"I cantieri stanno ripartendo": l'Alta velocità ferroviaria tra Torino e Venezia, già completata fino a Verona, fa 50 chilometri di passi in avanti verso l'Adriatico, fino a Vicenza; la firma sul nuovo contratto per la tratta Verona-Bivio di Vicenza (il secondo e terzo lotto riguarderanno l'attraversamento di Vicenza e il tratto fino a Padova) è stata messa ieri a Verona alla presenza del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli: commissionati da Rfi del gruppo Ferrovie dello Stato, i lavori saranno realizzati dal consorzio Iricav Due, costituito per circa l'83% dal gruppo Webuild (compreso il 37,49% Astaldi) e per il 17% da Hitachi Rail STS.

Lo afferma in un'intervista al Corriere della Sera, Pietro Salini, a.d. di Webuild, spiegando che "quest'opera è al servizio del Veneto, che l'attendeva da 30 anni. Ma in realtà è fondamentale per l'intero Paese: stiamo parlando di un'area tra le più industrializzate e quando sarà completata la Milano-Venezia, collegate in meno di due ore, il 75% della popolazione italiana sarà servita con l'Alta velocità. Ma è un'infrastruttura strategica anche per l'Europa, considerato che va a completare il corridoio Mediterraneo dalla Spagna all'Ucraina. E, me lo lasci dire, è un'opera fondamentale anche per il lavoro".

"Lavoreremo con 500 fornitori, che significano circa 5.000 persone più l'indotto. Per dare un'idea, per il ponte di Genova abbiamo lavorato con 330 piccole imprese. E infatti l'obiettivo di Progetto Italia è quello di far ripartire, insieme alle grandi costruzioni, anche le piccole imprese", continua.

Sui tempi per la Verona-Vicenza, "noi siamo pronti a partire con quest'opera che ha già impegnato due miliardi e mezzo di euro e arriverà a superare i 4 miliardi. Per il primo lotto funzionale, con un valore complessivo di investimento da parte di Rfi superiore a 2,7 miliardi, la consegna è prevista entro il 2027: avrà un tracciato di 44,2 chilometri e attraverserà 13 comuni, quadruplicando la linea esistente, aumentando la qualità dell'offerta ferroviaria e la sua integrazione con la rete europea, riducendo l'impatto ambientale e l'incidentalità associata alla mobilità stradale. Ma questa ripartenza dell'Italia in nuove infrastrutture o nel completamento di altre già avviate, non basta". In aggiunta serve "un programma di manutenzione di tutte le infrastrutture per rimettere a posto il Paese: ciò che è accaduto a Genova due anni fa non dovrà più ripetersi", prosegue.

Alla domanda se sia meglio il ponte o il tunnel per collegare Calabria e Sicilia il top manager risponde che "l'importante è che si costruiscano le opere, tanto più dove infrastrutture e lavoro sono carenti. Quindi va bene sia il ponte che il tunnel. Purché si faccia", conclude.

pev

 

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August 11, 2020 03:44 ET (07:44 GMT)

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