Patrimoni (FTSEMIB)

- Modificato il 05/10/2023 09:56
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015
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RISPARMIO, ETF, GESTORI E FINANZA PERSONALE!





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1 di 28 - Modificato il 05/10/2023 15:58
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015
Da VanEck un nuovo Etf per investire nei fallen angel Usa

L'Etf consente agli investitori di investire nei cosiddetti fallen angel Usa, obbligazioni corporate statunitensi emesse originariamente con il rating investment grade e successivamente declassate a livello high yield

La società di gestione VanEck quota oggi su Borsa Italiana il VanEck US Fallen Angel High Yield Bond UCITS ETF. Questo nuovo ETF consente agli investitori di investire nei cosiddetti fallen angel Usa, obbligazioni corporate statunitensi emesse originariamente con il rating investment grade e successivamente declassate a livello high yield.

"Molti investitori istituzionali sono costretti, a causa del proprio mandato, a vendere le obbligazioni quando sono declassate al di sotto dell'investment grade. La nostra strategia acquista quindi sistematicamente obbligazioni ipervendute e possibilmente sottovalutate", ha affermato Martijn Rozemuller, ceo di VanEck Europe. "Questi fallen angel in passato hanno mostrato una maggiore probabilità di riconquistare lo status di investment grade dopo un declassamento rispetto al più ampio universo delle obbligazioni high yield. Questa dinamica offre un potenziale di rialzo del prezzo a cui gli investitori possono partecipare con il nostro ETF".

La strategia fallen angel dell’ETF investe in settori che subiscono frequenti declassamenti. In passato è stato così ad esempio per il settore bancario nel 2008 o per il settore energetico nel 2016. Rispetto alle obbligazioni high yield, i fallen angel presentano spesso una qualità del credito più elevata, con una maggiore concentrazione di rating BB, nonostante il downgrade.

Il VanEck US Fallen Angel High Yield Bond UCITS ETF replica l'indice ICE US Fallen Angel High Yield 10% Constrained Index, che traccia la performance delle obbligazioni corporate in dollari Usa con un rating al di sotto dell'investment grade. Queste obbligazioni devono essere state emesse sul mercato nazionale statunitense con un rating investment grade al momento dell'emissione e una durata residua di almeno un anno.

L'ETF è a replica fisica, ad accumulazione dei proventi, è ribilanciato su base mensile e ha un Total Expense Ratio (Ter) dello 0,35% all'anno.

2 di 28 - 05/10/2023 15:47
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015
Un nuovo studio mette in dubbio la sovraperformance degli investimenti sostenibili

di Marco Barlassina


Il lavoro è stato realizzato da Scientific Beta, una società di consulenza collegata all’Edhec-Risk Climate Impact Institute


Negli ultimi dieci anni gli Etf che investono sulla base di criteri ambientali, sociali e di governance non avrebbero battuto il mercato in virtù della loro capacità di tenere alla larga gli investitori dalle aziende mal gestite o inquinanti e di concentrarsi così sulle società meglio posizionate per eccellere in futuro. A rivelarlo è un nuovo studio di Scientific Beta, una società di consulenza collegata all’Edhec-Risk Climate Impact Institute, intitolato "Sustainability Alpha in the Real World: Evidence from Exchange-Traded Funds ”.

Lo studio ha valutato la performance degli investimenti sostenibili all'interno di un portafoglio di Etf specializzati sull'azionario Usa (domiciliati in Europa e Usa) che seguono criteri ambientali, sociali e di governance (Esg).
Risultato: gli investimenti sostenibili non avrebbero prodotto rendimenti più elevati rispetto ai fondi indicizzati standard. Anzi, secondo i ricercatori, periodi di sovraperformance ampiamente commentati, come il 2020, potrebbero essere spiegati in gran parte da effetti settoriali, come l’inclinazione verso i titoli tecnologici. Secondo i risultati dello studio, nell’ultimo decennio, i periodi di sovraperformance sono stati controbilanciati da corrispondenti periodi di sottoperformance, lasciando agli investitori Esg rendimenti del -0,2% rispetto all’indice di mercato e del -0,7% rispetto a un benchmark con corrispondente esposizione settoriale.

