PER SALVARE L'ITALIA: il risparmio moltiplica il Pnrr (MF)
23 Agosto 2022 - 08:17AM
MF Dow Jones (Italiano)
Nell'ambito della campagna Per Salvare l'Italia promossa da
MF-Milano Finanza e da tutti i media di Class Editori proponiamo
l'intervento di Marco Morelli, executive chairman Axa Im,
professore incaricato università Luiss.
Il risparmio nel nostro Paese è sempre stato un tema molto
dibattuto, trasversale e talvolta controverso. Riguarda ognuno di
noi e ogni cittadino è direttamente coinvolto nelle decisioni a
tutela della propria ricchezza ed il suo patrimonio.
Alcuni numeri per meglio comprendere la rilevanza di questo tema
nel nostro Paese in un momento in cui l'Europa comunitaria ha messo
a disposizione del nostro Paese strumenti come il NexgenEu ed il
Pnrr solo due anni fa inimmaginabili. L'household wealth - la
ricchezza delle famiglie italiane - si attesta secondo Bankitalia a
circa 11.000 mld di euro, circa 7 volte il pil italiano e 4 volte
l'attuale stock di debito pubblico. Il 56% di questi 11.000 mld è
rappresentato dai cosiddetti attivi non finanziari; in grossa parte
beni immobili residenziali primari o secondari. Il 44% (circa
5.000mld) sono attivi finanziari legati ad investimenti sui
mercati, secondo Consob: il 43% delle famiglie detengono
certificati di deposito/buoni postali, il 25% titoli di stato
italiani, il 24% fondi d'investimento, il 14% wealth management, il
13% prodotti finanziari assicurativi, il 12% azioni quotate
italiane, l'8% securities estere, l'8% obbligazioni emesse da
banche italiane, il 7% pir. Percentuali minime in derivati e titoli
di aziende non quotate. Ultimo dato interessante, solo il 24% di
quanto investito in fondi d'investimento è oggi canalizzato su
prodotti puramente azionari, secondo Assogestioni.
Dunque il nostro è uno dei Paesi con il più alto tasso di
risparmio privato molto concentrato su immobili e titoli di stato -
un plus invidiabile a sostegno dell'indebitamento pubblico - ma
poco focalizzato al supporto al Corporate Italia ed alle sue
strategie di crescita interna ed esterna, di investimenti sul
digitale, sulle infrastrutture e su tutto quanto è legato alla
transizione verso una vera e sostenibile green economy. Il
risparmio italiano può aiutare il nostro sistema di medie piccole
imprese?
Le imprese italiane si sono ben difese da un punto di vista
finanziario durante gli anni della pandemia grazie ai sussidi ed
alle garanzie pubbliche messi tempestivamente a disposizione.
Nonostante la visibile recessione, se analizziamo il rapporto
debito corporate totale (prestiti bancari + strumenti di capitale
emessi)/pil 1 trimestre 2022 per l'Italia, siamo al 69,7% rispetto
al 70,2% della Germania, al 160,2% della Francia ed al 98% della
Spagna (dati delle banche centrali nazionali a giugno 2022). Il
settore privato è meno indebitato di quello pubblico nel nostro
Paese in termini relativi.
Il paradosso italiano è che il basso livello di funding esterno
del sistema corporate Italia è di buon auspicio nel momento in cui
si va verso un periodo di tassi d'interesse più alti ma è anche
conferma di un perdurante, pluriennale stato di bassi investimenti
che innescano bassa produttività e risibile crescita che a loro
volta determinano: un atteggiamento molto più stringente e
guardingo da parte del sistema bancario nel concedere nuovo credito
al sistema imprese e una quasi impossibilità di accesso diretto ai
mercati azionari ed obbligazionari per le pmi.
