Npl: zero penalità sulle vendite (MF)
26 Gennaio 2023 - 08:34AM
MF Dow Jones (Italiano)
Le vendite ingenti di crediti deteriorati da parte delle banche
non avranno effetti penalizzanti per il capitale fino a fine 2024.
Inoltre negli anni successivi ci sarà un modo rapido per evitare lo
svantaggio patrimoniale: il meccanismo si potrà prolungare oltre il
2024 (o riattivare in seguito) con un semplice atto delegato della
Commissione Europea, non più con una modifica legislativa che di
solito richiede anni. È quanto emerge nel testo approvato dalla
commissione economica del Parlamento Ue sull'adozione in Europa
delle regole di Basilea 3 per le banche. Dopo l'ok degli
eurodeputati inizierà il trilogo con Consiglio e Commissione.
Il via libera finale arriverà con ogni probabilità tra metà e
fine 2023. Sempre in tema di non-performing loan, è stata concessa
agli istituti specializzati una deroga al calendar provisioning,
cioè alle svalutazioni automatiche per gli npl in bilancio. In
questo modo è stata tolta una penalizzazione per i soggetti che
operano nel settore dei crediti deteriorati con licenza
bancaria.
Le norme sulle forti vendite di npl. Il problema nasce
dall'effetto sul capitale di cessioni cospicue di crediti
deteriorati. Quando una banca che utilizza i modelli interni per il
calcolo del patrimonio si libera di molti non-performing loan deve
adeguare un parametro chiamato Lgd (loss given default), ovvero la
perdita attesa in caso di fallimento, anche per i crediti in bonis.
Di conseguenza l'istituto deve assorbire più capitale anche sui
prestiti senza problemi di rimborso. L'effetto paradossale è quindi
che una forte cessione di deteriorati, pur rendendo più sicura una
banca, produce secondo Basilea un aumento dei requisiti
patrimoniali.
Perciò la legislazione Ue aveva previsto un'eccezione già in
passato (all'articolo 500 del regolamento Crr): l'effetto
penalizzante delle vendite massive di npl sul parametro Lgd è stato
annullato per i crediti deteriorati tra novembre 2016 e giugno
2022. Il Parlamento Ue ora ha allungato la facoltà fino a fine
2024. Eventuali ulteriori proroghe sono possibili con un intervento
unilaterale della Commissione. Così si è voluto velocizzare l'iter
per una nuova modifica nel caso Bruxelles prevedesse un aumento
significativo degli npl nei bilanci delle banche.
Le novità su Bankitalia, Mediobanca, Bcc e titoli di Stato.
Il testo Ue, come riportato ieri su MF-Milano Finanza, contiene
altre novità di rilievo per le banche italiane. Le quote detenute
nella Banca d'Italia saranno considerate a rischio zero e quindi
avranno ponderazione di capitale pari a zero. Il beneficio del
Danish Compromise sulle partecipazioni assicurative delle banche,
in scadenza a fine 2024, diventerà a tempo indeterminato. Così
Mediobanca non avrà più la pressione patrimoniale a ridurre la
quota in Generali. Inoltre ci sarà un trattamento più favorevole
per gli interessi di minoranza delle banche controllate (non al
100%) da holding.
Il testo prevede anche una maggiore proporzionalità e minori
oneri burocratici per le Bcc, sottoposte alla Vigilanza della Bce
poiché parte di gruppi cooperativi (ieri Federcasse ha accolto con
favore le novità dall'Ue). Inoltre entro fine anno sarà con ogni
probabilità approvata anche l'estensione di tre anni, cioè fino al
2025, dello scudo per neutralizzare l'effetto sul patrimonio
bancario delle variazioni di prezzo dei titoli di Stato (quelli
disponibili per la vendita). Questa norma non è stata inclusa nel
testo del Parlamento, ma è in quello del Consiglio Ue.
red
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