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GIOLA N° messaggi: 29907 - Iscritto da: 03/9/2014
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321 di 731 - 22/7/2021 08:14
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
Piedimonte Matese – Masterplan, l’inspiegabile “metamorfosi” di Menditto verso Civitillo: con questo atto capirà la buona volontà
La redazione | 21 Luglio 2021

Piedimonte Matese – Qualcosa di inspiegabile sembra essere accaduto il 10 marzo 2020; qualcosa che ha fatto cambiare radicalmente idea e atteggiamento al tecnico comunale Vincenzo Menditto verso l’imprenditore VITTORIO CIVITILLO. Il cambio di “passo” è stato accertato dagli investigatori durante una telefonata fatta, di primo mattino, dallo stesso Menditto a Bruno Pagliaro. Il tecnico comunica all’uomo di fiducia di Civitillo l’invio del file dell’atto che ha approntato sotto forma di determinazione / avviso pubblico, utile per definire la faccenda del “MasterPlan”. Menditto chiede a Pagliaro di visionare l’atto approntato mostrandosi disposto a variarne la forma, in una proposta di deliberazione, qualora non dovesse rispondere ai fini che l’investitore privato intende raggiungere.
“…vi ho mandato un file sotto forma di determina come Avviso Pubblico, se vuoi lo facciamo sotto forma di delibera. Ora guardatelo un attimo, aspetto tue notizie”. Queste alcune delle frasi dette da Menditto in quella conversazione con Pagliaro. Si ha di fronte un Menditto – scrive la Procura – che cambia radicalmente l’approccio sino a quel momento avuto nei confronti delle persone che agivano per conto e nell’interesse dell’imprenditore CIVITILLO. Il dirigente comunale che sino a qualche giorno prima era apparso fermo nelle sue decisioni, ricercate in termini di legittimità, nonché condivise con la Segretaria Comunale Carmela Petrillo, subisce un radicale cambiamento, mostrandosi cordiale e quanto mai impropriamente disponibile nei confronti di Pagliaro. Per gli investigatori è sconvolgente come Menditto “si mostri asservito a Pagliaro al quale chiede addirittura di valutare preventivamente l’atto approntato per il “MasterPlan”, attendendo una “sua autorizzazione” prima di poterlo pubblicare”. Per la Procura non ci sono dubbi: si assiste ad un’inversione dei ruoli il privato, si sostituisce alla figura del Segretario Comunale che verifica la legittimità dell’atto prima della sua pubblicazione. Appare ovvio – scrive la Procura – che Pagliaro debba dare il suo placet all’atto verificando preventivamente se strutturato in quella forma e con quei contenuti, potesse rispondere alle esigenze di future offerte formulate dal “gruppo CIVITILLO”. In una successiva conversazione fra Menditto e Gianluigi Santillo, il tecnico comunale dice: «Ora risolviamo il problema…anche perchè credo che con questo atto lui capirà la buona volontà…glielo abbiamo mandato a vedere prima…che altro va trovando?!»




322 di 731 - 25/7/2021 00:54
Gianni Barba N° messaggi: 33247 - Iscritto da: 26/4/2020

CHE BOTTA UPVisualizza immagine di origineheavy_check_mark

323 di 731 - 28/7/2021 16:58
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
PAESENEWS.IT
Piedimonte Matese – Scandalo in comune, 104 negata alla moglie del sindaco. La mediazione di Ricca e l’ira di Di Lorenzo
Piedimonte Matese – La donna, per sopperire ad esigenze assistenziali riferite alla famiglia del Sindaco, aveva proposto istanza per beneficiare di un periodo di aspettativa ai sensi della l…
Piedimonte Matese – La donna, per sopperire ad esigenze assistenziali riferite alla famiglia del Sindaco, aveva proposto istanza per beneficiare di un periodo di aspettativa ai sensi della l…

Commenti: 5

Giulia Delle Donne
Giulia Delle Donne Che schifo!.
Se la richiesta non è stata accolta significa che non le spetta, signora sindaca....
3 h
Giulia Delle Donne
Giulia Delle Donne Quando spetta non servono mediazioni...
3 h
Vincenzo Florio
Vincenzo Florio Fanno parte di una società di corruzione, anche chi li vota a partiene a questa società, sono anni che si sono impegnati in un medito di politiche sociali
2 h
Angela D'Addona
Angela D'Addona Vergogna!!!!sta venendo fuori tutto lo schifo !!!!hanno sfruttato il potere solo per sistemare i cazzi propri fregandosene altamente del bene del paese e dei cittadini!!come possiamo avere ancora fiducia e pensare alle prossime elezioni???rage
2 h
Giovanni Martello
Giovanni Martello mi pento che ho votato questa banda di papponi merccenari e se mi metto a raccontare quello che mi anno fatto passare ha me proprio sulla 104 e da mandarli in galera ne sa qualcosa lex consigliera ottaviani di lorenzo e CIVITILLO mimmo .bocca mia taci che e meglio gentaglia senza scrupoli.
324 di 731 - 28/7/2021 17:00
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
Piedimonte Matese – Scandalo in comune, 104 negata alla moglie del sindaco. La mediazione di Ricca e l’ira di Di Lorenzo
La redazione | 28 Luglio 2021

Piedimonte Matese – La donna, per sopperire ad esigenze assistenziali riferite alla famiglia del Sindaco, aveva proposto istanza per beneficiare di un periodo di aspettativa ai sensi della legge 104/92. Le intercettazioni telefoniche e ambientali eseguite dalla Procura della Repubblica, mostrano un forte risentimento dell’ex sindaco nei confronti dell’imprenditore VITTORIO CIVITILLO il quale – scrive la Procura della Repubblica – attraverso sue conoscenze accreditate presso uffici INPS, avrebbe ostacolato la richiesta di beneficio inoltrata dalla Vinciguerra giungendo in ultimo ad adottare formale licenziamento per giusta causa della medesima dipendente. La vicenda della mancata concessione della 104 è curiosa per diversi aspetti e mostra come da sindaco si possano avere attenzioni che cittadini comuni, invece, purtroppo, possono solo sognare. Dopo la bocciatura della pratica la dirigente della sede Inps vuole parlargli, vuole spiegare al sindaco le proprie ragioni. Arriva anche un “intermediario”. Emblematica la telefonata del 6 aprile 2020 fra Luigi Di Lorenzo e Renato Ricca, il quale preannunciava alla fascia tricolore che la dirigente dell’INPS di Piedimonte – Maria Livia Franco – gli voleva parlare. Ricca, nel corso del dialogo, cercava di calmare l’animo del Di LORENZO e lo esortava a recapitargli nuovamente tali documenti per una revisione del diniego. Ma il sindaco appare furibondo: “Renato …allora io ora a questa, a questa la faccio—veramente finisce male qua, eh!—Allora, questa ora—zompiamo da qua…e questa se ne deve andare a fanculo da Piedimonte. Perché non ci sono i requisiti per avere l’ufficio dell’INPS. Ora finisce…una guerra, veramente usciamo sui giornali”. Domani mattina la denuncio e gli uffici dell’lNPS se ne devono andare da Piedimonte—non ci sono i requisiti”.
E’ singolare l’atteggiamento del sindaco che vuole chiudere un ufficio come l’Inps, vuole privare la cittadinanza e il territorio di un servizio solo perché una sua richiesta non è stata accolta. Insomma, ben lontani dall’azione “in nome e nell’interesse della collettività”. Ricca cerca di contenere la rabbia della fascia tricolore, cerca di giustificare l’azione assunta dalla dirigente Franco: “…. lei l’ha accolta, vedi che ti arriverà la comunicazione, perchè è stata già mandata la lettera, te l’aveva accolta fino al 31 dicembre 2020. Umanamente lei te l’ha accolta, è Roma che poi l’ha chiamata e ha detto: ‘questa deve essere revocata urgentemente’. Però ti posso garantire che…Lei me l’ha detto che te l’aveva accolta fino al 31 di dicembre perché tu avevi messo il fatto che come Dirigente medico eri impegnato nel covid19”
325 di 731 - 28/7/2021 17:01
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
Giovanni Martello mi pento che ho votato questa banda di papponi merccenari e se mi metto a raccontare quello che mi anno fatto passare ha me proprio sulla 104 e da mandarli in galera ne sa qualcosa lex consigliera ottaviani di lorenzo e CIVITILLO mimmo .bocca mia taci che e meglio gentaglia senza scrupoli.
326 di 731 - 29/7/2021 01:07
Gianni Barba N° messaggi: 33247 - Iscritto da: 26/4/2020

la moglie del sindacoVisualizza immagine di origineha detto:

..."battitene u belin che a mussa a se ne guagne"

327 di 731 - 03/8/2021 08:56
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
te Matese – Municipio, la Procura non ha dubbi: il paese vive in un sistema baronale
La redazione | 2 Agosto 2021