Semplificando: le famiglie ed i grandi intermediari (fondi
pensione, casse di previdenza, assicurazioni) prediligono
l'investimento in debito pubblico, le banche investono una buona
parte del proprio attivo in debito pubblico a scapito
dell'erogazione del credito a sostegno del sistema imprese (più
rischioso nei momenti di ciclo macro negativo ai fini della
protezione dei requisiti patrimoniali imposti) e diversi
imprenditori preferiscono sovente investire in immobili o (!)
debito pubblico piuttosto che nella crescita della propria
azienda.
Viviamo attualmente nel nostro Paese un momento di grande
cambiamento politico interno e di evoluzione nei rapporti e nelle
dinamiche a livello europeo ed internazionale.Abbiamo a
disposizione una invidiabile ricchezza in mano alle famiglie ed un
tessuto imprenditoriale spesso citato come esempio da imitare.
L'Europa ha messo a disposizione dell'Italia 80 miliardi di
sussidi a fronte di necessarie riforme ed altri 120 miliardi a
costo praticamente zero. Il piano più imponente a livello di
singolo Paese ma non sufficiente a coprire il vero fabbisogno,
pluriennale, necessario per una vera transizione.Gli intermediari
finanziari hanno da tempo un peso molto rilevante nella gestione
del risparmio delle famiglie e nel potenziale sostegno alla
crescita del sistema delle pmi italiane. Il settore pubblico, chi
avrà la responsabilità di governare nel nostro Paese nei prossimi
anni, potrebbe prevedere nell'ambito del piano italiano NextgenEu
un ruolo attivo e chiaro per le società di asset management insieme
agli organi di vigilanza preposti alla tutela del mercato nello
studiare iniziative e prodotti d'investimento per le famiglie
mirati ad aziende che seguono le linee guida imposte nel settore
pubblico ai sensi del Pnrr. Ad esempio: investimenti in
infrastrutture, nuovi sistemi di formazione del personale,
trasformazione dei sistemi di logistica e di It, transizione nella
cosiddetta green economy, evoluzione del modello tradizionale
funding-investimento-servizio del debito-rimborso del capitale.
Prendiamo ad esempio il tema degli investimenti «Socialmente
Responsabili» con strategie mirate al tema Esg. Fino a poco tempo
fa era sostanzialmente una dichiarazione d'intenti ad alto livello,
un messaggio quasi subliminale che non aveva un vero impatto sulle
regole di governance delle aziende quotate.Oggi è una vera
priorità. Le società che investono fondi per conto di terzi in
strumenti liquidi o illiquidi («alternative investments») hanno
sviluppato strategie d'investimento, metriche di misurazione dei
parametri e dei risultati e regole d'ingaggio con il top management
delle società quotate molto più chiare ed efficaci in un'ottica di
continuo scambio per affrontare questa transizione in modo
congiunto. Comunque in continua evoluzione.
Approccio che potrebbe essere replicato per provare a costruire
un nuovo paradigma: il settore pubblico, oggi alle prese con la
messa a terra del Pnrr, sfrutta tale opportunità per studiare
insieme alle società di asset management e le autorità di vigilanza
poche ma mirate iniziative per promuovere iniziative di
investimento per il settore privato legate al sostegno della fase
di «transizione» del nostro mondo corporate. Le leve agibili
potrebbero essere, ad esempio, la fiscalità ridotta sui ritorni
generati nel tempo da questi investimenti, il taglio minimo
necessario, regole ad hoc per un collocamento facilitato attraverso
gli intermediari abilitati, la possibilità di associare tale
prodotto d'investimento ad altri già presenti nel portafoglio del
cliente a costi ridotti. Possiamo aiutare l'evoluzione del
risparmio di noi cittadini verso forme più socialmente sostenibili
ed utili identificando una regia chiara, un metodo di condivisione
veloce ed adottando pochi strumenti facilmente misurabili.
red
MF-DJ NEWS
2308:00 ago 2022
(END) Dow Jones Newswires
August 23, 2022 02:02 ET (06:02 GMT)
Copyright (c) 2022 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Axa (EU:CS)
Storico
Da Nov 2023 a Dic 2023
Grafico Azioni Axa (EU:CS)
Storico
Da Dic 2022 a Dic 2023