Cose Belle d'Italia: M&A e investimenti per crescere, ricavi 2022 a 35 mln
10 Giugno 2019 - 6:13PM
MF Dow Jones (Italiano)
Dare vita a una piattaforma che possa valorizzare le eccellenze
italiane della cultura e del lifestyle, producendo contenuti,
servizi, prodotti, eventi per tutti coloro che vogliono conoscere e
riconoscere la 'bellezza italiana' nelle sue forme più autentiche.
E' questo l'obiettivo di Cose Belle d'Italia, gruppo quotato su Mta
e nato ufficialmente lo scorso 27 marzo giorno in cui è diventato
efficace il cambiamento di ragione sociale. Cose Belle d'Italia,
infatti, nasce da un riassetto del gruppo Mediacontech e opera,
attraverso crescita organica e acquisizioni mirate, nel mondo
dell'arte, della cultura e del lifestyle tramite brand storici (uno
su tutti la casa editrice Utet).
Il gruppo, in particolare, vanta una sede a Milano e sei uffici
per un totale di 300 persone, 6 aziende e 30 brand. Con il suo
piano industriale, approvato recentemente, Cose Belle d'Italia
punta, nel 2022, a generare ricavi per circa 35 milioni, sia
attraverso una crescita organica delle realtà attualmente
controllate, sia attraverso delle acquisizioni da realizzare nel
breve e medio termine.
Il portafoglio dell'azienda, solo per citare alcuni nomi,
annovera brand storici dell'editoria d'arte, come appunto Utet
Grandi Opere e Fmr, mentre con il magazine Amadeus viene promossa
la musicale tradizionale. Il gruppo è presente anche nel segmento
della legatoria artigianale con Arte del Libro e della riproduzione
di opere d'arte in dimensioni reali, ad altissima definizione con
Arte 1:1. Inoltre attraverso Magister, M10.10, Arte Grand Tour e
Symposium, l'azienda cerca di innovare la fruizione dell'arte
attraverso iniziative a forte contenuto esperienziale. Con
BelVivere Media invece la società coordina un polo di 18 testate
verticali sulle tematiche food, sport, moda, passioni,
tendenze.
'La mission - spiega Stefano Corti, Ceo del gruppo, intervistato
da Mf-Dowjones - è quella di creare una piattaforma del bel vivere
italiano e dell'arte e della cultura. Di fatto il primo step c'è.
Siamo partiti. Le nostre aziende sono l'eccellenza nei loro
settori. Abbiamo creato una filiera della cultura. La UTET ad
esempio è la più antica casa editrice italiana, nata a Torino, con
220 anni di storia e una produzione riconosciuta. All'interno del
gruppo poi c'è un'azienda che si occupa di rilegature di pregio, un
laboratorio artigianale che lavora con i tutti i principali
operatori dell'editoria di pregio in Italia. Si chiama Arte del
Libro con sede a Todi e 35 persone; parliamo di artigiani del
materiale applicato alla carta. Poi abbiamo pure una rivista che
opera nel segmento degli chef stellati. A questo si aggiunge,
sempre in questa filiera, il settore delle mostre immersive tramite
Cose Belle d'Italia Media Entertainment'.
Il piano strategico per il periodo 2019-2022 prevede alcune
linee guida di sviluppo: rilancio dei prodotti a marchio Utet e
Fmr; valorizzazione di tutto il portafoglio delle riviste e
sviluppo dei format esistenti; produzione di format e contenuti
artistici multimediali di intrattenimento per licenze nazionali ed
internazionali; introduzione di tecnologie innovative anche tramite
la digitalizzazione dei prodotti, la creazione di un'unica
piattaforma integrata e di un canale e-commerce per la vendita dei
prodotti; e ampliamento dei mercati di interesse. Previsto anche lo
sviluppo di nuovi business per tipologia e per aree geografiche;
l'ampliamento dell'offerta dei prodotti facendo leva sulle nuove
opportunità di mercato; e lo sviluppo di segmenti/nicchie di
prodotti selezionati.
'Poi - prosegue ancora Corti - c'è tutto un mondo dei periodici
e di Bel Vivere Media che a novembre dello scorso anno ha integrato
Milano Fashion Library. Parliamo di 18 testate molto verticali tra
cui Amadeus, Riders, Fashion Illustrated, ossia una serie di
riviste che presidiano delle community verticali che tra loro hanno
spesso delle affinità e gli stessi fruitori. Ci sono tante sinergie
di contenuti e riteniamo sia indispensabile aprirsi al digitale,
cioè creare delle community digitali per interagire, anche tramite
eventi'.