Piedimonte Matese – Le risultanze investigative raccolta dalla Procura consentivano di tracciare l’esistenza di un “sistema di tipo baronale in cui l’imprenditore VITTORIO CIVITILLO si atteggiava a vassallo del paese, potendo vantare di un impianto politico completamente asservito ai suoi interessi privati”. E’ questo uno dei passaggi che si leggono all’interno dell’inchiesta che la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere – attraverso il pubblico ministero Cozzolino – sta conducendo da alcuni mesi sul municipio di Piedimonte Matese. Una inchiesta che vede coinvolti, politici, imprenditori e professionisti. Dalle emergenze delle intercettazioni, inoltre, insistono gli investigatori, si aveva modo di carpire il particolare interesse del noto imprenditore matesino Vittorio Civitillo, il quale, proprio attraverso l’appoggio occulto del vicesindaco Ivan Filetti, tramite il costruttore Mario Rosario Zoccolillo, soggetto quest’ultimo in affari con il Civitillo, riusciva sistematicamente ad accaparrarsi diversi bandi di gara ad evidenza pubblica banditi dal Comune di Piedimonte Matese, nonché a decidere le sorti della politica di Piedimonte Matese. In realtà, dunque, solamente agli inizi di aprile, con certezza, rifacendo un’analisi analitica a ritroso delle singole risultanze investigative emerse dall’inizio dell’intera attività intercettiva, si riusciva a dare un senso alle conversazioni captate nei mesi precedenti, e attribuire, quantomeno in maniera altamente indiziante, determinate fattispecie di reato ai soggetti censiti, sì da delineare il “sistema Piedimonte Matese “, che si è compreso appieno, soltanto con lo scorrere del tempo, essere talmente rodato che, da un’analisi superficiale, potrebbe apparire addirittura come un “normale” Comune Italiano, caratterizzato da canoniche lotte politiche intestine tra maggioranza ed opposizione. Civitillo – secondo la Procura – l’imprenditore Civitillo sarebbe in grado di poter determinare gli esiti delle campagne elettorali, avendo centinaia e centinaia di dipendenti; fornire un supporto elettorale determinante anche per i candidati alle elezioni Regionali e che, per tale motivo, abbia la “dovuta” riconoscenza da parte dell’Assessore Regionale, a lui vicino, Sonia Palmeri, come emergeva nel corso delle indagini; Verosimilmente ed intuitivamente, elargire posti di lavoro da distribuire scientemente a persone di interesse o che possano tornargli utili; far cadere, a suo piacimento, l’amministrazione comunale, da lui comunque “preventivamente scelta”, in qualsiasi momento, pena ritorsioni (come nel caso del licenziamento della moglie del Sindaco). Tutto questo si legge negli atti prodotti dalla Procura sammaritana.
328 di 731 - 05/8/2021 12:03
Gianni Barba N° messaggi: 33247 - Iscritto da: 26/4/2020

Salvatore Cuomo mi ha molestata...Immagine di ricerca visiva

329 di 731 - 25/8/2021 09:15
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020
Piedimonte Matese – Elezioni comunali, l’imprenditore e i tre diavole
La redazione | 24 Agosto 2021

Piedimonte Matese – C’è un imprenditore, a Piedimonte Matese, che vuole fare il sindaco. Ma non ha alcuna esperienza politica. Così sembra essersi affidato a tre consiglieri, tre persone con esperienza politica da vendere, almeno nell’ambito della gestione di comuni. I tre “diavoletti” di consiglieri sono Antonio Montone, sindaco per lungo tempo del comune di Castello Matese; Bruno Pagliaro, per un decennio fascia tricolore di Dragoni; Gianluigi Santillo, primo cittadino per due mandati a San Potito Sannitico e presidente del consiglio nell’ultima gestione del municipio di Piedimonte Matese. Sembrano essere loro i tre che stanno “indirizzando” VITTORIO CIVETILLO alla conquista del palazzo del popolo. I primi due – Montone e Pagliaro – hanno anche un rapporto di lavoro con lo stesso imprenditore. Anche loro – Pagliaro e Montone – come lo stesso imprenditore sono coinvolti nell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere e che affonda le radici nella gestione del municipio di Piedimonte Matese durante la gestione targata Luigi di Lorenzo, anche lui, chiaramente indagato. Una indagine che coinvolge anche il terzo “diavoletto”; Gianluigi Santillo.





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335 di 731 - 19/1/2022 15:56
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020

CONSIGLIO REGIONALE DELLA CAMPANIA

III COMMISSIONE CONSILIARE DEL 13 DICEMBRE 2018

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE MARRAZZO NICOLA

La seduta ha inizio alle ore 14.55

Consiglieri: Cammarano (M 5 S.), Raia (PD) e Sommese (Gruppo Misto).

Presente Dirigente Giunta Regionale UOD 4 Rosa Maria Sciotto e Funzionario Michele Malvari.

Assistono i funzionari Barra e Ferrara, l’istruttore Orsi ed il collaboratore Cecere.

Oggetto: Audizione “Contratto di Sviluppo FIB S.r.L.: Stato di Attuazione”.


