Il mercato americano prosegue nel suo lieve e prudente rialzo, in attesa dalla decisione della Federal Reserve sui tassi d'interesse. L'eccezione è rappresentata dal Nasdaq Composite, che dopo aver chiuso la giornata di ieri sui massimi storici, prosegue la sua marcia in salita.

Il Dow Jones sale dello 0,09%, mentre l'S&P 500 è in rialzo frazionale dello 0,14%. Il Nasdaq Composite guadagna lo 0,39% e ha segnato un nuovo massimo storico intraday a 7.735 punti.

"C'è molta attenzione sul settore dei media, dopo l'ok definitivo alla fusione AT&T-Time Warner e l'appeal speculativo sul comparto attira molta attenzione", spiega Art Hogan, chief market strategist di B. Riley FBR, aggiungendo come il maggior punto di interesse rimanga comunque "la riunione della Fed e i segnali che potranno venirne sul numero complessivo di rialzi tassi nel 2018". Hogan ricorda come "sia solo la seconda conferenza stampa di Powell e staremo a vedere se sarà più 'falco' o menzionerà il rallentamento della crescita in Europa".

Il meeting della Fed di stasera dovrebbe concludersi con un rialzo dei tassi dei Fed Fund di 25 punti base, a un intervallo obiettivo di 1,75-2%, completamente scontato, affermano gli economisti di Intesa Sanpaolo, aggiungendo che il comunicato dovrebbe poi "confermare le previsioni di ulteriori graduali" aumenti del costo del denaro, "ma modificare la guidance della politica monetaria, eliminando il riferimento all'aspettativa che i tassi restino per un certo tempo al di sotto del livello stimato per il piú lungo termine. Il comunicato potrebbe indicare solo che la politica monetaria rimane accomodante". Infine per gli esperti "il numero di rialzi previsti per il 2018 dovrebbe restare in linea con la possibilitá di tre o quattro interventi, con la mediana che potrá spostarsi in base all'evoluzione dell'inflazione e del tasso di disoccupazione nei prossimi trimestri".

La Federal Reserve, come ampiamente scontato dal mercato, "dovrebbe ritoccare al rialzo i tassi di 25 punti base. L'attenzione però sará focalizzata su due aspetti: la cosiddetta nuvola dei dot (grafico a punti), per valutare se vi sará un ritocco al rialzo da parte di qualche membro che possa portare alla percezione di una Fed piú aggressiva, e la conferenza stampa di Jerome Powell, per valutare se il Governatore porrá maggiore enfasi sul buono stato di salute dell'economia o, al contrario, sui rischi derivanti dalle politiche di dazi di Donald Trump", ribadiscono gli strategist di Mps Capital Services, i quali reputano che il board "possa mantenere un atteggiamento cautamente ottimista visto che permangono dei fattori di rischio a livello globale. Allo stesso tempo si tratta di una riunione di passaggio considerato che, dai prossimi incontri, dovrebbero entrare a fare parte del board i tre candidati nominati da Trump, mentre William Dudley lascerá la guida della Fed di New York".

L'economia Usa potrebbe tranquillamente permettersi altri due rialzi dei tassi oltre a quello scontato di oggi, conclude Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners, puntualizzando però che "a suggerire cautela" al numero uno della Banca centrale "potrebbe essere il quadro estero, con le tensioni sul commercio pronte a riesplodere nel fine settimana, e la crescente desincronizzazione del ciclo globale. Infatti, l'espansione nell'Eurozona e in Giappone recentemente alimenta qualche dubbio, e focolai di crisi hanno fatto la loro comparsa in alcuni emergenti (Turchia, Argentina e Brasile). Una prestazione troppo proattiva potrebbe aumentare lo stress".

Il Fomc sta considerando la possibilitá di introdurre una conferenza stampa dopo ogni riunione, anzichè a riunioni alternate come avviene ora.

L'obiettivo sarebbe quello di rendere piú flessibile la gestione della politica monetaria, riducendo la prevedibilitá delle date in cui vengono decise variazioni dei tassi. Inoltre, commentano gli economisti di Intesa Sanpaolo, con una maggiore frequenza delle conferenze stampa, aumenterebbero anche la trasparenza e la chiarezza, con una singola voce che ogni sei settimane dá una visione unificata dello scenario. Nella situazione attuale, il coro dei discorsi spesso confonde il quadro. Un freno alla decisione di modificare le date delle conferenze stampa viene dal timore che il mercato interpreti un aumento come un segnale di volontá di incrementare anche il ritmo dei rialzi, che non è affatto l'obiettivo del Fomc. Pertanto è possibile che o giá nella riunione di oggi o nelle prossime la Fed indichi che il Comitato sta considerando modifiche alla strategia di comunicazione, da implementare dopo un dibattito interno.

Sembra invece giá superato dal mercato il meeting di ieri tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader nordcoreano, Kim Jong un. "La retorica roboante ha coperto la scarsitá di dettagli" del documento congiunto firmato dai due, "in questo caso relativi a denuclearizzazione, controlli e prossimi incontri". Lo sottolinea Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners, puntualizzando che "la reazione dei mercati è stata moderata, un pò perchè in generale la questione nordcoreana è da un pò passata in secondo piano, un pò forse per la citata immaterialitá del documento, il cui fine principale sembra quello di supportare il consenso interno dei due leader".

Sul fronte dei dati macroeconomici, i prezzi alla produzione per la domanda finale negli Usa sono saliti dello 0,5% a livello mensile a maggio, piú delle previsioni di consenso, che attendevano un dato in salita dello 0,3% m/m. Sempre a maggio i prezzi alla produzione core sono saliti dello 0,3%, anche in questo caso sopra alle previsioni di una crescita dello 0,2%, e quelli per consumi personali sono aumentati dello 0,5%.

Sul fronte valutario il cross euro/usd è ancora nei pressi dei massimi intraday, a quota 1,777. Sull'obbligazionario il Treasury biennale scambia al 2,553%, mentre il decennale è al 2,962%.

lus/alb

antonio.lusardi@mfdowjones.it

 

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June 13, 2018 10:45 ET (14:45 GMT)

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