Può una sentenza del Consiglio di Stato decidere le sorti economiche del calcio italiano? Sì, quando si tratta di decidere il futuro del business del network che ha investito miliardi per i diritti televisivi del principale sport nazionale e che, in base al responso dei giudici, può modificare drasticamente la sua strategia e, soprattutto, l'importo dell'assegno da mettere sul piatto della Confindustria del pallone.

Ieri, si è tenuta l'udienza al Consiglio di Stato in merito al ricorso presentato da Sky Italia (assistita dallo studio Cleary Gottlieb) in merito allo stop, imposto alcuni mesi fa, dallo stesso organo di rilievo costituzionale rispetto alla possibilità di ottenere le esclusive delle immagini (sport, cinema e serie tv) sul canale iptv fino al 2022. Una bocciatura che arrivava in seguito al via libera concesso invece dal Tar del Lazio all'emittente satellitare successivo all'operazione di acquisizione di R2, gli asset industriali dell'ex Mediaset Premium. Un'operazione che non si era mai completata perché Sky aveva poi deciso di non procedere al closing dopo l'intervento dell'Antitrust. Tutto fa riferimento all'accordo siglato nel 2018 tra Sky e Mediaset/Rti, che aveva portato allo sbarco dei canali di cinema e serialità di Premium (l'ex pay tv del network di Cologno Monzese) e delle reti generaliste del Biscione. Il responso definitivo del Consiglio di Stato è atteso e

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November 13, 2020 02:27 ET (07:27 GMT)

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