presidente del consiglio Santillo
Piedimonte Matese / Caserta – Appalti e corruzione, perquisito dipende Asl con “alta professionalità”
Piedimonte Matese / Ailano – Municipio, appalti e corruzione: indagati tre grossi imprenditori
Piedimonte Matese / Castello Matese / Dragoni – Appalti e corruzione, indagati gli ex sindaci Pagliaro e Montone
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MODERATO GIACOMINA1 (Utente disabilitato) N° messaggi: 7785 - Iscritto da: 03/6/2020
346 di 739 - 08/2/2022 14:03
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
EVASIONE CON LA COMPRAVENDITA DEL TERRENO A GAETA: SEQUESTRO DA 1,5 MILIONI DI EURO

26 GENNAIO 2022

Evasione fiscale milionaria: sequestro della Guardia di Finanza, sotto la lente la compravendita di un terreno a Gaeta
I finanzieri del Comando provinciale di Latina, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale sammaritano, con la quale e stato disposto il sequestro di beni nei riguardi di una holding immobiliare ritenuta responsabile di un’evasione fiscale per 1,4 milioni di euro.
Le inchieste si sono incentrate sulla compravendita di un ampio terreno a Gaeta, dove era ubicata la scuola americana in zona Calegna, intercorsa tra due società con sede nel CASERTANO, la controllata e la controllante, a causa della quale la società venditrice ha realizzato una plusvalenza di circa 7 milioni di euro.
E stato rilevato come la plusvalenza creata dalla società venditrice, facente parte di una holding immobiliare e dunque soggetta a tassazione di gruppo (la cosiddetta tax fiscal unit), fosse stata comunicata in minima parte, un 5º, e non per intero alla società madre.
In tal modo e stato probabile evadere le imposte per 1,4 milioni di euro. Gli elementi raccolti hanno consentito di inoltrare una segnalazione alla Procura della Repubblica a carico dei rappresentanti legali delle due società (controllata e controllante) per il peccato di dichiarazione infedele.
All’esito di ulteriori approfondimenti, la Procura della Repubblica ha avanzato richiesta, accolta dal Gip, di sequestro preventivo dell’ingiusto profitto costituito dall’importo di 1,5 milioni di euro.

Nell’area oggetto di sequestro, nel 2018, il nuovo proprietario, la Seri spa di VITTORIO CIVITILLO, aveva deciso di adoperare la destinazione d’uso residenziale per trasformare la scuola americana in un parco residenziale biotecnologico: una struttura – si leggeva in una lettera dell’epoca diffusa dalla ditta – in pannelli portanti a strati incrociati di tavole di legno più grande d’Italia. Il cosiddetto Parco Nato doveva accogliere tre palazzine e 96 appartamenti su una zona di 9.000 metri quadrati.


MODERATO MARIA DOLORE (Utente disabilitato) N° messaggi: 3770 - Iscritto da: 10/8/2021
348 di 739 - 10/2/2022 16:42
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
Piedimonte Matese/Teverola – Lavoratori minacciati e sospesi per uno sciopero, FIB (controllata SERI) condannata:comportamento antisindacale La redazione - 10 Febbraio 2022  Cronaca

Piedimonte Matese / Teverola – Tre lavoratori sospesi dal servizio, senza retribuzione, dopo uno sciopero.
E’ la “punizione” inflitta dall’azienda FIB spa ai tre dipendenti che avevano partecipato, insieme ad altri numerosi colleghi alla protesta dello scorso novembre 2021. Le organizzazioni sindacali hanno trascinato in Tribunale, quello di Napoli Nord., i vertici della società FIB spa, un’azienda controllata dalla SERI spa, azienda nelle mani di Vittorio Civitillo, sindaco di Piedimonte Matese; lo stesso Civitillo, infatti, è presidente del consiglio di amministrazione e rappresentante d’azienda FIB spa la cui proprietà è al 100% della SERI spa.
Il giudice, con una sentenza emessa pochi giorni fa, ha condannato i vertici dell’azienda per “…. l’antisindacalità del contegno datoriale, e ordinato alla società di revocare i provvedimenti disciplinari della sospensione di tre giorni dal lavoro e dalla retribuzione inflitti ai lavoratori per aver partecipato allo sciopero del 22 e 23 novembre 2021”. Il giudice, inoltre “… ordina alla società convenuta di immediatamente dalla condotta illegittima e di rimuoverne tutti gli effetti”. Nella decisione assunta dal Tribunale di Napoli Nord, inoltre, è prevista anche “… l’affissione del decreto, a cura della società resistente, nei locali dell’azienda ed in un luogo accessibile a tutti, per un periodo di 30 giorni.
Condanna la società resistente al pagamento delle spese di lite sostenute da parte ricorrente che liquida in complessivi € 2.500,00, oltre spese

La protesta dei lavoratori nasce dopo aver appreso dal capo del personale della FIB, Martucci Rosaria, che la società non avrebbe corrisposto le promesse integrazioni da agosto in poi, la RSA di Teverola ed i lavoratori, con un comunicato prima affisso nei locali aziendali e poi inviato al capo del personale, via mail alle ore 15.23 del 22.11.2021, indicevano lo sciopero di un’ora, articolato su tre turni. A quel punto, con una mail inviata ai lavoratori alle ore 16.19 del 22.11.2021, il capo del personale comunicava “Buonasera, con riferimento a quanto da voi inviato (in allegato) Vi comunico che: il personale coinvolto sarà interessato da contestazione disciplinare per assenza ingiustificata con interruzione di attività e gravi danni, con conseguente valutazione di opportuni provvedimenti sanzionatori”.
Nonostante la minaccia di ritorsione dell’azienda, 37 lavoratori su 90 aderivano allo sciopero, così che il giorno 24.11.2021 la FIB spa inviava agli stessi formale contestazione disciplinare, per l’assenza ingiustificata dal lavoro. Ora arriva la sentenza del giudice del tribunale di Napoli Nord che condanna i vertici dell’azienda per comportamento antisindacale.
MODERATO DucaconteVolpegufocorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 7257 - Iscritto da: 20/6/2021
MODERATO DucaconteVolpegufocorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 7257 - Iscritto da: 20/6/2021
351 di 739 - 16/3/2022 09:28
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
Sentenza Cassazione Civile n. 2425 del 03/02/2021
Cassazione civile sez. trib., 03/02/2021, (ud. 03/12/2020, dep. 03/02/2021), n.2425
LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE
SEZIONE TRIBUTARIA

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:
Dott. SORRENTINO Federico – Presidente –
Dott. NAPOLITANO Lucio – Consigliere –
Dott. GIUDICEPIETRO Andreina – Consigliere –
Dott. CENICCOLA Aldo – Consigliere –
Dott. MAISANO Giulio – rel. Consigliere –
ha pronunciato la seguente:
ORDINANZA
sul ricorso 983-2014 proposto da:
AGENZIA DELLE ENTRATE, in persona del Direttore pro tempore,
elettivamente domiciliata in ROMA, VIA DEI PORTOGHESI 12, presso
l’AVVOCATURA GENERALE DELLO STATO, che la rappresenta e difende;
– ricorrente –
contro
HOTEL MIRALAGO SRL, SERI SPA, elettivamente domiciliati in ROMA, VIA
DEL POZZETTO 122, presso lo studio dell’avvocato PAOLO CARBONE,
rappresentati e difesi dall’avvocato UMBERTO GENTILE;
– controricorrenti –
avverso la sentenza n. 207/2013 della COMM.TRIB.REG. CAMPANIA,
depositata il 06/05/2013;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del
03/12/2020 dal Consigliere Dott. GIULIO MAISANO.

