Se l'articolo 35 del Dl Milleproroghe ha messo Aspi in una situazione di tensione finanziaria, la revoca della concessione ne segnerebbe definitivamente il destino, portandola al default, oltre a mettere in seria difficoltà anche la holding Atlantia. Le conseguenze sarebbero devastanti innescando in Italia un meccanismo non del tutto lontano come quando, ingenuamente e incoscientemente, fu deciso di far fallire la banca americana Lehman Brothers. Coinvolgerebbe lavoratori, azionisti e obbligazionisti internazionali e finirebbe per generare sfiducia e pulsioni di inaffidabilità al sistema Italia.

La revoca della Concessione ad Aspi avrebbe l'effetto immediato di azzerare gli oltre 14,5 miliardi di euro di investimenti programmati dal concessionario. Un danno considerevole in termini di mancata crescita del Pil. in tempi di forte recessione causa Covid.

Non solo. Aspi, orbata della concessione, andrebbe incontro a un default che avrebbe conseguenze molto dolorose sull'economia del Paese. In primo luogo bisognerà vedere quale sarà l'impatto in termini occupazionali. Il governo ha assicurato che, in caso di trasferimento ad Anas della concessione, gli oltre 7000 lavoratori Aspi non avrebbero perso il posto di lavoro venendo riassunti da Anas stessa. Il che è tutto da vedere.

In termini finanziari i danni saranno considerevoli. Aspi, allo scorso 31 marzo, aveva 9,3 miliardi di euro di debito, 4,8 miliardi dei quali garantiti da Atlantia. Tra le linee di credito che Aspi ha avuto nel corso degli anni figura anche un prestito da 2,1 mld (1,8 mld garantiti da Atlantia) ricevuto da Bei e Cdp. Che quindi rischierebbero un impatto immediato da 300 mln in caso di default di Aspi.

Il dissesto di Aspi andrebbe inevitabilmente a impattare sulla solidità patrimoniale della holding Atlantia che a sua volta ha 9 mld di euro di debito e una capitalizzazione di mercato attuale di 11 miliardi circa.

Nessuno, in ambienti finanziari, vuole pensare a un avvitamento di Atlantia dopo quello di Aspi anche perchè si tratterebbe di un impatto, tra bond e capitalizzazione di Borsa, da quasi 30 miliardi di euro.

Colpire Atlantia per colpire i Benetton è una strategia che rischia di essere poco avveduta, in termini di dividendi politici nel medio termine. I Benetton infatti hanno poco più del 30% del capitale di Atlantia che ha un flottante superiore al 45% del capitale.

Considerando che si tratta di un'azienda che ha il business incardinato su concessioni pubbliche, aurtostradali e aeroportuali, che per definizione assicura flussi di cassa certi, le azioni sono state preferite, nel corso degli anni, dal popolo dei cassettisti. Ovverosia dal popolo dei risparmiatori che, dal tramonto dei Bot, vanno alla ricerca di approdi sicuri per i loro risparmi. Una nuova tosatura del cosiddetto "parco Buoi" avrebbe conseguenze serie in termini di fiducia e quindi anche sul resto del mercato azionario.

glm

8fine)

MF-DJ NEWS

0913:16 lug 2020

 

(END) Dow Jones Newswires

July 09, 2020 07:19 ET (11:19 GMT)

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