Scuola: per 9 italiani su 10 povertà educativa minori fenomeno grave
18 Novembre 2019 - 7:23PM
MF Dow Jones (Italiano)
Per quasi 9 italiani su 10 la diffusione della povertà educativa
è un fenomeno grave e per l'83% degli intervistati le azioni di
contrasto sono importanti per lo sviluppo del Paese.
È quanto emerge dall'indagine demoscopica realizzata da
Demopolis per l'impresa sociale con i Bambini nell'ambito del Fondo
per il contrasto della povertà educativa minorile, in vista della
Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza del 20 novembre. Per l'opinione pubblica è la
disattenzione dei genitori (76%) la principale causa del fenomeno.
Due intervistati su tre citano le condizioni di disagio sociale
(67%), di svantaggio economico (64%), di conflittualità familiare
(62%). Il 59% segnala il degrado dei quartieri di residenza fra le
cause della povertà educativa. Inoltre, circa uno su due segnala la
frequenza scolastica irregolare, gli stimoli inadeguati, le scarse
occasioni culturali e del tempo libero, l'uso eccessivo dei social
network. La scuola da sola non basta più.
Le maggiori preoccupazioni avvertite dagli italiani, con
riferimento ai minori, sono fenomeni per lo più adolescenziali: la
dipendenza da smartphone e tablet (66%); bullismo o violenza (61%);
la crescente diffusione della droga (56%), l'aggressività nei
comportamenti (52%).
In un contesto in cui le disuguaglianze sociali ed economiche
continuano ad aumentare, per il 63% degli italiani intervistati da
Demopolis le probabilità di un ragazzo nato da una famiglia a basso
reddito di avere successo sono oggi più basse rispetto a 20 o 30
anni fa. Del resto, secondo l'indagine, solo l'11% degli
intervistati concorda sull'assunto che la scuola sia l'unica
istituzione deputata alla crescita dei ragazzi, mentre emerge una
nuova consapevolezza che la responsabilità della crescita dei
minori è di tutta la comunità (46%).
"La povertà educativa è strettamente legata a quella economica,
come viene percepito anche dal 64% dei cittadini, ma il fenomeno ha
una portata più ampia", ha dichiarato il vice ministro Stefano
Buffagni, pPresidente del Comitato di Indirizzo Strategico del
Fondo. "E' inaccettabile che 1,2 milioni di minori siano costretti
a vivere sotto la soglia di povertà e che in numero ancora maggiore
abbiano negate le opportunità di costruire un domani migliore.
Stiamo lavorando come Governo per permettere alle tante famiglie di
uscire fuori da questa condizione con interventi concreti sul
territorio rafforzando il ruolo delle comunità educanti. Come Mise
anche attraverso il rilancio delle imprese per garantire lavoro e
sviluppo. Il punto però è che non si può attendere che i genitori
abbiano trovato lavoro per garantire l'educazione e il futuro ai
propri figli".
"I dati dell'indagine di Demopolis confermano che tra gli
italiani è largamente diffusa la consapevolezza che il contrasto
alla povertà educativa minorile è cruciale per lo sviluppo del
Paese", ha commentato Francesco Profumo, Presidente di Acri.
"Questa è una delle idee alla base dell'avvio del Fondo per il
contrasto della povertà educativa minorile, promosso da Fondazioni
di origine bancaria, Governo e Forum Nazionale del Terzo settore,
che proprio su questo fronte ha stabilito di intervenire. Offrire
ai giovani opportunità concrete per formarsi e crescere liberi,
coinvolgendo le comunità, è la chiave su cui puntare per
contribuire a contrastare la povertà", ha concluso.
pev/alu
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November 18, 2019 13:08 ET (18:08 GMT)
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