Fatto
RILEVATO
che:
con sentenza n. 207/31/13 la Commissione tributaria regionale della Campania ha rigettato gli appelli riuniti proposti dall’Agenzia delle Entrate avverso la sentenza n. 543/1/11 della Commissione tributaria provinciale di Caserta con la quale erano stati accolti i ricorsi riuniti proposti dalla Hotel Miralago s.r.l. e dalla sua società consolidante SE.R.I. s.p.a. avverso l’avviso di accertamento n. (OMISSIS) emesso dall’Agenzia delle Entrate nei loro confronti e con il quale era stato determinato il reddito per l’anno d’imposta 2007 in Euro 149.739,00 ai sensi della L. n. 724 del 1994, art. 30 comma 3, ed a seguito del rigetto dell’istanza di disapplicazione della disciplina prevista per le società di comodo;
che la Commissione tributaria regionale ha considerato che l’Ufficio appellante non aveva affatto considerato la decisiva circostanza per cui la contribuente aveva dichiarato ricavi effettivi in misura superiore a quelli presuntivamente considerati dall’Ufficio stesso, circostanza che di per sè sola consentiva il superamento del test di operatività, al pari del numero di dipendenti superiore a dieci circostanza che, ai sensi della L. n. 724 del 1994, art. 1, comma 1, comporta la non applicabilità della disciplina prevista per le società non operative;
che l’Agenzia delle Entrate ha proposto ricorso per cassazione avverso detta sentenza affidato ad un unico motivo;
che la SE.R.I. s.p.a. e l’Hotel Miralago s.r.l. in liquidazione eccepiscono preliminarmente l’inammissibilità del ricorso di cui chiedono comunque il rigetto deducendone l’infondatezza.
Diritto
CONSIDERATO
che:
con l’unico motivo si lamenta violazione e/o falsa applicazione della L. n. 724 del 1994, art. 30, commi 3 e 4 bis, come modificato dal D.L. n. 223 del 2006, convertito in L. n. 248 del 2006, in relazione all’art. 360 c.p.c., comma 1, n. 3; in particolare si deduce che il reddito minimo della società contribuente in questione era stato correttamente calcolato ai sensi della normativa richiamata considerando la società stessa non operativa;
che l’eccezione di inammissibilità del ricorso sollevata dalle controricorrenti sotto molteplici profili è fondata; il motivo di ricorso, infatti, non coglie affatto la ratio decidendi della sentenza impugnata costituita dalla disapplicazione della normativa sulle società non operative, mentre la ricorrente afferma la correttezza del calcolo del reddito dando per scontata la disapplicazione di tale normativa che costituisce, invece, la materia del contendere presupposto per il calcolo del reddito in questione, decisa nei gradi di merito. In particolare la ricorrente, mentre contesta il calcolo del reddito peraltro in modo generico e comunque non autosufficiente, non considera affatto la circostanza, pure posta a fondamento della decisione, costituita dal numero dei dipendenti incompatibile con la disciplina delle società non operative. Fondata è quindi l’eccezione di inammissibilità del ricorso sotto il profilo del mancato riferimento del medesimo alla motivazione della sentenza impugnata;
che pertanto il ricorso deve essere dichiarato inammissibile;
che le spese di giudizio, liquidate in dispositivo, seguono la soccombenza;
che non sussistono i presupposti per il versamento, a carico della soccombente, ai sensi del D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, art. 13, comma 1-quater, nel testo introdotto dalla L. 24 dicembre 2012, n. 228, art. 1, comma 17, di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello dovuto ai sensi del medesimo art. 13, comma 1-bis, in quanto tale versamento non può aver luogo per quelle parti, come le Amministrazioni dello Stato, che siano istituzionalmente esonerate, per valutazione normativa della loro qualità soggettiva, dal materiale versamento del contributo stesso, mediante il meccanismo della prenotazione a debito.
P.Q.M.
La Corte di cassazione dichiara inammissibile il ricorso; Condanna la ricorrente al pagamento delle spese di giudizio liquidate in Euro 4.000,00 per onorari, Euro 200,00 per esborsi, del rimborso delle spese forfettarie nella misura del 15%, e degli accessori di legge.
Così deciso in Roma, il 3 dicembre 2020.
Depositato in Cancelleria il 3 febbraio 2021


MODERATO DucaconteVolpegufocorvo (Utente disabilitato) N° messaggi: 7257 - Iscritto da: 20/6/2021
353 di 739 - 19/3/2022 18:40
marcolippo N° messaggi: 561 - Iscritto da: 11/4/2013
10 entro fine mese
354 di 739 - 20/3/2022 12:46
Gianni Barba N° messaggi: 33580 - Iscritto da: 26/4/2020

Nessuna recessione in vista, le 34 top pick di JP Morganmassage


Anche qualora uno scenario di stagflazione dovesse prendere piede, con un livello dei prezzi simile a quello degli anni ’70, il broker non prevede un aumento dei rendimenti obbligazionari come allora. Tra le 34 top pick europee le italiane Eni, Intesa Sanpaolo e Unicredit

di Antonella Ladisi

355 di 739 - 21/3/2022 16:05
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020

CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA

III COMMISSIONE CONSILIARE DEL 13 DICEMBRE 2018

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARRAZZO NICOLA

La seduta ha inizio alle ore 14.55

Consiglieri: Cammarano (M 5 S.), Raia (PD) e Sommese (Gruppo Misto).

Presente Dirigente Giunta Regionale UOD 4 Rosa Maria Sciotto e Funzionario Michele Malvari.

Assistono i funzionari Barra e Ferrara, l’istruttore Orsi ed il collaboratore Cecere.

Oggetto: Audizione “Contratto di Sviluppo FIB S.r.L.: Stato di Attuazione”.


