Il Cda di Banca Carige ha preso alcune decisioni in merito alla cartolarizzazione leggermente sotto al miliardo, per cui la banca si avvale della Garanzia pubblica statale.

È quanto ha riferito una fonte a MF-Dowjones aggiungendo che l'operazione si chiuderà, come da piani, entro l'anno e per concludere l'iter manca ora soltanto l'emissione della garanzia pubblica per cui occorrono i canonici tempi tecnici di esecuzione.

Sotto la lente del board anche la vicenda legata alla cessione della società di credito al consumo Creditis al fondo Chenavari Investment Managers per cui si starebbe cercando una soluzione stragiudiziale.

Il Cda ha poi esaminato anche la sconfitta della banca nella causa contro Amissima, Apollo e gli ex vertici Cesare Castelbarco Albani e Piero Montani. Su quest'ultimo punto il Board ha iniziato a prendere in esame gli effetti dell'esito della causa, l'impatto sull'istituto e le possibili strade da intraprendere, compreso un eventuale ricorso.

Più nel dettaglio la banca nell'implementazione della Non performing Exposure Strategy, all'interno del portafoglio totale di crediti in sofferenza pari a 1,7 miliardi al 31 dicembre 2017, aveva selezionato un importo (di poco inferiore al miliardo) da cedere in forma di cartolarizzazione pubblica avvalendosi della garanzia statale (Gacs) sul titolo senior. L'avvio dell'operazione di cessione delle sofferenze era stato previsto nel secondo trimestre 2018 e il perfezionamento, con relativo deconsolidamento contabile e regolamentare, entro la fine dell'anno. Il mandato è in mano all'a.d. Fabio Innocenzi.

All'attenzione del Cda, presieduto da Pietro Modiano, anche il dossier Creditis, la controllata del credito al consumo che la banca aveva deciso di cedere al fondo Chenavari. A dicembre 2017 era stato firmato un accordo vincolante con il fondo britannico per vendere l'80% per un corrispettivo di 80,1 milioni di euro ma l'operazione non è stata chiusa. La banca starebbe cercando di svincolarsi dal contratto che, peraltro, prevede alcune clausole rescissorie. Per l'istituto guidato da Innocenzi le condizioni per recedere da tale contratto sarebbero mature mentre per il fondo non si sarebbero verificate le circostanze adeguate. Fatto sta che dalle divergenze negoziali i due contraenti sono passati alle vie legali col fondo che ha intrapreso un'iniziativa per chiedere l'esecuzione del contratto. L'intesa non prevede penali per il non avveramento del closing (ma solo per il mancato soddisfacimento delle condizioni). Va notato che Carige non ha più urgenti necessità di fare cassa, almeno non dopo che l'assemblea del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ha approvato la sottoscrizione di parte del bond. Inoltre, da Creditis, nei primi nove mesi del 2018 sono arrivati utili per quasi 14 milioni di euro. Proprio su Creditis il Cda starebbe cercando una soluzione stragiudiziale che potrebbe trovare d'accordo entrambe le parti.

Ora che Il Tribunale di Genova ha assolto l'ex presidente Castelbarco Albani, l'ex a.d. Montani oltre ad Apollo e Amissima dall'accusa di malversazioni nell'operazione di cessione delle due compagnie assicurative dalla banca genovese al fondo, il Cda ha iniziato a esaminare il dispositivo della sentenza, l'impatto economico che questa sentenza avrà sulla banca e, successivamente, deciderà come agire. Soltanto con un quadro esaustivo della situazione la banca potrà valutare la portata di un eventuale ricorso.

cce

 

(END) Dow Jones Newswires

December 12, 2018 12:41 ET (17:41 GMT)

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