Calcio: dopo Juve-Napoli serie A a rischio, imbarazzo governo (Rep)
05 Ottobre 2020 - 8:20AM
MF Dow Jones (Italiano)
Nella notte di uno stadio vuoto, freddo e bagnato di pioggia, il
calcio italiano si è messo a giocare una partita anche più
importante di quella che invece giocata non si è, più invisibile di
questo Juventus F.C.-Napoli mai nato eppure assai più spigolosa,
difficile, incerta: una specie di gara per la sopravvivenza, che
ogni gara che salta finisce per complicare.
La partita è finita 3-0 per ordine del giudice sportivo, il
quale burocraticamente si è limitato a verbalizzare il fatto che il
Napoli non si è presentato allo Stadium, consegnando dunque alla
Juventus la vittoria a tavolino. Il club campano, scrive
Repubblica, si appellerà e avrà due gradi di giudizio per ottenere
di giocare la gara di Torino chissà quando, forse a gennaio.
Nello Stadium vuoto, davanti a qualche decina di tifosi arrivati
comunque e persino da molto lontano, arbitro e Juventus hanno fatto
finta di aspettare il Napoli per un'oretta e poi hanno levato le
tende, mentre il presidente bianconero Andrea Agnelli diceva molto
di quello pensava, mettendo De Laurentiis e il Napoli dalla parte
del torto: "Mi ha mandato un messaggio chiedendomi di rinviare la
partita, gli ho risposto che ci saremmo attenuti ai regolamenti.
Perché può sembrare una questione complicata, mentre in realtà è
semplice: c'è un protocollo, un buon protocollo, che dice che in
presenza di un giocatore infetto la squadra si deve chiudere in una
bolla. Noi rispettiamo le regole, l'importante è avere lealtà
sportiva e voglia di giocare".
De Laurentiis non ha trovato sponde, tra i colleghi. E il Napoli
si è trovato più isolato di quanto una quarantena imponga: rischia
anche un punto di penalizzazione per la mancata osservazione del
protocollo, perché dopo la scoperta della positività di Zielinski
alla squadra non sono stati impediti i contatti con l'esterno (i
giocatori sono andati a casa, poi sono stati portati in ritiro). La
Lega calcio si è schierata con durezza: era un modo per difendere
l'autonomia del pallone, perché la Serie A ha il terrore che, se il
campionato venisse sospeso, troppi club finirebbero gambe
all'aria.
Ma dal governo è arrivata la doccia fredda. "Parliamo troppo di
calcio: pensiamo di più alla scuola. La priorità è la salute", ha
detto il ministro della Salute Speranza. "Il calcio non è immune,
la situazione è cambiata e le autorità locali devono vigilare", ha
ribadito il ministro dello Sport Spadafora.
Agnelli ha evitato di andare allo scontro diretto con De
Laurentiis, sospettato di agire per mero interesse di parte
(avrebbe giocato senza Insigne, Zielinski ed Elmas): "Io sospetti
non ne ho, come potrei averne?", ha detto con sarcasmo. Ma è stato
secco quando un giornalista sudamericano un po' frastornato dagli
eventi gli ha chiesto se si stesse rendendo conto della figura che
il calcio italiano stava facendo: "Noi siamo provinciali,
autoreferenziali, ci preoccupiamo delle opinioni interne senza
renderci conto dei danni alla nostra immagine internazionale.
Abbiamo dato grande dimostrazione di incapacità".
vs
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October 05, 2020 02:05 ET (06:05 GMT)
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