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Bami - Banco Bpm (BAMI)

- Modificato il 02/1/2017 10:01
vipex N° messaggi: 9911 - Iscritto da: 10/2/2013
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14961 di 15737 - 06/11/2020 12:52
fabbro73 N° messaggi: 779 - Iscritto da: 29/3/2015

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14962 di 15737 - 07/11/2020 06:06
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Golden power — Indebolite dalla pandemia, le imprese ma soprattutto gli istituti bancari e i grandi gruppi assicurativi italiani sono a rischio di “aggressioni straniere”, e il fascio di luce si stringe questa volta non fuori ma all’interno dell’Unione Europea, sulla Francia ma pure sulla Germania. Il Copasir ha licenziato la sua relazione sugli asset strategici nazionali nei settori bancari e assicurativi con voto unanime, dopo aver ascoltato organi di controllo (Bankitalia, Ivass, Consob), società (Intesa, Unicredit, Generali, Unipol, Mps ecc) e servizi di intelligence (Aise e Aisi). Relazione che esprime le “preoccupazioni” emerse nel corso delle audizioni su diverse operazioni di mercato e nomine nei consigli di amministrazione che “investono da vicino la ‘tenuta’ del sistema” in quanto banche e assicurazioni “detengono quote importanti di titoli di Stato italiani”. Non solo: l’interesse estero in tlc, difesa, aerospazio ed energia, manifestatosi negli ultimi mesi ha attivato un nuovo approfondimento del Copasir analogo a quella appena concluso su istituti assicurativi e di credito. Il dito, come detto, è puntato su Parigi e, in seconda battuta, su Berlino ma bisogna partire dal contorno: la pandemia. La diffusione del Covid in Italia ha aggravato la situazione economica “che già presentava elementi di forte criticità”. I timori riguardano perciò il deprezzamento delle aziende quotate “che potrebbe favorire scalate anche da parte di soggetti esteri”. Secondo il Comitato il settore bancario italiano è oggetto di particolare interesse perché strettamente legato al mondo delle imprese, che dipendono molto dal credito bancario e meno da forme alternative di finanziamento rispetto ad altri Stati Ue. Per di più le banche italiane si inseriscono in un tessuto produttivo parcellizzato ma caratterizzato dall’alta specializzazione industriale, elementi che rendono gli istituti ancora più appetibili, nonostante siano messi in grave difficoltà, oltre che dalla crisi, dalle regole Ue sullo smaltimento forzato degli Npl, i crediti deteriorati. A destare “forte preoccupazione” sono gli effetti del Calendar provisioning, “il rigido sistema di valutazione dei crediti adottato nel 2018 dalla Bce su iniziativa della Germania, che sta producendo effetti negativi soprattutto sulle banche dei Paesi del Sud Europa, sebbene anche quelle tedesche si trovino in una fase non performante”, scrive il Copasir. Gli appetiti esteri ci sono, e poco si conciliano con gli interessi strategici nazionali. E la ragione, rileva il Copasir, è legata al fatto che le banche detengono un “ingente quantitativo” di titoli di Stato nazionali. Si tratta di circa il 27% del debito governativo, il valore più elevato rispetto alla media dell’Eurozona (16%) e dei Paesi Ocse (19%). “In un momento di crisi come quello attuale, appare rilevante poter contare sulla presenza di soggetti a proprietà italiana nel sistema bancario” per varie ragioni, come la prossimità al sistema produttivo e soprattutto la possibilità di acquistare buoni del Tesoro. Le banche italiane operano però nel contesto europeo e qui non si può ignorare “una contrapposizione fra gli Stati ‘core’ (Germania, Francia e Paesi nordici) e gli Stati periferici sulle questioni relative alla condivisione dei rischi finanziari legati alla instabilità del mercato comune e /o di un singolo Paese”. A proposito di questo aspetto, il Copasir rileva come “le iniziative comuni assunte dalla Francia e dalla Germania [..] riescono ad esprimere una significativa capacità di influenza sui processi decisionali che ad esse competono, e conseguentemente a meglio tutelare i rispettivi interessi nazionali nei diversi tavoli negoziali”. L’Italia riesce a farlo meno. Un tavolo su cui pare esserci riuscita è l’operazione Borsa italiana, aggiudicata dalla cordata composta dalla francese Euronext, Cassa depositi e prestiti e Intesa Sanpaolo, dopo l’obbligata vendita da parte del London Stock