Bami - Banco Bpm (BAMI)

- Modificato il 02/1/2017 10:01
vipex N° messaggi: 9911 - Iscritto da: 10/2/2013
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14521 di 15731 - 19/2/2020 07:00
quadr0 N° messaggi: 25511 - Iscritto da: 04/8/2008
Con questa classe dirigente l'Italia sta tornando alla fame del dopoguerra quando non c'era manco di che mangiare
14522 di 15731 - 19/2/2020 07:19
quadr0 N° messaggi: 25511 - Iscritto da: 04/8/2008
Con questa classe dirigente abbiamo già perso la III guerra mondiale senza combatterla.

Ci stiamo già consegnando al nemico armi e bagagli come fecero i nostri padri nella II guerra mondiale.
14523 di 15731 - 19/2/2020 07:20
quadr0 N° messaggi: 25511 - Iscritto da: 04/8/2008
Molto probabilmente sarà un vizio genetico di noi italiani.
14524 di 15731 - 19/2/2020 07:26
quadr0 N° messaggi: 25511 - Iscritto da: 04/8/2008
Però i nostri padri fecero finta di combattere.
Noi non stiamo manco combattendo.
Stiamo solo consegnandoci a chi ci spoglia e deride.
14525 di 15731 - 19/2/2020 07:44
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Quotando: quadr0 - Post #14522 - 19/Feb/2020 06:19Con questa classe dirigente abbiamo già perso la III guerra mondiale senza combatterla.

Ci stiamo già consegnando al nemico armi e bagagli come fecero i nostri padri nella II guerra mondiale.


Mi risulta che la II Guerra mondiale la perdemmo. E ne fummo l'innesco indiretto per la megalomania del puzzone.
E quando perdi una guerra le condizioni le dettano i vincitori, soprattutto se ti eri mosso come aggressore, spesso in modo vigliacco come contro la Francia sotto attacco nazista.
Oggi gli eredi di quella follia pretendono, nuovamente, di dettare strampalate condizioni verso il popolo, sfruttando L'IGNORANZA diffusa.
Dopo l'ORO ALLA PATRIA per difendere quota 100 nel rapporto Lira Dollaro, gli eredi vorrebbero ABBANDONARE la moneta forte per adottarne una ultra svalutata che porterebbe con se solo INFLAZIONE, perdita di potere d'acquisto, distruzione del valore dei risparmi e crescita esponenziale dei debiti in essere, da rimborsare nella valuta forte con cui sono stati contratti, ma con reddito da lavoro pagato in pizze di fango.
Sull'operazione Intesa Ubi hai assistito ad un'evoluzione darwiniana della specie, dove lo squalo si è mangiato una seppia.
Dopo la pastura veneta lanciatagli dallo Stato.
Bami è salita perché sarà la prossima preda, forse da parte di qualche entità straniera. Altrimenti lo Stato la blindera' accollandole MPS.
14526 di 15731 - 19/2/2020 07:51
rampani N° messaggi: 72895 - Iscritto da: 03/9/2007
AHAHAHAHAH...
14527 di 15731 - 19/2/2020 09:10
quadr0 N° messaggi: 25511 - Iscritto da: 04/8/2008
Quotando: soldatinokingdartagnan - Post #14525 - 19/Feb/2020 06:44
Quotando: quadr0 - Post #14522 - 19/Feb/2020 06:19Con questa classe dirigente abbiamo già perso la III guerra mondiale senza combatterla.

Ci stiamo già consegnando al nemico armi e bagagli come fecero i nostri padri nella II guerra mondiale.


Mi risulta che la II Guerra mondiale la perdemmo. E ne fummo l'innesco indiretto per la megalomania del puzzone.
E quando perdi una guerra le condizioni le dettano i vincitori, soprattutto se ti eri mosso come aggressore, spesso in modo vigliacco come contro la Francia sotto attacco nazista.
Oggi gli eredi di quella follia pretendono, nuovamente, di dettare strampalate condizioni verso il popolo, sfruttando L'IGNORANZA diffusa.
Dopo l'ORO ALLA PATRIA per difendere quota 100 nel rapporto Lira Dollaro, gli eredi vorrebbero ABBANDONARE la moneta forte per adottarne una ultra svalutata che porterebbe con se solo INFLAZIONE, perdita di potere d'acquisto, distruzione del valore dei risparmi e crescita esponenziale dei debiti in essere, da rimborsare nella valuta forte con cui sono stati contratti, ma con reddito da lavoro pagato in pizze di fango.
Sull'operazione Intesa Ubi hai assistito ad un'evoluzione darwiniana della specie, dove lo squalo si è mangiato una seppia.
Dopo la pastura veneta lanciatagli dallo Stato.
Bami è salita perché sarà la prossima preda, forse da parte di qualche entità straniera. Altrimenti lo Stato la blindera' accollandole MPS.