PRESIDENTE (Marrazzo): Buon pomeriggio. Volevo innanzitutto chiarire il senso di questa audizione ed il perché è iniziato questo ciclo di audizioni. Tenuto conto che la Regione Campania ha affidato una serie di proprie risorse in gestione a Invitalia e con Invitalia una serie di imprenditori hanno contratto contratti di sviluppo, contratti di programma, finanziamenti vari e quant’altro, spesso capita che la mano destra non sa quello che fa la sinistra e buona parte di questi contratti di sviluppo, dove la Regione Campania ha investito tanto, ed è a conoscenza solo gli addetti ai lavori, che magari hanno avuto modo di interfacciarsi con Invitalia senza che poi si abbia una ricaduta in termini di comunicazione vera.
Il senso di queste audizioni è mettere in condizioni i commissari di questa Commissione, e non solo, quindi di essere aggiornati sullo stato dell’arte. Ritengo che sia un dovere istituzionale sapere le risorse come vengono investite e quali sono le ricadute che hanno sul territorio, quali sono le ricadute in termini di aumento del PIL della Regione Campania e se la nostra azione amministrativa è un’azione meritoria o manchevole, perché potrebbe anche darsi che rispetto a delle scelte politiche amministrative che sono state fatte, uno abbia sbagliato o magari abbia fatto delle cose giuste e quindi può mettersi un fiorellino all’occhiello. Io so che noi se facciamo cento la gente aspetta mille, ma se noi facciamo mille aspetta diecimila, quindi tranne le guerre puniche siamo colpevoli di tutto in pratica, questo è il senso della cosa.
Noi stiamo convocando tutte le aziende che hanno avuto un contratto di sviluppo o hanno avuto finanziamenti da parte della Regione Campania, ma proprio per vedere lo stato dell’arte, perché conoscendo quella che è la macchina burocratica – amministrativa, è probabile pure che magari abbiamo fatto un contratto di sviluppo, abbiamo enunciato un contratto di sviluppo e gli atti successivi non sono stati fatti oppure una fase progettuale iniziata tre anni fa oggi quel progetto non ha più l’attinenza vera che aveva prima, ne stiamo verificando tante, giustamente perché poi magari un contratto di sviluppo progettato quattro anni fa oggi può perdere di valore. Immagino i contratti di sviluppo fatti nel mondo delle nuove tecnologie, quello che valeva sei mesi fa oggi non ha più valore. Con la corsa che sta facendo Industria 4.0 in tutte le aziende quattro anni fa non avevamo industrie 4.0, non avevamo le zone ZES, non avevamo tutta una serie di cose che devo dire possiamo anche rivendicare con un minimo di orgoglio, cosa che non facciamo probabilmente bene.
L’altra volta noi abbiamo convocato Fib per una serie di casualità non siamo riusciti ad incontrarci. L’audizione prevede che poi l’imprenditore e i nostri dirigenti ci illustrino un po’ lo stato dell’arte, a che percentuale del contratto di sviluppo siamo arrivati, che cosa riguarda il contratto di sviluppo, qual è la ricaduta occupazionale sul territorio, questo è, niente di trascendentale. La Fib s.r.l. produce e commercializza accumulatori elettrici, ha stipulato un contratto di sviluppo di 55 milioni 419 di cui agevolazioni concesse 36 milioni. La ricaduta occupazionale complessiva dovrebbe essere di 85 dipendenti.
Per dare un senso a tutto questo c’è un racconto di queste cifre così fredde che normalmente non trasmettono niente, ma il fatto stesso che uno fa batterie al litio ti fa immaginare un’azienda orientata verso il futuro, tutto qua. Si è iscritto l’ingegner Antonio Montone, Poi se è il caso sentiamo anche la dottoressa Angela Grasso, ma penso che voi vi siete preparati in tandem. La parola all’ingegner Antonio Montone, mi raccomando parli al microfono e si presenti, perché quello che noi diciamo poi viene registrato. Grazie.
MONTONE Antonio – Responsabile Amministrativo progetto FIB: Grazie per la parola, buon pomeriggio a tutti. La volta scorsa, nella precedente seduta della Commissione non siamo stati presenti, l’amministratore ci teneva fossimo presenti congiuntamente, sia io che l’ingegnere Grasso, lei è il responsabile tecnico del progetto litio e io amministrativo dello stesso progetto. Siamo un gruppo con diverse società concentrati sulla filiera delle batterie, stiamo tentando di verticalizzare completamente il processo e con questo progetto con il litio dovremmo riuscirci. Il 14 eravamo a Torino, perché come vi dirò dopo noi abbiamo una società di ricerca con sede a Torino dove sviluppiamo tutta la nostra ricerca relativamente al litio, tant’è che nei numeri freddi che lei ha menzionato prima, di 55 milioni, 15 sono per la ricerca e per lo sviluppo sperimentale. Perché una somma così importante per lo sviluppo sperimentale e per la ricerca?
Una cifra così importante, forse lo avrete potuto leggere dalla presentazione del nuovo mandato alla Regione Campania, comunque molto sinteticamente siamo i primi italiani e forse i primi europei, perché in Europa ci sono due stabilimenti di celle al litio, però sono la Samsung e la LG, in Polonia e in Ungheria, che hanno numeri più importanti dei nostri però sono concentrati sulla batteria per l’auto, per l’elettrico, produzione massiva. Noi invece grazie alla ricerca decennale che stiamo facendo sull’argomento siamo concentrati su una miscela di litio-ferro-fosfato molto più sicura di quello che c’è oggi e che si usa per le auto elettriche che contiene cobalto, che non solo è molto difficile da trovare ma è complicato anche lo smaltimento, tant’è che noi, rispetto ai grandi nomi come Samsung, LG o Tesla, che si concentrano sulle produzioni massive e quindi dove la qualità e la sicurezza non sono molto importanti, noi siamo concentrati su un settore di nicchia che riguarda soprattutto il militare e l’aerospazio. Il nostro principale cantiere è Fincantieri e la Marina Militare su questo argomento su cui stiamo portando avanti un progetto importante sui nuovi sommergibili che sta facendo l’Italia in accordo con la Francia.
Premetto che il nostro gruppo per quanto nasce dall’idea illuminata dei due fratelli, l’ingegnere Vittorio Civitillo ed Andrea Civitillo a fine anni ’90, hanno iniziato con il riciclo del polipropilene per le cassette per le matterie che noi abbiamo nelle auto, da lì hanno cercato di espandere la filiera fino ad arrivare ad oggi che puntiamo al litio e al riciclo delle batterie esauste. Lo stiamo giù facendo con il piombo, abbiamo un progetto di ricerca europeo con le più grandi università europee anche per il riciclo, che è la cosa più difficile, c’è un processo molto, molto complicato che la Commissione europea ci deve autorizzare al riciclo del litio.
Questo progetto lo abbiamo fatto, viva Dio, con fortuna del gruppo senza avere mai finanziamenti pubblici, questa è stata la prima esperienza che nasce dal rapporto con la Whirlpool per la reindustrializzazione dell’area ex Whirlpool di Teverola dove c’era una crisi e ci proposero l’acquisto a prezzi vantaggiosi in seguito alla sottoscrizione di un accordo quadro con il MISE e con Whirlpool per la riassunzione di una buona parte degli operai, di circa 75 minimo di partenza, ci fu profilata l’ipotesi del contratto di sviluppo. Il nostro gruppo, come potete immaginare il privato, anche se abbastanza grande, è sempre restio con il finanziamento pubblico per i tempi, come diceva lei prima quello che è vero oggi, l’Industria 4.0 fra tre anni probabilmente va migliorata.
Quando leggemmo il Decreto Ministeriale, il 9/12/2014, in particolare l’articolo 9bis che stabiliva dei tempi certi, i famosi trenta giorni, sessanta giorni, novanta giorni, ci abbiamo creduto e in seguito all’accordo sottoscritto al MISE con i sindacati e con la Whirlpool il 6 marzo 2017, il 20 aprile 2017 abbiamo presentato l’istanza di contratto di sviluppo, che con nostra soddisfazione l’11 agosto dello stesso anno, del 2017, è stato sottoscritto dalla Regione, dal MISE e da noi, per cui i novanta giorni iniziali sono stati puntualmente rispettati, ce ne volevano altri novanta per l’istruttoria del progetto esecutivo e per arrivare al materiale finanziamento, che anche questo è puntualmente arrivato e il 19 dicembre 2017 è stato approvato dal Consiglio d’amministrazione di Invitalia il nostro progetto. Ce lo hanno comunicato il 18 gennaio 2018, premetto che nella nostra ipotesi avevamo un impegno come Gruppo SE.R.I. per la riassunzione degli operai entro il 2018, per cui il progetto prevedeva il completamento dell’investimento produttivo entro il 30 settembre 2018, poi prorogato al 31 dicembre, e quindi a gennaio avuta la comunicazione del finanziamento, visti i pregressi, i sei mesi precedenti e l’ottima esperienza avuta con l’ente pubblico da parte nostra con il finanziamento, il Consiglio d’amministrazione ha deciso di partire a cento all’ora.
Vi dico solo che dal 18 gennaio 2018, dalla comunicazione dell’esito favorevole della nostra proposta di contratto di sviluppo ad oggi, 13 dicembre 2018, non abbiamo ricevuto ancora un ero pur avendo investito 30 dei 55 milioni completamente a carico del Gruppo. Ci siamo spinti perché avevamo questo impegno con l’assunzione degli operai, sottoscritto in Confindustria, sottoscritto con tutti i sindacati, quello che era successo ci lasciava presagire tempi certi ma purtroppo così non è stato. Così non è stato perché dopo il 18 gennaio c’era formalmente da sottoscrivere la determina e il contratto di finanziamento, che sono stati sottoscritti il 26 aprile 2017, quindi dopo tre mesi e solo per la sottoscrizione della determina secondo un format che è disponibile sul sito di Invitalia e altri tre mesi per la sottoscrizione del contratto di finanziamento, perché i nostri 36 milioni di aiuto si compongono di circa 17 milioni a fondo perduto e altrettanti più o meno come finanziamento agevolato. Prima della firma del contratto di finanziamento con Invitalia non potevamo presentare alcuno stato di avanzamento, tant’è che dopo il 27 luglio sembrava tutto pronto per partire, il 2 agosto abbiamo presentato sia l’istanza di anticipazione del 30 per cento perché ci hanno convinto, dopo un incontro ad Invitalia, di non presentare lo stato d’avanzamento pur avendo investito e pagato i 30 milioni, perché presupponeva tempi più lunghi. Ci hanno suggerito di presentare la richiesta di anticipazione perché erano tempi certi, con notevoli costi perché abbiamo dovuto fare una polizza fideiussoria a prima richiesta con costi importanti per garantire gli 11 milioni di anticipazione e ad oggi non abbiamo ancora avuto un euro.
Ci dicono che è la burocrazia di Invitalia. Io che sono interfaccia del gruppo e che parlo quasi tutti i giorni con Invitalia, ci dicono il giro delle firme, ogni passaggio arriva alla firma dell’amministratore delegato del dottor Arcuri, che è una follia. Dopo la richiesta di anticipazione c’era un mandato da fare, che il Decreto Ministeriale in base a cui ci hanno finanziato il contratto di sviluppo prevede trenta giorni, sono passati quattro mesi e non è successo nulla, stiamo aspettando la Prefettura, l’Antimafia.
Ogni tre mesi c’è la scadenza quindi lo rinnovano continuamente, però le ho detto uno dei motivi, una settimana stavano aspettando i 45 giorni dell’Antimafia, un’altra settimana stavano aspettando perché nel frattempo noi abbiamo comunicato di volerci avvalere del general contractor nell’ambito del progetto, visto che è molto complicato e che i nostri fornitori, nessuno italiano, sono addirittura di tre continenti diversi, americani, europei e giapponesi, hanno preteso un general contractor unico per il progetto chiavi in mano, perché sono quattro sezioni, per arrivare alla miscela al litio c’è bisogno di quattro sezioni indipendenti. Queste quattro sezioni devono, per così dire, parlare fra di loro, sia da un punto di vista impiantistico che di software c’è bisogno di un’unica interfaccia, motivo per cui abbiamo avuto la necessità da utilizzare un general contractor, che secondo la norma di riferimento prevedeva solo la comunicazione da parte nostra, fermo restando il progetto, fermo restando il layout, fermo restando i costi, perché poi gli oneri del general contractor sarebbero stati a carico dei singoli fornitori delle parti. Quella che poteva essere solo una comunicazione ha richiesto tre mesi di istruttoria da parte di Invitalia, per cui da quel famoso due agosto loro non mandavano avanti la richiesta di anticipazione perché c’era in istruttoria la comunicazione del general contractor.
