In marzo sono state immatricolate nella UE 28+Efta

1.836.963 autovetture ,con un calo sullo stesso mese del 2017 del 5,2%.

"E' un risultato negativo", ha commentato il Centro Studi Promotor, "su

cui pesa sicuramente il fatto che in molti Paesi le giornate lavorate nel

mese sono state una o due in meno rispetto al marzo 2017. Potrebbe però

esservi anche un altro fattore che ha inciso sulla frenata di marzo"

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, la

demonizzazione del diesel potrebbe cominciare ad indurre i moltissimi

automobilisti che posseggono un diesel, pronto ormai per la sostituzione,

a rinviare l'acquisto della nuova auto. E ciò essenzialmente per valutare

le alternative al diesel che, tra l'altro, comportano tutte costi di

esercizio più elevati. Se questa ipotesi trovasse conferma, conclude Gian

Primo Quagliano, dovremmo rivedere tutte le previsioni sulle

immatricolazioni in Europa per il 2018.

Come sempre, sulle vendite nell'Unione Europea e nell'Efta la parte del

leone l'hanno fatta gli acquirenti dei cinque maggiori Paesi e cioè

Germania, Italia, Francia, Regno Unito e Spagna con il 75,9% del totale

delle immatricolazioni. Il mercato più importante in quest'area è stato,

come sempre, quello della Germania. In questo Paese le immatricolazioni di

marzo sono state 347.433 con un calo del 3,4%, ma con due giorni lavorati

in meno che complessivamente valgono circa il 9% del risultato mensile. Ne

consegue che la domanda di autovetture continua ad essere ben intonata,

tanto che il risultato ottenuto nell'intero primo trimestre (878.611

vetture) è il migliore registrato dal 2000. Proprio in Germania, però,

potrebbe essere cominciato l'effetto della "demonizzazione del diesel" di

cui ha parlato Quagliano. Nel primo trimestre le immatricolazioni di auto

diesel sono, infatti, diminuite del 21% a vantaggio soprattutto delle

versioni a benzina.

Sempre all'interno della pattuglia dei grandi spicca in marzo il

risultato della Spagna che, nonostante due giorni lavorati in meno (che

valgono circa il 9% del dato mensile), cresce del 2,1% e porta

l'incremento del primo trimestre al 10,5%, con tutti i canali di vendita

in crescita. Bene anche il mercato francese che, a parità di giorni

lavorati, cresce del 2,2% a marzo e del 2,9% nel primo trimestre.

Senza infamia e senza lode il mercato italiano. Marzo chiude con un calo

del 5,8%, mentre il primo trimestre limita la perdita all'1,55%. Le

ragioni della fase di stanca del mercato italiano sono molte.

Innanzitutto, dopo la crescita impetuosa del triennio 2015-2016-2017, una

pausa è del tutto fisiologica. In secondo luogo le case hanno frenato sui

chilometri zero sia perché ve ne sono molti da smaltire nelle reti di

vendita sia perché, in alcuni casi, preferiscono privilegiare i margini.

Un terzo e decisivo fattore che influisce sui potenziali acquirenti di

autovetture nuove (ed anche di "usato" a chilometri zero) sono le

incertezze del quadro politico. Non sembra però che abbia cominciato a

manifestarsi anche in Italia un negativo effetto diesel analogo a quello

che si sta verificando in Germania.

Infine il quinto tra i grandi mercati, quello del Regno Unito, sta

conseguendo i risultati peggiori. In marzo le immatricolazioni sono calate

del 15,7%. Il confronto con il marzo 2017 è, però, non significativo,

perché l'anno scorso marzo fu l'ultimo mese in cui si potevano acquistare

auto senza pagare la nuova pesante imposta legata alle emissioni, che ha

penalizzato fortemente il mercato a partire proprio da aprile 2017 e a cui

si deve anche la contrazione del 12,4% nel primo trimestre 2018. Quanto

agli altri 26 mercati dell'area UE28+Efta, il quadro è ovviamente

differenziato: si passa dal +35,2% di Cipro al -13,2.% della Danimarca.

Nel complesso, comunque, 17 mercati su 31 sono in crescita nel primo

trimestre.

fco

MF-DJ NEWS

1810:33 apr 2018

 

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April 18, 2018 04:34 ET (08:34 GMT)

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