Banche: in bilico il rinnovo delle gacs (MF)
15 Febbraio 2019 - 8:46AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il 2019 sarà ancora un anno impegnativo per il sistema bancario
italiano sul fronte del derisking. Le impegnative scadenze fissate
dall'addendum della Bce impongono agli istituti di non restare con
le mani in mano, ma di procedere a nuove cessioni dopo quelle
realizzate l'anno scorso.
In queste settimane però, scrive MF, c'è un elemento di forte
incertezza che pesa sul sistema: il prossimo 6 marzo scadrà infatti
la garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni (gacs), lo strumento
varato nel 2016 dal governo Renzi e già rinnovato in due
occasioni.
Ancora oggi le grandi banche e i loro consulenti legali e
finanziari sono allo oscuro delle intenzioni dell'esecutivo e nel
settore non mancano segnali di preoccupazione. Anche perché, se
molti scommettono su un rinnovo della garanzia, le nuove condizioni
non sono ancora chiare. Sembra anzi che nelle scorse settimane
diversi esponenti della Lega abbiano chiesto di rendere più costoso
lo strumento per gli istituti che vorranno ricorrervi, ridefinendo
il paniere di credit default swap.
Finora infatti la garanzia è costata quanto viene pagata in
media sul mercato la protezione dal rischio di default sul debito
di emittenti italiani, finanziari e corporate, classificati
investment grade. Dal primo al terzo anno viene pagato il cds di
riferimento a tre anni. Nel quarto e quinto anno viene pagato il
cds di riferimento a cinque anni più un premio, nel sesto e settimo
anno si paga il cds a sette anni più un premio e per gli anni
successivi vale il cds di riferimento a sette anni. Il paniere oggi
è composto tra gli altri dai cds su Ubi, Unicredit , Intesa
Sanpaolo , Enel , Acea , Telecom Italia , Finmeccanica e Mediobanca
.
red/fch
(END) Dow Jones Newswires
February 15, 2019 02:31 ET (07:31 GMT)
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