Il 9 novembre, quando hanno fatto la presa d’atto del general contractor ci aspettavamo – come dicevo prima – che la settimana ci arrivasse l’anticipazione, è passato un altro mese e tra i vari piani di Invitalia, le firme e altro siamo ancora qui ad attendere. Questo naturalmente sta comportando dei ritardi, se non avessimo avuto bisogno del sostegno bisogno saremmo andati avanti come sul resto delle progettazioni degli investimenti del gruppo. Normalmente le imprese attendono l’anticipazione pubblica per avviare l’investimento, noi lo abbiamo fatto con un anno di anticipo, abbiamo investito il 60 per cento delle risorse a totale carico del gruppo SE.R.I. e purtroppo senza il necessario aiuto pubblico noi non siamo in grado di rispettare il termine del 31 dicembre 2018, e molto probabilmente non saremo in grado di rispettare il termine del primo aprile 2019 per l’assunzione dei 75 lavoratori ex Whirlpool, i quali hanno già avuto il contratto di assunzione postergato al primo aprile, perché sei mesi fa – come ho detto più volte – mai immaginavamo questa lungaggine, questa burocrazia folle di Invitalia. Dicevo prima alla dottoressa, abbiamo avuto un’ottima esperienza, non solo con l’istruttoria di Invitalia ma con il finanziamento dell’idea da parte della Regione e del MISE. Dopo solo tre mesi dalla nostra proposta la Regione e il MISE hanno detto okay crediamo sul progetto, investiamo 36 milioni su 55, e quindi se i due giganti, la Regione e il Ministero ci hanno messo novanta giorni, non si capisce perché un soggetto attuatore, che con noi ha firmato un contratto sottoposto al Decreto 9/12/2014 che palesemente non sta rispettando in quanto a tempi, a tempistica.
Diceva prima la dottoressa, riconosciamo che sono molto competenti da un punto di vista tecnico, professionale, sono veramente di alta qualità e di alto livello, però hanno questa burocrazia che li frena che è assurda e rischia a noi di compromettere l’esito favorevole del progetto. Potete immaginare che i 30 milioni sono stati anticipati dal gruppo, dalle varie società del gruppo del dalla Banca, dopo tutto ciò, dopo il grosso consenso, la sfida che noi abbiamo lanciato e che la Regione, il Ministero ha raccolto adesso siamo in condizioni che senza un vostro sollecito nei confronti di Invitalia a questa.
Adesso rischia di compromettere la bontà del progetto, un progetto – apro e chiudo una piccola parentesi – importantissima, vi dicevo siamo i primi italiani, i primi europei su questo progetto ed i primi al mondo che facciamo la verticalizzazione completa del processo. Abbiamo fatto un accordo con il governo argentino.
Dalla materia prima alla cella al litio, perché oggi c’è chi fa la miscela del litio utilizzando, come dicevo prima, il cobalto, noi abbiamo questo sistema dopo dieci anni di ricerca, questa miscela del litio-ferro-fosfato. Attualmente ci sono aziende che estraggono, aziende che fanno la miscela, aziende che assemblano, con l’investimento di Teverola e grazie al contributo della ricerca saremo in grado di fare tutti e tre i passaggi, perché abbiamo nel frattempo fatto un accordo con il governo argentino durante la visita del Presidente Mattarella in Argentina per l’esclusiva del 25 per cento di estrazione del sale di litio da una delle province dell’Argentina, per l’esclusiva del 25 per cento di tutte le estrazioni del sale di litio dai laghi salati. Partendo quindi dal sale di litio, grazie alla ricerca che stiamo portando avanti e che sta in via di conclusione, riusciremo a farci in casa la miscela, con un abbattimento del bom di circa il 50 per cento sul costo complessivo della cella. La cosa più importante è che riuscendo a garantire la filiera completa siamo più affidabili per i clienti più esigenti, quelli che prima vi dicevo, i militari e l’aerospazio, che vogliono l’affidabilità. Oggi al mondo, come dicevo prima, non esiste chi fa tutto, noi ci immaginavamo che a fine 2018, inizi 2019 saremmo stati in grado di fare tutto, per questi ritardi che vi sto illustrando probabilmente non saremo in grado neppure di rispettare la data del primo aprile per l’assunzione e per la partenza del progetto ma ci saranno dei mesi di ritardo. Tutto questo non perché c’è qualcosa che non va nel progetto, perché sul progetto non ci è stato detto nulla, per la follia della burocrazia, ma non ci hanno chiesto… immagino stentiate pure a crederci, perché in quattro mesi non ci pagano e ci hanno messo otto mesi per fare due atti?
Presidente non ci hanno chiesto un’integrazione, nulla, le nostre integrazioni sono state tutte spontanee, finalizzate ad accelerare il processo. Quando loro avevano un dubbio abbiamo fornito una garanzia ulteriore, quando dovevamo fornire le garanzie per 20 milioni di contratto di finanziamento perché dei 36 milioni 17 sono a fondo perduto e 19 circa sono a mutuo agevolato, questi 19 vanno garantiti con fideiussione bancaria o con immobile, valutati da loro. Abbiamo fornito 20 milioni di immobili di proprietà del Gruppo, non sappiamo più che fare, per noi è diventato un muro di gomma.
Grazie.
PRESIDENTE (Marrazzo): Grazie per la bella esposizione e soprattutto per averci fatto rendere conto della situazione, in un primo momento eravamo contenti e felici di esserci affidati a Invitalia che rispettava tutta la tempistica e tutto il resto, poi è arrivata la sorpresa, e cioè che rispetto ad una tempistica della fase di approvazione progettuale, della contrazione del contratto di mutuo poi nella fase in cui dovevamo metterci le risorse, così come ha fatto l’azienda, almeno io ripeto quello che lei ha testè detto, Invitalia si è persa nelle lungaggini burocratiche e quant’altro. Volevo chiedere alla dottoressa Sciotto o al dottore Malvari, noi che possiamo fare per aiutarli? Io immagino che noi potremmo fare un dispositivo, un sollecito, una determinazione da parte della Commissione invitando Invitalia ad accelerare un poco le procedure, perché indipendentemente da quelli che sono gli investimenti dell’imprenditore e quant’altro ma c’è un dato sociale importante, e cioè lo spostamento di assunzioni. Tutto questo programma, tutto questo progetto nasce in buona parte per una spinta da un punto di vista sociale di 85 famiglie che andavano in mezzo alla strada. Loro giustamente dicono noi abbiamo fatto la nostra quota di investimento, addirittura rispetto ad altri imprenditori che aspettano prima che arrivino le risorse del finanziamento e poi iniziano, noi abbiamo già portato avanti il 60 per cento, però ovviamente tutto questo si rallenta perché poi uno ci mette i soldi ma fino ad un certo punto, poi si ferma. Vediamo un poco se le cose che ci avete detto sono vere o no.
Volevo sentire uno dei due che ci desse dei lumi, perché la Commissione è intenzionata a cercare di dare una mano per sbrogliare questa situazione, perché probabilmente sarà una carta che deve salire da un piano all’altro o da una scrivania a un’altra. Prego dottoressa Sciotto.
SCIOTTO Rosa Maria – Dirigente Regione Campania UOD 4: Per quanto riguarda le procedure consiliari che possono portare al sollecito di Invitalia negli adempimenti che sono stabiliti da disposizioni ministeriali, questa è una parte nella quale io naturalmente non posso entrare perché è un aspetto che attiene ad un altro organo. La cosa che posso dire io per la Giunta, per la direzione sviluppo economico, è che si farà carico di verificare con Invitalia il percorso, capire quali sono gli intoppi, se ce ne sono, quali sono le difficoltà e cercare di sollecitare il procedimento per una conclusione positiva, visto e considerato che non ci sono degli elementi che possono essere considerati degli ostacoli nella chiusura del procedimento per il finanziamento.
PRESIDENTE (Marrazzo): Dottoressa una domanda che può sembrare pleonastica, scriverete o parlerete?
SCIOTTO: Scriveremo.
PRESIDENTE (Marrazzo): Cambia la cosa.
SCIOTTO: Possiamo anche scrivere.
PRESIDENTE (Marrazzo): Io sicuramente come Presidente di questa Commissione scriverò, perché io ho un’audizione che parla chiaro e rispetto ad un investimento su un territorio come il nostro, che è come la goccia nel deserto, far ritardare quella goccia crea difficoltà, quindi io ho intenzione come Commissione di fare un sollecito alla luce dell’audizione che noi abbiamo avuto. Credo probabilmente che la stessa cosa possa fare la direzione generale.
SCIOTTO: Adesso naturalmente le modalità con le quali interloquire con Invitalia le concorderò anche con la dottoressa Esposito, con il direttore generale che è lei che poi dà le linee di indirizzo rispetto alle relazioni, però sicuramente appena usciremo da qua cercherò di sentire Invitalia per sapere quale intoppo c’è in questo procedimento.
Come Regione Campania abbiamo accesso al monitoraggio che fa Invitalia, però è una verifica che noi facciamo sui sistemi di monitoraggio, cioè noi abbiamo accesso ai sistemi di monitoraggio che servono poi alla Regione Campania, alla certificazione della spesa, perché si tratta di fondi FSC che hanno un ciclo ben definito e che a fronte di un esborso hanno la necessità di avere, da parte dei soggetti che sono destinatari delle risorse, di un’attestazione delle spese che consentono poi alla Regione Campania di certificare le stesse e avere i rientri finanziari come rimborso per reimmettere nel circuito le risorse liquide che servono per il finanziamento di altri progetti. Al di là poi del caso specifico anche noi come Regione Campania abbiamo la necessità di monitorare la spesa e si tratta della spesa dei percettori finali, per far girare positivamente il meccanismo e non farlo inceppare.
In questo momento dai dati di monitoraggio di cui siamo in possesso effettivamente noi abbiamo gli impegni di spesa per i soggetti in relazione ai quali Invitalia ha già formulato le determine di finanziamento che sono state sottoscritte dalle imprese, quindi abbiamo un monitoraggio allineato a quelle che sono poi le determine con i dati di cui sicuramente lei è già in possesso. Per quanto riguarda poi la rendicontazione della spesa, in questo momento su FSC noi non abbiamo dati inerenti alla spesa, abbiamo spese su fondi PAC, e quindi si tratta di altri contratti di sviluppo, sicuramente non i loro che sono stati finanziati nell’ambito dell’accordo di programma del 22 giugno 2017, quindi noi non abbiamo notizie circa l’avvenuta spesa da parte dei soggetti. Questa è una conferma che posso dare anche io.
Adesso faremo le verifiche del caso ovviamente.
Noi l’anno scorso abbiamo anticipato 15 milioni, si fratta di un versamento che è stavo fatto al fondo di rotazione, questo fondo di rotazione è stato costituito da Invitalia per l’erogazione di finanziamento agevolato, a questo unico scopo, quindi è un versamento pro quota su questo strumento finanziario che serve proprio per il finanziamento agevolato. Dall’ultimo monitoraggio di cui noi siamo in possesso non risulta che sia stato speso alcunché, quindi non c’è nessuna erogazione a favore delle imprese. C’è soltanto questo versamento.
PRESIDENTE (Marrazzo): Ringrazio la dottoressa Sciotto. Un’ultima domanda, almeno da parte mia, poi se gli altri commissari vogliono fare domande non c’è nessun tipo di problema. Quel numero 85 è suscettibile di aumento, almeno nelle vostre previsioni, o è quello il numero e rimane là?
MONTONE Antonio – Responsabile Amministrativo progetto FIB: Il progetto presentato in corso di finanziamento e di realizzazione prevede una produttività di 200 megawatt di celle al litio, lo stabilimento, ilayout sono costruiti in modo che secondo le nostre previsioni nel giro di ventiquattro mesi dovremmo triplicare la produzione e portarla a 600, per cui questo significa evidentemente gli 85 per tre. Il vincolo degli 85 è calzato sui 200 megawatt di produzione di celle anno che adesso abbiamo immaginato, poi se nei ventiquattro mesi, che sarebbero dovuti partire già da gennaio 2019 per noi, allo stato dell’arte partiranno presumibilmente a gennaio 2020, per cui c’è un ritardo sostanzialmente di un anno. La cifra che le dicevo prima, i 30 milioni 150 che il gruppo ha anticipato e speso sono alla data del 22 maggio 2018.
PRESIDENTE (Marrazzo):Consigliere Raia prego.

