Eni Con I Sacrosanti Grafici (ENI)

- Modificato il 27/4/2017 17:09
Derpas N° messaggi: 4912 - Iscritto da: 16/10/2008
Grafico Intraday: Eni SpaGrafico Storico: Eni Spa
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Eni è un'impresa integrata nell'energia. Presente in circa 70 paesi con 76.000 dipendenti è impegnata nella ricerca, produzione, trasporto,
trasformazione e commercializzazione di petrolio e gas naturale, nella petrolchimica e ingegneria e costruzioni.

CODICI IDENTIFICATIVI
Codice Isin: IT0003132476
Codice Alfanumerico: ENI
Segmento: Blue Chip
Settore: Miner-metall-petrol.









Lista Commenti
7961 Commenti
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7121 di 7961 - 25/2/2018 08:57
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Ha forse ho letto male......5 marzo prima udienza........poi e un processo che si ripetera in altri paesi ......e lo stato sono sicuro non cerchera di difendere la sua azienda.......
7122 di 7961 - 25/2/2018 08:59
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Ennesima figura di merda con rwlativo affossamento della nostra credibilita a livello europeo.....se la saipem 12000 era francese non sarebbe finita cosi...
7123 di 7961 - 25/2/2018 09:08
GIOLA N° messaggi: 29991 - Iscritto da: 03/9/2014
TURCHIA vs ENI/ La saggezza nella "ritirata" della Saipem 12000 e le ipocrisie su Erdogan

La nave per le perforazioni marittime Saipem 12.000 sta per lasciare le acque di Cipro. Ma questa non deve considerarsi una sconfitta dell’Eni, dice SERGIO LUCIANO

Nel caso Saipem-Cipro, al danno si aggiunge la beffa: l’Italia, secondo il ministro degli Esteri cipriota, Ioannis Kasoulides, sarebbe oggi “l’anello più debole” della complessa catena di interessi che si dipana attorno al business energetico cipriota. E che sarebbe stato, per questo, del tutto naturale che Saipem 12.000, la nave italiana che lavora per le perforazioni marittime dell’Eni, decidesse di andarsene dalle acque di Cipro e dirigersi in Marocco per non perdere altro tempo produttivo prezioso per il cliente in attesa di sviluppi diplomatici a oggi solo ipotetici.

In realtà il dietrofront è stata solo una sacrosanta scelta di prudenza e non denuncia nessuna debolezza. Cerchiamo invece di capire cosa sta succedendo attorno alla meravigliosa isola mediterranea e perché l’Eni ha fatto benissimo ad andarsene, per il momento, senza per questo essere affatto “l’anello debole” evocato da Kasoulides.

Dunque: il governo regolare di Nicosia controlla poco più della metà dell’isola, circa il 59%, ed è riconosciuto dall’Unione europea. Al Nord, invece, c’è un altro Stato, che si autodefinisce Repubblica Turca di Cipro del Nord, copre circa il 36% della superficie dell’isola, ed è riconosciuta dalla sola Turchia. Ci sono poi due piccole aree, Akrotiri e Dhekelia, che, al momento dell’indipendenza, vennero assegnate alla Gran Bretagna come basi militari sovrane.

La fascia Nord è di fatto un protettorato della Turchia di Erdogan. Il quale, con buona pace delle passerelle diplomatiche che replica con ritmo elevato in giro per il mondo - recentissima quella in Italia e in Vaticano - è un dittatore, che non è prudente ma appare oggettivo definire violento, e secondo molte interpretazioni addirittura sanguinario. Con un tipo così non si scherza.

Ebbene: i turco-ciprioti del Nord contestano che la Repubblica di Nicosia possa gestirsi nell’autonomia - che in realtà le spetta - le perforazioni petrolifere nelle sue acque. Questione di soldi, e di influenza politica. E, come fanno sempre i dittatori, Erdogan ha anteposto il fatto al diritto e ha mostrato i muscoli per boicottare l’attività di uno dei partner più importanti di Nicosia per il settore petrolifero, appunto l’Eni, che tra le molte società petrolifere ingaggiate dal governo cipriota per le esplorazioni è tra le più attive, con ben sei licenze esclusive. Quindi se in questa fase l’Eni è in impasse mentre Exxon Mobile e Total lavorano non è segno di debolezza, ma semmai dimostrazione di fastidiosa importanza.