Infatti la II guerra mondiale l'abbiamo persa.

E' questa III guerra mondiale in atto che stiamo perdendo senza combattere.
Tagli quotidiani all'economia e consegna di banche e industrie alla Francia.

Poi se non si sfascia quel poco di buono che già c'è, non si è contenti.

Stanno Bper e Bami per fare i grandi accorpamenti si va a sfasciare l'Ubi che è una banca importante a livello nazionale.

C'è anche la banca nazionale del lavoro.
L'abbiamo data definitivamente a Paribas ???

In Italia si sminuzzano e si regalano banche che funzionano per far cassa.

Cimbri di Unipol si è già prenotato per prendersi il ramo assicurativo di Ubi.

Chi pagherà sarà il contribuente con esuberi e aiuti economici ai vincitori dell'accorpamento.

Insomma chi perde alla fine è sempre il cittadino italiano.
14528 di 15731 - 19/2/2020 10:59
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Quotando: quadr0 - Post #14527 - 19/Feb/2020 08:10
Quotando: soldatinokingdartagnan - Post #14525 - 19/Feb/2020 06:44
Quotando: quadr0 - Post #14522 - 19/Feb/2020 06:19Con questa classe dirigente abbiamo già perso la III guerra mondiale senza combatterla.

Ci stiamo già consegnando al nemico armi e bagagli come fecero i nostri padri nella II guerra mondiale.


Mi risulta che la II Guerra mondiale la perdemmo. E ne fummo l'innesco indiretto per la megalomania del puzzone.
E quando perdi una guerra le condizioni le dettano i vincitori, soprattutto se ti eri mosso come aggressore, spesso in modo vigliacco come contro la Francia sotto attacco nazista.
Oggi gli eredi di quella follia pretendono, nuovamente, di dettare strampalate condizioni verso il popolo, sfruttando L'IGNORANZA diffusa.
Dopo l'ORO ALLA PATRIA per difendere quota 100 nel rapporto Lira Dollaro, gli eredi vorrebbero ABBANDONARE la moneta forte per adottarne una ultra svalutata che porterebbe con se solo INFLAZIONE, perdita di potere d'acquisto, distruzione del valore dei risparmi e crescita esponenziale dei debiti in essere, da rimborsare nella valuta forte con cui sono stati contratti, ma con reddito da lavoro pagato in pizze di fango.
Sull'operazione Intesa Ubi hai assistito ad un'evoluzione darwiniana della specie, dove lo squalo si è mangiato una seppia.
Dopo la pastura veneta lanciatagli dallo Stato.
Bami è salita perché sarà la prossima preda, forse da parte di qualche entità straniera. Altrimenti lo Stato la blindera' accollandole MPS.




Infatti la II guerra mondiale l'abbiamo persa.

E' questa III guerra mondiale in atto che stiamo perdendo senza combattere.
Tagli quotidiani all'economia e consegna di banche e industrie alla Francia.

Poi se non si sfascia quel poco di buono che già c'è, non si è contenti.

Stanno Bper e Bami per fare i grandi accorpamenti si va a sfasciare l'Ubi che è una banca importante a livello nazionale.

C'è anche la banca nazionale del lavoro.
L'abbiamo data definitivamente a Paribas ???

In Italia si sminuzzano e si regalano banche che funzionano per far cassa.

Cimbri di Unipol si è già prenotato per prendersi il ramo assicurativo di Ubi.

Chi pagherà sarà il contribuente con esuberi e aiuti economici ai vincitori dell'accorpamento.

Insomma chi perde alla fine è sempre il cittadino italiano.