PRESIDENTE (Marrazzo): Buon pomeriggio. Volevo innanzitutto chiarire il senso di questa audizione ed il perché è iniziato questo ciclo di audizioni. Tenuto conto che la Regione Campania ha affidato una serie di proprie risorse in gestione a Invitalia e con Invitalia una serie di imprenditori hanno contratto contratti di sviluppo, contratti di programma, finanziamenti vari e quant’altro, spesso capita che la mano destra non sa quello che fa la sinistra e buona parte di questi contratti di sviluppo, dove la Regione Campania ha investito tanto, ed è a conoscenza solo gli addetti ai lavori, che magari hanno avuto modo di interfacciarsi con Invitalia senza che poi si abbia una ricaduta in termini di comunicazione vera.
Il senso di queste audizioni è mettere in condizioni i commissari di questa Commissione, e non solo, quindi di essere aggiornati sullo stato dell’arte. Ritengo che sia un dovere istituzionale sapere le risorse come vengono investite e quali sono le ricadute che hanno sul territorio, quali sono le ricadute in termini di aumento del PIL della Regione Campania e se la nostra azione amministrativa è un’azione meritoria o manchevole, perché potrebbe anche darsi che rispetto a delle scelte politiche amministrative che sono state fatte, uno abbia sbagliato o magari abbia fatto delle cose giuste e quindi può mettersi un fiorellino all’occhiello. Io so che noi se facciamo cento la gente aspetta mille, ma se noi facciamo mille aspetta diecimila, quindi tranne le guerre puniche siamo colpevoli di tutto in pratica, questo è il senso della cosa.
Noi stiamo convocando tutte le aziende che hanno avuto un contratto di sviluppo o hanno avuto finanziamenti da parte della Regione Campania, ma proprio per vedere lo stato dell’arte, perché conoscendo quella che è la macchina burocratica – amministrativa, è probabile pure che magari abbiamo fatto un contratto di sviluppo, abbiamo enunciato un contratto di sviluppo e gli atti successivi non sono stati fatti oppure una fase progettuale iniziata tre anni fa oggi quel progetto non ha più l’attinenza vera che aveva prima, ne stiamo verificando tante, giustamente perché poi magari un contratto di sviluppo progettato quattro anni fa oggi può perdere di valore. Immagino i contratti di sviluppo fatti nel mondo delle nuove tecnologie, quello che valeva sei mesi fa oggi non ha più valore. Con la corsa che sta facendo Industria 4.0 in tutte le aziende quattro anni fa non avevamo industrie 4.0, non avevamo le zone ZES, non avevamo tutta una serie di cose che devo dire possiamo anche rivendicare con un minimo di orgoglio, cosa che non facciamo probabilmente bene.
L’altra volta noi abbiamo convocato Fib per una serie di casualità non siamo riusciti ad incontrarci. L’audizione prevede che poi l’imprenditore e i nostri dirigenti ci illustrino un po’ lo stato dell’arte, a che percentuale del contratto di sviluppo siamo arrivati, che cosa riguarda il contratto di sviluppo, qual è la ricaduta occupazionale sul territorio, questo è, niente di trascendentale. La Fib s.r.l. produce e commercializza accumulatori elettrici, ha stipulato un contratto di sviluppo di 55 milioni 419 di cui agevolazioni concesse 36 milioni. La ricaduta occupazionale complessiva dovrebbe essere di 85 dipendenti.
Per dare un senso a tutto questo c’è un racconto di queste cifre così fredde che normalmente non trasmettono niente, ma il fatto stesso che uno fa batterie al litio ti fa immaginare un’azienda orientata verso il futuro, tutto qua. Si è iscritto l’ingegner Antonio Montone, Poi se è il caso sentiamo anche la dottoressa Angela Grasso, ma penso che voi vi siete preparati in tandem. La parola all’ingegner Antonio Montone, mi raccomando parli al microfono e si presenti, perché quello che noi diciamo poi viene registrato. Grazie.
MONTONE Antonio – Responsabile Amministrativo progetto FIB: Grazie per la parola, buon pomeriggio a tutti. La volta scorsa, nella precedente seduta della Commissione non siamo stati presenti, l’amministratore ci teneva fossimo presenti congiuntamente, sia io che l’ingegnere Grasso, lei è il responsabile tecnico del progetto litio e io amministrativo dello stesso progetto. Siamo un gruppo con diverse società concentrati sulla filiera delle batterie, stiamo tentando di verticalizzare completamente il processo e con questo progetto con il litio dovremmo riuscirci. Il 14 eravamo a Torino, perché come vi dirò dopo noi abbiamo una società di ricerca con sede a Torino dove sviluppiamo tutta la nostra ricerca relativamente al litio, tant’è che nei numeri freddi che lei ha menzionato prima, di 55 milioni, 15 sono per la ricerca e per lo sviluppo sperimentale. Perché una somma così importante per lo sviluppo sperimentale e per la ricerca?
Una cifra così importante, forse lo avrete potuto leggere dalla presentazione del nuovo mandato alla Regione Campania, comunque molto sinteticamente siamo i primi italiani e forse i primi europei, perché in Europa ci sono due stabilimenti di celle al litio, però sono la Samsung e la LG, in Polonia e in Ungheria, che hanno numeri più importanti dei nostri però sono concentrati sulla batteria per l’auto, per l’elettrico, produzione massiva. Noi invece grazie alla ricerca decennale che stiamo facendo sull’argomento siamo concentrati su una miscela di litio-ferro-fosfato molto più sicura di quello che c’è oggi e che si usa per le auto elettriche che contiene cobalto, che non solo è molto difficile da trovare ma è complicato anche lo smaltimento, tant’è che noi, rispetto ai grandi nomi come Samsung, LG o Tesla, che si concentrano sulle produzioni massive e quindi dove la qualità e la sicurezza non sono molto importanti, noi siamo concentrati su un settore di nicchia che riguarda soprattutto il militare e l’aerospazio. Il nostro principale cantiere è Fincantieri e la Marina Militare su questo argomento su cui stiamo portando avanti un progetto importante sui nuovi sommergibili che sta facendo l’Italia in accordo con la Francia.
Premetto che il nostro gruppo per quanto nasce dall’idea illuminata dei due fratelli, l’ingegnere Vittorio Civitillo ed Andrea Civitillo a fine anni ’90, hanno iniziato con il riciclo del polipropilene per le cassette per le matterie che noi abbiamo nelle auto, da lì hanno cercato di espandere la filiera fino ad arrivare ad oggi che puntiamo al litio e al riciclo delle batterie esauste. Lo stiamo giù facendo con il piombo, abbiamo un progetto di ricerca europeo con le più grandi università europee anche per il riciclo, che è la cosa più difficile, c’è un processo molto, molto complicato che la Commissione europea ci deve autorizzare al riciclo del litio.
Questo progetto lo abbiamo fatto, viva Dio, con fortuna del gruppo senza avere mai finanziamenti pubblici, questa è stata la prima esperienza che nasce dal rapporto con la Whirlpool per la reindustrializzazione dell’area ex Whirlpool di Teverola dove c’era una crisi e ci proposero l’acquisto a prezzi vantaggiosi in seguito alla sottoscrizione di un accordo quadro con il MISE e con Whirlpool per la riassunzione di una buona parte degli operai, di circa 75 minimo di partenza, ci fu profilata l’ipotesi del contratto di sviluppo. Il nostro gruppo, come potete immaginare il privato, anche se abbastanza grande, è sempre restio con il finanziamento pubblico per i tempi, come diceva lei prima quello che è vero oggi, l’Industria 4.0 fra tre anni probabilmente va migliorata.
Quando leggemmo il Decreto Ministeriale, il 9/12/2014, in particolare l’articolo 9bis che stabiliva dei tempi certi, i famosi trenta giorni, sessanta giorni, novanta giorni, ci abbiamo creduto e in seguito all’accordo sottoscritto al MISE con i sindacati e con la Whirlpool il 6 marzo 2017, il 20 aprile 2017 abbiamo presentato l’istanza di contratto di sviluppo, che con nostra soddisfazione l’11 agosto dello stesso anno, del 2017, è stato sottoscritto dalla Regione, dal MISE e da noi, per cui i novanta giorni iniziali sono stati puntualmente rispettati, ce ne volevano altri novanta per l’istruttoria del progetto esecutivo e per arrivare al materiale finanziamento, che anche questo è puntualmente arrivato e il 19 dicembre 2017 è stato approvato dal Consiglio d’amministrazione di Invitalia il nostro progetto. Ce lo hanno comunicato il 18 gennaio 2018, premetto che nella nostra ipotesi avevamo un impegno come Gruppo SE.R.I. per la riassunzione degli operai entro il 2018, per cui il progetto prevedeva il completamento dell’investimento produttivo entro il 30 settembre 2018, poi prorogato al 31 dicembre, e quindi a gennaio avuta la comunicazione del finanziamento, visti i pregressi, i sei mesi precedenti e l’ottima esperienza avuta con l’ente pubblico da parte nostra con il finanziamento, il Consiglio d’amministrazione ha deciso di partire a cento all’ora.
Vi dico solo che dal 18 gennaio 2018, dalla comunicazione dell’esito favorevole della nostra proposta di contratto di sviluppo ad oggi, 13 dicembre 2018, non abbiamo ricevuto ancora un ero pur avendo investito 30 dei 55 milioni completamente a carico del Gruppo. Ci siamo spinti perché avevamo questo impegno con l’assunzione degli operai, sottoscritto in Confindustria, sottoscritto con tutti i sindacati, quello che era successo ci lasciava presagire tempi certi ma purtroppo così non è stato. Così non è stato perché dopo il 18 gennaio c’era formalmente da sottoscrivere la determina e il contratto di finanziamento, che sono stati sottoscritti il 26 aprile 2017, quindi dopo tre mesi e solo per la sottoscrizione della determina secondo un format che è disponibile sul sito di Invitalia e altri tre mesi per la sottoscrizione del contratto di finanziamento, perché i nostri 36 milioni di aiuto si compongono di circa 17 milioni a fondo perduto e altrettanti più o meno come finanziamento agevolato. Prima della firma del contratto di finanziamento con Invitalia non potevamo presentare alcuno stato di avanzamento, tant’è che dopo il 27 luglio sembrava tutto pronto per partire, il 2 agosto abbiamo presentato sia l’istanza di anticipazione del 30 per cento perché ci hanno convinto, dopo un incontro ad Invitalia, di non presentare lo stato d’avanzamento pur avendo investito e pagato i 30 milioni, perché presupponeva tempi più lunghi. Ci hanno suggerito di presentare la richiesta di anticipazione perché erano tempi certi, con notevoli costi perché abbiamo dovuto fare una polizza fideiussoria a prima richiesta con costi importanti per garantire gli 11 milioni di anticipazione e ad oggi non abbiamo ancora avuto un euro.
Ci dicono che è la burocrazia di Invitalia. Io che sono interfaccia del gruppo e che parlo quasi tutti i giorni con Invitalia, ci dicono il giro delle firme, ogni passaggio arriva alla firma dell’amministratore delegato del dottor Arcuri, che è una follia. Dopo la richiesta di anticipazione c’era un mandato da fare, che il Decreto Ministeriale in base a cui ci hanno finanziato il contratto di sviluppo prevede trenta giorni, sono passati quattro mesi e non è successo nulla, stiamo aspettando la Prefettura, l’Antimafia.
Ogni tre mesi c’è la scadenza quindi lo rinnovano continuamente, però le ho detto uno dei motivi, una settimana stavano aspettando i 45 giorni dell’Antimafia, un’altra settimana stavano aspettando perché nel frattempo noi abbiamo comunicato di volerci avvalere del general contractor nell’ambito del progetto, visto che è molto complicato e che i nostri fornitori, nessuno italiano, sono addirittura di tre continenti diversi, americani, europei e giapponesi, hanno preteso un general contractor unico per il progetto chiavi in mano, perché sono quattro sezioni, per arrivare alla miscela al litio c’è bisogno di quattro sezioni indipendenti. Queste quattro sezioni devono, per così dire, parlare fra di loro, sia da un punto di vista impiantistico che di software c’è bisogno di un’unica interfaccia, motivo per cui abbiamo avuto la necessità da utilizzare un general contractor, che secondo la norma di riferimento prevedeva solo la comunicazione da parte nostra, fermo restando il progetto, fermo restando il layout, fermo restando i costi, perché poi gli oneri del general contractor sarebbero stati a carico dei singoli fornitori delle parti. Quella che poteva essere solo una comunicazione ha richiesto tre mesi di istruttoria da parte di Invitalia, per cui da quel famoso due agosto loro non mandavano avanti la richiesta di anticipazione perché c’era in istruttoria la comunicazione del general contractor.