Con la calma che lo contraddistingue, l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi ha già detto con chiarezza che non intendeva sfidare la dimostrazione di forza della Turchia, ma nemmeno rinunciare al business a Cipro, ricordando con un po’ di sano orgoglio che questo genere di crisi diplomatiche sono pane quotidiano nella storia dell’Eni.

Come spesso accade in politica internazionale, da questa faccenda risalta l’estrema ipocrisia dei governi dei Paesi più importanti, Italia compresa, che mentre in altri casi, quando hanno visto intaccare interessi di grande rilievo come quelli tedeschi sul gas, hanno reagito con sanzioni pesanti ancorché inutili - vedasi Russia - verso la Turchia hanno un atteggiamento ambiguo, fingendo di non vedere che siamo di fronte alle scorrerie di un personaggio che ha sospeso democrazia e diritti civili e in questo momento tiene in carcere decine di giornalisti e di rappresentanti delle Ong.

Va detto che sia Sergio Mattarella che Paolo Gentiloni nei recenti colloqui romani con Erdogan sono stati severi, pur nel rispetto istituzionale, quando hanno esposto i punti che l’Occidente considera sbagliati nella politica interna ed estera di Ankara: ma questi sono dettagli, ancorché dignitosi; la sostanza è che la Turchia, membro della Nato, è in realtà guidata da un governo antidemocratico, islamico, anti-atlantico, prepotente e sempre atteggiato aggressivamente verso il mondo. Una bruttissima situazione.

Tornando al petrolio, la linea di Ankara è chiara: il ministro turco dell’Energia Berak Albayrak ha dichiarato che la Turchia impedirà le perforazioni fin quando non avrà constatato una “riunificazione etnica” tra le due Cipro: scadenza e obiettivo di difficile, anzi forse impossibile, decifrazione. Quindi oggi è altrettanto difficile pronosticare se e quando Saipem 12.000 potrà tornare a fare il suo lavoro al largo di Cipro.
6qzmk
http://www.ilsussidiario.net/
7124 di 7961 - Modificato il 25/2/2018 10:17
Claudio143 (premium) N° messaggi: 17036 - Iscritto da: 10/1/2012

25 FEB

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7125 di 7961 - 25/2/2018 11:36
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Ci. Considerano silo quando c e da fininziare le missioni umabitarie e per mandare uomini e mezzi in sud africa. O giu di li.....
7126 di 7961 - 06/3/2018 20:40
micio79 N° messaggi: 3926 - Iscritto da: 05/10/2014
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6uavh
7127 di 7961 - 07/3/2018 07:54
guido36 N° messaggi: 183 - Iscritto da: 02/12/2011
Quotando: micio79 - Post #7126 - 06/Mar/2018 19:40.6uavh

Spieghi il grafico Micio.grazie
7128 di 7961 - 07/3/2018 20:28
micio79 N° messaggi: 3926 - Iscritto da: 05/10/2014
Doppio minimo + div rialzista = Long ( oggi + 1.40 )
7129 di 7961 - 08/3/2018 23:06
guido36 N° messaggi: 183 - Iscritto da: 02/12/2011
Quotando: micio79 - Post #7128 - 07/Mar/2018 19:28Doppio minimo + div rialzista = Long ( oggi + 1.40 )

Ok
7130 di 7961 - 12/3/2018 20:47
micio79 N° messaggi: 3926 - Iscritto da: 05/10/2014
Quotando: guido36 - Post #7127 - 07/Mar/2018 06:54
Quotando: micio79 - Post #7126 - 06/Mar/2018 19:40.6uavh


Spieghi il grafico Micio.grazie



:-)

6wqjc
7131 di 7961 - 16/3/2018 19:54
micio79 N° messaggi: 3926 - Iscritto da: 05/10/2014
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6y70j
7132 di 7961 - 16/3/2018 20:26
zxcaste N° messaggi: 995 - Iscritto da: 08/9/2015
LONDRA (Reuters) – Dopo tre anni torna a salire, anche se leggermente, la cedola di Eni (MI:ENI) che, sui conti 2018, sarà pari a 0,83 euro per azione, in crescita del 3,75%. Quando l’AD, Claudio Descalzi, si insediò nel 2014, in occasione della presentazione della strategy a Londra a marzo del 2015, annunciò il taglio del dividendo a 0,80 euro per azione da 1,12 euro precedente.