Commentando lo studio, Felix Goltz, coautore e direttore della ricerca presso Scientific Beta, ha affermato: “Per gli investitori che desiderano integrare gli obiettivi Esg nel proprio processo di investimento, è fondamentale chiedersi quale impatto ciò avrebbe sulla performance finanziaria del proprio portafoglio. L’esistenza di numerose metodologie per integrare la sostenibilità, che potrebbero non essere rappresentative della pratica reale, ha reso difficile valutare empiricamente questo impatto. Il nostro studio fornisce una valutazione della performance “reale” degli investimenti sostenibili, attingendo a informazioni provenienti dal mercato degli Etf". I dati utilizzati nello studio sono infatti ponderati sulla base della popolarità dei singoli Etf.
3 di 28 - 05/10/2023 15:55
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015
Il Private Banking raggiunge nel primo semestre le masse previste per l’intero anno

È quanto emerge dall’analisi del mercato servito, presentata trimestralmente dall’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB)

Continua il trend positivo del Private Banking italiano, che chiude il primo semestre dell’anno raggiungendo i 1.057 miliardi di euro di masse gestite (+2,5% rispetto ai 1.031 miliardi del primo trimestre e +6,3% rispetto ai 994 miliardi di fine 2022), raggiungendo con sei mesi di anticipo le masse previste a fine 2023.

È quanto emerge dall’analisi del mercato servito, presentata trimestralmente dall’Ufficio Studi dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB). Nei primi sei mesi dell'anno, la raccolta netta complessiva realizzata dagli operatori di Private Banking ha chiuso a 26 miliardi, rimanendo stabile nel corso dei due trimestri (pari a 13 miliardi in entrambi i periodi).

"Prosegue il percorso di crescita dell’industria Private, consentendoci di guardare con fiducia alla seconda parte dell’anno”, commenta Andrea Ragaini, Presidente AIPB. “Un risultato positivo che conferma l’apprezzamento per un modello di servizio che mette la consulenza professionale al centro della relazione con la clientela”.

Lo scenario macroeconomico e finanziario del secondo trimestre è stato caratterizzato da un cauto ottimismo: l’inflazione ha proseguito nel suo percorso di decrescita, passando da +8,1% di fine marzo al +6,75% di fine giugno. Mentre le banche centrali, tra maggio e giugno, hanno dato seguito ad un ulteriore aumento dei tassi di riferimento (UEM dal 3,5% al 4%; USA dal 5% al 5,25%).

Il combinato disposto, dato dalla decrescita dell’inflazione e dalla prosecuzione delle politiche monetarie restrittive, ha trainato tutti i nuovi flussi raccolti dal Private nel secondo trimestre verso gli investimenti diretti (titoli, azioni e obbligazioni) del comparto amministrato, che per il terzo trimestre consecutivo attira la maggior parte dei nuovi investimenti effettuati dalle famiglie Private. Rispetto alle altre soluzioni d’investimento, si registrano invece flussi in uscita dal comparto assicurativo (-1,6%) e una sostanziale stabilità sui prodotti del gestito (fondi e gestioni patrimoniali -0,1%).

“Le preferenze degli investitori si sono orientate verso gli investimenti che hanno maggiormente beneficiato dell’aumento dei tassi di interesse”, prosegue Ragaini. “La crescita della componente amministrata dei portafogli del Private Banking è stata inoltre accompagnata da un incremento della consulenza a pagamento, salita nell’ultimo anno dal 13% al 17% dei 1.057 miliardi di euro di masse affidate al settore”.
4 di 28 - 05/10/2023 16:25
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015
Nuovo BTP Valore: caratteristiche, rendimento e vantaggi per i piccoli risparmiatori

Nuovo collocamento di Buoni del Tesoro per investitori e piccoli risparmiatori. Il MEF ha annunciato l’emissione del nuovo BTP Valore: dura cinque anni, si acquista attraverso la piattaforma MOT di Borsa Italiana (Gruppo Euronext). Tutto quello che c’è da sapere.

