Donazioni: in arrivo riforma, vantaggi per chi riceve beni (Mi.Fi.)
30 Ottobre 2023 - 10:05AM
MF Dow Jones (Italiano)
ROMA (MF-NW)--'Vuoi donare l'immobile a uno solo dei tuoi figli?
Lascia stare, non ti conviene. Lui non ci potrà fare niente:
nessuno lo comprerà, perché hanno paura che un domani ci siano liti
sull'eredità e questo immobile verrà reinserito in successione. E
nessuna banca non glielo prenderà mai in ipoteca. Di fatto, diventa
bloccato'.
Chiunque abbia avuto a che fare con temi di successione avrà
sentito pronunciare concetti come questi dal proprio notaio, dal
commercialista, dall'avvocato, dall'amico esperto che ci è già
passato. In effetti, scrive MF-Milano Finanza, la legge italiana è
molto complessa nelle donazioni e tutela soprattutto gli eredi di
chi, in vita, decide di donare dei beni: se al momento
dell'apertura della successione un erede legittimo ritiene che
quella donazione abbia leso la quota di eredità che gli spetta di
diritto, può rivalersi sul bene donato, anche se questo è stato
venduto a un terzo. Persino se quest'ultimo non a conoscenza della
donazione iniziale. E, se per caso è stata costituita un'ipoteca,
la banca la perderebbe, perché il bene - dopo un'azione legale,
detta di «riduzione» della donazione - ritornerà nell'asse
ereditario. Questa è per esempio una delle rivendicazioni di
Margherita Agnelli nella ventennale lite giudiziaria contro i suoi
primi tre figli John, Lapo e Ginevra Elkann relativamente alle
quote della Dicembre società semplice, il veicolo alla base
dell'impero Exor (Stellantis, Ferrari, Cnh, Juventus, The
Economist, Lingotto eccetera). Appunto, la lesione della quota di
legittima.
Sulla base del principio di famiglia che «gli Agnelli comandano
uno alla volta», il primogenito di Margherita ha ottenuto negli
anni, direttamente dal nonno, con acquisti, e con donazioni dalla
nonna il controllo della Dicembre. Ma per la legge italiana la
donazione di un bene rientra nell'asse ereditario al valore che
aveva al momento della morte del donante, non di quando venne
donato. Secondo la stima dei periti nominati da Margherita, la
catena Dicembre - Giovanni Agnelli Bv - Exor alla morte di Marella
Caracciolo, nel 2019, valeva più di 4,6 miliardi. Molto più che al
momento delle varie donazioni delle quote della Dicembre. La
legittima sul 50% spettante alla figlia Margherita sarebbe quindi
circa 2,3 miliardi.
Nelle bozze della manovra di bilancio 2024 del governo Meloni
spunta però ora una norma che può cambiare radicalmente le carte in
tavola, almeno per il futuro. Secondo i testi finora circolati,
l'azione di riduzione non potrà più essere effettuata, a protezione
dei terzi che hanno acquisito quel bene. Se un erede legittimario
riterrà di essere stato leso nella divisione dell'eredità, può solo
fare causa alla persona che ha ricevuto quel bene in dono per
ottenere l'equivalente in denaro. Ma il bene - pensiamo per esempio
a un immobile, o alle quote societarie - non potrà essere
richiamato e riassegnato agli eredi. Le donazioni sono state molto
utilizzate anche in successioni estremamente ricche: per esempio
quella cessione a titolo gratuito della nuda proprietà delle quote
della lussemburghese Delfin è stata la via prescelta da Leonardo
Del Vecchio per far passare ai suoi sei eredi la titolarità della
holding a capo di EssilorLuxottica, anche se in questo caso
concreto le liti tra i figli e con il top manager Francesco
Milleri, destinatario di un lascito da 300 milioni di euro, sulla
chiusura della successione non dovrebbero arrivare a mettere in
discussione l'iniziale decisione paterna.
Ma che le donazioni siano il ventre debole dei passaggi
generazionali è un fatto ben conosciuto a chi segue questi temi.
Secondo quanto risulta a Milano Finanza da fonti a conoscenza del
dossier, il montante delle donazioni interessate - che di fatto
sono diventati beni bloccati, senza mercato né bancabilità - è
consistente: intorno ai 10 miliardi di valore per anno, per un
numero complessivo di atti superiore a duecentomila.