E per gli anni futuri — spiega la major che oggi ha illustrato i principali punti della strategy al 2021 a Londra — ci sarà una politica di distribuzione progressiva basata sulla crescita underlying dei risultati e del free cash flow.

“La cosa più importante oggi è l’incremento del nostro dividendo che potrebbe aprire la strada anche al buyback, che rimarrà un’opzione per la distribuzione della cassa in eccesso rispetto al target leverage di 0,20-0,25”, ha sottolineato il numero uno di Eni agli analisti.

Nessun problema per il quadro politico italiano in questa fase incerta in cui non si sa chi governerà e, comunque, Descalzi si dice tranquillo rispetto alla vittoria dei 5 Stelle perché Eni punta già alle rinnovabili, tradizionale cavallo di battaglia del movimento.

Quanto al piano, la produzione di idrocarburi è vista salire del 3,5% annuo al 2021, con un +4% nel 2018 rispetto al 2017, grazie al ramp up e all’avvio di nuovi progetti, mentre nel precedente piano la crescita era attesa al 3% l’anno.

Il piano di investimenti quadriennale prevede una spesa inferiore ai 32 miliardi, sostanzialmente invariata rispetto al piano precedente, di cui oltre l’80% al settore upstream. In questo segmento, nell’arco del piano, Eni prevede di investire circa 3,5 miliardi con l’obiettivo di scoprire 2 miliardi di barili di nuove risorse al costo unitario di circa 2 dollari, perforando circa 115 pozzi in più di 25 paesi nel mondo.

I Paesi dove la major italiana intende puntare per aumentare la produzione di idrocarburi sono l’Estremo Oriente, l’Indonesia, il Mozambico, l’Egitto, mentre si ridurrà la produzione dal Nord Africa, ma non si tratta di un fuggire da questa parte del continente, ha precisato Descalzi che ha annunciato un calo della produzione in Libia a 200.000 barili al 2021 dai 320.000 odierni.

Non di minore importanza anche il “Mid-Stream” che include Gas&Power e Refining&Marketing dove è previsto un ebit a fine piano di 2 miliardi: “Abbiamo completato la trasformazione dei business mid-downstream e ora siamo pronti per la loro espansione e crescita di valore”, ha sottolineato Descalzi che ha parlato di cambio di strategia rispetto a due anni fa, quando si pensava a un’Ipo per il Gas o a nuovi partner per la chimica. Di fatto, sia Versalis sia la divisione retail del gas non sono più in vendita, anzi, “vogliamo crescere per linea organica, ma non escludiamo piccole acquisizioni”.

Quanto alle rinnovabili, Eni svilupperà 1 GW di nuova capacità entro il 2021, investendo 1,2 miliardi e fino a 5 GW entro il 2025. Complessivamente nel business green nei prossimi quattro anni gli investimenti ammonteranno a oltre 1,8 miliardi. In questo settore, però, non c’è spazio per acquisizioni, come ha sottolineato il presidente, Emma Marcegaglia che ha escluso un interesse per gli asset del solare che Terra Firma intende cedere in Italia: “Il progetto prevede di sfruttare quello che abbiamo. Il tema è l’integrazione dell’upstream con le rinnovabili. Terra Firma non è nel piano, ma prevediamo uno sviluppo interno senza acquisizioni”.
7133 di 7961 - 18/3/2018 11:02
GIOLA N° messaggi: 29991 - Iscritto da: 03/9/2014
Eni vara il piano, alza il dividendo sul 2018

La nuova strategia al 2021 prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio

Il rialzo del dividendo (un ritocco più che altro, ma nel quadro di una politica di distribuzione progressiva) è il piatto più ghiotto per gli investitori del nuovo piano 2018-2021 di Eni presentato oggi a Londra dall'Ad Claudio Descalzi, che prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio.

Eni, spiega una nota del gruppo di San Donato, "ha completato con successo un processo di profonda trasformazione che l'ha resa integrata, rafforzata ed in continua crescita nel settore upstream, ristrutturata nei business mid-downstream, più solida finanziariamente e quindi in grado di creare valore anche in presenza di scenari di prezzo bassi. Il piano 2018-21 rappresenta la naturale evoluzione della strategia attuata negli anni precedenti e punta alla crescita del valore di tutti i business".

Su tali basi Eni intende aumentare il dividendo del 2018 a 0,83 euro per azione, interamente pagato per cassa; la politica di distribuzione sarà progressiva e legata alla crescita dei risultati underlying e del free cash flow.