Il 9 novembre, quando hanno fatto la presa d’atto del general contractor ci aspettavamo – come dicevo prima – che la settimana ci arrivasse l’anticipazione, è passato un altro mese e tra i vari piani di Invitalia, le firme e altro siamo ancora qui ad attendere. Questo naturalmente sta comportando dei ritardi, se non avessimo avuto bisogno del sostegno bisogno saremmo andati avanti come sul resto delle progettazioni degli investimenti del gruppo. Normalmente le imprese attendono l’anticipazione pubblica per avviare l’investimento, noi lo abbiamo fatto con un anno di anticipo, abbiamo investito il 60 per cento delle risorse a totale carico del gruppo SE.R.I. e purtroppo senza il necessario aiuto pubblico noi non siamo in grado di rispettare il termine del 31 dicembre 2018, e molto probabilmente non saremo in grado di rispettare il termine del primo aprile 2019 per l’assunzione dei 75 lavoratori ex Whirlpool, i quali hanno già avuto il contratto di assunzione postergato al primo aprile, perché sei mesi fa – come ho detto più volte – mai immaginavamo questa lungaggine, questa burocrazia folle di Invitalia. Dicevo prima alla dottoressa, abbiamo avuto un’ottima esperienza, non solo con l’istruttoria di Invitalia ma con il finanziamento dell’idea da parte della Regione e del MISE. Dopo solo tre mesi dalla nostra proposta la Regione e il MISE hanno detto okay crediamo sul progetto, investiamo 36 milioni su 55, e quindi se i due giganti, la Regione e il Ministero ci hanno messo novanta giorni, non si capisce perché un soggetto attuatore, che con noi ha firmato un contratto sottoposto al Decreto 9/12/2014 che palesemente non sta rispettando in quanto a tempi, a tempistica.
Diceva prima la dottoressa, riconosciamo che sono molto competenti da un punto di vista tecnico, professionale, sono veramente di alta qualità e di alto livello, però hanno questa burocrazia che li frena che è assurda e rischia a noi di compromettere l’esito favorevole del progetto. Potete immaginare che i 30 milioni sono stati anticipati dal gruppo, dalle varie società del gruppo del dalla Banca, dopo tutto ciò, dopo il grosso consenso, la sfida che noi abbiamo lanciato e che la Regione, il Ministero ha raccolto adesso siamo in condizioni che senza un vostro sollecito nei confronti di Invitalia a questa.
Adesso rischia di compromettere la bontà del progetto, un progetto – apro e chiudo una piccola parentesi – importantissima, vi dicevo siamo i primi italiani, i primi europei su questo progetto ed i primi al mondo che facciamo la verticalizzazione completa del processo. Abbiamo fatto un accordo con il governo argentino.
Dalla materia prima alla cella al litio, perché oggi c’è chi fa la miscela del litio utilizzando, come dicevo prima, il cobalto, noi abbiamo questo sistema dopo dieci anni di ricerca, questa miscela del litio-ferro-fosfato. Attualmente ci sono aziende che estraggono, aziende che fanno la miscela, aziende che assemblano, con l’investimento di Teverola e grazie al contributo della ricerca saremo in grado di fare tutti e tre i passaggi, perché abbiamo nel frattempo fatto un accordo con il governo argentino durante la visita del Presidente Mattarella in Argentina per l’esclusiva del 25 per cento di estrazione del sale di litio da una delle province dell’Argentina, per l’esclusiva del 25 per cento di tutte le estrazioni del sale di litio dai laghi salati. Partendo quindi dal sale di litio, grazie alla ricerca che stiamo portando avanti e che sta in via di conclusione, riusciremo a farci in casa la miscela, con un abbattimento del bom di circa il 50 per cento sul costo complessivo della cella. La cosa più importante è che riuscendo a garantire la filiera completa siamo più affidabili per i clienti più esigenti, quelli che prima vi dicevo, i militari e l’aerospazio, che vogliono l’affidabilità. Oggi al mondo, come dicevo prima, non esiste chi fa tutto, noi ci immaginavamo che a fine 2018, inizi 2019 saremmo stati in grado di fare tutto, per questi ritardi che vi sto illustrando probabilmente non saremo in grado neppure di rispettare la data del primo aprile per l’assunzione e per la partenza del progetto ma ci saranno dei mesi di ritardo. Tutto questo non perché c’è qualcosa che non va nel progetto, perché sul progetto non ci è stato detto nulla, per la follia della burocrazia, ma non ci hanno chiesto… immagino stentiate pure a crederci, perché in quattro mesi non ci pagano e ci hanno messo otto mesi per fare due atti?
Presidente non ci hanno chiesto un’integrazione, nulla, le nostre integrazioni sono state tutte spontanee, finalizzate ad accelerare il processo. Quando loro avevano un dubbio abbiamo fornito una garanzia ulteriore, quando dovevamo fornire le garanzie per 20 milioni di contratto di finanziamento perché dei 36 milioni 17 sono a fondo perduto e 19 circa sono a mutuo agevolato, questi 19 vanno garantiti con fideiussione bancaria o con immobile, valutati da loro. Abbiamo fornito 20 milioni di immobili di proprietà del Gruppo, non sappiamo più che fare, per noi è diventato un muro di gomma.
Grazie.
PRESIDENTE (Marrazzo): Grazie per la bella esposizione e soprattutto per averci fatto rendere conto della situazione, in un primo momento eravamo contenti e felici di esserci affidati a Invitalia che rispettava tutta la tempistica e tutto il resto, poi è arrivata la sorpresa, e cioè che rispetto ad una tempistica della fase di approvazione progettuale, della contrazione del contratto di mutuo poi nella fase in cui dovevamo metterci le risorse, così come ha fatto l’azienda, almeno io ripeto quello che lei ha testè detto, Invitalia si è persa nelle lungaggini burocratiche e quant’altro. Volevo chiedere alla dottoressa Sciotto o al dottore Malvari, noi che possiamo fare per aiutarli? Io immagino che noi potremmo fare un dispositivo, un sollecito, una determinazione da parte della Commissione invitando Invitalia ad accelerare un poco le procedure, perché indipendentemente da quelli che sono gli investimenti dell’imprenditore e quant’altro ma c’è un dato sociale importante, e cioè lo spostamento di assunzioni. Tutto questo programma, tutto questo progetto nasce in buona parte per una spinta da un punto di vista sociale di 85 famiglie che andavano in mezzo alla strada. Loro giustamente dicono noi abbiamo fatto la nostra quota di investimento, addirittura rispetto ad altri imprenditori che aspettano prima che arrivino le risorse del finanziamento e poi iniziano, noi abbiamo già portato avanti il 60 per cento, però ovviamente tutto questo si rallenta perché poi uno ci mette i soldi ma fino ad un certo punto, poi si ferma. Vediamo un poco se le cose che ci avete detto sono vere o no.
Volevo sentire uno dei due che ci desse dei lumi, perché la Commissione è intenzionata a cercare di dare una mano per sbrogliare questa situazione, perché probabilmente sarà una carta che deve salire da un piano all’altro o da una scrivania a un’altra. Prego dottoressa Sciotto.
SCIOTTO Rosa Maria – Dirigente Regione Campania UOD 4: Per quanto riguarda le procedure consiliari che possono portare al sollecito di Invitalia negli adempimenti che sono stabiliti da disposizioni ministeriali, questa è una parte nella quale io naturalmente non posso entrare perché è un aspetto che attiene ad un altro organo. La cosa che posso dire io per la Giunta, per la direzione sviluppo economico, è che si farà carico di verificare con Invitalia il percorso, capire quali sono gli intoppi, se ce ne sono, quali sono le difficoltà e cercare di sollecitare il procedimento per una conclusione positiva, visto e considerato che non ci sono degli elementi che possono essere considerati degli ostacoli nella chiusura del procedimento per il finanziamento.
PRESIDENTE (Marrazzo): Dottoressa una domanda che può sembrare pleonastica, scriverete o parlerete?
SCIOTTO: Scriveremo.
PRESIDENTE (Marrazzo): Cambia la cosa.
SCIOTTO: Possiamo anche scrivere.
PRESIDENTE (Marrazzo): Io sicuramente come Presidente di questa Commissione scriverò, perché io ho un’audizione che parla chiaro e rispetto ad un investimento su un territorio come il nostro, che è come la goccia nel deserto, far ritardare quella goccia crea difficoltà, quindi io ho intenzione come Commissione di fare un sollecito alla luce dell’audizione che noi abbiamo avuto. Credo probabilmente che la stessa cosa possa fare la direzione generale.
SCIOTTO: Adesso naturalmente le modalità con le quali interloquire con Invitalia le concorderò anche con la dottoressa Esposito, con il direttore generale che è lei che poi dà le linee di indirizzo rispetto alle relazioni, però sicuramente appena usciremo da qua cercherò di sentire Invitalia per sapere quale intoppo c’è in questo procedimento.
Come Regione Campania abbiamo accesso al monitoraggio che fa Invitalia, però è una verifica che noi facciamo sui sistemi di monitoraggio, cioè noi abbiamo accesso ai sistemi di monitoraggio che servono poi alla Regione Campania, alla certificazione della spesa, perché si tratta di fondi FSC che hanno un ciclo ben definito e che a fronte di un esborso hanno la necessità di avere, da parte dei soggetti che sono destinatari delle risorse, di un’attestazione delle spese che consentono poi alla Regione Campania di certificare le stesse e avere i rientri finanziari come rimborso per reimmettere nel circuito le risorse liquide che servono per il finanziamento di altri progetti. Al di là poi del caso specifico anche noi come Regione Campania abbiamo la necessità di monitorare la spesa e si tratta della spesa dei percettori finali, per far girare positivamente il meccanismo e non farlo inceppare.
In questo momento dai dati di monitoraggio di cui siamo in possesso effettivamente noi abbiamo gli impegni di spesa per i soggetti in relazione ai quali Invitalia ha già formulato le determine di finanziamento che sono state sottoscritte dalle imprese, quindi abbiamo un monitoraggio allineato a quelle che sono poi le determine con i dati di cui sicuramente lei è già in possesso. Per quanto riguarda poi la rendicontazione della spesa, in questo momento su FSC noi non abbiamo dati inerenti alla spesa, abbiamo spese su fondi PAC, e quindi si tratta di altri contratti di sviluppo, sicuramente non i loro che sono stati finanziati nell’ambito dell’accordo di programma del 22 giugno 2017, quindi noi non abbiamo notizie circa l’avvenuta spesa da parte dei soggetti. Questa è una conferma che posso dare anche io.
Adesso faremo le verifiche del caso ovviamente.
Noi l’anno scorso abbiamo anticipato 15 milioni, si fratta di un versamento che è stavo fatto al fondo di rotazione, questo fondo di rotazione è stato costituito da Invitalia per l’erogazione di finanziamento agevolato, a questo unico scopo, quindi è un versamento pro quota su questo strumento finanziario che serve proprio per il finanziamento agevolato. Dall’ultimo monitoraggio di cui noi siamo in possesso non risulta che sia stato speso alcunché, quindi non c’è nessuna erogazione a favore delle imprese. C’è soltanto questo versamento.
PRESIDENTE (Marrazzo): Ringrazio la dottoressa Sciotto. Un’ultima domanda, almeno da parte mia, poi se gli altri commissari vogliono fare domande non c’è nessun tipo di problema. Quel numero 85 è suscettibile di aumento, almeno nelle vostre previsioni, o è quello il numero e rimane là?
MONTONE Antonio – Responsabile Amministrativo progetto FIB: Il progetto presentato in corso di finanziamento e di realizzazione prevede una produttività di 200 megawatt di celle al litio, lo stabilimento, ilayout sono costruiti in modo che secondo le nostre previsioni nel giro di ventiquattro mesi dovremmo triplicare la produzione e portarla a 600, per cui questo significa evidentemente gli 85 per tre. Il vincolo degli 85 è calzato sui 200 megawatt di produzione di celle anno che adesso abbiamo immaginato, poi se nei ventiquattro mesi, che sarebbero dovuti partire già da gennaio 2019 per noi, allo stato dell’arte partiranno presumibilmente a gennaio 2020, per cui c’è un ritardo sostanzialmente di un anno. La cifra che le dicevo prima, i 30 milioni 150 che il gruppo ha anticipato e speso sono alla data del 22 maggio 2018.
PRESIDENTE (Marrazzo):Consigliere Raia prego.

