Fisco: da Casmef-Luiss dura critica a tassa di scopo sui tabacchi
16 Novembre 2017 - 5:34PM
MF Dow Jones (Italiano)
"Dopo aver giustamente ritirato l'emendamento al decreto legge
fiscale che aveva per oggetto l'adeguamento tecnico delle
disposizioni in materia di tabacchi lavorati e che, di fatto,
introduceva un aumento delle tasse sulle sigarette di prezzo basso,
l'assalto alle tasche dei fumatori continua sotto altra forma. È
infatti all'esame della Commissione Bilancio del Senato un altro
emendamento, il 41.0.36, questa volta al Dl Bilancio, finalizzato
all'introduzione di una tassa di scopo di un centesimo a sigaretta
per finanziare, almeno apparentemente, il fondo per l'acquisto di
farmaci oncologici innovativi".
Questo il commento del Professor Marco Spallone, vicedirettore
del Casmef dell'Università Luiss Guido Carli, aggiungendo che
"circa il ruolo delle tasse di scopo, esiste una letteratura
accademica sconfinata: il loro presupposto è che lo scopo sia
chiaramente identificato e non modificabile, condizione
quest'ultima che non sembra garantita dall'orizzonte temporale
limitato dell'emendamento. Tralasciando, comunque, le perplessità
legittime di chi teme che uno scopo nobile rappresenti solo una
giustificazione per continuare ad aumentare il prelievo fiscale
senza tagliare la spesa pubblica improduttiva, il punto da
affrontare è quello della differenza tra le conseguenze auspicate
di un intervento e quelle effettivamente realizzate".
"Il nuovo emendamento prevede aumenti delle entrate pari a circa
600 milioni di euro: è un'illusione", prosegue Spallone. "Quello
dei tabacchi è un mercato maturo ed è quantomeno ingenuo pensare
che si possa aumentare il gettito fiscale che genera (ad oggi il
settore porta nelle casse dell'erario circa 14 miliardi di euro tra
accise e Iva), attraverso interventi estemporanei, senza che vi sia
una rivisitazione complessiva della fiscalità, basata sull'analisi
oggettiva dei risultati dell'ultima riforma e condivisa da tutti
gli operatori di mercato".
Di nuovo, continua Spallone, "si tenta di intervenire sulla
fiscalità dei tabacchi senza valutarne la complessità, e senza una
relazione tecnica che ne valuti l'impatto effettivo. Non sono
ancora certificati gli effetti degli aumenti della tassazione sui
prodotti di prezzo basso decisi a giugno 2017, ma è plausibile
prevedere con i dati attualmente a disposizione che le proiezioni
di aumento del gettito erano illusorie. Il motivo è semplice da
intuire per tutti. I consumatori reagiscono agli interventi di
natura fiscale, che a loro volta implicano aumenti dei prezzi,
perché la loro domanda è elastica. E l'elasticità è la conseguenza
del comportamento razionale di chi riduce il consumo di un bene
diventato troppo costoso, ma anche del comportamento obbligato di
chi non ha alternative, data la limitata capacità di spesa".
Quando le alternative legali non ci sono, purtroppo, si prepara
il campo per quelle illegali, aggiunge Spallone. "In Italia le
politiche fiscali hanno permesso di tenere sotto controllo il
fenomeno del contrabbando, limitandolo a livelli inferiori rispetto
alla stragrande maggioranza dei Paesi Europei. Un aumento del
prezzo delle sigarette, forte e repentino, come quello che
conseguirebbe all'introduzione della tassa di scopo, potrebbe
riportare il problema del contrabbando alla ribalta, con
conseguenze negative per le entrate erariali, per la sicurezza
pubblica e, in ultimo, per la salute dei cittadini che si dichiara
invece di voler tutelare. Abbiamo già segnalato nei giorni scorsi
il caso della Grecia, dove il ribaltamento repentino dello schema
delle accise nel 2012 ha annullato la sostenibilità del mercato,
rotto equilibri consolidati e affossato il gettito: il maggior
carico fiscale e le variazioni di prezzo dei prodotti di fascia
bassa hanno infatti rappresentato uno shock per i consumatori,
riducendo i volumi di mercato e favorendo la crescita esponenziale
del contrabbando, che ha raggiunto il secondo livello più alto
d'Europa con una perdita, in termini di mancate entrate erariali
per il solo 2016, pari a 600 milioni di euro".
Per tornare ai numeri: introdurre un aggravio fiscale di 1
centesimo a sigaretta, non significherebbe introdurre un aumento di
20 centesimi su ogni pacchetto di sigarette. L'attuale tassazione
sui tabacchi prevede meccanismi automatici di adeguamento delle
imposte al variare del prezzo medio: l'inasprimento del prelievo
conseguente all'introduzione della tassa di scopo si tradurrebbe in
aumenti di prezzo di circa 50 centesimi, un'enormità se si pensa
che aumenti molto inferiori indotti dagli interventi fiscali di
giugno hanno provocato una rilevante perdita di gettito.
"In verità", conclude Spallone, "qualche buona notizia per
l'erario arriva dalla recente sentenza della Corte Costituzionale,
che giudica legittimo tassare i liquidi delle sigarette
elettroniche, anche quelli che non contengono nicotina, alla stessa
stregua dei prodotti del tabacco. Forse da un comparto in forte
crescita, come quello delle sigarette elettroniche, si possono
ricavare le risorse necessarie per far fronte alle esigenze di
bilancio, fermo restando il fatto che anche per i liquidi esistono
alternative illegali, alle quali i consumatori finiranno col
rivolgersi in caso di un eccesso di tassazione. Sembra proprio
giunto il momento di un cambio di rotta. Ogni intervento sulla
tassazione dei tabacchi deve essere il risultato di una valutazione
attenta, che consideri non solo le mal riposte speranze
dell'Erario, ma anche le reazioni dei consumatori. Una volta
riformata organicamente la tassazione sui tabacchi, riprendendo gli
aspetti positivi della corrente legislazione e correggendone quelli
negativi, nessun intervento discrezionale ed estemporaneo, dettato
da esigenze di cassa più o meno condivisibili, potrà o dovrà essere
proposto perché rischioso per tutti: i consumatori, l'Erario,
l'industria. Piuttosto, sostenibilità, stabilità e prevedibilità
dovrebbero essere i capisaldi di una riforma organica e complessiva
della fiscalità di questo settore, coinvolgendo tutti gli attori
coinvolti e non affidandosi a strumenti dell'ultima ora e dettati
dall'urgenza. Un esempio a cui puntare potrebbe essere
l'introduzione di un calendario fiscale sul modello tedesco,
ancorato all'inflazione, che in Germania ha portato (pianificazione
2011-2015) ad un aumento generalizzato della tassazione ma
consentendo all'Erario di realizzare, nel contempo, un gettito
complessivo superiore alle previsioni di ben 2,4 miliardi di
euro".
com/alb
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November 16, 2017 11:19 ET (16:19 GMT)
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