Nell'esplorazione, driver fondamentale della crescita di valore per l'azienda, Eni prevede di spendere nell'arco di piano circa 3,5 miliardi di euro con l'obiettivo di scoprire 2 miliardi di barili di nuove risorse al costo unitario di circa 2 dollari Usa. La produzione di idrocarburi è prevista in crescita del 3,5% all'anno nel periodo 2018- 2021 grazie al ramp-up e all'avvio di nuovi progetti, che contribuiranno per circa 700 mila barili di olio equivalente al giorno nel 2021, e alle attività di ottimizzazione che contribuiranno nel 2021 per circa 200 mila barili di olio equivalente al giorno. Eni sostiene che "il successo della strategia di esplorazione" e l'ampio portafoglio di nuovi progetti convenzionali con un breakeven inferiore a 30 dollari/barile, "combinati con una rigorosa disciplina finanziaria", consentiranno di generare un free cash flow cumulato di 22 miliardi di euro nel 2018-2021.

"Negli ultimi 4 anni, in uno scenario di prezzi bassi - spiega Descalzi - , abbiamo scoperto 4,4 miliardi di barili e abbiamo aumentato in maniera considerevole le nostre licenze esplorative di ben tre volte rispetto al 2013, e siamo pronti ad aprire la nuova campagna esplorativa basandoci su un potenziale di 10 miliardi di risorse rischiate a nostra disposizione. Intendiamo investire in esplorazione circa 3,5 miliardi nel quadriennio 2018-21 in oltre 25 Paesi. L'incremento della produzione sarà sostenuta dalla crescita dei progetti esistenti, dall'avvio di nuovi progetti e dagli interventi di ottimizzazione che in totale contribuiranno per circa 900 mila barili di olio equivalente al giorno (boed) nel 2021. Nel 2018 la crescita di produzione sarà del 4% rispetto al 2017, superiore alla precedente guidance".

Per quanto riguarda la strategia finanziaria, il piano di investimenti quadriennale, focalizzato su progetti ad elevato valore e con rapidi ritorni, prevede una spesa inferiore a 32 miliardi di euro, sostanzialmente invariata rispetto al Piano precedente, di cui oltre l'80% destinata al settore Upstream. Nel business r&m e nella Chimica, si prevede di investire circa 3,5 miliardi di euro con un tasso di rendimento atteso di circa il 10%. Nel 2021 oltre il 50% degli investimenti risulta non vincolato, assicurando un'ampia flessibilità. In presenza di un prezzo del Brent costante a 60 dollari/barile, la generazione di cassa crescerà nei prossimi 4 anni, aumentando ulteriormente in caso di incremento del prezzo del petrolio. Nel 2018, al prezzo del Brent di 60 $/bl, Eni realizzerà un flusso di cassa operativo di oltre 11 miliardi di euro, prima della variazione del capitale circolante, ed aumenterà di oltre 2 miliardi di € nel 2021 a parità di scenario. Eni prevede una neutralità di cassa organica del dividendo (organic dividend cash neutrality) di 55$/barile nel 2018, in ulteriore riduzione a 50$/barile entro la fine del Piano, grazie alla crescita di valore di tutte le aree di business.

ATTENZIONE AL POSSIBILE PATTERN ARMONICO ANTI CRAB BEARISH: SHORT DOPO L'EVENTUALE FORMAZIONE DEL PUNTO D!

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7134 di 7961 - 19/3/2018 11:28
micio79 N° messaggi: 3926 - Iscritto da: 05/10/2014
Eni, Mediobanca la vede a 21 euro con +15% del dividendo nel 2020
7135 di 7961 - 19/3/2018 11:36
micio79 N° messaggi: 3926 - Iscritto da: 05/10/2014
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6ynp2
7136 di 7961 - 21/3/2018 10:46
ENZOMASSIMI N° messaggi: 774 - Iscritto da: 28/2/2012
Segnalo titolo sogefi pronto al rialzo esplosivo
7137 di 7961 - 21/3/2018 14:52
GIOLA N° messaggi: 29991 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #7133 - 18/Mar/2018 10:02Eni vara il piano, alza il dividendo sul 2018

La nuova strategia al 2021 prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio

Il rialzo del dividendo (un ritocco più che altro, ma nel quadro di una politica di distribuzione progressiva) è il piatto più ghiotto per gli investitori del nuovo piano 2018-2021 di Eni presentato oggi a Londra dall'Ad Claudio Descalzi, che prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio.