Exchange. Quattro miliardi e trecento milioni il costo dell’operazione al termine della quale “verrebbe recuperato il controllo nazionale”, scrive il Copasir, grazie alla presenza di Cdp (società pubblica che ha in portafoglio circa 70 miliardi di debito pubblico italiano) seppur in condominio con Euronext. La questione era delicata per l’interesse nazionale perché Borsa racchiude al suo interno MTS, la principale piattaforma di negoziazione all’ingrosso di titoli di Stato, che ha una importanza strategica per la liquidità del debito pubblico. Non a caso aveva manifestato il suo interesse anche Deutsche Borse, la borsa tedesca. Desta invece preoccupazione nel Copasir Unicredit che, negli ultimi anni, ha intrapreso “alcune iniziative apparentemente volte ad affrancare la banca dall’Italia”, menzionando a titolo d’esempio le cessioni di Fineco e Pioneer, e il lento disimpegno dall’acquisto di btp, diminuito negli ultimi quattro anni di ben undici miliardi. In più, i piani della banca guidata dal francese Jean Pierre Mustier sono orientati a ridurre la presenza sul territorio italiano, col taglio di migliaia di dipendenti e 500 filiali, quasi tutte in Italia. Questi timori si accompagnano alle “preoccupanti notizie” su progetti di fusioni di Uncredit con altri player stranieri, scrive il Copasir. Anche qui, gli occhi cadono su Francia e Germania, la tedesca e malmessa Commerzbank e le francesi Crédit Agricole e Société Générale. Unicredit, avverte il Comitato, “sembrerebbe voler costituire una sub-holding, in cui confluirebbero anche le risorse acquisite tramite la raccolta di risparmio in Italia”. Le mire d’Oltralpe appaiono le più pressanti, e si estendono anche al comparto assicurativo. C’è “una crescente e pianificata presenza di operatori economici e finanziari di origine francese nel nostro tessuto economico”, si legge nella relazione. L’interesse è dimostrato da alcune recenti operazioni come i casi di Roma Vita e Cisalpina Previdenza, entrate a far parte del gruppo francese CNP Assurance SA (controllato dal Ministero delle finanze attraverso Caisse de Depots et Consignation) e la Compagnia Nuova Tirrena, entrata a far parte del gruppo francese Groupama. Le assicurazioni italiane risultano più redditizie, più stabili, più digitalizzate e fiscalmente vantaggiose. Ecco spiegato l’occhio della francese Axa sul primo gruppo italiano, Generali. Qui si arriva al cuore della relazione del Comitato parlamentare: “Una eventuale cessione di Assicurazioni Generali ad AXA incrementerebbe in misura considerevole la quota – già elevata – di titoli di stato italiani posseduta da operatori francesi”. Generali già possiede circa 63 miliardi di titoli italiani, e al termine di una ipotetica acquisizione da parte francese si arriverebbe a 85,5 miliardi di btp in mano a un investitore straniero sebbene comunitario. Parliamo di una quota consistente di debito pubblico, circa il 3,5%, rileva il Copasir che “pone un rischio a livello strategico e di rilievo per l’interesse nazionale”. Infatti la percentuale di titoli italiani detenuta da soggetti esteri alla fine del 2019 è pari al 22%. Operatori d’Oltralpe detengono 285 miliardi di euro di debito pubblico, pari perciò all′11,8%. C’è perciò da vigilare, in particolare sulle assicurazioni che riescono a generare ingenti ricavi dalla gestione di titoli di debito sovrano, dal momento che operatori esteri “potrebbero essere indotti a porre in essere azioni speculative ostili sui titoli di debito italiani”, attraverso prestiti a investitori speculativi come hedge funds che effettuano short selling “o attraverso Credit Default Swap (i cosiddetti CDS) il cui prezzo sale all’aumento del rischio di default del Paese”. In altre parole i “depositi raccolti dalla clientela italiana potrebbero essere destinati a finanziare imprese o attività di soggetti esteri, a discapito della competitività delle imprese nazionali o addirittura a sostegno di attività palesemente concorrenziali con i players industriali e produttivi del Paese”. Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica richiama quindi il Governo non solo a tutelare gli asset strategici attraverso un implementazione di golden power e altri strumenti, ma anche a vigilare sulle operazioni di mercato e sulle nomine nei cda che rischiano di essere potenzialmente lesive “per la sicurezza del Paese, in termini di indipendenza e autonomia”.