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha ufficializzato il nuovo BTP Valore un nuovo strumento di investimento per risparmiatori e investitori che dura cinque anni ed è disponibile all’acquisto attraverso la piattaforma MOT di Borsa Italiana-Gruppo Euronext

All’acronimo BTP, che sta per Buoni del Tesoro Poliennali – obbligazioni o titoli di debito a medio o lungo termine – viene affiancato il sostantivo Valore che qualifica il senso della proposta. Si tratta di buoni del tesoro senza costi di commissione, con tassazione al 12,5% e non soggetti all’imposta di successione. L’acquisto avviene direttamente in banca, all’ufficio postale, tramite home banking (se abilitato alla funzione trading online) o – per i possessori di un conto o di un libretto BancoPosta – direttamente allo sportello.

BTP Valore: rendimento e premio extra finale

Il valore intrinseco della proposta è, in primo luogo, quello di un guadagno garantito e di un extra premio fedeltà per coloro che lo portano alla scadenza prevista (nella prima emissione era dello 0,5%). I BTP Valore sono titoli di Stato italiani 100% retail e, a differenza dei BTP tradizionali, sono caratterizzati da cedole crescenti, calcolate sulla base di tassi prefissati che aumentano nel corso della vita del titolo, seguendo il meccanismo del cosiddetto step up (tassi fissi ma crescenti nel tempo).

BTP Valore: quanti soldi si possono investire?

Un prodotto con queste caratteristiche garantisce una buona resa per chi vuol diversificare il proprio portafoglio, ma anche e soprattutto per i piccoli risparmiatori dal momento che il taglio minimo per acquistare BTP Valore è di 1.000 euro e può essere elevato sempre a multipli di tagli da 1.000 euro (la media degli investimenti fatti nel collocamento di giugno 2023 è stata di 20.000 euro).

BTP Valore: condizioni obbligatorie per aderire

Non sono molte ma esistono delle condizioni vincolanti per poter aderire alla forma di investimento del BTP Valore. Le ha rese note il Tesoro. Il risparmiatore deve:

- aver sottoscritto il contratto sui servizi di investimento;
- aver effettuato il questionario di profilazione MIFID e che questo sia ancora in corso di validità e non scaduto;
- essere stato classificato ai fini MIFID;
- avere un deposito titoli associato al libretto postale o al conto corrente.

Il questionario MIFID – reso obbligatorio dalla direttiva comunitaria conosciuta come Markets in Financial Markets Directive – contiene una serie di domande rivolte al cliente, relative alle conoscenze e alle esperienze sviluppate in ambito finanziario, alla situazione economica e alle aspettative rispetto a un investimento. Ciò consente al cliente di accedere a – e alla banca di proporre – quegli strumenti finanziari che più sono affini al profilo di rischio del risparmiatore ed effettuare la scelta di investimento più congrua.

BTP Valore, il record della prima emissione

Una prima emissione di BTP Valore è stata collocata nel giugno del 2023, con scadenza giugno 2027, e ha ottenuto risultati di rilievo: a fronte di una domanda di 18,2 miliardi di euro - con 654.675 contratti - il MEF ha registrato il miglior risultato di sempre in termini per valore sottoscritto in un singolo collocamento di titoli di stato per piccoli risparmiatori. Con la seconda emissione in partenza lunedì 2 ottobre fino al 6 ottobre 2023, si punta a migliorare ulteriormente i già lusinghieri numeri raggiunti nella prima edizione.

A riprova dell’ottimo riscontro, basti pensare che un prodotto di successo come il BTP Italia di marzo 2023 aveva generato una domanda di 10 miliardi euro, inferiore al primo BTP Valore.

BTP Valore: il meccanismo dei tassi di rendimento

Di base i BTP Valore funzionano come un qualsiasi altro titolo di stato, prevedendo il rimborso dell’intero capitale investito e con il rendimento dato dal tasso fisso della cedola e dalla differenza tra il prezzo di emissione e quello di rimborso.

BTP Valore: quali vantaggi e a chi conviene

Il vantaggio è di coloro che non hanno fretta di rientrare dall’investimento. Portare BTP Valore alla scadenza naturale conviene, se non altro, perché garantisce una rendita sicura in un lasso di tempo contingentato.