Eni, spiega una nota del gruppo di San Donato, "ha completato con successo un processo di profonda trasformazione che l'ha resa integrata, rafforzata ed in continua crescita nel settore upstream, ristrutturata nei business mid-downstream, più solida finanziariamente e quindi in grado di creare valore anche in presenza di scenari di prezzo bassi. Il piano 2018-21 rappresenta la naturale evoluzione della strategia attuata negli anni precedenti e punta alla crescita del valore di tutti i business".

Su tali basi Eni intende aumentare il dividendo del 2018 a 0,83 euro per azione, interamente pagato per cassa; la politica di distribuzione sarà progressiva e legata alla crescita dei risultati underlying e del free cash flow.

Nell'esplorazione, driver fondamentale della crescita di valore per l'azienda, Eni prevede di spendere nell'arco di piano circa 3,5 miliardi di euro con l'obiettivo di scoprire 2 miliardi di barili di nuove risorse al costo unitario di circa 2 dollari Usa. La produzione di idrocarburi è prevista in crescita del 3,5% all'anno nel periodo 2018- 2021 grazie al ramp-up e all'avvio di nuovi progetti, che contribuiranno per circa 700 mila barili di olio equivalente al giorno nel 2021, e alle attività di ottimizzazione che contribuiranno nel 2021 per circa 200 mila barili di olio equivalente al giorno. Eni sostiene che "il successo della strategia di esplorazione" e l'ampio portafoglio di nuovi progetti convenzionali con un breakeven inferiore a 30 dollari/barile, "combinati con una rigorosa disciplina finanziaria", consentiranno di generare un free cash flow cumulato di 22 miliardi di euro nel 2018-2021.

"Negli ultimi 4 anni, in uno scenario di prezzi bassi - spiega Descalzi - , abbiamo scoperto 4,4 miliardi di barili e abbiamo aumentato in maniera considerevole le nostre licenze esplorative di ben tre volte rispetto al 2013, e siamo pronti ad aprire la nuova campagna esplorativa basandoci su un potenziale di 10 miliardi di risorse rischiate a nostra disposizione. Intendiamo investire in esplorazione circa 3,5 miliardi nel quadriennio 2018-21 in oltre 25 Paesi. L'incremento della produzione sarà sostenuta dalla crescita dei progetti esistenti, dall'avvio di nuovi progetti e dagli interventi di ottimizzazione che in totale contribuiranno per circa 900 mila barili di olio equivalente al giorno (boed) nel 2021. Nel 2018 la crescita di produzione sarà del 4% rispetto al 2017, superiore alla precedente guidance".

Per quanto riguarda la strategia finanziaria, il piano di investimenti quadriennale, focalizzato su progetti ad elevato valore e con rapidi ritorni, prevede una spesa inferiore a 32 miliardi di euro, sostanzialmente invariata rispetto al Piano precedente, di cui oltre l'80% destinata al settore Upstream. Nel business r&m e nella Chimica, si prevede di investire circa 3,5 miliardi di euro con un tasso di rendimento atteso di circa il 10%. Nel 2021 oltre il 50% degli investimenti risulta non vincolato, assicurando un'ampia flessibilità. In presenza di un prezzo del Brent costante a 60 dollari/barile, la generazione di cassa crescerà nei prossimi 4 anni, aumentando ulteriormente in caso di incremento del prezzo del petrolio. Nel 2018, al prezzo del Brent di 60 $/bl, Eni realizzerà un flusso di cassa operativo di oltre 11 miliardi di euro, prima della variazione del capitale circolante, ed aumenterà di oltre 2 miliardi di € nel 2021 a parità di scenario. Eni prevede una neutralità di cassa organica del dividendo (organic dividend cash neutrality) di 55$/barile nel 2018, in ulteriore riduzione a 50$/barile entro la fine del Piano, grazie alla crescita di valore di tutte le aree di business.

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7138 di 7961 - 22/3/2018 15:12
GIOLA N° messaggi: 29991 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #7133 - 18/Mar/2018 10:02Eni vara il piano, alza il dividendo sul 2018

La nuova strategia al 2021 prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio

Il rialzo del dividendo (un ritocco più che altro, ma nel quadro di una politica di distribuzione progressiva) è il piatto più ghiotto per gli investitori del nuovo piano 2018-2021 di Eni presentato oggi a Londra dall'Ad Claudio Descalzi, che prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio.