RAIA: Grazie Presidente. Alla luce dell’esposizione ed anche delle considerazioni del Presidente Marrazzo e delle successive informazioni che abbiamo ricevuto dalla dottoressa, io sono d’accordo con il Presidente sul mettere penna su carta per formulare una sollecitazione anche alla luce dei nuovi elementi che abbiamo raccolto. Vorrei però invitarla, Presidente, a verificare se ci sono le condizioni per realizzare anche un dispositivo come risoluzione proprio della Commissione in tal senso. Questa è la richiesta a completamento della pro-iniziativa che volevo formulare. Grazie.
PRESIDENTE (Marrazzo): Grazie Loredana, grazie a tutti quanti voi, noi cercheremo di darvi una mano per quello che è possibile, comunque è stata molto utile questa audizione.
MONTONE Antonio – Responsabile Amministrativo progetto FIB: Vi ringraziamo a nome del gruppo e dell’ingegnere Civitillo.
PRESIDENTE (Marrazzo): Nel frattempo io vi auguro buon Natale, anche se penso che ci risentiremo a breve.
MONTONE Antonio – Responsabile Amministrativo progetto FIB: Ne approfitto dottoressa, in questa fase se potete verificare anche la possibilità che sulle varie procedure possiamo andare avanti su binari paralleli.
Noi siamo già a 30 milioni e mezzo, i 30 milioni erano relativi a maggio, a gennaio abbiamo un altro stato di avanzamento di altri 10 milioni ma l’anticipazione che presumibilmente ci arriverà in questi giorni a gennaio ci servirà lo stato di avanzamento, ma se questi sono i tempi i 30 milioni investiti quando li recupereremo? Fra sei mesi? C’è un ritardo ulteriore di altri sei mesi, il problema è solo economico, perché più di 30 milioni il gruppo non può investire, rispetto ai 18 per i quali ci eravamo impegnati a sostenere il progetto. Grazie.

