Italvolt: in bilico la gigafactory (MF)
26 Gennaio 2023 - 8:49AM
MF Dow Jones (Italiano)
Le tante promesse difficilmente saranno mantenute.
Il progetto di Italvolt, una delle gigafactory più grandi
d'Europa (da 4 miliardi di euro) che sarebbe dovuta sorgere a Ivrea
nell'ex area Olivetti, rischia restare tale e non vedere la luce.
Dopo aver annunciato un accordo di partnership tecnologica con
l'israeliana StoreDot pochi giorni fa, l'imprenditore svedese Lars
Carlstrom è uscito allo scoperto dichiarando l'impossibilità di far
partire il progetto nel sito che avrebbe dovuto ospitare la
fabbrica da 45 Gwh di batterie completamente sostenibili
(sufficienti per alimentare 550 mila auto elettriche all'anno).
Sui terreni vigeva un accordo di esclusiva con Prelios che,
nonostante le dichiarazioni del magnate svedese, non è stato
rinnovato. Il motivo? Secondo Carlstrom, c'è un problema che
riguarda la connessione alla rete elettrica degli impianti. In
sostanza la fabbrica consuma una quantità di energia enorme, pari
quasi all'1% di tutta l'energia elettrica disponibile in Italia.
Perciò è necessario avere un'infrastruttura potente di cui, secondo
Carlstrom, il sito di Ivrea non è dotato.
Si potrebbero avviare lavori per il potenziamento delle rete, ma
l'imprenditore ha stimato almeno quattro anni per un simile
intervento. Il che non permetterebbe però di partire con la
produzione nel 2025. Alla luce di questa situazione gli addetti si
stanno ponendo numerosi interrogativi. Il primo, che potrebbe
trovare maggiori risposte, riguarda la possibilità di individuare
un'altra zona in cui sviluppare la gigafactory. Per il fondatore
aspettare quattro anni è impossibile, per cui avrebbe già fatto
sapere di sondare altre zone in Piemonte che sarebbero candidate
valide a sostituire il sito di Scarmagno (Ivrea).
L'altra domanda che si stanno ponendo operatori interessati alla
partita è tanto banale quanto fondamentale: come è stato possibile
accorgersi soltanto ora dell'inadeguatezza della rete? Come è stato
possibile scegliere un sito senza aver condotto una due diligence
approfondita sin da subito?
A domanda, la società ha fatto sapere a MF-Milano Finanza che
"non era visibile nella prima serie di rilevazioni che Terna ha
condiviso a fine 2022: le prime indicazioni mostravano che si
poteva disporre di energia sufficiente per un massimo di 2 linee su
6".
Al momento Italvolt ha speso 10 milioni nel sito (una briciola
rispetto ai 4 miliardi di euro cui ammonta il costo complessivo del
progetto) per lavori d'ingegneria e perizie. Carlstrom ha comunque
intenzione di andare avanti, soprattutto perché a livello
burocratico sarebbe già tutto pronto. In caso, servirebbe un
partner che metta equity. Anche perché la società nel bilancio 2021
ha evidenziato una perdita di 854.739 euro a fronte di un ebitda
negativo per 853.473 euro.
red
fine
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2608:33 gen 2023
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