Eni, spiega una nota del gruppo di San Donato, "ha completato con successo un processo di profonda trasformazione che l'ha resa integrata, rafforzata ed in continua crescita nel settore upstream, ristrutturata nei business mid-downstream, più solida finanziariamente e quindi in grado di creare valore anche in presenza di scenari di prezzo bassi. Il piano 2018-21 rappresenta la naturale evoluzione della strategia attuata negli anni precedenti e punta alla crescita del valore di tutti i business".

Su tali basi Eni intende aumentare il dividendo del 2018 a 0,83 euro per azione, interamente pagato per cassa; la politica di distribuzione sarà progressiva e legata alla crescita dei risultati underlying e del free cash flow.

Nell'esplorazione, driver fondamentale della crescita di valore per l'azienda, Eni prevede di spendere nell'arco di piano circa 3,5 miliardi di euro con l'obiettivo di scoprire 2 miliardi di barili di nuove risorse al costo unitario di circa 2 dollari Usa. La produzione di idrocarburi è prevista in crescita del 3,5% all'anno nel periodo 2018- 2021 grazie al ramp-up e all'avvio di nuovi progetti, che contribuiranno per circa 700 mila barili di olio equivalente al giorno nel 2021, e alle attività di ottimizzazione che contribuiranno nel 2021 per circa 200 mila barili di olio equivalente al giorno. Eni sostiene che "il successo della strategia di esplorazione" e l'ampio portafoglio di nuovi progetti convenzionali con un breakeven inferiore a 30 dollari/barile, "combinati con una rigorosa disciplina finanziaria", consentiranno di generare un free cash flow cumulato di 22 miliardi di euro nel 2018-2021.

"Negli ultimi 4 anni, in uno scenario di prezzi bassi - spiega Descalzi - , abbiamo scoperto 4,4 miliardi di barili e abbiamo aumentato in maniera considerevole le nostre licenze esplorative di ben tre volte rispetto al 2013, e siamo pronti ad aprire la nuova campagna esplorativa basandoci su un potenziale di 10 miliardi di risorse rischiate a nostra disposizione. Intendiamo investire in esplorazione circa 3,5 miliardi nel quadriennio 2018-21 in oltre 25 Paesi. L'incremento della produzione sarà sostenuta dalla crescita dei progetti esistenti, dall'avvio di nuovi progetti e dagli interventi di ottimizzazione che in totale contribuiranno per circa 900 mila barili di olio equivalente al giorno (boed) nel 2021. Nel 2018 la crescita di produzione sarà del 4% rispetto al 2017, superiore alla precedente guidance".

Per quanto riguarda la strategia finanziaria, il piano di investimenti quadriennale, focalizzato su progetti ad elevato valore e con rapidi ritorni, prevede una spesa inferiore a 32 miliardi di euro, sostanzialmente invariata rispetto al Piano precedente, di cui oltre l'80% destinata al settore Upstream. Nel business r&m e nella Chimica, si prevede di investire circa 3,5 miliardi di euro con un tasso di rendimento atteso di circa il 10%. Nel 2021 oltre il 50% degli investimenti risulta non vincolato, assicurando un'ampia flessibilità. In presenza di un prezzo del Brent costante a 60 dollari/barile, la generazione di cassa crescerà nei prossimi 4 anni, aumentando ulteriormente in caso di incremento del prezzo del petrolio. Nel 2018, al prezzo del Brent di 60 $/bl, Eni realizzerà un flusso di cassa operativo di oltre 11 miliardi di euro, prima della variazione del capitale circolante, ed aumenterà di oltre 2 miliardi di € nel 2021 a parità di scenario. Eni prevede una neutralità di cassa organica del dividendo (organic dividend cash neutrality) di 55$/barile nel 2018, in ulteriore riduzione a 50$/barile entro la fine del Piano, grazie alla crescita di valore di tutte le aree di business.

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7139 di 7961 - 24/3/2018 12:41
GIOLA N° messaggi: 29991 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #7133 - 18/Mar/2018 10:02Eni vara il piano, alza il dividendo sul 2018

La nuova strategia al 2021 prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio

Il rialzo del dividendo (un ritocco più che altro, ma nel quadro di una politica di distribuzione progressiva) è il piatto più ghiotto per gli investitori del nuovo piano 2018-2021 di Eni presentato oggi a Londra dall'Ad Claudio Descalzi, che prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio.

