La famiglia Benetton frena sulla vendita del patrimonio immobiliare e riapre il dossier della "ripartizione" del ricco pacchetto di immobili tra i rami della dinastia. Tutto questo mentre c'è attesa per il via libera di Bankitalia e Banca di Spagna al lancio dell'Opa di Edizione e Blackstone su Atlantia.

Immobili per 1,4 miliardi Nelle ultime settimane, secondo quanto ricostruito dal Sole 24 ore, Edizione -la holding della famiglia- sarebbe al lavoro sulla scissione di Edizione Property. Quest'ultima, a cui fa capo il patrimonio immobiliare, controllata al 100% da Edizione, nel corso dell'estate aveva esplorato la strada della vendita in blocco dei cespiti. Non si trattava di una vera e propria gara, ma di una attività di raccolta di offerte gestita da Citi come advisor del venditore. Un processo che aveva raccolto interesse nel mondo degli investitori.

Due, in particolare, le proposte arrivate sul tavolo della famiglia: il colosso americano Hines, Apollo Global Management - che in Italia ha investito 842 milioni di euro per acquistare il maxi-pacchetto immobiliare messo in vendita da Enpam (di cui ha rivenduto subito un terzo, pari a 11 asset, alla Coima di Manfredi Catella) - e Coima. Hines e Apollo hanno messo sul piatto 1,4 miliardi, Coima invece avrebbe proposto una fusione con Edizione Property. Tuttavia, nel pieno dell'estate Edizione avrebbe informato gli investitori che l'operazione era ufficialmente in stand by.

Alla base della decisione di frenare sulla vendita e sulle ricche offerte pervenute sul tavolo, ci sarebbe la volontà di valutare in modo più concreto la possibilità di dividere il ricco patrimonio immobiliare "in casa", andando così a distribuire una parte dei cespiti ai quattro rami della famiglia, quelli di Giuliana, Carlo, Gilberto e Luciano. Sarebbe maturato infatti un consenso diffuso tra i rappresentanti dei quattro rami famigliari di Ponzano Veneto di distribuire a ciascuno dei quattro blocchi un equivalente controvalore di cespiti immobiliari.

Il portafoglio di pregio contiene asset iconici, restano invece fuori i negozi della società Benetton group. Secondo le stime rese note dalla stessa società il patrimonio immobiliare copre 233mila metri quadri lordi, ha fruttato nel 2020 ricavi per 39 milioni, conta immobili sparsi in 13 Paesi e ha un valore superiore a due miliardi (compresi i negozi). Fanno parte di questo pacchetto, immobili di prestigio tra cui spiccano gioielli come il Fondaco dei Tedeschi a Venezia e l'immobile di Place de l'Opéra a Parigi. Nella lista individuata dalle offerte ci sarebbero, invece, tra gli altri l'imponente riqualificazione di piazza Augusto Imperatore a Roma, con l'arrivo dell'hotel di lusso Bulgari, ma anche l'edificio tra la stessa piazza e via del Corso che dovrebbe ospitare uffici e spazi retail, a Milano corso di Porta Vittoria 16 e largo Toscanini 1, a Firenze il palazzo della Borsa delle merci, a Venezia anche l'isolato del Ridotto dove la società possiede spazi retail e l'hotel Monaco e Grand Canal. E ancora a Parigi Champs-Elysees 66. I numerosi punti vendita di Benetton Group sparsi nel mondo rimarrebbero fuori dal progetto. Alcune stime parlano di un valore dell'insieme dei punti vendita di Benetton Group intorno al 50/60% del totale del portafoglio immobiliare iscritto a bilancio.

La famiglia, dunque, torna a essere destinataria dell'assegnazione di alcuni selezionati immobili che, stando alla valutazione presentata dagli investitori negli scorsi mesi, valgono almeno 1,4 miliardi di euro. Un ricco pacchetto che sarà diviso tra nuclei "effettivi" della dinastia che nel frattempo si sono moltiplicati. Il ramo di Giuliana si è diviso in quattro sottogruppi, per esempio, con Evoluzione che si è scissa in 4 newco, una per ognuna dei suoi quattro figli, Daniela (1969), Carlo (1971), Franca (1968) e Paola (1958). Con il risultato, dunque, che le società azioniste di Edizione sono passate da quattro a sette.

L'Opa su Atlantia Sullo sfondo, c'è attesa per il via libera all'offerta pubblica di acquisto da quasi 13 miliardi che porterà il gruppo Atlantia fuori dal listino. L'operazione è in attesa dell'ok della Banca di Spagna e Bankitalia dato che nel perimetro di Atlantia è presente da un lato Telepass, società di pagamento e l'ok di Bankitalia è dunque imprescindibile, dall'altra la principale partecipata della società dei Benetton, la spagnola Abertis, da qui la necessità del nulla osta spagnolo. Inizialmente il nulla osta era atteso per fine agosto, un termine poi rinviato alla fine di settembre. In virtù di ciò, l'attesa è che l'Opa possa scattare a stretto giro, al più tardi a inizio ottobre.

Sarebbe in dirittura d'arrivo il via libera di Bankitalia. A quel punto, una volta ultimato il processo autorizzativo si procederà al delisting. A tirare le fila dell'offerta sarà il veicolo Schema Alfa che ha messo sul piatto 23 euro a titolo, ai quali va sommato il dividendo di 0,74 euro già previsto e messo in pagamento, per una valutazione complessiva dell'asset di circa 19 miliardi.

red

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