Sanità: il pharma rimane zavorrato (MF)
31 Maggio 2022 - 8:50AM
MF Dow Jones (Italiano)
C'è un settore industriale per il quale inflazione e rischio
recessione potrebbero comportare, paradossalmente, una contrazione
dei prezzi. E questo settore è quello farmaceutico. A lanciare
l'allarme è stato ieri, nella sua lettera agli azionisti,
l'amministratore delegato del colosso giapponese Takeda, Christophe
Weber, che ha spiegato nella sua lettera agli azionisti come i
governi dei Paesi occidentali, stretti tra guerra in Ucraina,
strascichi della pandemia e contrasto al cambiamento climatico,
potrebbero essere costretti a rivedere i loro budget sanitari,
imponendo all'industria il taglio dei prezzi dei medicinali. Costi
minori, ovviamente, si tradurrebbero in minori investimenti in
ricerca, o nel mancato rinnovo dei brevetti per i farmaci generici
(equivalenti, in termine tecnico), che stanno già scomparendo dagli
scaffali delle farmacie. Uno studio della società di consulenza
Capgemini, non a caso, ha mostrato come un aumento anche modesto
dei costi sostenuti dai produttori (4-5%) mette a repentaglio un
farmaco a brevetto scaduto su cinque.
La ragione dei timori di Weber, scrive MF, è essenzialmente di
tipo regolamentare. Nel pharma, infatti, a differenza di altre
industrie, ai produttori risulta complesso scaricare i prezzi sui
consumatori finali, perché a condurre le negoziazioni con le
società sono direttamente i governi, che possono così esercitare
una pressione al ribasso sui prezzi. Le radici vanno rintracciate
nell'ultima recessione mondiale, quella del 2008-09: in
quell'occasione, soprattutto a livello di Unione Europea, sono
state attuate importanti riforme regolamentari che hanno calmierato
i prezzi dei farmaci, imponendo paletti piuttosto rigidi che le
imprese fanno fatica a oltrepassare, e che difficilmente permettono
di compensare i costi crescenti di materie prime ed energia.
E ora, se la storia dovesse ripetersi, le autorità potrebbero
scegliere di agire ancora sui costi dei medicinali, esercitando
un'ulteriore pressione al ribasso non più sostenibile per i
produttori. «A seconda dello stato di qualsiasi recessione, se c'è
una grande pressione sui budget del governo, è possibile assistere
a un aumento della pressione sui prezzi», ha affermato sulle
colonne del Financial Times Evan Seigerman, analista
biofarmaceutico presso Bmo Capital Markets. Tolta la leva dei
prezzi (quella che sta utilizzando ad esempio il settore
alimentare), le big pharma potrebbero essere quindi costrette a
fare margine tagliando altre spese, come quelle in innovazione:
dopo la pandemia da Covid-19, un rischio non certo irrilevante per
la tenuta dei sistemi sanitari.
red/lde
MF-DJ NEWS
3108:33 mag 2022
(END) Dow Jones Newswires
May 31, 2022 02:35 ET (06:35 GMT)
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