RAIA: Grazie Presidente. Alla luce dell’esposizione ed anche delle considerazioni del Presidente Marrazzo e delle successive informazioni che abbiamo ricevuto dalla dottoressa, io sono d’accordo con il Presidente sul mettere penna su carta per formulare una sollecitazione anche alla luce dei nuovi elementi che abbiamo raccolto. Vorrei però invitarla, Presidente, a verificare se ci sono le condizioni per realizzare anche un dispositivo come risoluzione proprio della Commissione in tal senso. Questa è la richiesta a completamento della pro-iniziativa che volevo formulare. Grazie.
PRESIDENTE (Marrazzo): Grazie Loredana, grazie a tutti quanti voi, noi cercheremo di darvi una mano per quello che è possibile, comunque è stata molto utile questa audizione.
MONTONE Antonio – Responsabile Amministrativo progetto FIB: Vi ringraziamo a nome del gruppo e dell’ingegnere Civitillo.
PRESIDENTE (Marrazzo): Nel frattempo io vi auguro buon Natale, anche se penso che ci risentiremo a breve.
MONTONE Antonio – Responsabile Amministrativo progetto FIB: Ne approfitto dottoressa, in questa fase se potete verificare anche la possibilità che sulle varie procedure possiamo andare avanti su binari paralleli.
Noi siamo già a 30 milioni e mezzo, i 30 milioni erano relativi a maggio, a gennaio abbiamo un altro stato di avanzamento di altri 10 milioni ma l’anticipazione che presumibilmente ci arriverà in questi giorni a gennaio ci servirà lo stato di avanzamento, ma se questi sono i tempi i 30 milioni investiti quando li recupereremo? Fra sei mesi? C’è un ritardo ulteriore di altri sei mesi, il problema è solo economico, perché più di 30 milioni il gruppo non può investire, rispetto ai 18 per i quali ci eravamo impegnati a sostenere il progetto. Grazie.