Perché devi buttarla in polemica politica a favore del partito più ignorante e parassita presente sulla scena?
Mi spieghi cosa cazzo c'entrerebbero gli stranieri con i fallimenti bancari di Veneto Banca, BPVicenza, MPS salvata dallo stato, Etruria, Cariferrara, PopSpoleto fino alla recente e già conosciuta PopBari?
Io ho visto comportamenti predatori e criminali di amministratori e politici NAZIONALI.
Che mi dici del fallimento della banca fondata dalla lega, Credieuronord, che lasciò sul lastrico migliaia di ingenui fessi che avevano creduto ad un programma di indipendenza padano?
Il solito comportamento ignorante e parassita che individua in un non meglio specificato nemico esterno l'origine del proprio declino.
Crruzione, Evasione fiscale e criminalità organizzata ricca e pervasiva.
Questi sono i NEMICI.
14529 di 15731 - 19/2/2020 11:04
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Nella nuova e sensazionale commedia dell’offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca che sta andando in onda sui mercati finanziari, si nasconde dietro alle quinte un attore di primo piano da cui potrebbe dipendere l’esito dell’intera messinscena. Si tratta della Mediobanca guidata da Alberto Nagel che, con Francesco Canzonieri, in questa operazione fa da consulente all’Intesa capitanata da Carlo Messina.
Non ci sarebbe molto di che stupirsi se non fosse che Mediobanca e Intesa tradizionalmente rappresentano due mondi finanziari antitetici, il primo riconducibile all’area laica dello storico fondatore Enrico Cuccia e di chi poi ne ha ereditato il testimone (Renato Pagliaro in primis ma anche Nagel), e il secondo legato agli ambienti della finanza cattolica da decenni rappresentati da Giovanni Bazoli. Quest’ultimo, classe 1932, oggi è il presidente emerito di Intesa: un ruolo prestigioso che tuttavia, un po’ per l’età e un po’ perché i tempi sono cambiati, non gli consente più la libertà di una volta di fare e disfare i destini di gran parte della finanza italiana.

Nonostante la stella di Bazoli negli ultimi tempi si sia per forza di cose offuscata, in questi anni tra le due fazioni, Mediobanca e Intesa Sanpaolo appunto, sembrava essere tornata quella acerrima rivalità che da tempo mancava sui palcoscenici della finanza. Si pensi, ad esempio, alla scalata risalente al 2016 a suon di offerte e contro offerte su Rcs che ha visto uscire vittorioso Urbano Cairo, sostenuto da Intesa, a scapito della cordata composta da Mediobanca, Andrea Bonomi, Pirelli, Unipolsai e Diego Della Valle. O, ancora, allo scontro per il controllo dello Ieo, l’istituto di oncologia fondato da Umberto Veronesi nel 1994 dove Mediobanca e Intesa nel 2017 sono state protagoniste di uno scontro senza esclusione di colpi.
Ma la battaglia più eclatante tra le due banche è stata quella del 2017 per il controllo delle Assicurazioni Generali, storico crocevia degli affari italici. Proprio quando Intesa stava studiando come muovere sul Leone di Trieste, l’operazione fu anticipata dalla stampa. E Mediobanca, prima azionista del gruppo assicurativo poco propensa a mollare il prelibato boccone, ebbe il tempo di preparare una controffensiva e rintuzzare l’attacco. Vinse Nagel perché Messina non lanciò mai l’offerta sulle Generali e ancora oggi Mediobanca è prima socia del Leone con il 13 per cento.

Insomma, l’ultima volta che Intesa aveva studiato un’offerta su un grande gruppo italiano, le Generali appunto, era andata male. E a questo giro, con tutte le differenze del caso essendo Ubi molto diversa dalle Generali, Intesa ha pensato bene di farsi alleata la sua storica nemica. Un elemento che potrebbe giocare a suo favore.

