Il Pmi Ue delude, Piazza Affari peggiora con oil e utility
L'indice Pmi composito dell'Eurozona preliminare di gennaio è sceso 57,5 punti. In rallentamento sia in Francia sia in Germania. Per Unicredit il prossimo rialzo dei tassi Usa avverrà a marzo. Il prezzo del petrolio flette e trascina con sé Eni e Saipem
di Francesca Gerosa
Piazza Affari peggiora in linea con le altre borse europee dopo che l'indice Pmi composito dell'Eurozona preliminare di gennaio, elaborato da Ihs Markit, è sceso 57,5 punti dai 58,8 di dicembre, risultando al di sotto della stima del consenso degli economisti a 58,5 punti. La lettura odierna è ai minimi da tre mesi. Anche l'indice preliminare relativo al settore dei servizi è sceso ai minimi da due mesi a 56,7 punti rispetto ai 58 del mese precedente e ai 57,6 del consenso. Quello manifatturiero, invece, è calato ai minimi da quattro mesi a 58,5 punti, in peggioramento rispetto ai 59,6 di dicembre e ai 59,3 del consenso.
Così alle 10:30 l'indice Ftse Mib cede lo 0,74% a 22.504 punti. Il Dax arretra dello 0,56%, il Cac40 dello 0,46% e il Ftse100 dello 0,26%. Più nello specifico, la rilevazione flash dell'indice Pmi composito della Germania nel mese in corso è scesa a 57,4 rispetto a 59 di gennaio (massimo degli ultimi sette anni circa); gli economisti stimavano una diminuzione inferiore a 58,5. L'indice Pmi relativo alla manifattura a febbraio è arretrato a 60,3 da 61,1 di gennaio; gli economisti prevedevano un calo a 60,6, e l'indice Pmi relativo ai servizi a 55,3 da 57,3. Gli economisti stimavano un calo a 57.
Anche l'espansione dell'attività economica in Francia a febbraio ha subito un rallentamento. L'indice dei direttori acquisti composito, dato preliminare, è calato a 57,8, minimo da ottobre, da 59,6 di gennaio e ben sotto delle attese degli economisti a 59,4. Nel settore dei servizi, il Pmi è sceso a 57,9 da 59,2 di gennaio e da 59 delle attese, nel settore manifatturiero a 56,1 da 58,4 (58 le previsioni).
Lo spread Btp/Bund si allarga a 134,9 punti base e il cambio euro/dollaro viaggia a 1,2318. "La storia di un dollaro più debole nei prossimi anni è ampiamente già scritta", prevedono gli analisti di Standard Bank, i quali si aspettano che il cambio euro/dollaro raggiunga quota 1,45 entro due anni. C'è attesa per la pubblicazione, stasera, dei verbali dell'ultima riunione del Fomc della Federal Reserve e delle minute dello scorso meeting della Bce, che verranno invece diffuse domani.
Le minute della riunione del Fomc del 31 gennaio, la cui pubblicazione è attesa per le 20, "dovrebbero riflettere i toni positivi delle dichiarazioni post meeting sullo stato dell'economia e la maggior fiducia della Federal Reserve nel raggiungimento del target di inflazione", sostengono gli strategist di Unicredit , sottolineando che questo dovrebbe "spianare la strada per ulteriori rialzi dei tassi d'interesse" da parte dell'autorità monetaria statunitense, "con il prossimo che probabilmente avverrà a marzo".
Sul listino milanese continuano a scendere le società petrolifere di riflesso al calo del prezzo del greggio (Brent -1% a 64,58 dollari al barile). Eni arretra dello 0,47%, Tenaris dell'1,57%, Saipem dell'1,62%. Male Recordati (-2%) che testa i minimi dell'anno. In calo le banche: Unicredit (-0,73%), Intesa Sanpaolo (-0,63%), Ubi (-0,68%) e Banco Bpm (-0,13%). Regge alle vendite Bper (+0,23%). Giù le utility, colpite ancora una volta dall'aumento dei rendimenti dei bond (tasso del Btp decennale al 2,061%). Enel segna un -0,73%, Snam un -0,91% e Terna un -0,33%. Fa eccezione A2A (+0,35%) che si è aggiudicata la gara da 1,3 miliardi di euro in 12 anni per la distribuzione del gas a Milano. https://www.milanofinanza.it/
3286 di 12531-21/2/2018 14:340
GIOLA
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Il Pmi Ue delude, Piazza Affari peggiora con oil e utility
L'indice Pmi composito dell'Eurozona preliminare di gennaio è sceso 57,5 punti. In rallentamento sia in Francia sia in Germania. Per Unicredit il prossimo rialzo dei tassi Usa avverrà a marzo. Il prezzo del petrolio flette e trascina con sé Eni e Saipem.
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Miss Monny Penny
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