PRESIDENTE (Marrazzo): Grazie a tutti, arrivederci.

I lavori terminano alle ore 15,30.

Il Presidente
Dott. Nicola Marrazzo

336 di 731 - 19/1/2022 15:57
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Cronaca / Castello del Matese
Truffa sui fondi europei, chieste 14 condanne
Gli imputati sono sindaci, tecnici e funzionari comunali
Redazione
03 dicembre 2017


Antonio Montone, sindaco di Castello del Matese
Mano pesante del pubblico ministero della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per sindaci, funzionari ed imprenditori imputati nel processo per truffa alla comunità europea per la gestione dei finanziamenti ai privati per le ristrutturazioni delle abitazioni esistenti sul territorio da trasformare in Bed & Breakfast, alberghi e Country House. Il pubblico ministero ha chiesto 7 anni di carcere per Filomeno Ferritto, di San Gregorio Matese, ingegnere, ex sindaco fino al 2006; 6 anni per Antonio Montone, geometra, sindaco di Castello del Matese; 6 anni per Stefania Rossetti, di Piedimonte Matese, ex segretario comunale di San Gregorio; 6 anni per Carlo Fiorillo di Caserta, ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di San Gregorio Matese; 5 anni per Pietro Montone, ex membro della commissione edilizia di San Gregorio, 5 anni per Mario Cefarelli, ingegnere di San Potito Sannitico, ex membro della commissione; 1 anno e 9 mesi per Giovanni Spinosa, geometra di Piedimonte Matese, ex membro della commissione edile; 5 anni e 4 mesi per Patrizia Loffreda, ex membro della commissione edilizia di San Gregorio Matese; 5 anni e 4 mesi per Ennio Ciccarelli; 3 anni per Angelo Cinotti, geometra di Piedimonte; 1 anno e 6 mesi Giovanni Ruscetti, tecnico di Piedimonte; 3 anni e 6 mesi per Marcellino Di Baia dell’ufficio postale di Piedimonte; 1 anno e 6 mrsi per Giovanni Alois; 1 anno e 6 mesi per Maria Anna Casapulla




337 di 731 - 19/1/2022 15:58
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020

Caserta / Piedimonte Matese – Gestione rifiuti, confermata la condanna per Santillo: Magliocca e il lupo a guardia delle pecore
paesenews.it/ December 11, 2017

Caserta / Piedimonte Matese – La Corte dei Conti Centrale ha respinto l’appello proposto da Gianluigi Santillo, ex presidente del Consorzio rifiuti Ce1 e attuale presidente del consiglio comunale di Piedimonte Matese. I giudici romani hanno confermato la sentenza di condanna in primo grado: Santillo dovrà rimborsare l’ente consortile di San Potito Sannitico, con 120mila euro. La sentenza è definitiva. E questo apre un altro fronte: quello che si snoda lungo la politica provinciale. Infatti, lo scorso 12 ottobre Santillo è stato eletto (elezione di secondo livello, cioè i politici si votano fra loro) consigliere provinciale. E pochi giorni fa il neo presidente della provincia di Caserta – Giorgio Magliocca – ha conferito a Santillo la delega all’ambiente (in sostanza all’ecologia e quindi ai rifiuti).
Come mai?
Magliocca non sapeva della sentenza dello scorso luglio 2017?
Ha deliberatamente ignorato?
A molti è sembrato come mettere un lupo a guardia di un ovile. Santillo – davanti ai giudici della Corte dei Conti – ha tentato di difendersi in ogni modo, anche affermando di essere ignorante in materia. “….. attesa la complessità della procedura di assunzione – per la quale l’appellante tiene, peraltro, a sottolineare la propria “ignoranza” in materia (“forse troppo ignorante per rendersi conto dell’eventuale alterazione delle procedure burocratiche…”) – essa non poteva essere gestita dal solo Presidente.
I giudici, sulla questione sono stati molto chiari:
“…… Non può invece essere condiviso il fatto della supposta ‘ignoranza’ giuridica del Presidente del Consorzio (che risulta in atti essere insegnante di Educazione Fisica), in quanto essa non solo non può essere scusata, per definizione (qualora fosse veritiera), ma certamente non può giustificare i comportamenti illegittimi mantenuti quale Presidente del Consorzio, che hanno dato luogo ad assunzioni illecite, in quanto trattasi di carica (quella di Presidente) che risulta essere stata liberamente accettata e che per ricoprire la quale è richiesta espressamente dallo Statuto del Consorzio, art. 19, “specifica competenza professionale, tecnica ed amministrativa”.

