Bon vivant e nipote prediletto dell'avvocato Giovanni Agnelli,
ma anche manager esperto di marketing e di lusso prima con
l'esperienze in Fiat e poi con le sue società, Lapo Elkann si è
adoperato molto nella lotta contro il coronavirius. Sia in Italia
che all'estero. In questa intervista a MF-Milano Finanza ha parlato
delle sue iniziative future contro il Covid 19, ma anche di come
cambierà il mondo del marketing e del lusso. E non certo, meno
importante, di CR7 e della Juventus, della Ferrari e dei suoi
rapporti con il nonno e l'ex segretario di Stato americano Henry
Kissinger.
Domanda. Parlando con i tanti enti con cui è entrato in contatto
si è fatto un'idea di come sia stata gestita la pandemia?
Risposta. L'emergenza è senza precedenti. Questo è il punto da
cui far partire ogni tipo di valutazione. Ciò premesso, dico che
gli italiani hanno mostrato una generosità e una resilienza da veri
numero uno. Un plauso particolare lo meritano gli infermieri e i
medici. E insieme a loro tutti quei filantropi che hanno fatto
scattare una gara di solidarietà senza precedenti. Da oggi oltre
che campioni di bellezza, creatività, arte, moda, design potremmo
dire che siamo anche dei campioni di solidarietà. Questo sarà
motivo di ulteriore orgoglio. Il mio obiettivo personale sarà
quello di veicolare il nostro Paese all'estero facendo emergere
l'amore e la generosità degli italiani. Lo abbiamo già fatto in
Portogallo e a breve lo faremo anche in altri Paesi.
D. È possibile stilare un bilancio delle iniziative di cui si è
fatto promotore?
R. Con la mia Fondazione LAPS ci occupiamo dal 2016 del
benessere dei bambini. Davanti all'emergenza in atto ci è sembrato
naturale rivolgerci a una categoria di soggetti più ampia. Per
questo abbiamo prima donato a diverse regioni e comuni mascherine e
dopo abbiamo rivolto l'attenzione all'emergenza sociale, economica
e alimentare. Nessuno può voltarsi dall'altro lato leggendo di
persone disperate perché non hanno di che mangiare. Soprattutto chi
come me è un privilegiato. Abbiamo quindi, avviato una campagna di
raccolta fondi in Italia e Portogallo incassando per le croce rossa
locali - e il Banco Alimentar in Portogallo - complessivamente 1
milione di euro e svariate tonnellate di cibo.
D. Qual è stata la cosa che l'ha colpita di più?
R. La cosa che mi rende felice è che accanto a donazioni
importanti ci sono stati anche piccoli interventi. Sono orgoglioso
di questo perché il concetto di fare qualcosa per gli altri
prescinde dall'entità. In questo momento anche solo una parola di
affetto ha un valore enorme. In questi giorni sto lavorando per
«esportare» la campagna di raccolta fondi in Spagna e Stati Uniti.
Inoltre, stiamo realizzando anche progetti in ambiti territoriali
più piccoli, come ad esempio le pizze che stiamo donando a Napoli.
Oppure - e le do un'anteprima - un libro da colorare per bambini il
cui ricavato verrà devoluto a progetti sociali. Sempre per i più
piccoli infine la Fondazione sta producendo con la Q36.5, una
azienda di eccellenza con sede a Bolzano, delle mascherine per
bambini che doneremo a enti che si occupano del loro benessere.
D. Lei è un imprenditore con molte connessioni nella business
community internazionale. Da questo osservatorio privilegiato che
idea si è fatto di come uscire dalle conseguenze economiche del
virus?
R. Su questo interrogativo le migliori menti internazionali si
stanno confrontando, non mi permetto di sostituirmi a loro. Dico
solo che per uscire da una crisi profonda come questa occorrono
idee straordinarie, idee out of the box. Serve coraggio e
creatività. Da una situazione senza precedenti si può uscire
soltanto grazie ad soluzioni innovative. All'Italia serve un motore
forte. Se uniti quel motore possiamo esserlo noi, insieme abbiamo
la forza delle Ferrari da F1.
D. Ha notato differenze su come il virus è gestito in Italia e
all'estero?
R. Ci sono stati certamente modelli differenti. Ma non ci sono
cose giuste e cose sbagliate. Ogni modello viene realizzato in base
alla gravità dell'emergenza, al tessuto socio-economico e al
sistema sanitario. Questo non è il momento di dare giudizi, adesso
dobbiamo essere uniti per superare questo momento senza dimenticare
nessuno. Il contributo di ognuno è fondamentale.
D. Da proprietario e presidente di Italia Independent (luxury
eyewear) e di Garage Italia quale sarà l'impatto della pandemia nel
lusso e nella moda?
R. Il mondo del lusso, cosi come molti altri settori, subiranno
un impatto sicuramente importante sui conti 2020. Il calo dei
consumi purtroppo è una certezza, In linea generale credo che le
persone, avranno voglia più di valori che di oggetti futili.