Per quanto riguarda il settore delle mostre, afferma l'a.d. di
Cose Belle d'Italia, 'abbiamo trovato un posizionamento molto
distintivo perché ogni nostra mostra/evento ha un suo comitato
scientifico di assoluto livello che ci 'mette la faccia'. Abbiamo
deciso di posizionarci su livelli molto alti con anche degli
impegni dal punto di vista delle modalità con cui esprimiamo un
progetto legato ad un artista, che ovviamente ha maggiori vincoli
se c'è un curatore. Questo ci sta dando ragione perché ci permette
l'accesso anche ai contesti espositivi tipici delle mostre
tradizionali, che altrimenti sarebbero esclusi, come i musei. Le
altre mostre e le varie 'experience' difficilmente si trovano in un
museo perché manca il fit'.
'Ad esempio', prosegue il manager, 'adesso al Mann di Napoli è
in corso la più grande mostra su Canova, che ha oltre 100 opere da
tutto il mondo e siamo stati coinvolti per due punti di accesso
digitali nei quali abbiamo messo in piccolo la nostra mostra su
Canova fatta l'anno precedente, ma in maniera integrata. Aiutiamo
quindi la fruizione della mostra fisica e questo è il Dna
dell'iniziativa'.
Nel 2018 infatti il gruppo ha progettato e sviluppato il format
'Magister Canova' e allestito l'omonima mostra, rimasta aperta dal
16 giugno al 22 novembre dello scorso anno presso la Scuola Grande
della Misericordia di Venezia. Nel 2017 invece Cose Belle d'Italia
Media Enterteinment ha sviluppato e prodotto un format di mostra
multimediale e interattiva dedicata a 'Magister Giotto' in
occasione del 750esimo anniversario della nascita.
'Un altro settore che stiamo guardando è quello degli archivi
digitali', aggiunge ancora l'a.d., mentre sull'estero 'il mondo del
Far East è interessante. E' un mercato su cui ci stiamo muovendo su
più fronti. Anche gli Stati Uniti sono molto interessanti e i
mercati maturi dell'Europa Continentale potrebbero diventarlo. Poi
c'è una componente di italiani sparsi per il mondo, amanti della
cultura del nostro Paese, che è molto rilevante. Anche questo è un
mercato potenzialmente captive. Operiamo pure nel segmento del
turismo esperienziale. L'ultima attività invece è quella di
business management, ossia coordinamento e controllo. Portare
managerialità e organizzare le sinergie e far lavorare assieme le
aziende. Banalmente c'è anche un filone di attività che va
sull'estero per quanto riguarda le mostre digitali che ricordiamo
hanno una replicabilità infinita. Siamo anche proprietari del
marchio FMR, che è parte del progetto. Anche questo è un filone di
business che vorremmo far ripartire abbastanza a breve', afferma
Corti.
Per far fronte a tutte queste attività e crescere ulteriormente
Cose Belle d'Italia valute anche possibili M&A o accordi con
altri operatori. 'Ovvio che questa struttura, potenzialmente molto
integrata, si apre a recepire altre opportunità, che siano di
acquisizioni o partnership strategiche. C'è ad esempio - illustra
il Ceo - tutto il segmento di fruizione digitale dell'arte e della
digitalizzazione sempre con una certa attenzione alla qualità.
Questo è uno dei mondi sui quali stiamo già lavorando e che in un
futuro non troppo distante potrebbe essere oggetto di integrazione.
Stiamo già guardando qualcosa. Abbiamo anche la fortuna di essere
sul mercato dei capitali e questo ci aiuta'.
Cose Belle d'Italia parte 'da una dote di liquidità importante,
ma - conclude il numero uno del gruppo - per diversificare e
aumentare le persone o gli investimenti necessariamente bisogna
avere delle disponibilità. Già ci stiamo muovendo con delle ipotesi
di raccolta di capitali su cui stiamo lavorando. A livello numerico
invece abbiamo un stock di partenza di fatturato che va tra i 10 e
i 15 mln euro. Quest'anno però è un po' strano. Le aziende
acquisite infatti fatturano da aprile e la holding i primi tre mesi
di attività faceva un altro lavoro. Abbiamo a livello di ricavi un
target al 2022 intorno ai 35 mln euro, con Ebitda interessante di
circa 6 mln euro, ossia il 20% che è figlio di una crescita
organica dei business attuali e di uno sviluppo più importante di
quelli che sono partiti ultimamente, come ad esempio le mostre. Le
strutture possono gestire infatti volumi di attività molto più
importanti poi ci sono degli acceleratori: il mondo digitale ad
esempio cresce molto più in fretta del tradizionale. Siamo positivi
e ora inizieremo a muoverci in termini di altre opportunità. Le
acquisizioni potenziali infatti potrebbero portare a una dimensione
maggiore'.
fus
marco.fusi@mfdowjones.it
(END) Dow Jones Newswires
June 10, 2019 11:58 ET (15:58 GMT)
Copyright (c) 2019 MF-Dow Jones News Srl.