B.Mps: Profumo; sorpreso e amareggiato da sentenza, ricorrerò (CorSera)
16 Ottobre 2020 - 8:54AM
MF Dow Jones (Italiano)
"Credo di aver sempre operato per il bene delle aziende per cui
ho lavorato. Pertanto, sono davvero sorpreso dalla sentenza del
Tribunale di Milano. Sorpreso ed amareggiato. Con questa serena
convinzione e nella più totale fiducia nell'operato della
magistratura, ricorrerò in appello per vedere riconosciuti gli
sforzi profusi durante il mio impegno in B.Mps". È questo, scrive
il Corriere della Sera, il commento di Alessandro Profumo alla
sentenza del Tribunale di Milano che lo ha condannato insieme con
Fabrizio Viola. Una sentenza "sbagliata" per la difesa.
Nel quartiere generale di Leonardo spa, il gruppo che Profumo
guida dal 2017, la delusione è palpabile. Così come la sensazione
diffusa che possa trattarsi di una di quelle condanne esemplari che
offrono finalmente un colpevole a chi chiede giustizia, ma che
forse giustizia non fanno se, come evidenziano i legali, la stessa
procura aveva chiesto inutilmente prima l'archiviazione, poi
l'assoluzione dei due banchieri. E il fatto che qualcuno abbia
definito questa sentenza l'"Ustica della finanza", la dice lunga
sul clima che certa politica ha mantenuto incandescente.
A sorpresa la questione è esplosa proprio dentro il M5S, da
sempre sulle barricate nella battaglia contro il sistema bancario:
"Profumo è innocente fino a sentenza definitiva e ha tutto il
diritto di ricorrere in appello -attacca Alessandro Di Battista-
Ma, per adesso, è un condannato in primo grado. Può, per
opportunità politica, continuare a guidare un'azienda come
Leonardo? Secondo me no. Ecco perché insistemmo mesi fa sul punto
delle nomine". Il riferimento è all'aprile scorso, quando lo stesso
Di Battista provò a far saltare la conferma di Claudio Descalzi
all'Eni, facendo leva sulle vicende giudiziarie a suo carico.
"Ve lo avevamo detto", s'infiamma ora la senatrice Barbara
Lezzi, tra le ribelli, chiedendo che leprossime nomine siano fatte
collegialmente.
Intanto il gruppo di Di Battista mette nel mirino la permanenza
di Profumo in Leonardo per "ragioni di opportunità". Già, perché va
considerato che la condanna è di primo grado ma anche che Leonardo
non ha mai recepito nel proprio statuto la clausola etica prevista
dalla direttiva Saccomanni del 2013, quella che dispone la non
eleggibilità o decadenza dalla carica per coloro che hanno ricevuto
un decreto di rinvio a giudizio o di condanna per alcuni reati. Per
lo stesso motivo Profumo fu ritenuto nominabile al suo primo
mandato, nel 2017, quando sul manager pendeva in quel caso non una
condanna ma un rinvio a giudizio per usura bancaria in Mps. In
quell'occasione, l'allora ministro dell'Economia (azionista di
Leonardo), Pier Carlo Padoan difese la nomina appellandosi a quel
mancato recepimento della direttiva. Una spiegazione che non
convinse quanti ritengono tuttora che lo statuto societario di una
partecipata non può superare la direttiva del suo azionista.
Per dissipare ogni dubbio, ieri Leonardo ha diffuso un
comunicato per dire che, in relazione alla condanna di Profumo,
"non sussistono cause di decadenza dalla carica" e che la società
"esprime piena fiducia nella sua azione auspicando un percorso di
continuità". Il manager scade tra tre anni.
vs
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October 16, 2020 02:39 ET (06:39 GMT)
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