PRESIDENTE (Marrazzo): Grazie a tutti, arrivederci.

I lavori terminano alle ore 15,30.

Il Presidente
Dott. Nicola Marrazzo





356 di 739 - 21/3/2022 16:06
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Cronaca / Castello del Matese
Truffa sui fondi europei, chieste 14 condanne
Gli imputati sono sindaci, tecnici e funzionari comunali
Redazione
03 dicembre 2017


Antonio Montone, sindaco di Castello del Matese
Mano pesante del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per sindaci, funzionari ed imprenditori imputati nel processo per truffa alla comunità europea per la gestione dei finanziamenti ai privati per le ristrutturazioni delle abitazioni esistenti sul territorio da trasformare in Bed & Breakfast, alberghi e Country House. Il pubblico ministero ha chiesto 7 anni di carcere per Filomeno Ferritto, di San Gregorio Matese, ingegnere, ex sindaco fino al 2006; 6 anni per Antonio Montone, geometra, sindaco di Castello del Matese; 6 anni per Stefania Rossetti, di Piedimonte Matese, ex segretario comunale di San Gregorio; 6 anni per Carlo Fiorillo di Caserta, ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di San Gregorio Matese; 5 anni per Pietro Montone, ex membro della commissione edilizia di San Gregorio, 5 anni per Mario Cefarelli, ingegnere di San Potito Sannitico, ex membro della commissione; 1 anno e 9 mesi per Giovanni Spinosa, geometra di Piedimonte Matese, ex membro della commissione edile; 5 anni e 4 mesi per Patrizia Loffreda, ex membro della commissione edilizia di San Gregorio Matese; 5 anni e 4 mesi per Ennio Ciccarelli; 3 anni per Angelo Cinotti, geometra di Piedimonte; 1 anno e 6 mesi Giovanni Ruscetti, tecnico di Piedimonte; 3 anni e 6 mesi per Marcellino Di Baia dell’ufficio postale di Piedimonte; 1 anno e 6 mrsi per Giovanni Alois; 1 anno e 6 mesi per Maria Anna Casapulla









Matese. Truffa, mano pesante del giudice: ecco tutte le condanne
30 MAGGIO 201830 MAGGIO 2018Inviato su MATESE. TRUFFA, MANO PESANTE DEL GIUDICE: ECCO TUTTE LE CONDANNE, SENZA CATEGORIATag MANO PESANTE DEL GIUDICE: ECCO TUTTE LE CONDANNE, MATESE. TRUFFA
Truffa alla comunità Europea, mano pesante da parte del giudice nei confronti di professionisti, tecnici comunali, impiegati, ex amministratori, imprenditori, ex sindaci e anche impiegati di un ufficio postale arrestati nel marzo del 2007 dagli uomini della forestale nell’ambito di un’inchiesta denominata Miletto e condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere. I finanziamenti erogati ai Comuni e privati per la ristrutturazione di abitazioni esistenti sul territorio da destinare ad alberghi, Be-&Breakfast e Country House, venivano in realtà utilizzati per ristrutturazioni a uso personale di vecchi casolari.
Le condanne:
7 anni di carcere con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici per Filomeno Ferritto, di San Gregorio Matese, ingegnere, ex sindaco fino al 2006;
7 anni e 15 giorni con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici per Antonio Montone, geometra, sindaco di Castello del Matese;
5 anni e interdizione in perpetuo dai pubblici uffici per Stefania Rossetti, di Piedimonte Matese, ex segretario comunale di San Gregorio;
3 anni più tre mesi e 15 giorni con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni per Carlo Fiorillo di Caserta, ingegnere ex responsabile dell’ufficio tecnico di San Gregorio;
5 anni e 11 mesi con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici per Pietro Montone, geometra di Castello del Matese, ex membro della commissione edilizia di San Gregorio, fratello del sindaco Antonio Montone;
2 anni e tre mesi per Mario Cefarelli, ingegnere di San Potito Sannitico, ex membro della commissione;
2 anni e e 15 giorni per Giovanni Spinosa detto Giancarlo, geometra di Piedimonte Matese, ex membro della commissione edile;
2 anni, 2 mesi e 15 giorni per Patrizia Loffreda, casalinga, ex membro della commissione edilizia di San Gregorio Matese;
2 anni, 2 mesi e 15 giorni per Ennio Ciccarelli, agricoltore;
4 anni, 8 mesi e 15 giorni con interdizione dai pubblici uffici per 5 anni per Angelo Cinotti, geometra di Piedimonte;
5 anni e 9 mesi con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici per Marcellino Di Baia dell’ufficio postale di Piedimonte;
Assolti: Giovanni Ruscetti – tecnico di Piedimonte -, Giovanni Alois e Maria Anna di Casapulla, Pascale Loreto.