Pertanto in momenti così complessi è importate per tutte le
aziende, e in primis per i grandi brand, attuare delle strategie di
lungo periodo per non diluire la forza dei marchi. Mi spiego
meglio: i grandi player devono continuare a costruire il futuro del
marchio guardando al lungo periodo. Se guardassero solo il breve
potrebbero essere spinti a intraprendere azioni commerciali che
alla fine finirebbero per penalizzarli. Anche i cosiddetti love
brand sono chiamati a una nuova sfida: comunicare bene il loro
quadro valoriale e non il prodotto. A questo dovranno aggiungere la
componente esperienziale che almeno nell'immediato dovrà essere
trasferita per lo più attraverso i canali digitali.
D. E per quanto riguarda le sua attività in particolare?
R. La solidarietà sarà la chiave essenziale in tutti i miei
business. Qualche esempio: Newtron è il partner di Garage Italia
che costruisce i motori elettrici nell'ambito del progetto Icon-e
con cui ridiamo vita a veicoli iconici. Con loro stiamo lavorando
su una importante donazione di mascherine.Mentre, con Cristiano
Ronaldo, con cui Italia Independent ha realizzato una collezione di
occhiali, abbiamo fatto la campagna benefica Never give up (Non
mollare mai, ndr).
D. Qual è l'importanza di le figure iconiche come CR7 nel
veicolare i messaggi? Siano questi commerciali o sociali.
R. I testimonial con un forte quadro valoriale rimarranno
certamente centrali. Cristiano è senza dubbio una potenza in campo.
E fuori è una persona dal cuore grande.
D. Lei stesso è una figura molto popolare. Inoltre quando ha
lavorato in Fiat all'inizio del secolo occupandosi dell'immagine
del brand, i suoi risultati sono stati notevoli. Cosa cambierà nel
mondo del marketing?
R. Il marketing e la comunicazione dovranno passare dal
comunicare il prodotto a comunicare i valori della marca e
dell'azienda e i loro valori sociali. Sarà più importante il
racconto istituzionale e umano rispetto al racconto del prodotto.
Bisognerà raccontare le aziende, l'impegno sociale e le persone che
compongono le aziende. Anche le celebrities e gli influencer
dovranno rivedere le proprie strategie: il periodo in cui era
possibile ostentare è finito. E sarà finito per sempre. La nuova
«era» prevede impegno sociale e valori forti. Senza queste due
componenti le grande masse smetteranno di seguire i propri
beniamini. Inoltre non dimentichiamoci della sostenibilità.
D. Tramite la Dicembre (società i cui soci sono i fratelli John,
Ginevra e Lapo Elkann) lei è uno dei principali azionisti della
galassia industriale che fa capo ad Exor, presieduta da suo
fratello John. Questo impero include anche Ferrari e la Juventus.
Cosa dovrebbero fare la Formula 1 e il calcio in questo
momento?
R. Il calcio, la Formula1 e tutti gli altri sport sono
importanti. La Ferrari e la Juve mi mancano immensamente e spero di
poter ritornare presto a gioire per i loro trionfi. Entrambe le
società hanno fatto tanto in questa emergenza. La Ferrari ha
iniziato a produrre valvole per i respiratori mentre la raccolta
fondi e le altre iniziative benefiche organizzate in casa Juve da
mio cugino Andrea (Agnelli, presidente del club, ndr) mi rendono un
ferrarista e un bianconero ancora più orgoglioso. In questo momento
trovo giusto che l'attenzione sia rivolta a chi soffre. Da tifoso
sono certo che mio cugino Andrea, mio fratello John e i manager
delle due società prenderanno le migliori decisioni nell'interesse
dei tifosi, dei dipendenti e degli azionisti.
D. Lei ha avuto un bellissimo rapporto con suo nonno, l'avvocato
Giovanni Agnelli. Ha mai pensato a cosa avrebbe fatto lui di fronte
a questa pandemia?
R. Mio nonno mi manca ogni istante e in questi giorni ho pensato
molto a cosa avrebbe fatto per il suo Paese. Non ho una risposta ma
sono certo di una cosa: sarebbe stata una figura chiave, una
persona che non avrebbe avuto timore a far sentire la propria voce
a vantaggio dello spirito di squadra e di unità, in Italia, in
Europa e nel mondo.
D. Lei ha lavorato due anni con l'ex segretario di Stato
americano Henry Kissinger, considerato tra le persone più influenti
dello scenario geopolitico internazionale nonché grande amico di
suo nonno. Lo ha sentito recentemente e se sì cosa ne pensa della
lotta al coronavirus?
R. Il mio rapporto con Kissinger è talmente prezioso che sento
il dovere di tenerlo per me.
red
(END) Dow Jones Newswires
May 11, 2020 02:25 ET (06:25 GMT)
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