Con l’emissione di giugno 2023, i BTP Valore a quattro anni hanno garantito un tasso tra il 3,48% e il 3,56% lordo: per i prossimi, quinquennali, il tasso minimo garantito del titolo retail sarà del 4,10% nei primi tre anni e del 4,50% nei due finali.
5 di 28 - 05/10/2023 17:44
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015
Cinque errori da evitare quando si investe.

di Lisa Thompson*

È molto complesso riuscire a battere in astuzia il mercato. Anche i gestori di portafoglio di maggior successo compiono la scelta giusta nel 55% dei casi e quella sbagliata nel restante 45%. La view di Capital Group.

Un vecchio detto nel settore degli investimenti recita: se non hai mai affrontato un fallimento, probabilmente non stai correndo abbastanza rischi. Naturalmente, il fallimento non deve mai essere preso alla leggera. Tuttavia, investire è un'attività che prevede la valutazione del rischio e la ricerca del rendimento. Gli errori sono inevitabili. È molto complesso riuscire a battere in astuzia il mercato. Anche i gestori di portafoglio di maggior successo compiono la scelta giusta nel 55% dei casi e quella sbagliata nel restante 45%.

Si impara di più dagli errori che dai successi. Quando si acquista un titolo e fin dall'inizio si rivela un buon affare, si ha un’ottima sensazione. C'è, tuttavia, la possibilità che ciò sia dovuto al fatto di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Abbiamo imparato molto invece quando un'idea non ha funzionato o ha richiesto molto tempo per diventare vincente. Di seguito cinque errori d’investimento da evitare.

1. Prestare attenzione agli "story stock"

Abbiamo investito in un operatore di navi da crociera, che si chiamava American Classic Voyages, basandoci su una storia molto interessante. La società affondava le sue radici nella Delta Queen Steamboat Company, che gestiva popolari crociere sul fiume Mississippi. Il finanziere miliardario Sam Zell, che aveva intravisto l'opportunità di sconvolgere il settore delle crociere, era il presidente della società. American Classic Voyages progettava di ottenere i diritti esclusivi per le crociere nelle isole Hawaii in virtù di una legge marittima statunitense protezionistica. Abbiamo analizzato attentamente le dinamiche turistiche delle Hawaii e del settore delle crociere in generale per arrivare alla conclusione che ci sarebbe stata una forte domanda per questi viaggi. La società raccolse tutti i capitali necessari, assunse un eccellente team di dirigenti e iniziò a costruire la nave da crociera in un cantiere navale del Mississippi. All'epoca non se ne costruiva una sul suolo statunitense da oltre 25 anni, ma il cantiere aveva una vasta esperienza nella costruzione di navi militari. Cosa sarebbe potuto andare storto? Si scoprì che recuperare le competenze settoriali una volta perse non è così semplice. Lo sforzo da diversi miliardi di dollari profuso per la costruzione della nave non andò a buon fine e per questo e altri motivi la società andò in fallimento. Non ci era mai venuto in mente che non si potessero trovare i talenti per costruire una nave da crociera negli Stati Uniti. Alla fine, la nave incompleta è stata trainata in Europa per poi poter terminare i lavori di costruzione. Al contempo, la tesi d'investimento sprofondò come una roccia.

La lezione: non dare per scontato che una società possa realizzare la propria strategia aziendale senza averne compreso il modo in cui lo farà.

2. Evitare la paralisi da analisi

Investire è una disciplina in parte scientifica e in parte artistica. Per avere successo, bisogna essere in grado di raccogliere dati e compiere calcoli. Tuttavia, è necessario anche esprimere giudizi basati sulle conoscenze acquisite con l'esperienza. La ricerca è fondamentale ma talvolta avere più informazioni è eccessivo. Per realizzare un investimento proficuo, occorre sapere quando è il momento di agire con le informazioni che si hanno a disposizione.

3. Fidarsi ma con le dovute verifiche

Capital attribuisce molta importanza alla conoscenza dei management, incontrandoli e comunicando regolarmente con loro. Comprendere i dirigenti come persone può aiutarci a valutare la loro strategia aziendale e se sono le persone giuste per realizzarla. Tuttavia, ciò può potenzialmente indurre a non domandarsi, "chissà se mi stanno mentendo". La maggior parte dei dirigenti che incontriamo sono persone oneste e con buone intenzioni, ma questo non significa che sono sempre sinceri con noi o con sé stessi. Talvolta, però, anche gli investitori più accorti possono essere coinvolti in una frode. Per questo è importante considerare i bilanci e i dirigenti che li gestiscono con una sana dose di scetticismo.

