Tim: le fatiche di Labriola (Mi.Fi.)
11 Luglio 2022 - 8:31AM
MF Dow Jones (Italiano)
Alzato il velo sul piano di sviluppo di Tim, con tanto di
dettagli e stime sui numeri dell'azienda, adesso si tratta di far
accadere quanto è stato scritto nelle slide. «Dico quello che penso
e faccio quello che dico», ha sottolineato l'ad, Pietro Labriola,
mentre illustrava le novità per il futuro di Telecom. Di fronte ha
una serie di sfide che, se superate, lo proietterebbero
probabilmente in una sorta di Olimpo dei manager, visto che molti
sono convinti che il compito dei prossimi anni non solo sia
complesso, ma proprio impossibile. Ecco le 12 fatiche che si
troverà ad affrontare Labriola sul suo cammino, scrive Milano
Finanza.
La separazione di Netco. Per certi versi è lo step più facile,
perché dipende solo da Telecom e dai suoi manager. Fondamentale
perché molto del futuro del piano ruota attorno a questo tassello
epocale. Separare la rete è la strada perché Tim non sia più
operatore verticalmente integrato.
La sfida francese. Il principale azionista Vivendi sostiene che
Netco valga 31 miliardi. I francesi peraltro sostengono che una
volta stabilito un prezzo, la cessione dovrebbe implicare un premio
di controllo. Sedersi al tavolo con Open Fiber con un valore
iniziale credibile di Netco potrebbe essere fondamentale ai fini
dell'accordo finale.
Rassicurare Kkr. Il fondo americano è già azionista di Fibercop
e gode di ritorni sull'investimento garantiti e soddisfacenti. Il
gradimento di Kkr non sarà determinante o vincolante, ma un
eventuale maggiore coinvolgimento economico del fondo potrebbe
determinare minori esborsi per altri soggetti.
L'accordo con Open Fiber. Una volta risolti gli eventuali
conflitti tra gli azionisti di casa, si tratterà di arrivare a
un'intesa con Open Fiber che procederà su due livelli, quello
finanziario con Cdp e Macquarie e quello industriale con la società
guidata da Mario Rossetti.
Execution. In teoria il 31 ottobre dovrebbe arrivare l'offerta
vincolante di Open Fiber per Netco. La verità è che non ci crede
quasi nessuno. La sfida dei tempi, tutta legata alla capacità di
execution, sarà una di quelle che gli investitori guarderanno con
più attenzione.
Enterprise. Per Labriola il valore della società ha stupito lo
stesso management di Tim. Integrare le funzioni di cloud, data
center, cybersecurity e IoT dovrebbe garantire efficienza e
redditività. Molti fondi (a partire da Cvc) stanno valutando
l'acquisto di una quota di minoranza e la valorizzazione dell'asset
potrebbe dare un segnale del nuovo corso di Tim.
Maledetto debito. C'è un grosso peccato originale che da anni
grava come un macigno su Tim ed è il suo debito. La sfida della
riduzione dell'indebitamento ha fiaccato molti dei ceo che hanno
preceduto Labriola. Una volta separata Netco, l'obiettivo per
ServiceCo (ossia Brasile, più Enteprise più Consumer) è di avere un
debito inferiore a 5 miliardi.
Tagli al personale. Labriola ha parlato di esodi volontari e nel
piano ha già stanziato una cifra importante destinata agli esuberi.
Resta la sfida di ridurre il personale di quasi 10.000 unità (tra
tutte le unità) in meno di 10 anni.
Far rinascere le tlc. Questa sfida non dipende da politica,
regolatori, azionisti, ma dalla capacità di operare il turnaround
del business tradizionale. Labriola dovrà passare da tanti clienti
poco redditizi a forse un po' meno clienti, ma che generano
maggiore valore aggiunto.
Far salire il titolo. Questa sembra proprio una fatica degna di
Ercole, perché da 20 anni le azioni Telecom continuano a scendere
quasi inesorabilmente. A marzo 2022 è stato toccato il minimo
storico di 0,236 euro e ora a ridosso del piano sono intorno a
0,258 euro. Kkr aveva offerto 0,505 euro per azione e l'obiettivo
sarà dimostrare che rifiutare quella offerta è stata una buona
scelta.
Distribuire dividendi. Tra le mosse più criticate della recente
gestione di Tim c'è stato il congelamento della distribuzione di
cedole per i detentori dei titoli risparmio. Tornare a remunerare
gli azionisti potrebbe ridare appeal al titolo e invertire la
sensazione di una società che fatica a generare ricchezza.
Consolidamento. Labriola lo dice ogni volta che ne ha occasione:
così com'è, il mercato italiano delle tlc non è sostenibile.
Servono troppi investimenti a fronte di ritorni incerti a causa di
una competizione agguerrita sui prezzi. La sfida sarà essere
protagonisti del cambiamento, dalla condivisione delle
infrastrutture mobili fino all'm&a tra operatori.
red
MF-DJ NEWS
1108:15 lug 2022
(END) Dow Jones Newswires
July 11, 2022 02:16 ET (06:16 GMT)
Copyright (c) 2022 MF-Dow Jones News Srl.
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