Unicredit/B.Mps: Mef alza dote, ad Amco 20 mld di Npl (Mess)
08 Gennaio 2021 - 9:15AM
MF Dow Jones (Italiano)
Il Tesoro alza la dote di Unicredit per rendere ancora più
appetibile la fusione con Montepaschi che però non è vista di buon
grado da Leonardo Del Vecchio. Lo scrive Il Messaggero spiegando
che dopo l'ingresso in Mediobanca dove la sua Delfin ha il via
libera per salire al 19,9%, l'imprenditore di Agordo con l'1,92% ha
messo sotto osservazione governance e strategie di Unicredit in
vista del prossimo cda di mercoledì 13 che dovrà stringere sulla
rosa per la scelta del nuovo a.d.
Nel weekend Goldman Sachs, JpMorgan, Ubs, advisor di Unicredit e
il team di Marina Natale, a.d. di Amco, imprimeranno un'accelerata
all'operazione di ripulitura del bilancio della banca milanese,
nata nei giorni scorsi nelle pieghe della trattativa fra l'a.d.
Jean Pierre Mustier e il Tesoro per trovare una quadra sul piano di
fusione in cantiere con spin-off contestuale di una nuova Banca Mps
con 300 filiali in Toscana per garantire marchio, sede e autonomia
operativa per 1-3 anni.
Il piano originario di far acquistare da Amco (100% Mef) circa
14 miliardi di Npl di Unicredit, dovrebbe salire oltre quota 20
miliardi. Ciò significa che l'attivo di Gae Aulenti verrebbe
completamente ripulito. La ricaduta di questa maxi-operazione, la
più alta realizzata in Italia, si tradurrebbe in una dote ulteriore
per Unicredit nella fusione con Siena. Infatti, vendendo 14
miliardi di Npl a un prezzo di circa il 30%, Unicredit avrebbe
avuto un beneficio di capitale di circa di 1,6 miliardi, alzando
l'importo di cessione sopra 20 miliardi, il minor costo che Gae
Aulenti avrebbe per liberarsi di questi crediti, porterebbe il
beneficio a 2,5-3 miliardi. Significa quindi che questi 3 miliardi
guadagnati con la cartolarizzazione, aggiunti all'aumento di
capitale di Mps fino a 2,5 miliardi deliberato dal cda e di cui il
Tesoro avendo il 64%, dovrebbe versare 1,6 miliardi, e alla norma
sulla trasformazione delle Dta in crediti di imposte (per Rocca
Salimbeni) per circa 2,5 miliardi, norma applicabile dall'1 gennaio
solo in caso di fusioni, aumenterebbe il beneficio complessivo sul
capitale di Unicredit a 8 miliardi. Una franchigia che centra uno
degli obiettivi posti dal cda di Gae Aulenti sin da quanto il
dossier sarebbe stato proposto. E lo stesso Mustier nei giorni
scorsi, entrando nel negoziato nonostante il passo indietroquale
ad, lo avrebbe rilanciato durante i colloqui con la struttura
tecnica di via XX Settembre.
Nel giro di qualche settimana, Amco dovrebbe essere in grado di
confezionare l'operazione su Unicredit e dare una spinta al piano
di fusione con Mps. Quanto a Del Vecchio, si ritiene che la mossa
del Tesoro possa far rientrare le sue perplessità insieme a quelle
di alcuni altri azionisti. L'indirizzo dell'attuale cda che
presenterà la lista è di confermare in blocco i 2/3, aprendo a 3-4
new entry. Al cda del 13 il compito di tirare le fila. Il comitato
nomine dovrebbe proporre una medium list: Andrea Orcel, gradito a
Cariverona, Delfin e fondi internazionali per almeno un 10% del
capitale; oltre ad Orcel, Flavio Valeri, Fabio Gallia, Marco
Morelli, l'interno Carlo Vivaldi. Sembra che Alberto Nagel abbia
fatto sapere a Spencer Stuart di non essere disponibile.
pev
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January 08, 2021 03:00 ET (08:00 GMT)
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