Cdp: le sfide di Scannapieco (MF)
28 Maggio 2021 - 9:00AM
MF Dow Jones (Italiano)
Mario Draghi gioca una sua carta anche in Cassa Depositi e
Prestiti. È un uomo di diretta conoscenza del premier, Dario
Scannapieco, a essere stato designato ieri per ruolo di
amministratore delegato di Cdp in sostituzione di Fabrizio Palermo.
Confermato invece alla presidenza (espressione delle fondazioni
bancarie) Giovanni Gorno Tempini.
Gli altri membri del board espressione del ministero
dell'Economia sono Fabiana Massa Felsani, Anna Girello Garbi,
Giorgio Toschi, Livia Amidani Aliberti, Fabrizia Lapecorella.
Mentre per le fondazioni oltre al presidente sono stati confermati
Matteo Melley e Alessandra Ruzzu. «Il ministero dell'Economia e
delle Finanze intende esprimere un sentito ringraziamento
all'amministratore delegato Fabrizio Palermo e ai consiglieri
uscenti per il prezioso lavoro svolto e il rilevante apporto al
raggiungimento degli importanti risultati ottenuti in questi anni»,
si legge nel comunicato del Mef. Scannapieco arriva dopo quasi 15
anni di lavoro alla Banca Europea degli Investimenti. Come
accennato, è legato da una conoscenza di vecchia data a Draghi, che
nel 1997, quando era direttore generale del Tesoro, lo chiamò come
consulente per le privatizzazioni. Poi fu Giulio Tremonti, in veste
di ministro dell'Economia, a volerlo ala guida della direzione
Finanza e Privatizzazioni del Tesoro.
Ora il manager ha davanti a sé diverse sfide, a partire dalla
gestione del nuovo strumento voluto dal governo per investire nelle
grandi imprese, ossia Patrimonio Destinato, fino alle partite rete
unica e Autostrade per l'Italia. Quanto a Patrimonio Destinato,
sarà cruciale far decollare in fretta lo strumento, che sta per
diventare operativo, perché una delle linee di intervento è quella
per le aziende in crisi a causa del Covid, in deroga agli aiuti di
Stato, che sarà attiva solo fino a fine anno. Ma Patrimonio
Destinato potrà intervenire anche in aziende sane di settori
strategici con prospettive di sviluppo e in società in temporaneo
squilibrio che necessitano di turnaround. Un nodo complesso da
sbrogliare sarà poi quello della rete unica, da realizzare mettendo
insieme le infrastrutture in fibra di Tim con quelle di Open Fiber,
di cui Cdp avrà il 60% dopo il recente accordo con Enel. Al momento
il quadro non è chiaro anche perché il ministro per la Transizione
Digitale Vittorio Colao non sembra particolarmente attaccato al
progetto, caldeggiato dal precedente esecutivo, e pare puntare
molto sui bandi per cablare il Paese.
, secondo gli analisti, l'insediamento di un nuovo ceo in Cdp
potrebbe rallentare ancora di più il progetto della rete unica
Infine c'è la partita Autostrade per l'Italia. La parte più dura
del lavoro è stata portata a termine da Palermo, che ha condotto la
dura negoziazione con la controllante Atlantia, la cui assemblea il
prossimo 31 maggio è convocata per esprimersi sull'offerta di Cdp,
Blackstone e Macquarie per rilevare l'88% di Aspi.
fch
(END) Dow Jones Newswires
May 28, 2021 02:52 ET (06:52 GMT)
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