Ecco la sentenza n.247/2017
REPUBBLICA ITALIANA
CORTE DEI CONTI
Sezione Prima Giurisdizionale Centrale di Appello
Composta dai sig.ri Magistrati:
dott. Enzo ROTOLO Presidente
dott. Salvatore NICOLELLA Consigliere
dott.ssa Emma ROSATI Consigliere relatore
dott.ssa P.M. Adriana LA CAVA Consigliere
dott.ssa Elena TOMASSINI Consigliere
ha pronunciato la seguente
SENTENZA
nei giudizi in appello in materia di responsabilità, iscritti ai nn. 50035 e 51135 del Registro di Segreteria, proposti, rispettivamente, 1) dal sig. Gianluigi SANTILLO , rappresentato e difeso dall’avvocato Antonio SANTILLO , elettivamente domiciliato a PIEDIMONTE MATESE 81016, Via dell’Immacolata, n. 3, presso lo Studio del medesimo avvocato difensore, appellante principale, 2) dal Procuratore Generale, appellante incidentale, avverso la sentenza n. 575/2015 della Corte dei conti Sezione giurisdizionale per la Regione CAMPANIA, depositata il 22 maggio 2015.
Visti gli atti d’appello e gli atti tutti di causa;
uditi, nella Pubblica Udienza del 20 dicembre 2016, il Relatore, Consigliere dott.ssa Emma ROSATI, l’avvocato Antonio SANTILLO , per parte appellante principale nonché il VPG dott.ssa Alessandra POMPONIO, per la Procura Generale.
* * * * *
Ritenuto in fatto
Con la sentenza impugnata è stata condannato il sig. Gianluigi SANTILLO , nella qualità di Presidente del CONSORZIO UNICO di BACINO delle Province di NAPOLI e CASERTA, al risarcimento erariale del danno di euro 120.000,00, oltre accessori.
Il danno – originariamente contestato dalla Procura Regionale, il 10 gennaio 2012, per euro 610.137,37, nei confronti dei signori Gianluigi SANTILLO e Annamaria DEL VECCHIO, rispettivamente, Presidente e Responsabile del servizio finanziario del CONSORZIO suddetto – originava dall’avere dolosamente effettuato assunzioni illegittime, nel corso dell’anno 2008, a seguito del passaggio dei dipendenti della soppressa società MATESE AMBIENTE srl al CONSORZIO UNICO di BACINO (CUB).
In particolare, si trattava di sette lavoratori non aventi titolo ad essere assunti con contratto a tempo indeterminato, in assenza di regolare procedura concorsuale, quale prevista dall’art. 35 D.Lgs. n. 165/2001 (per il quale, l’assunzione nelle pubbliche amministrazioni avviene con contratto individuale di lavoro tramite procedure selettive, volte all’accertamento della professionalità richiesta ovvero mediante avviamento degli iscritti nelle liste di collocamento per le qualifiche e profili per i quali è richiesto il solo requisito della scuola dell’obbligo e facendo salvi gli eventuali ulteriori requisiti per specifiche professionalità) e dall’art. 40 dello Statuto del CONSORZIO CE/1, che prevede assunzioni di personale mediante concorso pubblico e pubblica selezione.
Tre dei sette dipendenti, infatti, risultavano assunti ex novo senza procedura concorsuale, non essendo in precedenza neppure dipendenti della stessa MATESE AMBIENTE srl, mentre gli altri quattro non possedevano una anzianità di servizio superiore a sei mesi presso la predetta Società ed avrebbero ottenuto anche considerevoli miglioramenti economici con il passaggio al tempo indeterminato e l’incremento delle ore di lavoro part-time, da venti a trenta settimanali.
Le assunzioni de quibus neppure erano state sottoposte alla ratifica del CdA del CONSORZIO, in violazione dello Statuto, fatto questo che ne avrebbe dovuto comportare l’immediata ed automatica decadenza.
Con la sentenza impugnata è stato ritenuto di escludere la responsabilità della signora DEL VECCHIO, con riferimento alla insussistenza dell’elemento psicologico della colpa grave, essendosi la medesima limitata a verificare l’esistenza della copertura finanziaria dell’operazione, mentre – peraltro – veniva rimarcata in sentenza la sua attività di denuncia e di collaborazione con gli inquirenti.
Il danno addossato al solo Presidente SANTILLO veniva rideterminato in euro 200.000,00, con determinazione equitativa e veniva poi ridotto, in presenza di validi elementi comportanti l’applicazione del potere riduttivo del giudice, in euro 120.000,00.
Avverso la sentenza ha proposto appello il signor G. SANTILLO , lamentando erroneità ed ingiustizia della medesima, contraddittorietà, illogicità ed incoerenza della motivazione, rispetto al contesto normativo vigente ed alla ricostruzione del fatto illecito e dei principi giurisprudenziali costanti; ha rassegnato perciò plurime doglianze, che possono riassumersi: 1) la sentenza deve essere integrata nella ricostruzione dei fatti processuali, tenuto conto che parte appellante principale (a dispetto di quanto omesso a pag. 5 della sentenza impugnata) ha impugnato la documentazione prodotta agli atti della Procura Regionale, trattandosi di documentazione acquisita in violazione del contraddittorio delle parti, inutilizzabile ai fini della decisione e chiesto l’acquisizione ex art. 210-213 cpc, dal CONSORZIO UNICO di BACINO di informazioni scritte relative ai contratti ed utilizzo del personale con riferimento alle persone DI STASIO, BOLOGNA, PISATURO, VITELLI, BRANDI, TREPICCIONE, MIRANDA (chiedendone, altresì, l’escussione come testi). 2) L’appellante rileva poi l’erronea applicazione dei principi di diritto e dei precedenti giurisprudenziali in tema di onere della prova, non essendo stata acquisita agli atti alcuna prova della consapevolezza e della compartecipazione volitiva od omissiva del SANTILLO al fatto considerato produttivo del danno o dello svolgimento di un ruolo chiave nel corso delle trattative con le organizzazioni sindacali; il SANTILLO si sarebbe infatti limitato a svolgere il ruolo di notaio, ma non di decisore, avendo peraltro certezza della copertura finanziaria ed essendo rimasto in carica per un periodo limitatissimo di appena tre mesi; inoltre, attesa la complessità della procedura di assunzione – per la quale l’appellante tiene, peraltro, a sottolineare la propria “ignoranza” in materia (“forse troppo ignorante per rendersi conto dell’eventuale alterazione delle procedure burocratiche…”) – essa non poteva essere gestita dal solo Presidente. 3) Il CONSORZIO aveva natura privatistica e come tale non era tenuto ad osservare le norme pubblicistiche in materia di assunzione di personale. 4) La quantificazione del danno a carico del solo SANTILLO appare eccessiva in rapporto agli stipendi medi mensili (non superiori a 1.100,00 euro) erogati a sette dipendenti per tre mesi. 5) Erronea mancata considerazione dei vantaggi conseguiti dalla pubblica amministrazione.
In conclusione, l’appellante principale ha chiesto la totale riforma della sentenza, con l’assoluzione da ogni addebito e, in via gradata, previa assunzione dei mezzi istruttori indicati, la riforma della sentenza nella parte ritenuta erronea e non conforme a diritto, secondo quanto rappresentato nell’atto d’appello.
Con atto di costituzione e comparsa defensionale, depositato il 23.2.2016, la signora DEL VECCHIO, per mezzo del patrocinio legale dell’avv. Ciro CENTORE, ha ribadito la propria completa estraneità ai fatti di causa, chiedendo il rigetto dell’appello principale.
Con atto d’appello incidentale, datato 18 luglio 2016, l’Ufficio di Procura Generale ha impugnato la sentenza nella parte in cui ha quantificato il danno da condanna in euro 120.000,00, applicando una “doppia” riduzione del danno, che, a parere dell’Ufficio requirente, si appalesa esagerata e sproporzionata, rispetto al danno da citazione (=euro 610.137,37); ha perciò chiesto la condanna del sig. SANTILLO al risarcimento totale del danno da citazione, oltre accessori.
Alla stessa data del 16 luglio 2016 e contestualmente all’appello incidentale, l’Ufficio di Procura Generale ha contestato l’atto d’appello principale, ritenendolo infondato e chiedendone la sua reiezione con l’accoglimento del proprio appello incidentale ed il pagamento delle spese del doppio grado di giudizio.
All’odierna pubblica udienza, l’avv. A. SANTILLO , per l’appellante principale, ha chiesto preliminarmente l’inammissibilità dell’appello incidentale della Procura Generale, in quanto tardivo ed erroneamente iscritto quale appello incidentale; ha richiamato gli artt. 65 e 66 del Reg. Proc. e ss. mm. ii. Corte conti, n. 1038/1934.
Nel merito ha precisato l’inesistenza di alcun procedimento penale a carico del SANTILLO e che l’inserimento dei dati fu effettuato dall’impiegato MASTRANGELO mentre la trattativa con i Sindacati era seguita dalla sig.ra DEL VECCHIO; per motivo di ciò ha affermato che o non c’è responsabilità alcuna o, se c’è, questa debba essere condivisa con altri corresponsabili. Il SANTILLO ricoprì la carica per soli tre mesi, poi ci fu il commissariamento e lui non dovrebbe rispondere di un danno dalla natura incerta, per il quale vi sono solo indizi. Le somme addebitate appaiono inoltre esagerate e la responsabilità dell’eventuale danno, comunque, o è di tutti i corresponsabili della procedura o di nessuno. Ha chiesto conclusivamente l’accoglimento dell’appello; in subordine, ha chiesto che l’entità del danno venga rapportata ai soli tre mesi di carica e agli eventuali danni effettivi.
Il PM d’udienza ha anch’egli confermato l’inutile spirare dei termini per la proposizione dell’appello incidentale da parte dell’Ufficio requirente: sessanta giorni dalla notifica dell’appello principale, inutilmente decorsi ed ha citato la QM n. 9/2000 delle SS.RR. di questa Corte. L’appello incidentale tardivo, tuttavia, può essere preso in considerazione alla stregua di memoria, per il ragionamento fatto palese dall’Ufficio di Procura.
Nel merito, ha sostenuto trattarsi di comportamento doloso del SANTILLO , per la consapevole condotta indirizzata contro chiarissime norme di legge; ha citato l’art. 32bis della L.Reg. n. 4/2008 ed ha ribadito trattarsi di disposizioni chiare e reiterate che il Presidente dell’ente conosceva. Ha ribadito che il principale requisito della legittimità delle procedure di assunzione fosse il concorso e che questo sia stato omesso. Risulta peraltro provata l’assenza dei requisiti da parte dei soggetti assunti. Ha chiesto infine la conferma della sentenza, senza ulteriore riduzione dell’importo, che sarebbe non motivata.
Considerato in diritto
Preliminarmente, si dispone la riunione in rito dei due giudizi d’appello all’esame, essendo rivolti ad impugnare la medesima sentenza, ai sensi e per gli effetti dell’art. 335 cpc.
L’appello incidentale è inammissibile.
Sul punto, questo Collegio conferma e fa proprie le considerazioni di diritto, diffusamente svolte nelle pronunce delle Sezioni Riunite di questa Corte su questioni di massima relative all’ammissibilità e alle modalità dell’appello incidentale innanzi a questo Giudice, cui si fa opportuno e totale rinvio. (Cfr., SS.RR. n. 23/1998/QM, n. 9/2000/QM). Qui preme solo rammentare – come anche il PM d’udienza non ha mancato di sottolineare – che tutte le tipologie di appello ammissibili sono comunque soggette, in ambito giuscontabile, a termini perentori di presentazione.
Quanto all’appello principale, preliminarmente, in relazione al primo motivo, corre l’obbligo di rilevare che il requirente di prime cure, attraverso attenta e approfondita attività di indagine, nella fase pre-processuale dell’invito a dedurre, ha chiesto opportunamente alcuni incombenti istruttori, a seguito delle deduzioni fornite dagli invitati, SANTILLO e DEL VECCHIO, delegando la Guardia di Finanza di CASERTA.
Gli elementi acquisiti attraverso la suddetta delega istruttoria – il cui potere è rimesso per legge al pubblico ministero procedente – e le relative documentazioni acquisite sono poi entrati a far parte del fascicolo d’ufficio a seguito della citazione in giudizio. Nessuna lesione del diritto di difesa appare realizzata, né la documentazione acquisita, lo è stata in violazione del contraddittorio tra le parti e come tale inutilizzabile ai fini della decisione, perché trattasi di attività-facoltà – quella di delegare opportune indagini necessarie al successivo processo – del pubblico ministero contabile nella fase pre-processuale del giudizio (fase dell’invito a dedurre, caratterizzata da un contraddittorio ‘affievolito’), che poi viene rimessa agli atti di causa e viene a formare il fascicolo d’ufficio, che, nella successiva fase processuale, è, evidentemente, a disposizione di controparte per le relative difese. Si tratta, a ben vedere, di documentazione cartacea, su cui non c’è contestazione e sulla quale v’è stato contraddittorio pieno nella fase processuale.
2) Con il secondo motivo d’appello, l’appellante sostiene che non è stata acquisita agli atti alcuna prova della consapevolezza e della compartecipazione volitiva od omissiva del SANTILLO al fatto considerato produttivo del danno o dello svolgimento di un ruolo chiave nel corso delle trattative con le organizzazioni sindacali. Infatti, il SANTILLO si sarebbe limitato a svolgere il ruolo di notaio, ma non di decisore, avendo peraltro certezza della copertura finanziaria dell’operazione ed essendo rimasto in carica per un periodo limitatissimo di appena tre mesi. Inoltre, attesa la complessità della procedura di assunzione – per la quale l’appellante tiene, peraltro, a sottolineare la propria “ignoranza” in materia (“forse troppo ignorante per rendersi conto dell’eventuale alterazione delle procedure burocratiche…”) – essa non poteva essere gestita dal solo Presidente.
Partendo dalla fine, si deve subito rilevare che il Collegio di prime cure ha avuto ben presente il fatto della complessità della procedura di assunzione de qua e della necessaria compartecipazione di vari soggetti ed organi ad essa, tanto è vero che nelle motivazioni della rideterminazione dell’addebito sono state prese virtualmente in considerazione ulteriori responsabilità concorrenti e lo stesso fatto storico della breve permanenza nella carica del Presidente SANTILLO .
Non può invece essere condiviso il fatto della supposta ‘ignoranza’ giuridica del Presidente del Consorzio (che risulta in atti essere insegnante di Educazione Fisica), in quanto essa non solo non può essere scusata, per definizione (qualora fosse veritiera), ma certamente non può giustificare i comportamenti illegittimi mantenuti quale Presidente del Consorzio, che hanno dato luogo ad assunzioni illecite, in quanto trattasi di carica (quella di Presidente) che risulta essere stata liberamente accettata e che per ricoprire la quale è richiesta espressamente dallo Statuto del Consorzio, art. 19, “specifica competenza professionale, tecnica ed amministrativa”.
Ora, senza dubbio egli svolse la sua carica valendosi dell’apporto di collaboratori (la cui virtuale responsabilità, infatti, è stata presa in considerazione) ma ciò, evidentemente, non può eliminare la sua responsabilità personale nella vicenda de qua, in quanto, vuoi per la posizione esponenziale rivestita nell’ente, vuoi per il ruolo svolto, egli doveva avere necessariamente la piena consapevolezza dell’illecita operazione assunzionale che stava ponendo in essere, a meno di non pensare che si trattasse di un minus habens; risultano, infatti, effettuate – come evidenziato dal responsabile dell’Articolazione territoriale CE/1 del CONSORZIO UNICO di BACINO delle Province di NAPOLI e CASERTA – assunzioni macroscopicamente ingiustificate ed illegittime di sette dipendenti da parte del CONSORZIO CE/1, non aventi alcun titolo per ottenere la stipulazione di contratti a tempo indeterminato dall’Ente casertano. Ciò non poteva essere ignorato dal titolare di ufficio, più alto in carica del CONSORZIO, a prescindere dal possesso delle competenze in materia, che comunque devono ritenersi presunte, attesa l’importanza istituzionale del ruolo rivestito nell’Ente.
3) Con il terzo motivo d’appello, l’appellante si duole del fatto che il CONSORZIO aveva natura privatistica e come tale non era tenuto ad osservare le norme pubblicistiche in materia di assunzione di personale, per cui l‘eventuale responsabilità dell’organo decisore non può essere valutata solo sulla scorta di un dato formale ovvero la mancanza di concorso pubblico. A parere di parte impugnante, infatti, non sussisterebbe il danno all’Ente, stante la copertura finanziaria e l’effettivo lavoro svolto dai dipendenti assunti.
Anche questo motivo d’appello è infondato.
E’ appena il caso di sottolineare la netta connotazione giuridica pubblica del consorzio unico di bacino de quo, caratterizzato dall’appartenenza territoriale alle Province di NAPOLI e CASERTA, disciplinato, in materia di assunzioni, dalle normative di cui al D.Lgs. n. 165/2001, nonché dalle specifiche normative dello Statuto, che fanno indubbio riferimento alle procedure concorsuali pubbliche, quale unica modalità per la provvista di personale a tempo indeterminato.
In particolare, l’art. 40 dello Statuto del Consorzio intercomunale per lo smaltimento dei rifiuti del bacino di utenza n. CE/1, che reca “Assunzioni del personale”, recita espressamente: “Il personale del consorzio è assunto mediante concorso pubblico o mediante pubblica selezione. E’ consentito affidare a singoli professionisti o a società specializzate la preselezione o la selezione del personale da assumere”.
E’ perciò evidente l’imprescindibilità del concorso pubblico e della selezione dei partecipanti per tale tipologia di enti; del resto, anche l’opportuno richiamo, in sentenza, e, all’odierna udienza, da parte del PM, all’art. 32bis della legge regionale 28 marzo 2007, n. 4, aggiunto dall’art. 1, comma 1, lett. r), L. R. CAMPANIA, n. 4/2008, non fa che confermare la connotazione pubblica dei consorzi obbligatori di bacino per lo smaltimento dei rifiuti, che – cessando di svolgere le proprie funzioni – vengono assorbiti dalle Province, che subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi. Per questo motivo risultano appositi moniti ad opera del Commissario delegato e sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri (come riportati dalla GdF nella Relazione del 16 dicembre 2010, pag. 19) che intendono sensibilizzare i consorzi verso il rispetto delle procedure concorsuali di assunzione: “Giungono segnalazioni in merito alla circostanza che alcuni consorzi di bacino stiano assumendo personale o siano in procinto di farlo, nonostante il disposto di cui all’art. 32bis della legge regionale n. 4/08”. A ciò si aggiunga che il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con nota del 27 giugno 2008, n. 2036/5, indirizzata a tutti i Consorzi, ha segnalato la “necessità di astenersi da atti eccedenti l’ordinaria amministrazione anche con riferimento a possibili assunzioni di personale”.
4) L’appellante ha quindi dedotto la sussistenza di un’erronea quantificazione del danno, sproporzionata ed ingiustificata in rapporto agli stipendi degli assunti.
Anche questo motivo appare infondato.
Ed invero l’atto di citazione espone chiaramente e con ragionamento immune da qualsiasi censura, il calcolo effettuato (evidentemente, al lordo e non al netto di tutte le somme pagate, come trasmesse dal rapporto della GdF) in relazione agli emolumenti pagati in favore dei dipendenti interessati, che qui basterà solo fare opportuno rinvio alle pagg. 5-6-7 dell’atto di citazione in giudizio.
Il danno imputabile è stato poi notevolmente ridotto dal primo giudice, proprio in considerazione di virtuali corresponsabilità, del tempo limitato in cui il SANTILLO ricoprì la carica e del fatto che i successori non adottarono provvedimenti di autotutela; sulla rideterminazione, come detto, è stato ulteriormente applicato il potere riduttivo dell’addebito, in considerazione anche di causa esterne; il danno per cui è condanna appare quindi correttamente individuato.
5) Né è possibile prendere in considerazione eventuali, supposti vantaggi, atteso che l’illecita operazione di assunzione non ha potuto procurare alcuna utilità alla pubblica amministrazione, trattandosi di personale assunto irregolarmente e che non possedeva i requisiti di legge per l’assunzione medesima: ogni assunzione ‘diretta’ è infatti illegittima e fonte di responsabilità amministrativa. E’ evidente che così facendo l’amministrazione, non escludendo i candidati privi dei requisiti previsti dalla legge e non indicendo regolari selezioni pubbliche aperte, ha illecitamente introdotto in ambito pubblico chi avrebbe dovuto restarne fuori, impedendo l’accesso a chi eventualmente avesse posseduto i requisiti soggettivi per partecipare alle legittime selezioni.
Va infine precisato che nella fattispecie all’esame l’illiceità delle assunzioni è stata altresì suggellata dall’assenza della successiva ratifica da parte del preposto organo consortile, Consiglio di Amministrazione, cui gli atti di assunzione dovevano essere sottoposti per la relativa ratifica, entro dieci giorni dall’adozione (art. 26, 2° comma Statuto) e la mancata ratifica – entro trenta giorni dall’adozione – avrebbe dovuto comportare la loro automatica decadenza (art. 26, 3° comma Statuto).
Le spese di questo grado di giudizio seguono la soccombenza e si liquidano come da dispositivo.
Ferme e comunque dovute le spese del primo grado.
PER QUESTI MOTIVI
La Corte dei Conti – Sezione Prima Giurisdizionale Centrale di Appello, definitivamente pronunciando, ogni contraria istanza ed eccezione reiette, così decide:
DICHIARA l’inammissibilità dell’appello incidentale n. 51135;
RIGETTA l’appello principale n. 50035 e, per l’effetto, conferma l’impugnata sentenza.
Le spese di giudizio seguono la soccombenza e si liquidano in euro 144,00 (centoquarantaquattro/00).
Ferme e comunque dovute le spese di primo grado.
Manda alla Segreteria per gli adempimenti di competenza.
Così deciso in Roma, nella Camera di Consiglio del 20 dicembre 2016.
Il Consigliere estensore Il Presidente
(f.to dott.ssa Emma ROSATI) (f.to dott.Enzo ROTOLO)


