Pnrr: colossi di Stato in aiuto del governo da cattura CO2 a pannelli solari (Rep)
25 Aprile 2023 - 10:36AM
MF Dow Jones (Italiano)
Pnrr: Palazzo Chigi chiama, i colossi di Stato rispondono. Per
non perdere i fondi europei, visti i ritardi accumulati e i primi
obiettivi tagliati, il governo ha pensato bene di "arruolare" le
aziende pubbliche. Lo scopo? Prendere progetti che le società
controllate dal Tesoro hanno pianificato per i prossimi anni e
indirizzarli verso l'Europa per non perdere risorse preziose.
Ma non saranno coinvolti solo i colossi, da Eni a Enel. L'ultima
chiamata, si legge su Repubblica, l'ha ricevuta Utilitalia. Alla
federazione delle aziende dei servizi pubblici dell'acqua e del
gas, il governo ha chiesto di sondare le associate. Sono chiamate
ad assorbire quel pezzo Pnnr che non marcia: i loro progetti
finiranno nel RepowerEu, il fondo nato a Bruxelles per liberarsi
dalla dipendenza del gas russo.
Ma in cosa consiste esattamente l'idea del governo? Lo schema
prevede di spostare i progetti del Pnrr ritenuti irrealizzabili
entro il 2026: accederanno ai fondi strutturali Ue 2021-2027, che
ha una rendicontazione più lunga, fino al 2029, e nel Fondo per lo
sviluppo e la coesione, che non ha una scadenza. Le somme
recuperate dal travaso di questi investimenti andranno ad
alimentare RepowerEu.
I calcoli sono in corso, ma l'ammontare del plafond potrebbe
arrivare fino a 10-15 miliardi, che andrebbero ad aggiungersi ai
circa 6 miliardi già sicuri, tra i proventi delle aste per le
emissioni di CO2 e il 7,5% dei fondi di coesione. Di sicuro, il
governo non avrà difficoltà a trovare i progetti con cui
"soddisfare" Bruxelles. I grandi gruppi statali hanno presentato un
ampio portafoglio di progetti tutti nell'ambito della transizione
energetica, così come la intende l'Ue. Ecco perché Eni (assieme a
Snam) ha proposto un sistema per la cattura e il riutilizzo della
CO2 al largo di Ravenna: le emissioni delle aree industriali
verranno recuperate e stoccate nei giacimenti esausti sotto
l'Adriatico. Anche i progetti offerti da Snam hanno a che fare con
il gas; ha messo a disposizione il completamento del gasdotto
appenninico necessario per il passaggio del gas proveniente dal
nord Africa verso l'Europa settentrionale.
Enel ha puntato alla riconversione green. Al primo posto
troviamo l'ampliamento della fabbrica di pannelli fotovoltaici di
Catania, destinata a diventare una delle più grandi d'Europa per
limitare la dipendenza dai prodotti cinesi. A questo si aggiungono
gli investimenti sulle reti di distribuzione, fino a 3,5 miliardi.
Di reti parla anche Terna avendo proposto la realizzazione di tre
elettrodotti, tutti sottomarini: il ramo est (tra Termini Imerese e
Battipaglia del Tyrrhenian Link), il raddoppio del cavo che collega
Italia e Montenegro, nonché il potenziamento di quello tra Toscana
e Sardegna che passa dalla Corsica. Tra le partecipate concorre
anche Italgas, con infrastrutture per la mobilità a idrogeno.
Mentre Ferrovie ha portato il rifacimento delle sottostazioni
elettriche, in modo da collegare fotovoltaico, sistemi di accumulo
e digitalizzazione delle reti.
In realtà, il perimetro dei progetti è più ampio. Andranno
sfoltiti, oltre che tarati sulla logica di RepowerEu, centrata
sulla decarbonizzazione. Un assemblaggio tutt'altro che facile
perché alcuni investimenti sono legati ai combustibili fossili. E
qui la questione si fa anche politica. Mercoledì, nell'aula della
Camera dei deputati, sarà esaminata una mozione che riguarda
proprio questo aspetto. Alcuni dei progetti sono stati attenzionati
dai 5 Stelle. "Tali progetti - si legge nel testo - oltre a
rafforzare la conservazione di un modello fondato sull'impiego
delle fonti fossili in particolare del gas, sono in contraddizione
alla comunicazione sul RepowerEu". Tutte questioni a cui Palazzo
Chigi è pronto a replicare: i progetti, riferiscono fonti di
governo, saranno tutti in linea con le indicazioni dell'Ue su
RepowerEu.
cos
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April 25, 2023 04:21 ET (08:21 GMT)
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