B.Generali: in 2018 utile netto prel a 180 mln (-12% a/a)
07 Febbraio 2019 - 1:52PM
MF Dow Jones (Italiano)
L'esercizio 2018 si è chiuso con un utile netto di 180 milioni,
in diminuzione del 12% rispetto all'anno precedente che aveva
beneficiato del forte contributo legato all'andamento dei mercati
finanziari. Al netto però di queste voci, l'utile netto ricorrente
ha mostrato una crescita del 48% a 128 milioni, a dimostrazione
dell'efficacia delle molte iniziative messe in atto per aumentare
la sostenibilità dei ricavi e l'efficienza operativa.
L'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Banca
Generali, Gian Maria Mossa, ha commentato: "Un risultato molto
solido di cui siamo soddisfatti per la forza di tutte quelle
vociricorrenti che testimoniano la validità e sostenibilità del
nostro modello di business. In un anno contrassegnato dalla forte
volatilità dei mercati che ha impattato i ricavi variabili, siamo
riusciti non solo ad aumentare le dimensioni delle masse e il
perimetro dei clienti, ma anche a gettare le basi per un nuovo
slancio nella crescita futura siglando due operazioni straordinarie
e sancendo una partnership di grande importanza come quella con
Saxo. Abbiamo allargato la gamma d'offerta presentandoci in modo
ancor più distintivo e competitivo nelle soluzioni di investimento,
lanciato tanti nuovi progetti all'avanguardia, e quasi raddoppiato
le dimensioni delle masse sotto consulenza evoluta, raccogliendo
crescenti consensi nei servizi di wealth management che ci
avvicinano ulteriormente agli imprenditori. Nonostante la prudenza
sulla congiuntura globale e le incognite geopolitiche all'orizzonte
continuiamo a registrare il dinamismo di una domanda che ci
riconosce qualità e professionalità, e per questo siamo fiduciosi
di poter continuare a crescere guadagnando quote di mercato nel
settore del risparmio".
I risultati 2018 incorporano alcune modifiche legate al periodo
di ammortamento degli incentivi ordinari corrisposti ai consulenti
sulla base degli obiettivi di raccolta. Tali modifiche hanno
prodotto a conto economico un beneficio di 13,6 milioni. Tali
benefici sono stati parzialmente bilanciati da oneri straordinari
di 8,0 milioni a livello di costi operativi e accantonamenti. Il
saldo di queste voci straordinarie, pari a 5,6 milioni, è risultato
quindi marginale, nell'ordine del 3% del risultato netto
complessivo.
Esaminando nello specifico i dati di bilancio si evince che il
margine di intermediazione si è confermato pressoché invariato a
449,4 milioni (-0,1%, -4,6% su basi omogenee). Il margine
finanziario è salito del 5,8% a 84,1 milioni, di cui 60 milioni
derivanti dal margine d'interesse (-2,4%). Quest'ultimo ha
continuato a crescere anche a fronte di un livello di liquidità che
ha toccato nuovi picchi (1,5 miliardi al 31/12/2018, di cui 1,0
miliardo depositato in BCE). Il riassorbimento dell'elevata
posizione di liquidità è iniziato subito col nuovo anno sebbene
mantenendo il tradizionale approccio prudente negli investimenti.
Il portafoglio obbligazionario della banca (5,7 miliardi) mantiene
infatti una duration complessiva corta pari a 2,0 anni e una
maturity di 3,5 anni.
Nel corso del 2019 inoltre scadranno 1,3 miliardi di titoli di
Stato italiani generando nuove opportunità di investimento.
Positivo il risultato delle commissioni lorde che si sono
avvantaggiate della crescita dell'8% delle commissioni di gestione
(a 634 milioni), così come del balzo in avanti del 18% delle
commissioni bancarie e d'ingresso (a 69 milioni), grazie al
successo delle molteplici iniziative nei servizi di
diversificazione e protezione dei patrimoni. Le commissioni
variabili invece si sono più che dimezzate rispetto all'anno prima,
scendendo del 66% a 38,6 milioni, risentendo delle complessità di
mercati in cui sono venute meno le tradizionali decorrelazioni tra
le diverse assetclass.
I costi operativi sono risultati pari a 196,6 milioni (+4,6%),
di cui 7,1 milioni di natura straordinaria per le operazioni di
crescita esterna, il trasferimento degli uffici amministrativi a
Milano nella avveniristica 'Torre Hadid', lo sviluppo di progetti
strategici e i contributi addizionali al Fondi di Risoluzione
Nazionale per i pregressi salvataggi bancari. Al netto di queste
voci straordinarie, i costi operativi sarebbero risultati pressoché
invariati (+0,9%) dimostrando la capacità di sfruttare la leva
operativa a fronte di un costante impulso alla crescita
dimensionale.
L'efficienza operativa si trova riflessa nella bassa incidenza
dei costi sulle masse complessive (34 bps nell'anno; 32 bps al
netto dei costi straordinari) così come nel cost/income (41,7%
nell'anno;
42,3% al netto delle voci straordinarie).
Nel periodo si sono registrate rettifiche di valore nette per
7,3 milioni (5,4 milioni nel 2017) riferibili perlopiù a rettifiche
collettive nella valutazione del portafoglio titoli della banca in
base ai nuovi criteri di calcolo introdotti con il nuovo principio
contabile IFRS 9. Le rettifiche si riferiscono in particolare al
portafoglio di titoli di Stato italiani.
Gli accantonamenti dell'anno si sono attestati a ?25,4 milioni
di cui 4,7 milioni di natura straordinaria per la riorganizzazione
della rete che porterà ad una riduzione prospettica nella base di
costi ricorrenti.
Per quanto riguarda gli indicatori di patrimonio, gli attivi
della Banca sono cresciuti in maniera importante per effetto della
continua espansione della raccolta retail raggiungendo i 9.736
milioni, +8,3% rispetto al 2017. I depositi da clientela sono
aumentati del 18,8% a 8.547 milioni.
Gli indici patrimoniali al 31 dicembre si confermano su livelli
di eccellenza nonostante l'esposizione alle dinamiche del debito
sovrano: il CET 1 ratio si attesta al 17,5% e il Total Capital
ratio al 19,0% con un'eccedenza di capitale rispetto ai requisiti
regolamentari pari a 311 milioni.
La solidità degli indici tiene conto della proposta di dividendo
di 1,25 euro per azione che il CDA ha deliberato di presentare
all'Assemblea degli azionisti convocata per il 18 Aprile p.v. in
prima convocazione.
Infine, gli indicatori di liquidità della banca si confermano su
livelli molto elevati: LCR-Liquidity Coverage ratio al 393% (dal
414% nel 2017) e il NSFR-Net Stable Funding ratio a 197% (da 207%
nel 2017).
com/mcn
(END) Dow Jones Newswires
February 07, 2019 07:37 ET (12:37 GMT)
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