Cronachedi.it – Il quotidiano online di informazione indipendente
Inchiesta al Comune di Piedimonte Matese, 12 indagati
L'ex sindaco Di Lorenzo e l'ingegnere Menditto nei guai per il no ai posti letto Covid. Coinvolti gli ex amministratori Santillo, Raucci, Filetti e Di Marco e gli ex primi cittadini di Castello e Dragoni
Di
Antonio Casapulla 1 Marzo 2021


Avrebbero costretto una struttura sanitaria a non ospitare malati di Covid nella prima fase dell’emergenza, un anno fa. Concussione il reato ipotizzato a carico di Luigi Di Lorenzo e Vincenzo Menditto, rispettivamente allora sindaco e responsabile dell’ufficio tecnico comunale. Il reato così come configurato dalla Procura si sarebbe consumato il 29 marzo dello scorso anno. Ex sindaco e capo dell’Utc del Comune di Piedimonte Matese, stando a quanto sinora emerso nelle indagini espletate dai carabinieri e coordinate dalla Procura, “costringevano il proprietario della Athena con sede a Piedimonte Matese che aveva già fornito la disponibilità di posti letto per ospitare pazienti Covid a non ospitare i predetti malati nella sua struttura”. In realtà le persone sottoposte ad indagine sono 11. Oltre al 52enne ex sindaco e a Menditto, 59enne professionista di Casagiove, ad essere coinvolti sono anche Gianluigi Santillo, 55 anni, di San Potito Sannitico; Vittorio Civitillo, 50 anni, di Piedimonte Matese; Giovanni Malinconico, 69 anni, di Ailano; Salvatore Devid Raucci, 43 anni, di Piedimonte Matese; Ivan Filetti, 39 anni, di Piedimonte Matese; Carmine Bruno Pagliaro, 57 anni, ex sindaco di Dragoni; Antonio Montone, 53 anni, ex sindaco di Castello del Matese; Loreta Di Marco, 58 anni, di Faicchio; Ruggiero Di Pietro, 72 anni, di Piedimonte Matese. Al vaglio la posizione di un altro nome per cui al momento non è stato ipotizzato ancora una tipologia di reato. Santillo, Raucci, Filetti erano amministratori comunali di Piedimonte Matese; Montone era sindaco di Castello del Matese, Di Marco è stata assessore. Tra i reati per cui si procede nell’inchiesta c’è anche quello di associazione a delinquere avente come fine la commissione di reati come abuso di ufficio, turbativa d’asta e corruzione. Per associazione a delinquere si procede contro l’ex sindaco Di Lorenzo, Santillo, Menditto, Raucci, Filetti, Civitillo, Pagliaro e Montone. La Procura di Santa Maria Capua Vetere (sostituti procuratori Gerardina Cozzolino e Chiara Esposito) ha delegato per le indagini i carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale di Caserta (maggiore Giorgio Guerrini). Dopo il blitz effettuato tra Comune e uffici in cui sono stati sequestrati computer e telefonini, entro qualche giorno la Procura procederà al conferimento dell’incarico al consulente tecnico del pm. Professionista che è stato già individuato: si tratta dell’ingegnere informatico Carmine Testa. Sarà lui ad effettuare gli accertamenti tecnici irripetibili su pc e telefoni.

Castello Matese – Consigliere comunale indagato, la minoranza a Montone: dimettiti
paesenews.it/ 3 Marzo 2021


Castello Matese – Il gruppo di minoranza consiliare – rappresentato da Giuseppe Zappulo, Antonio Iuliano e Antonio Zappulo – hanno presentato una mozione di censura e contestuale richiesta di dimissioni per il consigliere comunale di maggioranza Antonio Montone. La decisione del gruppo di maggioranza dopo aver appreso del coinvolgimento dello stesso Montone in una indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere; un coinvolgimento relativo ad azioni assunte dallo stesso Montone quando era ancora sindaco di Castello Matese. “…. Considerato che lo stesso Consigliere Comunale è in attesa, per un altro procedimento penale a suo carico, di sentenza definitiva essendo già stato condannato in secondo grado a 3 anni e 9 mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni (sentenza n. 4860 depositata in data 04.09.2020 presso la corte d’Appello di Napoli – III Sezione Penale); constatato che queste vicende stanno creando smarrimento e sfiducia nella popolazione, sia nei confronti dell’amministrazione comunale, che nei confronti della politica in generale, avendo lo stesso Consigliere Comunale ricoperto per 15 anni la carica di Sindaco; tutto ciò premesso chiedono che il Consiglio Comunale inviti il Consigliere Comunale Antonio Montone a fare una seria valutazione della propria posizione e in conseguenza di ciò a rassegnare le dimissioni da Consigliere Comunale. I sottoscritti, chiedono, altresì che, entro i termini di legge, venga convocato il Consiglio Comunale in cui la presente mozione sia discussa e votata per appello nominale, in base agli Artt. 48 e 49 del “Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari”.
© Paesenews.it



2) L’attuale Sindaco di Castello del Matese, Antonio Montone, nel marzo del 2007, nel pieno del suo primo mandato, è stato tratto in arresto per 12 mesi, i primi sei in detenzione presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere (San Tammaro) e i restanti sei mesi agli arresti domiciliari con divieto di dimora presso vari Comuni del Matese. In questi dodici mesi vi sono stati numerosi riesami, tutti respinti. I reati a lui attribuiti sono: Truffa nei confronti della Comunità Europea, Regione Campania e Provincia di Caserta; falso in atti pubblici; reati ambientali; abusi edilizi, ecc, coinvolgendo numerosi funzionari pubblici, alcuni dei quali hanno patteggiato la pena, riconoscendo le proprie colpe. Vi è un processo in corso ancora oggi. Nel 2008 appena scarcerato, il Sindaco fu reintegrato dal Prefetto di Caserta. Nel 2010 si è ricandidato ed è stato rieletto, come nulla fosse accaduto.
Amministratori Comune di Castello del Matese
Sindaco
Ing. Antonio Montone
Data di Nascita: 10/11/1968 - luogo: Caserta (CE)
Data Elezione: 31/05/2015 (nomina: 01/06/2015)
Partito: Lista Civica: Castello Unita
Categoria Professione: Ingegneri, Architetti e Altri Specialisti e Tecnici in Materia di Scienze Ingegneristiche, Sicurezza e Tutela del Territorio, degli Edifici e dell'Ambiente, Qualità Industriale
Titolo di Studio: Laurea Breve




LE DUE TORRI
28 febbraio 2021·
PER AMORE DEL “SUO POPOLO”, SI DIMETTA !