4. Resistere al proprio bias di conferma

Questo lavoro è molto difficile e, proprio come tutti gli esseri umani, anche i gestori degli investimenti possono essere vittime delle proprie emozioni e dei propri pregiudizi. Possiamo essere vittime di bias di conferma, ovvero della tendenza a cercare informazioni che confermino i nostri pregiudizi preesistenti. Per tale motivo è fondamentale mettere in discussione il proprio punto di vista ed essere pronti ad agire rapidamente quando le circostanze cambiano.

5. Sapere quando mollare

Investire con successo nel lungo periodo è incredibilmente difficile, anche se potrebbe sembrare semplicissimo: occorre individuare con continuità le grandi società le cui azioni possono generare rendimenti superiori nel tempo. Abbiamo però imparato anche che le grandi società possono fare dei passi falsi; quindi, disporre di una solida disciplina di vendita e mantenerla può essere altrettanto importante. Questa capacità è stata evidenziata nel libro The Art of Execution: How the world's best investors get it wrong and still make millions in the markets di Lee Freeman-Shor. Una delle osservazioni più interessanti emerse dallo studio è l'importanza della ponderazione e della convinzione. L'autore ha scoperto che non è importante la frequenza con cui si compie la scelta giusta o sbagliata, ma quanto denaro si guadagna nel primo caso e quanto si perde nel secondo. Nei portafogli che gestisco evinco che queste decisioni di ponderazione e convinzione sono molto importanti. Il libro identifica cinque diverse "tribù" di investitori professionisti in base al loro comportamento. Uno dei gruppi era chiamato "assassins", ovvero assassini, perché erano venditori spietati. Erano molto attenti a ridurre le perdite quando un titolo registrava un calo. Numerosi studi di psicologia comportamentale hanno dimostrato che per gli investitori è emotivamente 10 volte più difficile realizzare una perdita nella vita reale che sulla carta. In altre parole, tutti noi abbiamo una tendenza emotiva a evitare di ridurre le perdite e ad andare avanti.

La capacità di abbandonare un investimento quando non è più redditizio può rappresentare una disciplina molto importante per un investimento di successo. Gli investitori a lungo termine devono imparare a essere disposti a cambiare rotta quando una tesi di investimento non è più valida. Ho scoperto che questa è una delle cose più difficili da compiere come gestore di portafoglio. Per questo è importante sapere quando vendere un titolo e passare ad altro può essere importante quanto sapere quando acquistare.
6 di 28 - 06/10/2023 10:52
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015
Fineco, a settembre il boom dell’amministrato traina la raccolta da 447 milioni. Titolo debole in borsa

di Marco Capponi

Piazza Affari non apprezza l’asset mix della banca nonostante i 112 milioni confluiti nel gestito, 2,3 miliardi da gennaio. Da inizio anno la raccolta retail sulla piattaforma Fam è di 2,6 miliardi. In forte crescita i ricavi da brokerage
Nonostante la raccolta di settembre abbia fatto registrare afflussi per 447 milioni di euro, il mercato non apprezza l’asset mix di Fineco, fortemente orientato al risparmio amministrato. Alle ore 13 il titolo perde il 2% a 10.78 euro per azione. Sul totale, l’amministrato ha portato 836 milioni, 7,4 miliardi da inizio anno, a fronte di 112 milioni (2,3 da gennaio) provenienti dal gestito. Negativa invece la raccolta diretta (-502 milioni), cioè la liquidità nei depositi.


Una raccolta sempre più retail
Buone le indicazioni provenienti dalla clientela al dettaglio. Fineco Asset Management (Fam), piattaforma di risparmio gestito della banca, nel mese di settembre ha registrato una raccolta retail di 55 milioni, «con un particolare interesse della clientela per i prodotti rivolti agli investitori prudenti, caratterizzati da un’elevata protezione», si legge in una nota. La raccolta da inizio anno è pari a 2,6 miliardi per le classi retail, portando le masse complessive di Fam a 29,1 miliardi. Di queste, le classi al dettaglio rappresentano 18,6 miliardi, in crescita annua del 26%.