Depositata in Segreteria il 5 LUG.2017
(IL DIRIGENTE)
f.to Daniela D’Amaro
© Paesenews.it
338 di 731 - 19/1/2022 15:59
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020

Piedimonte Matese. Gianluigi Santillo ha infamato la città: l’exploit di Grillo
Da
Redazione
-
22 Dicembre 2017



Riceviamo e trasmettiamo nota stampa a firma di Carlo Grillo, esponente di Siamo Piedimonte.
Ho accettato la sconfitta elettorale, ma non ho accettato, non accetto e non accetterò mai l’infamia perpetrata ai danni di Piedimonte Matese. Circa seicento nostri concittadini hanno dato la loro preferenza a Gianluigi Santillo, personaggio noto alle cronache politiche. Il Santillo è così risultato il primo eletto anche per aver ricevuto l’appoggio di noti imprenditori locali, il cui interesse era soltanto quello di andare contro di me, di amministratori di paesi limitrofi, di professionisti di poca fama e di politici non più immacolati e, pertanto, non più candidabili. L’infamia è stata poi sublimata dal neo Sindaco Dr. Luigi Di Lorenzo e dai Consiglieri di maggioranza, che, all’unanimità, lo hanno eletto Presidente del Consiglio.
La carica istituzionale più importante assegnata ad uno straniero: una cosa del genere non è mai accaduta in alcun Comune di Italia. Gravissima infamia che non può essere archiviata e che, anzi, deve essere tenuta sempre ben presente, unitamente agli autori della stessa.
Ma il tempo è galantuomo ed oggi apprendiamo che la Corte dei Conti, Sezione Prima Giurisdizionale-Appello, con sentenza depositata in data 5/7/2017, ha rigettato l’appello proposto dal Santillo avverso la sentenza che lo ha condannato a rimborsare al Consorzio Rifiuti CE1 la somma di euro 120.000,00. La sentenza non è definitiva. Gli interrogativi che si pongono naturalmente sono tanti.
Il Santillo ha dichiarato al momento della candidatura, l’esistenza della sentenza di condanna di primo grado? Poteva candidarsi? Era eleggibile? Il candidato Sindaco dr. Luigi Di Lorenzo era a conoscenza della sentenza di condanna? Ma vi è di più. Si legge nella sentenza a pag. 5 che, nel merito, il difensore del Santillo ha precisato l’inesistenza di alcun procedimento penale a carico dello stesso. Ma ciò non è vero.
È Infatti pende procedimento penale n. 5970/2012 – R.G. N.R MOD. 21 che vede il Santillo imputato in concorso con altri, per gravissimi reati collegati proprio alle illecite assunzioni per le quali poi vi è stata anche condanna della Corte dei conti.
Relativamente a detto procedimento penale vi è stata da parte della Procura presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere richiesta di rinvio a giudizio. La prossima udienza è fissata avanti il GUP – Dr.ssa Campanaro, per la udienza del 5/2/2018 e, probabilmente, vi sarà rinvio a giudizio per Santillo Gianluigi.


339 di 731 - 19/1/2022 16:05
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020

Piedimonte Matese – E’ stato conferito, al perito nominato perito dal giudice, l’incarico per effettuare la copia informatica di tutti i supporti elettronici sequestrati ad alcuni delle persone coinvolte nell’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere sul municipio del capoluogo matesino. Nelle prossime settimana, il perito, analizzerà il contenuto dei telefonini, dei computer e degli altri supporti elettronici prelevati – ad alcuni indagati – durante la perquisizione a loro carico. Il risultato, chiaramente, sarà determinante per il futuro degli indagati.
L’inchiesta:
Le accuse mosse dagli investigatori sono pesanti, avrebbero costituito un’associazione a delinquere per compiere abusi d’ufficio, turbativa d’asta e corruzione, per agevolare l’imprenditore VITTORIO CIVITILLO che a sua volta – scrive la Procura della Repubblica – aveva finanziato la campagna elettorale delle elezioni comunali dell’ex sindaco Luigi Di Lorenzo, dell’ex presidente del consiglio comunale, GIANLUIGI SANTILLO.
340 di 731 - 19/1/2022 16:09
SERI INDUSTRIAL N° messaggi: 374 - Iscritto da: 08/9/2020


Luca Luca 2021-12-10 09:12:06
Certi investimenti non si improvvisano. Come puoi pensare di diventare partner di colossi come FCA quando essa stessa ha già dimostrato che preferisce stare con fornitori multinazionali di eccellenza con comprovate capacità. Ce lo vedete FCA che deve mettersi nelle mani di un piccolo imprenditore immobiliare di un paesino campano, indagato e invischiato in politica locale?




Luca Luca 2021-12-09 11:30:59
1) Civitillo é indagato si o no? 2) voi affidereste operazioni vitali ad un partner con a capo un AD indagato e politico locale? SONO semplici domande, non dovete innervosirvi, stiamo cercando costruttivamente di capire questo titolo



Luca Luca 2021-12-09 11:22:29
SE voi doveste scegliere tra tra una Panasonic/ Samsung e il signor Civitillo da Piedemonte Matese, attualmente indagato e politico locale , a chi affidereste le vostre forniture di batterie?



Luca Luca 2021-12-09 08:48:56
Sapete qual è il problema di Seri? É che ormai cani e p stanno costruendo gigafactory ovunque, e Civitillo non è credibile come partner rispetto a una Toyota, Samsung, Panasonic per un big (tipo FCA), oltretutto mettersi nelle mani di un piccolo imprenditore immobiliare che risulta indagato e pure invischiato in politica non sarebbe accettabile dai soci di big corporations, quindi la strada è molto in salita per le attività del piano industriale seri


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