Eni, spiega una nota del gruppo di San Donato, "ha completato con successo un processo di profonda trasformazione che l'ha resa integrata, rafforzata ed in continua crescita nel settore upstream, ristrutturata nei business mid-downstream, più solida finanziariamente e quindi in grado di creare valore anche in presenza di scenari di prezzo bassi. Il piano 2018-21 rappresenta la naturale evoluzione della strategia attuata negli anni precedenti e punta alla crescita del valore di tutti i business".

Su tali basi Eni intende aumentare il dividendo del 2018 a 0,83 euro per azione, interamente pagato per cassa; la politica di distribuzione sarà progressiva e legata alla crescita dei risultati underlying e del free cash flow.

Nell'esplorazione, driver fondamentale della crescita di valore per l'azienda, Eni prevede di spendere nell'arco di piano circa 3,5 miliardi di euro con l'obiettivo di scoprire 2 miliardi di barili di nuove risorse al costo unitario di circa 2 dollari Usa. La produzione di idrocarburi è prevista in crescita del 3,5% all'anno nel periodo 2018- 2021 grazie al ramp-up e all'avvio di nuovi progetti, che contribuiranno per circa 700 mila barili di olio equivalente al giorno nel 2021, e alle attività di ottimizzazione che contribuiranno nel 2021 per circa 200 mila barili di olio equivalente al giorno. Eni sostiene che "il successo della strategia di esplorazione" e l'ampio portafoglio di nuovi progetti convenzionali con un breakeven inferiore a 30 dollari/barile, "combinati con una rigorosa disciplina finanziaria", consentiranno di generare un free cash flow cumulato di 22 miliardi di euro nel 2018-2021.

"Negli ultimi 4 anni, in uno scenario di prezzi bassi - spiega Descalzi - , abbiamo scoperto 4,4 miliardi di barili e abbiamo aumentato in maniera considerevole le nostre licenze esplorative di ben tre volte rispetto al 2013, e siamo pronti ad aprire la nuova campagna esplorativa basandoci su un potenziale di 10 miliardi di risorse rischiate a nostra disposizione. Intendiamo investire in esplorazione circa 3,5 miliardi nel quadriennio 2018-21 in oltre 25 Paesi. L'incremento della produzione sarà sostenuta dalla crescita dei progetti esistenti, dall'avvio di nuovi progetti e dagli interventi di ottimizzazione che in totale contribuiranno per circa 900 mila barili di olio equivalente al giorno (boed) nel 2021. Nel 2018 la crescita di produzione sarà del 4% rispetto al 2017, superiore alla precedente guidance".

Per quanto riguarda la strategia finanziaria, il piano di investimenti quadriennale, focalizzato su progetti ad elevato valore e con rapidi ritorni, prevede una spesa inferiore a 32 miliardi di euro, sostanzialmente invariata rispetto al Piano precedente, di cui oltre l'80% destinata al settore Upstream. Nel business r&m e nella Chimica, si prevede di investire circa 3,5 miliardi di euro con un tasso di rendimento atteso di circa il 10%. Nel 2021 oltre il 50% degli investimenti risulta non vincolato, assicurando un'ampia flessibilità. In presenza di un prezzo del Brent costante a 60 dollari/barile, la generazione di cassa crescerà nei prossimi 4 anni, aumentando ulteriormente in caso di incremento del prezzo del petrolio. Nel 2018, al prezzo del Brent di 60 $/bl, Eni realizzerà un flusso di cassa operativo di oltre 11 miliardi di euro, prima della variazione del capitale circolante, ed aumenterà di oltre 2 miliardi di € nel 2021 a parità di scenario. Eni prevede una neutralità di cassa organica del dividendo (organic dividend cash neutrality) di 55$/barile nel 2018, in ulteriore riduzione a 50$/barile entro la fine del Piano, grazie alla crescita di valore di tutte le aree di business.

ATTENZIONE AL POSSIBILE PATTERN ARMONICO ANTI CRAB BEARISH: SHORT DOPO L'EVENTUALE FORMAZIONE DEL PUNTO D !

http://www.finanzareport.it

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PUNTO D FORMATO...LA LINEA DEL PIAVE (MME 50) PER ORA REGGE!