14530 di 15731 - 19/2/2020 11:11
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
La mossa di Carlo Messina viene salutata con favore dal mercato, ma il nuovo giro di “risiko” bancario messo in moto dall’offerta di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca scompagina le carte su più di un tavolo. A partire da quello del Tesoro, che pareva puntare ad un consolidamento limitato agli istituti di medio o piccole dimensioni che facilitasse la nascita di un “terzo polo del Nord” da contrapporre proprio a Intesa Sanpaolo e a Unicredit, mediante un matrimonio tra Banco Bpm e Ubi Banca, che avrebbe eventualmente potuto estendersi a Bper Banca, per poi fare rotta su Mps (dal cui capitale Via XX Settembre, azionista al 68%, dovrà uscire entro fine 2021).
Sulla carta una “integrazione ideale” che avrebbe raggruppato banche operanti nei territori più floridi del paese, in particolare Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna, consentendo di consolidare impieghi netti “in bonis” per circa 230 miliardi di euro, dando vita a un gruppo da circa 9,5 miliardi di euro di capitalizzazione di mercato. Piccolo dettaglio, fatto notare ancora ieri da Victor Massiah, numero uno di Ubi Banca: non tutte le fusioni funzionano e per riuscire una condizione è avere assoluta chiarezza di governance, sia a livello di azionariato sia di management.
Cosa che Messina con un’operazione che Gian Maria Gros-Pietro (presidente di Intesa Sanpaolo) non ha esitato a definire “geniale”, offre in modo cristallino, non potendovi essere dubbi su chi avrà in mano le leve operative sia tra gli azionisti sia tra i manager. Le fondazioni azioniste di Intesa Sanpaolo si diluiranno infatti molto marginalmente, passando dal 14,8% a, 13,1% del capitale del nuovo gruppo, i soci di controllo di Ubi Banca riuniti nel Car, oggi al 18%, si ridurranno a poco più del 2%.
Mentre lo stesso Messina ha voluto “rassicurare” l’ex vicedirettore generale di Banca Intesa (indicato tra i papabili come successore di Federico Ghizzoni prima dell’arrivo di Jean-Pierre Mustier in Unicredit) e la sua squadra, autori di “un lavoro eccellente nel creare una banca solida e ben gestita”, offrendo loro la possibilità di integrare il vertice aziendale di Ubi Banca nelle prime linee di management di Intesa Sanpaolo in posizioni “adeguate” e con “possibilità di crescita professionale”. Se a Brescia e dintorni saranno in molti a dover valutare attentamente il da farsi, in casa UniCredit, fanno notare gli osservatori delle dinamiche del mercato bancario, l’atmosfera rischia di farsi gelida.
Dopo aver a lungo “flirtato” con l’idea di crescere in Europa, solo per doversi rassegnare all’evidenza riguardo la difficoltà di trovare un accordo con banche francesi o tedesche che potesse soddisfare tutte le parti e creare valore per gli azionisti, Mustier rischia di vedersi ora franare il terreno (anzi la quota di mercato) sotto i piedi proprio nel suo mercato domestico e potrebbe dunque passare al contrattacco per non restare staccato dalla “nuova” Intesa Sanpaolo (che arriverà ad avere circa 500 miliardi di crediti “in bonis” e una capitalizzazione di 44 miliardi).
Considerazioni simili, e l'attivismo odierno degli investitori a Piazza Affari lo dimostra, valgono per Giuseppe Castagna: Banco Bpm (oltre 91 miliardi di crediti netti “in bonis”, 3,5 miliardi di capitalizzazione) se non vuol rimanere sempre più staccato dai primi due gruppi italiani deve ora trovare una o più “prede”. Quali? Con Ubi Banca tolta dal mercato e Bper Banca non più interessata, resterebbero oltre a Mps (quasi 79 miliardi di impieghi netti “in bonis”, 2 miliardi di capitalizzazione) due istituti lombardi come Banca popolare Sondrio (1,1 miliardo di capitalizzazione, 37,5 miliardi circa di impieghi netti “in bonis”) e Credito Valtellinese (625 milioni di capitalizzazione, un’altra trentina di miliardi di impieghi netti “in bonis”).

Messi assieme si arriverebbe a creare un “supergruppo lombardo” da oltre 150 miliardi di impieghi netti “in bonis” e 5,2 miliardi di capitalizzazione, che potrebbe più agevolmente provare a rilevare il controllo dell’istituto senese, dove Marco Morelli potrebbe lasciare la poltrona di Ceo dopo l’assemblea del 6 aprile chiamata a rinnovare il board della banca per essere sostituito, secondo le ultime voci, da Marina Natale, ex top manager Unicredit e attuale numero uno di Amco (l’ex bad bank Sga chiamata a rilevare oltre 9,5 miliardi di Npe che Siena cederà una volta raggiunto l’accordo con la Commissione Ue). Sempre che Morelli non decida di restare, in cambio di un chiaro mandato finalizzato alla ri-privatizzazione.

