Borsa: le quaranta lepri di Milano (Mi.Fi.)
07 Giugno 2021 - 8:20AM
MF Dow Jones (Italiano)
La ritrovata verve di Piazza Affari, con l'indice di riferimento
che ha superato e per ora sta tenendo la soglia dei 25mila punti,
tornando ai livelli pre-Covid19 (il 19 febbraio 2020 il picco dei
25.477 punti, superato nella giornata di venerdì 4 giugno con la
chiusura a 25.570,46 punti) ha dato una spinta a decine di titoli
quotati sia su Mta sia su Aim.
Da un paio di settimane il numero di società che tocca, rivede,
aggiorna e migliora il massimo storico è costante (tabella qui
accanto). Un trend che ha riguardato trasversalmente molti settori
industriali -automotive, food&beverage, abbigliamento,
tecnologia, servizi finanziari, manifattura- e che vede brillare
due asset della galassia Exor: Stellantis, la società nata dall
fusione tra Fca e Psa, e Cnh Industrial che controlla Iveco, il cui
nome è accostato a un possibile sbarco in borsa attraverso uno
spin-off entro il 2022. La casa automobilistica italo-francese sta
registrando un costante upside avendo toccato il nuovo picco
storico nella giornata di venerdì 4 a 17,70 euro per un market cap
di 54,54 miliardi, trattando a un rapporto price/earning di 14,43,
rapporto più elevato rispetto a Toyota (12,12), Daimler (10,87),
Bmw (10,52) e GM (10,27).
Mentre Cnh ha raggiunto il massimo nella giornata di giovedì 3 a
14,66 euro per una capitalizzazione di 20 miliardi e un P/E di 16,4
(stima per il 2021) che può consentire una ulteriore tendenza
rialzista. Complessivamente sono 40 le società quotate a Milano che
dal 27 maggio hanno raggiunto il prezzo più alto dalla quotazione.
Cosa sostiene il corso azionario? Nella gran parte dei casi si
tratta di motivazioni legate all'andamento del business, alla
ripresa post-pandemia e alle ricadute attese del Pnrr. Mentre non
pare ci siano temi speculativi collegati a operazioni straordinarie
in arrivo, leggi opa (l'argomento è approfondito nel servizio di
pagina 15), visto che nei casi di Campari, Amplifon, Sanlorenzo (in
attesa del debutto, martedì 8 giugno di The Italian Sea Group),
Brunello Cucinelli, Interpump (continua a fare shopping e viene
premiato dal mercato), Carel Industries, Tip e Poste Italiane gli
azionisti di riferimento non sono intenzionati a passare la
mano.
Solo per Campari, che ha un p/e di 64,8 (inferiore a quello dei
competitor Diageo, 73,84, e Pernod Richard, 145) la famiglia
Garavoglia potrebbe valutare un'operazione di integrazione
industriale sul modello di Fca-Psa. Mentre per Moncler, se
l'azionista di riferimento e top manager Remo Ruffini ha aperto
alla creazione di un polo del settore, quindi valutando eventuali
merger, bisogna comunque tener conto di un p/e di 48 che si
confronta con rapporti decisamente più elevati quali quelli dei
colossi francesi del lusso Lvmh (71,89) ed Hermès (91,27). Nel
settore moda e abbigliamento spicca il balzo delle valutazioni fino
alla data dell'1 giugno (massimo a 51,75 euro) di Brunello
Cucinelli, titolo che rispetto al prezzo d'ipo di 7,75 euro e alla
chiusura del primo giorno di quotazione, 11,6 euro, aveva messo a
segno una lunga cavalcata che lo avevo portato a sfondare la soglia
dei 50 euro per un p/e di 108,42, decisamente al di sopra di quello
dei big del settore. Ed è forse per questa ragione che da alcune
sedute le azioni del gruppo del cashmere hanno perso valore
scendendo, nella giornata di venerdì 4, a 48,96 euro.L'euforia che
sta contagiando Piazza Affari può trascinare altri titoli ai nuovi
massimi storici. Come emerge da una elaborazione fatta da MF-Milano
Finanza prendendo a riferimento i prezzi di borsa e il rapporto
price earning, le società che hanno potenziale inespresso sono De'
Longhi, Illimity Bank, Nexi, Prysmian, Zignago Vetro, Newlat Food,
Antares Vision, Salcef Group, Fenix Entertainment, Pattern,
Portobello e Snam.
fch
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June 07, 2021 02:06 ET (06:06 GMT)
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