Tim: tempi lunghi per rete (MF)
27 Gennaio 2023 - 10:25AM
MF Dow Jones (Italiano)
Per definire la vicenda che riguarda Tim e la rete nazionale
servirà del tempo, qualcuno dice sei mesi, altri nove, ma di sicuro
tempo. Si tratta di una consapevolezza che sta pian piano emergendo
tra i partecipanti al tavolo del ministero delle Imprese e del Made
in Italy.
Lo scrive MF-Milano Finanza sottolineando che non c'è nessuna
corsa, nessuna fretta, per due motivi: il primo e più importante è
che l'azienda non è a rischio e non necessita di interventi urgenti
come qualcuno ha sostenuto nel corso delle ultime settimane e il
secondo -che deriva dal primo- è che se Tim non è in sofferenza ci
si può concentrare a lavorare su interventi strutturali a lungo
termine. L'appuntamento di ieri è stato presieduto dal capo di
gabinetto del ministero di Adolfo Urso, Federico Eichberg, e ha
visto la partecipazione di Angelo Borrelli (capo del dipartimento
per la Trasformazione Digitale) e tre esponenti della Presidenza
del Consiglio. Per Cdp era presente invece l'amministratore
delegato di Cdp Equity Francesco Mele assieme all'advisor Credit
Suisse, mentre per Vivendi c'erano Alessandro Daffina di
Rothschild, advisor del gruppo francese, assieme a Carmen Zizza,
advisor per i rapporti con il governo, e ai consulenti Irving
Bellotti e Daniele Ruvinetti. All'incontro - come anticipato da
MF-Milano Finanza - ha preso parte anche l'ad di Tim Pietro
Labriola assieme al chief public affairs & security officer
Eugenio Santagata. Oggetto del tavolo sono stati i tanti incentivi
allo studio per il settore delle tlc, dalle tariffe Agcom alle
politiche per considerare gli operatori soggetti energivori, dai
limiti delle frequenze del 5G all'ipotesi di abbassamento dell'Iva
per i gruppi tlc.
Un lungo elenco composto da più di una decina di punti e proprio
alla luce dei tanti possibili interventi si spiega il perché il
tema dell'acquisto di Netco non sia stato discusso. Nell'ipotesi
che tutte le misure ipotizzate dovessero entrare in vigore,
l'impatto per Tim (e per gli altri operatori) sarebbe tale da
cambiare quasi radicalmente i conti e i numeri. Solo in quel
momento si potrebbe davvero valutare una proposta per la società di
telecomunicazioni. Labriola, a quanto risulta, avrebbe anche
rassicurato sulla tenuta e sulla solidità dell'azienda,
testimoniata anche dal recente collocamento di un bond da 850
milioni. La strada tracciata a questo punto dovrebbe prevedere una
prima fase nella quale verificare i numeri legati agli incentivi
(gli advisor Rothschild e Credit Suisse sarebbero già pronti a
mettersi al lavoro sul tema) e una seconda fase che andrà a testare
l'effettiva volontà politica di rendere effettive ed efficaci
queste misure. Risultato? Mesi di lavoro, non settimane. Con
l'obiettivo però di identificare misure strutturali a sostegno del
settore.
Un primo test sui conti di Tim si avrà il prossimo 14 febbraio,
giorno del cda sui conti del 2022. Ieri in merito si è espressa
Fitch, secondo la quale il bond emesso dalla società migliora la
posizione di liquidità del gruppo nel breve periodo, in vista delle
scadenze del 2023 e 2024. Per l'agenzia di rating l'outlook di Tim
potrebbe passare a stabile con un miglioramento del profilo di
liquidità del gruppo, legato a ebitda sopra le attese, aiutato da
un sostenuto miglioramento nel business domestico, a flussi di
cassa più forti e a un successo nel rifinanziamento del debito.
Fitch ha comunque rilevato che l'emissione da 850 milioni «migliora
la posizione di liquidità a breve termine di Tim, ma non è ancora
sufficiente ad alleviare i rischi di credito che si riflettono
nell'outlook negativo» assegnato al rating di gruppo.
alu
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2710:09 gen 2023
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January 27, 2023 04:10 ET (09:10 GMT)
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