Resterebbe da capire, a quel punto, il destino del Credito Emiliano (1,73 miliardi di capitalizzazione, 25,6 miliardi di attivi netti “in bonis”), il cui direttore generale, Nazzareno Gregori, si è qualche giorno fa detto “disponibili a dialogare in una logica di consolidamento”, ma che potrebbe ora diventare più una preda (il caso Ubi, istituto passato in solo 24 ore da cacciatore a bottino, insegna) che un polo aggregante, tanto più che Gregori ha già messo le mani aventi spiegando di non aver interesse a partecipare a salvataggi (in particolare a quello di Banca popolare Bari).
Ultimo ma non meno rilevante tavolo “sparigliato” da Messina è quello assicurativo. Andato a vuoto il tentativo di fidanzamento con le Generali, con cui Intesa Sanpaolo dovette rinunciare a lanciare qualsiasi offerta di scambio, Messina, che nei mesi scorsi si è già rafforzato nel settore delle assicurazioni sanitarie con l’acquisizione di Rbm Assicurazione Salute, salendo così al primo posto del settore in Italia (proprio davanti al Leone), finirà ora col favorire la concorrente Unipol. Alla Compagnia di Carlo Cimbri cui andranno una o più compagnie assicurative attualmente partecipate da Ubi Banca, ossia BancAssurance Popolari, Lombarda Vita e Aviva Vita, finora valutate attorno al miliardo di euro.
Se è vero come ha spiegato il banchiere di Intesa che "sul risiko bancario italiano fino ad ora sono state fatte molte chiacchiere ma pochi fatti, perché nessuno degli amministratori delegati voleva suicidarsi perdendo il posto con un merger" ora la paura di finire preda, "perché chi compra finisce sempre per comandare e non esistono merger of equals", potrebbe costringere i banchieri nazionali a darsi una mossa. La Borsa lo ha capito e ha iniziato a prendere posizione. Tant'è che proprio il vento del risiko ha portato Piazza Affari a svettare fra i listini mondiali depressi dalle conseguenze negative del coronavirus sul raggiungimento dei target da parte di Apple.
14531 di 15731 - 19/2/2020 12:11
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
L'istituto di Piazza Meda, appena reduce da tre anni di cantiere post-fusione (quella tra la milanese Bpm e il veronese Banco Popolare era stata la prima aggregazione sotto la nuova Vigilanza Unica Bce, allora guidata dalla francese Daniele Nouy), scrive Il Corriere della Sera, sembrava la sponda naturale di un'integrazione con Ubi. I due ceo, Giuseppe Castagna e Victor Massiah, si sono anche più volte seduti al tavolo ma senza trovare l'accordo. Ora Banco Bpm perde una importante chance strategica. Si vedrà il prossimo 3 marzo - alla presentazione del piano industriale - come risponderà alle sirene del risiko. Anche perché, per essere polo aggregante, servono prede. Ma di dimensione adeguata al momento non ce ne sono. Anche per questo motivo il rialzo in Borsa di ieri, +4,7% dopo essere arrivata a guadagnare anche il 12%, secondo diversi operatori potrebbe segnalare un cambio di scenario inaspettato, dato che in molti sul mercato avevano letto la candidatura di un banchiere come Massimo Tononi alla presidenza - l'assemblea si tiene il 4 aprile - come preludio a un'aggregazione. A meno che Castagna non decida di aprire il dossier più delicato, il Montepaschi, proponendosi come interlocutore del governo, che l'anno prossimo dovrà uscire dal capitale di Rocca Salimbeni. Puntare su Siena potrebbe essere per Banco Bpm una mossa opportunistica, anche in chiave difensiva. Mps - che a sua volta andrà a rinnovare il board il 6 aprile - deve intanto chiudere la trattativa con la Commissione Ue per la cessione dei crediti deteriorati (npl ad Amco, la bad bank del Tesoro, un dossier complesso che si trascina da mesi e che potrebbe chiudersi nelle prossime settimane. Resta però poi su Mps la spada di damocle delle cause legali collegate ai processi penali in corso a Milano per le operazioni Alexandria e Santorini. Sono richieste di danni potenzialmente per miliardi.
14532 di 15731 - 19/2/2020 20:47
