La svolta verde di Saipem potrebbe andare ben oltre la semplice diversificazione rispetto al core business rappresentato da ingegneria e servizi petroliferi.

Nei suoi piani, si lege su MF, l'a.d. Stefano Cao stima infatti che nel corso dei prossimi dieci anni la società possa arrivare a coprire con le nuove attività green dal 50% al 60% del proprio portafoglio ordini, a patto che le compagnie petrolifere non aumentino i capex già dal 2019 facendo ripartire il mercato tradizionale in scia all'aumento del prezzo del petrolio.

Il focus di Saipem è in particolare sulle energie rinnovabili offshore, le piattaforme marine per gli impianti eolici che stanno crescendo un po' ovunque, ma anche sulle produzioni di carburanti eco-compatibili.

L'attenzione maggiore resta per il mercato francese, con i progetti di Edf Renewables di Fecamp (Normandia, circa 500 Mw) e Courseulles-sur-Mer (Calvados, 450 Mw), che dovrebbero entrare in esercizio nel 2022. Saipem ha presentato la sua offerta, ma è ancora in attesa perché Oltralpe vanno avanti sia i negoziati sulle tariffe di vendita dell'energia che sarà prodotta da questi campi eolici sia i dibattiti pubblici sulla sostenibilità ambientale.

L'altro Paese al quale guarda Saipem è la Gran Bretagna. Seguono Germania, Polonia, Irlanda, Estonia e Svezia. Belgio e Olanda invece restano fanalini di coda nonostante siano mercati promettenti, perché la società guidata da Cao lamenta difficoltà di accesso, così come la Danimarca, che non viene nemmeno considerata nei piani di espansione geografica. Nel resto del mondo l'area più promettente è l'Asia, Cina e Taiwan in testa.

red/ofb

 

(END) Dow Jones Newswires

October 18, 2018 02:16 ET (06:16 GMT)

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