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7140 di 7961 - 04/4/2018 18:18
GIOLA N° messaggi: 29991 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #7139 - 24/Mar/2018 11:41
Quotando: giola - Post #7133 - 18/Mar/2018 10:02Eni vara il piano, alza il dividendo sul 2018

La nuova strategia al 2021 prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio

Il rialzo del dividendo (un ritocco più che altro, ma nel quadro di una politica di distribuzione progressiva) è il piatto più ghiotto per gli investitori del nuovo piano 2018-2021 di Eni presentato oggi a Londra dall'Ad Claudio Descalzi, che prevede un'accelerazione della produzione e fa leva anche sulla ripresa dei prezzi del petrolio.

Eni, spiega una nota del gruppo di San Donato, "ha completato con successo un processo di profonda trasformazione che l'ha resa integrata, rafforzata ed in continua crescita nel settore upstream, ristrutturata nei business mid-downstream, più solida finanziariamente e quindi in grado di creare valore anche in presenza di scenari di prezzo bassi. Il piano 2018-21 rappresenta la naturale evoluzione della strategia attuata negli anni precedenti e punta alla crescita del valore di tutti i business".

Su tali basi Eni intende aumentare il dividendo del 2018 a 0,83 euro per azione, interamente pagato per cassa; la politica di distribuzione sarà progressiva e legata alla crescita dei risultati underlying e del free cash flow.

Nell'esplorazione, driver fondamentale della crescita di valore per l'azienda, Eni prevede di spendere nell'arco di piano circa 3,5 miliardi di euro con l'obiettivo di scoprire 2 miliardi di barili di nuove risorse al costo unitario di circa 2 dollari Usa. La produzione di idrocarburi è prevista in crescita del 3,5% all'anno nel periodo 2018- 2021 grazie al ramp-up e all'avvio di nuovi progetti, che contribuiranno per circa 700 mila barili di olio equivalente al giorno nel 2021, e alle attività di ottimizzazione che contribuiranno nel 2021 per circa 200 mila barili di olio equivalente al giorno. Eni sostiene che "il successo della strategia di esplorazione" e l'ampio portafoglio di nuovi progetti convenzionali con un breakeven inferiore a 30 dollari/barile, "combinati con una rigorosa disciplina finanziaria", consentiranno di generare un free cash flow cumulato di 22 miliardi di euro nel 2018-2021.

"Negli ultimi 4 anni, in uno scenario di prezzi bassi - spiega Descalzi - , abbiamo scoperto 4,4 miliardi di barili e abbiamo aumentato in maniera considerevole le nostre licenze esplorative di ben tre volte rispetto al 2013, e siamo pronti ad aprire la nuova campagna esplorativa basandoci su un potenziale di 10 miliardi di risorse rischiate a nostra disposizione. Intendiamo investire in esplorazione circa 3,5 miliardi nel quadriennio 2018-21 in oltre 25 Paesi. L'incremento della produzione sarà sostenuta dalla crescita dei progetti esistenti, dall'avvio di nuovi progetti e dagli interventi di ottimizzazione che in totale contribuiranno per circa 900 mila barili di olio equivalente al giorno (boed) nel 2021. Nel 2018 la crescita di produzione sarà del 4% rispetto al 2017, superiore alla precedente guidance".

Per quanto riguarda la strategia finanziaria, il piano di investimenti quadriennale, focalizzato su progetti ad elevato valore e con rapidi ritorni, prevede una spesa inferiore a 32 miliardi di euro, sostanzialmente invariata rispetto al Piano precedente, di cui oltre l'80% destinata al settore Upstream. Nel business r&m e nella Chimica, si prevede di investire circa 3,5 miliardi di euro con un tasso di rendimento atteso di circa il 10%. Nel 2021 oltre il 50% degli investimenti risulta non vincolato, assicurando un'ampia flessibilità. In presenza di un prezzo del Brent costante a 60 dollari/barile, la generazione di cassa crescerà nei prossimi 4 anni, aumentando ulteriormente in caso di incremento del prezzo del petrolio. Nel 2018, al prezzo del Brent di 60 $/bl, Eni realizzerà un flusso di cassa operativo di oltre 11 miliardi di euro, prima della variazione del capitale circolante, ed aumenterà di oltre 2 miliardi di € nel 2021 a parità di scenario. Eni prevede una neutralità di cassa organica del dividendo (organic dividend cash neutrality) di 55$/barile nel 2018, in ulteriore riduzione a 50$/barile entro la fine del Piano, grazie alla crescita di valore di tutte le aree di business.

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