14963 di 15737 - 09/11/2020 15:31
cascella1 N° messaggi: 3484 - Iscritto da: 17/3/2011
bello
14964 di 15737 - 09/11/2020 16:23
sandocan1 N° messaggi: 5943 - Iscritto da: 19/11/2016
Sempre la peggiore.....
14965 di 15737 - 09/11/2020 17:07
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Sta solo seguendo il mercato e non è successo niente di specifico. Solo che hanno dovuto cambiare per forza il livello i malandrini .
14966 di 15737 - 11/11/2020 05:54
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Banco Bpm open interest 23.194 call 27.314 put 50.508 volume 0,8491% rapp. Incremento call verso parita’
MODERATO LuciaLavigna (Utente disabilitato) N° messaggi: 3268 - Iscritto da: 20/10/2020
MODERATO marianna9 (Utente disabilitato) N° messaggi: 7011 - Iscritto da: 31/5/2020
14969 di 15737 - 12/11/2020 23:01
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Ultimo pnc rimasto sul titolo Sono rimasti da soli... chissa! Wace LLP BANCO BPM SPA IT0005218380 1,09 09/11/2020
14970 di 15737 - 13/11/2020 06:28
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Inaugurando il Forum sulle banche centrali, la presidente della Bce Christine Lagarde ha illustrato il piano dell'istituto di Francoforte per sostenere l'economia, colpita dall'emergenza Covid-19. Nel suo intervento, Lagarde ha sottolineato che "il coronavirus ha prodotto una recessione molto insolita ed è probabile che darà origine a una ripresa altrettanto instabile" e "legata al ritmo di distribuzione del vaccino". Dopo aver evidenziato l'indispensabilità di una politica fiscale adeguata, parlando poi del ruolo della Bce, riporta La Repubblica, la presidente ha spiegato che "anche se tutte le opzioni sono sul tavolo, il Pepp (il programma per l'emergenza pandemica, ndr) e i Tltro (prestiti mirati alle banche, ndr) si sono dimostrati efficaci nell'attuale situazione e possono essere regolati dinamicamente per reagire all'evoluzione della pandemia", traghettando l'economia fino all'auspicato ritorno alla normalità. "Dunque", ha aggiunto, rimarranno probabilmente gli strumenti principali per calibrare" le misure di politica monetaria", che il consiglio direttivo dovrebbe rivedere nella riunione del 10 dicembre.
14971 di 15737 - 14/11/2020 18:23
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Pnc 1,09
14972 di 15737 - 15/11/2020 07:43
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
2021 incentivo fiscale alle fusioni : Incentivi alle fusioni aziendali”. Che cosa prevede? Che “in caso di operazioni di aggregazione aziendale realizzate attraverso fusione, scissione o conferimento d’azienda e deliberate dall’assemblea dei soci, o dal diverso organo competente per legge, tra il primo gennaio 2021 e il 31 dicembre 2021“, chi compra può “trasformare in credito d’imposta una quota di attività per imposte anticipate (deferred tax asset – Dta) riferite a perdite fiscali e eccedenze Ace (Aiuto alla crescita economica, ndr) maturate fino al periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di efficacia giuridica dell’operazione e non ancora utilizzate in compensazione o trasformate in credito d’imposta a tale data”. Mps ha 3,7 miliardi di Dta fuori bilancio. L’importo massimo di Dta che può diventare credito di imposta, fornendo un assist considerevole al bilancio dell’acquirente, è pari al 2% delle attività del soggetto acquisito: poco meno di 3 miliardi. Senza questa norma, ricorda Equita, Unicredit in caso di acquisizione di Mps “non avrebbe potuto probabilmente utilizzare nei prossimi due anni” le dta alla luce di una attesa “redditività ridotta”. Dal resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2020 è emerso che “a seguito degli accantonamenti sui rischi legali operati nel terzo trimestre 2020 e dell’aggiornamento delle stime degli impatti regolamentari e di quelli legati al perdurare della pandemia” è emerso uno “scenario di shortfall rispetto ai requisiti patrimoniali Srep, per il quale si stanno valutando iniziative di rafforzamento patrimoniale“. Con scenario shortfall si intende la probabilità massima di avere un risultato inferiore al rendimento minimo richiesto dalla Banca centrale europea, secondo cui il gruppo deve rispettare nel 2020 un requisito patrimoniale Srep complessivo dell’11% a livello consolidato.
