l presidente turco Recep Tayyip Erdogan accelera sulla Libia: la Turchia sta inviando lì le sue truppe "per garantire che il legittimo governo libico rimanga in carica e per favorire la stabilità", ha dichiarato riferendo al governo sui risultati ottenuti nel 2019 e sugli obiettivi per il 2020. Come se non bastasse, Erdogan ha annunciato che quest'anno la Turchia avvierà «attività di esplorazione e perforazione» nel Mediterraneo nelle zone inquadrate dall'accordo sulla demarcazione dei confini marittimi con la Libia, sottolineando che "la nave Oruc Reis effettuerà inizialmente un'esplorazione sismica".

Lo scorso novembre, si legge su MF, Erdogan ha firmato con il governo di accordo nazionale di Tripoli, guidato da Fayez al Sarraj, un'intesa che delimita i confini marittimi dei due Paesi in modo da creare un'area economica esclusiva in comune, che si protende senza soluzione di continuità dalle coste turche a quelle libiche, per sfruttare le risorse minerarie sottomarine e dividendo in due il Mediterraneo. Questa intesa è contestata da Grecia, Egitto e Unione Europea. La Turchia vuole controllare le aree di sfruttamento petrolifero attorno alla sua area occupata nell'isola di Cipro (occupazione considerata illegittima dal diritto internazionale) e soprattutto impedire la posa del futuro gasdotto EastMed che partirebbe dal giacimento rinvenuto al largo di Israele per approdare in Puglia. La Turchia vuole bloccarlo per sfruttare i giacimenti sotto la propria giurisdizione. L'EastMed è guardato con grande attenzione dall' Eni perché potrebbe trasportare il gas trovato dal colosso dell'energia italiano nel giacimento egiziano Zohr, che con i suoi 850 miliardi di metri cubi è il più grande ritrovamento di sempre nel Mediterraneo. Ankara sostiene che le concessioni rilasciate dal governo cipriota di Nicosia (riconosciuto dalla comunità internazionale) alle compagnie petrolifere occidentali, tra cui Eni, non sono legittime perché non tengono conto degli interessi turco-ciprioti. Interessi che Erdogan non difende solo a parole: nel febbraio 2018 una nave da guerra turca ha bloccato la Saipem 12000 noleggiata dall' Eni mentre si spostava in acque cipriote da un'area esplorativa all'altra. E lo scorso ottobre la Turchia ha inviato la Yavuz a cercare gas e petrolio in un'area in concessione a Eni e Total.

red/lab

 

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January 17, 2020 02:11 ET (07:11 GMT)

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