B.Mps: bond subordinati recuperano metà delle perdite (Milanofinanza.it)
15 Giugno 2021 - 2:46PM
MF Dow Jones (Italiano)
Il titolo Mps cede il 2,24% a 1,19 euro a Piazza Affari, la
peggiore fra le banche, oggi, con il Ftse Mib appena sotto la
parità. Nel frattempo, la forte ondata di vendite che ha
caratterizzato i bond subordinati dell'istituto senese nella
giornata di ieri, emessi dopo l'entrata del Mef nel capitale, si è
arrestata. E l'emissione con scadenza 10 settembre 2030, per
esempio, scambia in area 94 recuperando quasi tutto lo scivolone di
lunedì. Negli ultimi 5 giorni il bond ha ceduto il 7% circa.
L'ondata di vendite di ieri, secondo il database di Bloomberg,
sarebbe avvenuta a una velocità record. Il sell-off non ha tuttavia
toccato tutte le emissioni obbligazionarie della banca senese, dove
il Tesoro è l'azionista di riferimento al 64%, ma solo i
subordinati, soggetti ad un possibile assorbimento nel caso la
banca veda il Cet 1 scendere sotto la soglia minima richiesta dalla
Bce.
Mps ha comunicato inoltre ieri sera di "aver dato mandato ai
propri legali per proporre una denuncia contro ignoti in relazione
alle notizie diffuse sul mercato che hanno fatto crollare le
quotazioni del debito subordinato". Infatti, mentre "i quattro bond
di tipo senior preferred avevano visto i prezzi scendere mediamente
dell'1,77% negli ultimi cinque giorni", ha spiegato a
milanofinanza.it Giacomo Alessi, analista di Marzotto sim
specializzato nel debito, "ovvero poco o nulla, i quattro bond
subordinati in scadenza nel 2028, 2029 e nel 2030 erano calati fino
al 15,4% per poi recuperare parte delle perdite a fine
sessione".
Nello specifico, il subordinato Lower Tier II con rendimento da
cedola dell'8,5% e scadenza il 10 settembre 2030 ieri mattina aveva
lasciato sul terreno il 16% (poi nel pomeriggio aveva già
cominciato a rientrare al -13,5%) del valore negli ultimi cinque
giorni di scambi. Secondo Alessi, "abbiamo forse assistito a
un'iper reazione da parte degli investitori esteri a una delle
diverse indiscrezioni che emergono su Mps".
L'indiscrezione cui si riferisce l'analista è il possibile
spezzatino della banca, di cui parlano anche oggi i giornali, che
starebbe spaventando gli istituzionali stranieri. Infatti, il Mef
vorrebbe cedere Mps a Unicredit, la quale, però, tentenna da
diverso tempo, anche perché Siena ha sulle spalle oltre 10 miliardi
di possibili cause di cui quasi 4 miliardi in capo alla Fondazione
Mps. In una delle ipotesi emerse di recente vi è il possibile
spezzatino del Monte, con Unicredit che rileverebbe le filiali al
Nord, il Mediocredito Centrale (un'altra banca in mano allo Stato)
quelle al Sud, mentre resterebbe in vita il marchio storico Mps in
un istituto regionale, in Toscana, in mano alla stessa Fondazione
che, in cambio delle azioni, rinuncerebbe alle cause.
Il timore è che i bond subordinati restino iscritti nel bilancio
della nuova Mps, in portafoglio alla Fondazione, con la nascita di
una banca ritenuta debole. E come conseguenza la possibilità che le
obbligazioni vengano alla fine assorbite in un'eventuale prossima
crisi. Intanto l'istituto senese dovrebbe riunire oggi il cda dopo
aver ricevuto dalla Bce una richiesta di chiarimenti sulla
tempistica del rafforzamento patrimoniale, scrive MF-Milano
Finanza.
Dovrebbe arrivare in consiglio di amministrazione una lettera in
cui la Bce chiede chiarimenti sulla strategia finanziaria e, in
particolare, sulla tempistica dell'aumento di capitale da 2,5
miliardi che la banca si è impegnata a sostenere, anche perché un
matrimonio con un gruppo più strutturato non pare in vista. In base
alle ipotesi circolate finora, Siena avrebbe programmato una
manovra in due fasi. La prima sarebbe l'emissione entro giugno di
un bond di tipo AT1 dall'importo di circa 500 milioni. La seconda
un aumento di capitale da almeno 1,5 miliardi in cui il Tesoro, al
64% delle quote, dovrebbe essere determinante. Pare inoltre che il
Mef stia meditando di cambiare i vertici della banca.
Un altro elemento emerso oggi è che la joint-venture di
bancassicurazione con Axa prevede un'opzione put dal valore di
circa un miliardo a favore della compagnia francese in caso di
cambio di controllo azionario dell'istituto senese. E quindi, tra
gli oneri di cui dovrà farsi carico il compratore o lo Stato
venditore di Mps, emerge un indennizzo da almeno 1 miliardo che
potrebbe essere pagato al partner assicurativo.
Ai tempi del salvataggio di Stato, Mps aveva rinegoziato il
contratto pluriennale di bancassicurazione con il colosso francese
che aveva investito nella banca (anche, pro-quota, in sede di
aumento di capitale). Ma quel contratto prevede che in caso di
cambio del controllo azionario della banca scatti un'opzione put a
favore della compagnia assicurativa. Nel caso della joint venture
sulle polizze con Mps, il cambio di proprietà della banca senese
farebbe scattare una put option a favore di Axa che gli analisti
stimano in un controvalore superiore al miliardo di euro. Un costo
in più che si va ad aggiungere ai 10 miliardi di possibili cause in
capo al Monte.
red/cce
(END) Dow Jones Newswires
June 15, 2021 08:32 ET (12:32 GMT)
Copyright (c) 2021 MF-Dow Jones News Srl.
Grafico Azioni Axa (EU:CS)
Storico
Da Mar 2024 a Apr 2024
Grafico Azioni Axa (EU:CS)
Storico
Da Apr 2023 a Apr 2024