UPDATE: Colombani; allarme spread, banche siano prudenti su dividendi
11 Maggio 2022 - 11:41AM
MF Dow Jones (Italiano)
Nel 1* trimestre dell'anno gli utili delle banche sono
diminuiti, anche se nel complesso i conti hanno retto all'urto
della guerra in Ucraina. A preoccupare maggiormente è l'aumento
dello spread. Per questo gli istituti di credono devono essere
prudenti nelle loro politiche di distribuzione dei dividendi. Lo ha
sottolineato il segretario generale di First Cisl, Riccardo
Colombani, commentando l'analisi condotta dall'Ufficio studi del
sindacato sui conti del primo trimestre dell'anno.
Nonostante Intesa Sanpaolo e Unicredit siano state costrette
dalle svalutazioni delle attività russe ad aumentare in misura
sensibile le
rettifiche sui crediti, l'andamento dei conti dei primi cinque
gruppi del
Paese (Ca' de Sass, Gae Aulenti, Banco Bpm, B.Mps, Bper) denota
una
"notevole" resilienza. Preoccupa invece, si mette in evidenza
nello studio, la rapida risalita dello spread sui titoli di Stato
per l'impatto sul patrimonio.
Le rettifiche sui crediti sono aumentate dell'82,6%. Senza le
svalutazioni delle attività russe di Unicredit e Intesa, il trend
sarebbe addirittura opposto, con una forte riduzione delle
rettifiche ed una loro
incidenza ridotta (2,4%) sui ricavi operativi. Di conseguenza
l'utile netto, sceso del 47%, vedrebbe un incremento del 5,6%
rispetto al primo trimestre del 2021. Il 1* trimestre registra una
flessione del Cet1 ratio, che scende di quasi un punto percentuale
rispetto al dato di fine anno. E' l'effetto combinato di una serie
di fattori, tra cui pesano negativamente la rischiosità delle
attività verso la Russia e la riduzione, tra le poste di patrimonio
netto, delle riserve da valutazione, che incorporano l'effetto del
deprezzamento di quella parte del portafoglio titoli di proprietà,
le cui variazioni di valore incidono direttamente sul
patrimonio.
Una tendenza legata all'aumento dei rendimenti sui titoli di
Stato, che si è accentuata dopo la chiusura del primo trimestre e
potrebbe protrarsi con ulteriori impatti sulla
patrimonializzazione. Situazione analoga per quanto riguarda il
possibile aggravarsi della rischiosità degli asset verso la Russia
e, in generale, della gravità degli effetti collaterali della
guerra sull'economia nel suo complesso. Ciò dovrebbe consigliare
maggiore prudenza riguardo a decisioni su dividendi e buy-back. "La
guerra -ha dichiarato Colombani- non ha indotto le banche a
modificare la loro politica di distribuzione di dividendi e
acquisto di azioni proprie, anche se i primi effetti sul patrimonio
della risalita dello spread dovrebbero consigliare prudenza".
L'aumento dello spread, ha proseguito il leader della First Cisl,
"è un campanello d'allarme per il nostro Paese, impegnato nel
negoziato per la definizione del terzo pilastro dell'Unione
bancaria europea, quello sull'assicurazione comune dei depositi.
L'elevata presenza di titoli di Stato nei bilanci delle banche
italiane non può costituire un fattore di penalizzazione. Vanno
quindi contenute le spinte in tal senso dei paesi "rigoristi",
anche se in prospettiva l'unica soluzione è la condivisione del
debito a livello europeo".
Rispetto al primo trimestre del 2021 prosegue l'incremento dei
ricavi core: gli interessi netti aumentano del 3,1%, le commissioni
nette del
2,9%. Dinamiche che, associate alla ulteriore riduzione del
numero degli
addetti (- 3,9%) e delle filiali (-11,4%), portano ad un aumento
del
margine primario per dipendente del 7,2%. Per la prima volta
il
cost/income scende sotto al 50%. Cala l'incidenza dei costi del
personale
sui proventi operativi, che passa dal 32,5% al 31,2%. Va
segnalato che il
cost/income medio dei primi diciassette gruppi bancari europei è
del 58%.
La divisione Italia di Unicredit si ferma al 44,2% (46,7% il
dato a
livello di gruppo), Intesa Sanpaolo al 46,3%. L'aumento dei
ricavi e la
riduzione dei costi operativi sono alla base della crescita del
risultato
di gestione (+6,3%) e del suo valore per dipendente (+10,7%).
"Le banche non possono proseguire nella strategia di compressione
dei costi, evidenziata dalla discesa sotto il 50% del cost/income,
dato nettamente inferiore alla media europea, e dalla continua
chiusura di filiali. Serve un'inversione di tendenza: la
produttività del lavoro, in continua crescita, va riconosciuta con
adeguati incrementi salariali", ha sottolineato Colombani ribadendo
quanto dichiarato qualche giorno fa in
un'intervista a Mf-DowJones.
vs
valeria.santoro@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
May 11, 2022 05:26 ET (09:26 GMT)
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