«La norma può avere implicazioni non da poco», commenta con
Milano Finanza sotto garanzia di anonimato un importante avvocato
che segue professionalmente grandi famiglie imprenditoriali e
alcune tra le cause successorie più note. «Bisogna capire bene
quale sarà il suo impatto. La norma poi potrebbe in qualche modo
combinarsi anche con quella già esistente da tempo sul cosiddetto
"patto di famiglia" che consente al testatore di assegnare a un
erede il controllo dell'azienda di famiglia, con la compensazione
in denaro o con altri beni a favore degli altri eredi: uno
strumento che consente di privilegiare la continuità e la
salvaguardia dell'azienda».
Proprio l'intervento del governo, per di più nella manovra, fa
capire quanto sia urgente anche dal punto di vista economico
intervenire sulla materia, dato che le liti successorie sono sempre
più numerose e coinvolgono gruppi molto importanti del tessuto
industriale italiano. Non ci sono solo gli Agnelli e i Del Vecchio,
ad affidare ai tribunali i loro destini e le volontà paterne. La
cronaca recente ne riporta diversi altri, clamorosi. Piuttosto
travagliate sono state anche le vicende legate alla successione di
Bernardo Caprotti, il vulcanico fondatore di Esselunga, gigante
della grande distribuzione da 4,6 miliardi di fatturato del primo
semestre, scomparso nel 2016. Il primogenito Giuseppe aveva
ricoperto nel tempo diversi ruoli in azienda, fino a diventarne
amministratore delegato nel 2002, salvo poi essere bruscamente
estromesso dal padre al culmine di crescenti dissidi che lo stesso
Giuseppe ha ricostruito di recente con un libro (Le ossa dei
Caprotti. Una storia italiana, edito da Feltrinelli). La rottura
del rapporto ebbe un inevitabile strascico in tribunale con una
causa legale che mise in discussione gli assetti della catena
milanese di supermercati e che si concluse con un lodo che ha
escluso dal gruppo i due figli avuti con la prima moglie, ovvero
Giuseppe e Violetta. Nel 2017, scomparso il patron, la terzogenita
Marina Sylvia e la madre Giuliana Albéra, titolari del 70% della
holding Supermarkets Italiani, fecero in fine valere il loro
diritto sancito dalla successione, ricomprando per 1,83 miliardi il
30% restante del veicolo, in mano a Violetta e Giuseppe.
Un patto di famiglia ha deciso le sorti della dynasty
Angelini.
Martedì 24 ottobre è arrivata la parola fine nella faida
familiare intorno alla malattia neurocognitiva di Francesco
Angelini, il 78enne imprenditore romano del colosso farmaceutico
che produce la Tachipirina, l'Amuchina e i pannolini Pampers, un
gruppo diversificato che fra pharma e finanza ha fatturato nel 2022
oltre due miliardi. Il tribunale ha appena dato ragione a una delle
tre figlie, la minore Thea Paola Angelini, in lotta per la gestione
del patrimonio del padre nominandola come amministratrice di
sostegno. L'altra figlia del patron, Maria Gioiella, si era opposta
a questa nomina, chiedendo quella di un amministratore esterno alla
famiglia perché la sorella sarebbe in conflitto di interessi.
Perché? I motivi devono ricercarsi in una controversia che si
trascina da anni. Tra il 2016 e il 2018 Thea Paola (le altre sono
la primogenita Maria Francesca e Maria Gioella, tutte e tre frutto
di tre relazioni diverse del patron) e il marito Sergio Marullo di
Condojanni avevano assunto la guida della Angelini Finanziaria, la
scatola in cima alla catena del gruppo. Il padre aveva donato a
Thea Paola il 68% della nuda proprietà della finanziaria, con
diritto di voto in assemblea ordinaria, riservando per sé il
diritto ai dividendi. Una delle sorelle, Maria Francesca, aveva
seguito la ripartizione voluta dal padre con un patto di famiglia,
accettando una quota del 16% della finanziaria e 480 milioni di
liquidazione cash, mentre l'altra sorella Gioella aveva dato il via
a una lunga battaglia legale, con richieste d'interdizione del
padre e denunce alla sorellastra per circonvenzione di incapace. I
giudici ora hanno archiviato le inchieste e confermato l'assetto
definito dato dal pater familias all'impero Angelini. Insomma,
hanno messo la parola fine.
Salvo sorprese e ricorsi.
alu
fine
MF NEWSWIRES (redazione@mfnewswires.it)
3009:48 ott 2023
(END) Dow Jones Newswires
October 30, 2023 04:50 ET (08:50 GMT)
Copyright (c) 2023 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Juventus Football Club (BIT:JUVE)
Storico
Da Nov 2024 a Dic 2024
Grafico Azioni Juventus Football Club (BIT:JUVE)
Storico
Da Dic 2023 a Dic 2024