"Oggi siamo un gruppo globale che lavora in 50 Paesi con circa 100 progetti in corso nei 5 continenti e che è leader mondiale nelle infrastrutture complesse. Nel 2001 Salini fatturava 146 milioni, nel 2021 arriverà a 7 miliardi di euro. Continueremo a crescere perché la dimensione è importante in questo settore, aiuta ad attutire i colpi e a sviluppare processi eccellenti. Noi oggi in soli 5 progetti in Italia lavoriamo con 5.000 medie, piccole e piccolissime aziende italiane, che ci seguono nel mondo. In Italia occupiamo 11.000 persone tra diretti ed indiretti e pensiamo di assumere nei prossimi due anni altre 5.000 unità".

Lo afferma in un'intervista al Corriere della Sera, Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, il colosso delle costruzioni italiano che ha appena sottoscritto 225 milioni di euro di azioni Astaldi arrivando al 65% del capitale - e altri 98,7 milioni sono arrivati nella società in concordato dalla conversione dei crediti chirografari - ed è più che soddisfatto della conclusione del «Progetto Italia». Ora guarda a nuove acquisizioni per crescere ancora. Ma sprona anche il governo: non aspettiamo il Recovery Fund, spendiamo subito i soldi che abbiamo dall'Unione Europea, facciamo partire al più presto possibile i cantieri per stimolare la ripresa.

"Finalmente si realizza un sogno partito da lontano, nel febbraio 2019. È una bellissima notizia", dichiara Salini. "Oggi abbiamo 70 mila addetti nel mondo tra diretti e indiretti e l'arrivo di Astaldi nel gruppo significa una grande crescita di competenze, capacità ed esperienza. Riuscire a chiudere sotto il Covid-19 non è stato banale, ma ci siamo riusciti grazie al supporto dei soci finanziari Cassa Depositi e Prestiti, Intesa Sanpaolo, Unicredit e Banco Bpm e di imprenditori come Leonardo Del Vecchio, che ha voluto investire nell'aumento di capitale".

Alla domanda se ci sarà la fusione tra Webuild e Astaldi, il top manager risponde che "lavoriamo già in maniera integrata in molti progetti anche in Italia, stiamo prevedendo di fare tutto ciò che renda possibile cogliere ogni sinergia, per avere una catena corta".

Per il 2021, "gli obiettivi sono di crescita, i numeri li vedremo nel piano industriale che sarà pronto in un paio di mesi, Covid permettendo. Non commentiamo mai l'andamento del titolo ma probabilmente l'incertezza sui tempi dell'operazione Astaldi dovuta a vincoli burocratici ha giocato in termini negativi. Ora sarà più facile per gli analisti analizzare i numeri combined, patrimonio compreso, e fare previsioni sulle prospettive dell'azienda", conclude.

pev

 

(END) Dow Jones Newswires

November 06, 2020 03:21 ET (08:21 GMT)

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