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Equita:; Giudizio buy anche per Banco BPM, con target price a 2,9 rispetto ai 2,41 del valore di chiusura. Gli aumenti del peso di 50bps vengono motivati da Equita SIM con l'obiettivo di "mantenere l'esposizione al settore sostanzialmente invariata (sottopeso di -70 bps) post downgrade di BPE". Intesa SanPaolo-Ubi Banca. Equita SIM boccia Bper, ma occhio all'appeal speculativo delle altre banche Intesa SanPaolo-Ubi Banca: quali ripercussioni avrebbe una eventuale concretizzazione dell'offerta pubblica di scambio lanciata dalla prima banca italiana su Ubi sull'intero settore bancario italiano? Dal deal Intesa SanPaolo emergerebbe davvero vincente? Che succederà a Bper, il cui titolo è crollato ieri del 10% dopo la notizia dell'acquisizione di 400-500 sportelli del gruppo risultante da una merger tra Intesa e Ubi - e relativa news di aumento di capitale da 1 miliardo? Che succederà a tutte le altre banche, UniCredit in primis, una volta che Intesa SanPaolo creerà con Ubi un grande polo bancario con 1.100 miliardi di euro di masse gestite? Una panoramica di quella che potrebbe essere la nuova mappatura delle banche in Italia arriva da Equita SIM, che rivede al ribasso il rating e il target price su Bper. Downgradato a "hold", il titolo BPE (Bper) esce dal portafoglio principale di Equita. Il target price viene sforbiciato da 5,1 a 4,8 (P/TE 0.6x, 2021E P/E 8.5x). Il post downgrade BPE porta Equita ad aumentare il peso su UniCredit, Mediobanca, Banco BPM, di 50 punti base. UniCredit ha un rating buy con target price a 16,8 euro, rispetto al valore di chiusura del titolo, nella sessione di ieri, pari a 14,06 euro. Mediobanca ha anch'essa rating "buy" con target a 11,7 euro, rispetto al prezzo di chiusura di 9.66. Giudizio buy anche per Banco BPM, con target price a 2,9 rispetto ai 2,41 del valore di chiusura. EQUITA SIM SU INTESA-UBI BANCA: CHE SUCCEDE ALL'APPEAL SPECULATIVO DELLE ALTRE BANCHE Equita va poi nello specifico, descrivendo gli effetti sul sistema bancario italiano dell'Ops che Intesa ha presentato su Ubi Banca. "Dal punto di vista del settore, l'ulteriore rafforzamento del posizionamento di ISP (Intesa SanPaolo) derivante dall'aumento della quota di mercato su base nazionale (da 15% a 20%) e nei mercati più profittevoli (nord: da 15% a 19%, Lombardia da 15% a 22%) rende meno favorevole il posizionamento competitivo di tutte le altre banche - specie di quelle di dimensioni minori. L'impatto diretto del deal su ISP è tutto sommato limitato (6% Eps accreation al 2023), mentre le conseguenze sui prezzi di mercato di tutte le altre banche sono più significative in quanto: la valutazione di UBI segna un prezzo (0.6x) che diventa un riferimento per tutte le altre valutazioni anche in un contesto che resta molto sfidante per i ricavi e gli utili in generale". "L'appeal speculativo di tutte le altre banche - esclusa UCG (UniCredit) e BPE (Bper), che è coinvolta nell'operazione - aumenta automaticamente, nonostante il peggioramento del loro posizionamento competitivo. ISP conferma, nel caso ce ne fosse stato bisogno, che l'aumento delle dimensioni è una condizione necessaria (ma non sufficiente) per generare economie di scala e remunerare adeguatamente la sempre maggior dotazione di capitale che l'industria richiede a causa della regolamentazione e dei trend del business (digitalizzazione, innovazione ecc)". QUAL E' LA BANCA CHE VINCE DI PIU' CON ANNUNCIO INTESA-UBI bank Per Equita SIM "la banca che beneficia maggiormente di questo mix di considerazioni è BAMI (Banco BPM), che tratta con un multiplo a sconto rispetto alla media (PTE 0.35x vs 0.5x-0.6x), ha un azionariato molto frazionato e una governance non stabile (Cda in rinnovo ad aprile) e ha notevolmente migliorato il proprio profilo di rischio (CET1 >12%, NPE ratio c9%). Fra le banche medie, anche il CVAL (PTE 0.35x) , ovvero Credito Valtellinese o Creval, nonostante la brillante performance di queste ultime settimane (+32% abs, +27% relative) - dovrebbe continuare a beneficiare di un certo appeal speculativo. Dal punto di vista fondamentale manteniamo un sottopeso sul settore bancario in quanto l'outlook per gli utili è in ulteriore peggioramento perché- in assenza di aumento dei tassi a breve, tutt'altro che all'orizzonte - il NII (net interest margine, margine netto di interesse) continua a risentire di mancanza di crescita dei volumi, del derisking e