B.Generali: Mossa, guardiamo alla Svizzera (MF)
01 Novembre 2019 - 8:47AM
MF Dow Jones (Italiano)
La decisione sarà presa entro il primo trimestre dell'anno
prossimo. Di certo Banca Generali avrà presto una licenza bancaria
in Svizzera, ma le strade su come attuare il proposito restano
ancora due. «Se in questo periodo troveremo una licenza bancaria da
acquistare potremmo valutarla», spiega a MF-Milano Finanza
l'amministratore delegato, Gian Maria Mossa, «altrimenti avvieremo
le pratiche per trasformare in banca la neo acquisita Bg Valeur,
che al momento è una fiduciaria».
La Svizzera è destinata ad avere un ruolo sempre più importante
in Banca Generali e avere una banca nel Paese è importante sia per
i clienti sia per i consulenti, spiega Mossa ma anche perché «la
banca potrebbe fare da ponte per un'ulteriore crescita all'estero».
Per ora il focus resta sulla Svizzera e sull'Italia, dove il gruppo
sarebbe pronto ad avere un ruolo da protagonista in caso di
aggregazioni. «Saremo pronti a valutare dossier ma al momento non
c'è niente da comprare», puntualizza il manager che proprio ieri ha
rivisto al rialzo gli obiettivi di raccolta per l'anno in corso,
dai precedenti 3,8-4,3 miliardi a 4,5-5 miliardi. I dati dei primi
nove mesi hanno superato le previsioni degli analisti: l'utile
netto è stato di 196 milioni di euro, in crescita del 44% rispetto
ai 135,8 milioni dello stesso periodo del 2018 mentre le masse
gestite e amministrate sono salite a 66,1 miliardi (+15% da inizio
anno) grazie ai nuovi flussi netti di raccolta per 3,8 miliardi (il
6,6% delle masse iniziali), alla performance delle masse pari a 3,7
miliardi (+6,4%) e al consolidamento della neo-acquisita Nextam
Partners (1,1 miliardi di masse).
Includendo anche le masse della neo-controllata svizzera, BG
Valeur, le masse complessive si attesterebbero a 67,2 miliardi. Il
margine di intermediazione è stato invece pari a 408,4 milioni
(+23% anno su anno) e le commissioni di gestione si sono attestate
a 476,9 milioni (478,7 milioni in 2018) mentre il margine
finanziario è risultato pari 63,2 milioni (rispetto ai 66,3 milioni
in 2018 e il cost/income ratio si è ridotto ulteriormente al 39%
(dal 42,3% di fine 2018). «Abbiamo alzato i target di raccolta
perché abbiamo visto che il nostro modello funziona bene anche nei
momenti difficili.
A settembre siamo diventati il terzo payer del Paese nel private
banking (alle spalle di Intesa e Unicredit e davanti a Ubi, ndr)»,
spiega Mossa aggiungendo che anche ottobre è andato bene con una
raccolta di oltre 300 milioni e commissioni ricorrenti superiori
alle previsioni nonostante le commissioni variabili abbiano
rallentato a causa della volatilità dei mercati. «Siamo molto
soddisfatti di questi risultati per un 2019 che si sta confermando
il migliore nella storia della banca. La forte crescita
dimensionale e lo sviluppo sempre pi?? incisivo tra la clientela
private riflettono la qualità dei nostri banker e il grande lavoro
nell'estensione della gamma d'offerta», ha concluso Mossa
sottolineando che le recenti operazioni straordinarie (oltre a
Valeur anche Nextam) hanno arricchito «le competenze gestionali e
quelle di wealth management, oltre alle prospettive su nuovi
mercati».
red/fch
(END) Dow Jones Newswires
November 01, 2019 03:32 ET (07:32 GMT)
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