Signor Consigliere Comunale TONINO MONTONE,

abbiamo appreso da vari organi d’informazione che lei è indagato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere nell’ambito dell’inchiesta “CUPOLA MATESE”.
Ad oggi, non ci è dato sapere se le accuse a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione e abuso d’ufficio riguardano anche il Comune di Castello del Matese, ma se ciò non fosse, cambierebbe poco.
In attesa della sentenza di terzo grado che La riguarda per un altro procedimento penale a Suo carico e che ha visto la Sua condanna in secondo grado a 3 anni e 9 mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni, questa ennesima vicenda giudiziaria dovrebbe consigliarLe di lasciare in maniera definitiva la politica.
Non è più tollerabile da parte della nostra Comunità convivere con il quotidiano stillicidio di notizie negative sul Suo conto, che ormai ci giungono da una quindicina d’anni.
La nostra vuole essere una Comunità “pulita” e lontana da certe dinamiche che non la rappresentano.
Signor Consigliere Comunale, ci preoccupa il ruolo dominante che Lei ha su questa giovane amministrazione. Ci preoccupa la Sua delega alle “OPERE STRATEGICHE”, che ovviamente noi comuni mortali collochiamo nella più tradizionale definizione di “GRANDI APPALTI”. Con quale serenità una giovane amministrazione comunale potrebbe operare con all’interno un pluri-indagato?
Per questi e per tanti altri motivi Le chiediamo di fare un passo indietro e di permettere a chi amministra di farlo con serenità e, soprattutto, senza ombre. Non siamo solo noi a chiederlo, ma tanti cittadini che in questi giorni si sono interfacciati con noi.
Si rassegni, Signor Consigliere Comunale, siamo in uno Stato libero dove l’alternanza di chi amministra la “cosa pubblica” migliora la democrazia e la trasparenza.
Purtroppo, Signor Consigliere Comunale, lei è nato in uno Stato democratico e in un contesto storico sbagliato per le Sue ambizioni.
E’ stato sfortunato, magari poteva nascere qualche secolo fa in un regime di Monarchia Assoluta, dove grazie al diritto divino dei re, i monarchi non si sottoponevano alle leggi del popolo, bensì il loro diritto di governare proveniva direttamente da Dio.

GRUPPO CONSILIARE “LE DUE TORRI”
Castello del Matese (CE)
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Dino Farina
Le nostre comunità hanno bisogno di nuovi modelli di comportamento, per essere credibili.... Per il bene del mio popolo.. Don Peppe Diana

3
o 17 sett.
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LE DUE TORRI
4 marzo ·
In data 3 marzo 2021 abbiamo protocollato la Mozione di censura e la richiesta di dimissioni del Consigliere Comunale Antonio Montone.

Il Sindaco, Salvatore Montone, ha convocato il Consiglio Comunale “ad hoc” per SABATO 13 MARZO ALLE ORE 10:00.

ECCO IL TESTO:
I sottoscritti Consiglieri Comunali del Gruppo Consiliare “LE DUE TORRI”, Zappulo Giuseppe, Iuliano Antonio e Zappulo Antonio
PREMESSO CHE
- nei giorni scorsi, tramite numerose testate giornalistiche, abbiamo appreso che il Consigliere Comunale del gruppo di maggioranza, Antonio Montone, è indagato, insieme ad altre persone, dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere per accuse a vario titolo quali associazione a delinquere, turbativa d’asta, corruzione e abuso d’ufficio;
- non c’è stata alcuna smentita ufficiale da parte del Consigliere Comunale Antonio Montone;
- l’art. 54 della Costituzione Italiana afferma: “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservare la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore…..”;
CONSIDERATO CHE
- lo stesso Consigliere Comunale è in attesa, per un altro procedimento penale a suo carico, di sentenza definitiva essendo già stato condannato in secondo grado a 3 anni e 9 mesi di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni (sentenza n. 4860 depositata in data 04.09.2020 presso la corte d’Appello di Napoli – III Sezione Penale);
CONSTATATO CHE
- queste vicende stanno creando smarrimento e sfiducia nella popolazione, sia nei confronti dell’amministrazione comunale, che nei confronti della politica in generale, avendo lo stesso Consigliere Comunale ricoperto per 15 anni la carica di Sindaco;
TUTTO CIO’ PREMESSO CHIEDONO
- che il Consiglio Comunale inviti il Consigliere Comunale Antonio Montone a fare una seria valutazione della propria posizione e in conseguenza di ciò a rassegnare le dimissioni da Consigliere Comunale.
I sottoscritti, chiedono, altresì che, entro i termini di legge, venga convocato il Consiglio Comunale in cui la presente mozione sia discussa e votata per appello nominale, in base agli Artt. 48 e 49 del “Regolamento per il Funzionamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni Consiliari”.
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Iuliano Vittoria
È ora che il consigliere nominato si metta la coda tra le gambe e abbassi la cresta e dia le dimissioni ne abbiamo abbastanza della stessa casta
o 16 sett.




MODERATO FrancoCecchino (Utente disabilitato) N° messaggi: 13603 - Iscritto da: 13/3/2020
358 di 739 - 21/3/2022 16:20
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
3 GIUGNO 2021
Piedimonte Matese – C’è una conversazione telefonica, nell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Santa Capua Vetere, che rende bene l’idea sul clima che regnava all’interno della casa comunale e delle pressioni che alcuni impiegati, in particolar modo quelli dell’ufficio tecnico, subivano. Lo racconta l’ex tecnico comunale, Vincenzo Menditto, in una telefonata con Bruno Pagliaro da Dragoni, ritenuto un factotum della famiglia Civitillo. Pagliaro è indicato, negli atti della Procura, come persona che si era occupato di portare a termine le volontà del CIVITILLO in ogni investimento che questi aveva in campo. Nella conversazione Menditto non lesinava di rimarcare le “pressioni” che era stato costretto a patire circa le richieste che gli erano pervenute dall’imprenditore: «io ho un diario dove tengo segnate data e ora desìi incontri avvenuti sotto l’ASL, di quello che è avvenuto nel Comune, le pressioni sui Salesiani,
le pressioni sul MasterPlan poi decreto Colenda, c’ho segnato tutto…». Menditto spiega a Pagliaro che Civitillo deve lasciarlo fuori dalla lite tra il Sindaco ed il Civitillo stesso perché, diversamente, avrebbe denunciato tutto: «….non sono cazzi miei! a me ora mi deve lasciare stare in pace …me ne fotte dei soldi che tiene ma dal basso dei miei duemila euro di stipendio mensile gli faccio un culo tanto a lui e a tutto il resto! Non mi devono più nominare, neanche in via senerica, non so come spìegarglielo, dopodichè mi alzo e vado alla Guardia di Finanza con tutto il resoconto…dal primo all’ultimo…».
MODERATO FrancoCecchino (Utente disabilitato) N° messaggi: 13603 - Iscritto da: 13/3/2020
MODERATO FrancoCecchino (Utente disabilitato) N° messaggi: 13603 - Iscritto da: 13/3/2020
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