MODERATO aalberto1 (Utente disabilitato) N° messaggi: 8345 - Iscritto da: 16/1/2020
14974 di 15737 - 17/11/2020 07:13
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Allarme Copasir: scalata su Generali da Axa? E con Mustier UniCredit francese? L’articolo pubblicato su Affari & Finanza di Giovanni Pons mette in evidenza l’allarme del Copasir: l’autorità temerebbe soprattutto per l’italianità del settore bancario e assicurativo, “perché è lì che sono concentrati alcuni snodi fragili del Paese”. E così viene lanciato l’avvertimento di “un’eventuale acquisizione di Generali da Axa” (ma in questo caso l’ingresso di Leonardo Del Vecchio in Mediobanca potrebbe fare da scudo) o del casoUniCredit, “guidata dal banchiere francese Jean Pierre Mustier: “Dopo aver venduto importanti asset della banca, come Pioneer (con tutto il suo risparmio gestito) e Fineco, anche a entità francesi (Amundi), Mustier ora starebbe pensando di scorporare le attività estere di UniCredit in una subholding da quotare in Borsa e poi offrire a un partner estero, magari proprio francese”. A tal proposito c’è da dire che nella conference call con gli analisti indetta per commentare i risultati di bilancio della banca di Piazza Gae Aulenti, il francese Mustier ha detto un’altra cosa importante, oltre al solito No alle operazioni di M&A, (azzerando praticamente la possibilità di un’operazione di salvataggio di MPS da parte di UniCredit). Mustier ha anche puntualizzato che, per ora, sebbene rimanga come progetto, il piano per la creazione di una subholding in Germania non è urgente, grazie all’aiuto arrivato dalla Bce e dallo spread BTP-Bund basso. Sarà anche così, ma Mustier continua comunque a mostrare una certa “ritrosia a sviluppare il business in Italia”v- fa notare Pons -, un atteggiamento che “sta mettendo in difficoltà un’altra banca italiana, la terza per livello di attivo, Banco Bpm, la cui destinazione naturale sarebbe proprio nella pancia di UniCredit, bilanciando così l’avanzata di Intesa SanPaolo che ha aggregato anche Ubi”. Niente di tutto questo, invece, visto che se Mustier sta facendo una cosa è proprio “spianare la strada a un’altra banca francese, il Credit Agricole, già presente sul territorio italiano”. Ma il dossier avanzata francese in Italia non è esaminato ‘soltanto’ in ambito bancario e assicurativo. In un altro articolo, Affari & Finanza ricorda il potere di Parigi in Italia, citando di nuovo il caso Credit Agricole Italia (ma in questo caso viene messo in evidenza come il cervello del gruppo sia italiano, come del resto accade anche per Bnl – gruppo BNP Paribas), ma anche i casi di Lactalis Italia, ex Parmalat,
14975 di 15737 - 17/11/2020 13:15
cascella1 N° messaggi: 3484 - Iscritto da: 17/3/2011
Quotando: vshare - Post #14974 - 17/Nov/2020 06:13Allarme Copasir: scalata su Generali da Axa? E con Mustier UniCredit francese?