di ulteriore deflazione legata alla probabile riduzione dello stock di bond governativi in vista dell'unione bancaria. A ciò si aggiunge un ciclo del credito molto favorevole (media 55-60bps, default rate 1%) che secondo noi è destinato a peggiorare nel 2020 per il rallentamento macro. Con un P/TE di 0.7x e un ROTE di 7% secondo noi il settore nel suo complesso non offre un profilo di rischio/rendimento ancora attraente". Su Bper, Equita SIM rileva che, "durante la conference call di presentazione dell'acquisizione di 4-500 sportelli da Intesa SanPaolo rivenienti dall'acquisizione di UBI il management ha sottolineato il minor execution risk derivante dall'acquisizione di un ramo di azienda che non comporta l'accollo di strutture centrali. Il razionale del deal risiede nella volontà di acquisire un'ampia base clienti (1,2 milioni, ovvero +45% rispetto a BPE stand-alone)". La SIM fa notare però altri spunti emersi: dei 4-500 sportelli acquisiti, solo 2/3 sono in Lombardia, dove la quota di mercato di BPE - pur aumentando significativamente dall' 1,8% al 3% - resta 2x inferiore al competitor più vicino (BAMI c7%). Non c'è alcuna opzione di vendita di portafogli la cui qualità dovesse risultare inferiore alle attese. BPE incorporerà il ramo d'azienda inclusi gli NPE che risulteranno al momento del trasferimento e sono stimati in 1 miliardo circa (ovvero 5% portafoglio acquisito) - l'aumento di capitale dovrebbe essere di 800 milioni, in base ai nostri calcoli. BPE dovrebbe mantenere un CET1 >12% anche nel 2020 (12,3%) con 800 milioni di aumento di capitale, il deal dovrebbe risultare 6% accreativo sull'Eps (61 centesimi al 2021, rispetto alla nostra stima di 57 cents) ma 3% diluitivo con 1 miliardo di rafforzamento. Benché il 20% dell'aumento di capitale sarà assorbito da Unipol e dalla Fondazione Banco di Sardegna, l'overhang della ricapitalizzazione - pari al 30% del flottante - limita l'upside del titolo. Inoltre secondo noi l'execution risk dell'estrazione di sinergie dall'acquisizione di sportelli è più alta rispetto all'acquisizione di una banca" . Intesa SanPaolo: Equita SIM ha rating "hold", con target a 2,6 euro, rispetto alla chiusura di ieri di 2,6 euro. Così la Sim presenta la sua view dopo la conference call con cui la prima banca italiana ha presentato i dettagli dell'Ops lanciata su Ubi Banca: "Durante la conference call di presentazione dell'OPA volontaria su UBI il management di ISP ha sottolineato il ridotto execution risk dell'acquisizione visto che il business model e la cultura delle banche sono simili. Altri spunti emersi: ISP cambierà la dividend policy nel 2020-21 passando da un target di payout (75% e 70% rispettivamente) ad un dps assoluto che sarà 20 cent nel 2020 e >21 nel 2021. Non sono attese richieste di incrementi di buffer (es. O-SII) da parte del regolatore - l'obiettivo di utile 2022 a 6 miliardi (vs ns stima di 5,5 miliardi) è considerato conservativo in quanto non comprende i benefici derivanti dall'ulteriore derisking e dalla riduzione di costo del funding. L'offerta di scambio su UBI è attesa in luglio, quindi con un timing relativamente breve. ISP venderà ad Unipol, che ha sottoscritto un accordo vincolante, le fabbriche prodotto di UBI nella bancassurance ma esclusivamente al perimetro degli sportelli ceduti a BPE. Il CET1 di ISP (>12% nei prossimi 2 anni post deal) incorpora un effetto positivo di circa 10bps derivante da questa operazione. "Confermiamo la nostra view in base a cui l'effetto dell'acquisizione di UBI non ha impatti rilevanti sugli economics di ISP nel breve, mentre al 2023 ci attendiamo un aumento dell'Eps del 6% (9% in base ai calcoli della società). La price action di ieri dei titoli ISP e UBI si è tradotta in una creazione di valore che sconta già il 55% circa di quella derivante dal pieno raggiungimento delle sinergie di costo e ricavo (540mn post tasse)".
14533 di 15731 - 21/2/2020 05:56
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Io un anomalia la vedo 43 mln di scambi su bpm e 22,6 su ubi ..... sembra che siamo noi oggetto di ops e non ubi
14534 di 15731 - 21/2/2020 06:15
Vshare N° messaggi: 5906 - Iscritto da: 06/8/2014