L’articolo pubblicato su Affari & Finanza di Giovanni Pons mette in evidenza l’allarme del Copasir: l’autorità temerebbe soprattutto per l’italianità del settore bancario e assicurativo, “perché è lì che sono concentrati alcuni snodi fragili del Paese”. E così viene lanciato l’avvertimento di “un’eventuale acquisizione di Generali da Axa” (ma in questo caso l’ingresso di Leonardo Del Vecchio in Mediobanca potrebbe fare da scudo) o del casoUniCredit, “guidata dal banchiere francese Jean Pierre Mustier:
“Dopo aver venduto importanti asset della banca, come Pioneer (con tutto il suo risparmio gestito) e Fineco, anche a entità francesi (Amundi), Mustier ora starebbe pensando di scorporare le attività estere di UniCredit in una subholding da quotare in Borsa e poi offrire a un partner estero, magari proprio francese”. A tal proposito c’è da dire che nella conference call con gli analisti indetta per commentare i risultati di bilancio della banca di Piazza Gae Aulenti, il francese Mustier ha detto un’altra cosa importante, oltre al solito No alle operazioni di M&A, (azzerando praticamente la possibilità di un’operazione di salvataggio di MPS da parte di UniCredit). Mustier ha anche puntualizzato che, per ora, sebbene rimanga come progetto, il piano per la creazione di una subholding in Germania non è urgente, grazie all’aiuto arrivato dalla Bce e dallo spread BTP-Bund basso.
Sarà anche così, ma Mustier continua comunque a mostrare una certa “ritrosia a sviluppare il business in Italia”v- fa notare Pons -, un atteggiamento che “sta mettendo in difficoltà un’altra banca italiana, la terza per livello di attivo, Banco Bpm, la cui destinazione naturale sarebbe proprio nella pancia di UniCredit, bilanciando così l’avanzata di Intesa SanPaolo che ha aggregato anche Ubi”. Niente di tutto questo, invece, visto che se Mustier sta facendo una cosa è proprio “spianare la strada a un’altra banca francese, il Credit Agricole, già presente sul territorio italiano”.
Ma il dossier avanzata francese in Italia non è esaminato ‘soltanto’ in ambito bancario e assicurativo. In un altro articolo, Affari & Finanza ricorda il potere di Parigi in Italia, citando di nuovo il caso Credit Agricole Italia (ma in questo caso viene messo in evidenza come il cervello del gruppo sia italiano, come del resto accade anche per Bnl – gruppo BNP Paribas), ma anche i casi di Lactalis Italia, ex Parmalat,


MODERATO aalberto1 (Utente disabilitato) N° messaggi: 8345 - Iscritto da: 16/1/2020
14977 di 15737 - 17/11/2020 21:22
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Banco Bpm: Ubs scende dall'1,426% allo 0,778% Fonte: MF Dow Jones (Italiano) Ubs Group è sceso allo 0,778% di Banco Bpm dal precedente 1,426% che deteneva come gestione non discrezionale del risparmio attraverso fondi e società controllate. E' quanto emerge dalle comunicazioni Consob. L'operazione è datata 9 novembre.
14978 di 15737 - 17/11/2020 22:17
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Banco Bpm Call 03/2021 2,2. Pz 1.670 vol
14979 di 15737 - 18/11/2020 14:19
MammadiRampani N° messaggi: 1354 - Iscritto da: 23/6/2020
vendeleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
14980 di 15737 - 18/11/2020 14:48
Vshare N° messaggi: 5909 - Iscritto da: 06/8/2014
Su Banco BPM: "miglioriamo le nostre stime sull'eps del 2020 e del 2021 di un'alta percentuale (127% e 76% rispettivamente), a fronte di un ROTE ancora inferiore all'1,5% nel 2021. Rivediamo al rialzo anche le stime del periodo 2022-24 del 5-10%. Il risultato è che il target price a 12 mesi aumenta da 1,85 a 1,95 euro, incorporando un valore basato sul rapporto ROTE/COE di 1,66 euro pinderato al 70% e un valore M&A di 2,62 per azione, ponderato al 30%.
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