Applicando gli stessi parametri di ISP....UBI dovrebbe valere almeno 9 miliardi. Oggi vale i 4,9 stabiliti da Messina ma è un diritto degli azionisti UBI pensare di arrivare a questo obbiettivo. Se Isp è realmente interessata migliora l'offerta equiparando le due azioni ai valori dei rispettivi Pn. E allora anche per noi di Bami ci sarà da guadagnare...
14535 di 15731 - 21/2/2020 07:15
sandocan1 N° messaggi: 5871 - Iscritto da: 19/11/2016
Guardate che se salta l'affare intesa/ubi si torna a 1,8€
14536 di 15731 - 21/2/2020 08:22
endade N° messaggi: 2229 - Iscritto da: 30/1/2013
È pura utopia pensare che Intesa aumenti l'offerta a 9 euro. Nemmeno a 6
14537 di 15731 - 21/2/2020 13:06
SoldatinoKingDartagnan N° messaggi: 860 - Iscritto da: 24/2/2017
Il Consiglio Direttivo dell''Associazione Azionisti Ubi Banca ha valutato "nel complesso positivamente" le finalita'' e i contenuti dell''Ops proposta da Intesa Sanpaolo sull''istituto lombardo. In una nota, il patto spiega di ritenere che "l''operazione potra'' garantire tanto agli stakeholder della nostra banca quanto al sistema Paese - anche in considerazione di potenziali futuri contesti di crisi - nuovi e notevoli spunti di solidita'' e sviluppo, creditizio e sociale". "Abbiamo il massimo rispetto per tutte le variegate posizioni che sono state rese pubbliche negli ultimi giorni, ma, dal punto di vista dei soci che rappresentiamo e della nostra associazione, rileviamo che l''Ops di Intesa Sanpaolo ha indubbiamente comportato, sin dagli esordi, effetti oggettivamente positivi, con potenzialita'' prospettiche di assoluto rilievo" ha spiegato nella nota il Presidente dell''associazione, Giorgio Jannone. "Il giudizio positivo delle Autorita'' di Vigilanza e dei mercati e il conseguente apprezzamento del titolo vanno, doverosamente, tenuti in considerazione. Valutiamo positivamente anche il superamento di un piano industriale ''stand alone'' che consideriamo, in coerenza con le dichiarazioni delle altre aggregazioni di azionisti, del tutto insoddisfacente in termini di ritorno economico". Del resto, ha dichiarato ancora il presidente nella nota, "l''andamento del titolo Ubi e i risibili dividendi, di pochi centesimi, distribuiti negli scorsi esercizi - peraltro ripetutamente attinti dalle riserve -, gli utili risicati e addirittura le perdite conseguite (830.150.000 nel 2016), i rilievi sanzionatori delle Autorita'' di Vigilanza e le inchieste della Magistratura nonche'' i giudizi delle agenzie di rating, destano non poche preoccupazioni". L''Associazione Azionisti Ubi Banca ritiene inoltre che sia urgente e necessaria "la verifica dei requisiti di onorabilita'' e correttezza e il rispetto del divieto del cumulo di incarichi", con particolare focus sulla sussistenza dei requisiti di indipendenza degli amministratori che si sono formalmente dichiarati indipendenti". In questo contesto "non possiamo dimenticare che, solo pochi mesi fa, un altro membro del Consiglio di Sorveglianza di Ubi Banca si e'' dimesso a causa delle sanzioni irrogate da Consob, confermate dalla Corte di Appello competente, per operazioni speculative operate in regime di abuso di informazioni privilegiate (insider trading)". L''aggregazione con Intesa Sanpaolo "dovra'' senz''altro rendere piu'' esplicito il mantenimento dei consolidati legami con il territorio e garantire una migliore gestione delle risorse umane della nostra banca, ma non potra'' che agevolare la verifica e il rinnovamento della governance, la copertura (senza ulteriori iniezioni di capitale da parte dei soci) degli ingenti crediti in sofferenza, piu'' volte stigmatizzati dalla Bce, e il conseguente rafforzamento dei parametri patrimoniali ossia proprio quegli stessi obiettivi che rappresentano il cardine delle nostre finalita'' statutarie", conclude la nota.

UBI di fatto è già nella disponibilità di INTESA.
Azionisti e management che si rassegnassero. L'operazione è stata pensata e portata avanti in modo ineccepibile.
E brucia a che ne disponeva a proprio uso e consumo.
Ma rimarrà come sponsor del Brescia?
14538 di 15731 - 21/2/2020 13:08
sandocan1 N° messaggi: 5871 - Iscritto da: 19/11/2016
Bene, se si fa l'operazione bami la vedremo preso a 3,5€
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