Crescono i ricavi da brokerage

I ricavi del brokerage, altra voce importante per la banca, sono stimati per il mese di settembre a 14,5 milioni, un dato in crescita di circa il 35% rispetto alla media dei ricavi del mese di settembre tra il 2017 e il 2019. Da inizio anno i ricavi del brokerage sono stimati in circa 140 milioni. «Alla positiva performance del brokerage si aggiunge infatti la crescita dei servizi di consulenza evoluta, recentemente rinnovati, che consentono ai consulenti di continuare a supportare i clienti anche nella fase attuale, grazie alla possibilità di utilizzare tutte le tipologie di strumenti finanziari favorendo la personalizzazione dei portafogli», ha commentato a margine Alessandro Foti, amministratore delegato e direttore generale di Fineco.
7 di 28 - 11/10/2023 16:34
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015
L'oro torna un rifugio? Ecco le performance durante le crisi internazionali dagli anni '70 a oggi

di Enrico Colombo

Quale potrebbe essere l'impatto degli scontri tra Israele e Hamas su petrolio e oro? WisdomTree risponde guardando ai precedenti storici

L'attacco di Hamas a Israele ha inevitabilmente alzato il rischio geopolitico in Medio Oriente. Nitesh Shah, head of Commodities & Macroeconomic Research di WisdomTree, spiega quale potrebbe essere l'impatto della guerra tra Israele e Palestina su petrolio e oro.

"Questo attacco farà salire i prezzi del petrolio, data l'importanza della regione nella produzione di greggio. Nella settimana che ha preceduto l'attacco, i prezzi del petrolio in realtà stavano diminuendo, a causa delle forti turbolenze sui mercati finanziari (un sell-off di obbligazioni) che hanno iniziato a mettere in dubbio la domanda globale di petrolio. Inoltre, era in vista un accordo mediato dagli Stati Uniti che avrebbe visto l'Arabia Saudita non solo riconoscere Israele, ma anche impegnarsi ad aumentare la produzione entro la fine dell'anno. L'attacco di Hamas ha chiaramente messo fine a questo sviluppo".

"Il sostegno di Teheran ad Hamas", sottolinea il manager, "potrebbe portare ad un attacco di Israele nei confronti dell’Iran. Inoltre, è improbabile che si assista a un ulteriore disgelo delle relazioni tra Stati Uniti e Iran e la capacità dell'Iran di espandere la produzione di petrolio sarà messa in discussione (le precedenti discussioni sul nucleare tra Stati Uniti e Iran avevano permesso all'Iran ad aumentare le esportazioni di petrolio)".

Oro

"L'oro è in rialzo perché i rischi geopolitici impattano sul prezzo dal metallo. L’oro gode di una solida reputazione come copertura geopolitica, anche se spesso i movimenti di prezzo si dissipano rapidamente. Occasionalmente i guadagni dei prezzi persistono e sono molto significativi". Nitesh Shah prende come esempio la guerra dello Yom Kippur di 50 anni fa, dove i prezzi dell'oro sono saliti di oltre il 47% a un anno dall'inizio dell'evento.


MODERATO regis18 (Utente disabilitato) N° messaggi: 2251 - Iscritto da: 21/2/2015
9 di 28 - 14/10/2023 13:06
FrancoPompino N° messaggi: 686 - Iscritto da: 28/9/2023

Azioni, su Saes Getters la borsa è miope. Ecco perché il titolo è sottovalutato: incassati 700 milioni dalla vendita di Nitinol mentre Saes getters capitalizza solo 584 milioni...fateveli due conti!!!

C’è qualcosa che non torna. L’incasso netto di oltre 700 milioni della vendita del business Nitinol vale da solo 42,2 euro per azione. Tanta cassa libera, che verrà impiegata per quasi la metà in un maxi dividendo di 210 milioni (12,51 euro ad azione) e un buyback per 140. Ma Piazza Affari il titolo non si muove. Anzi, dopo la fiammata del giorno dell’annuncio (2 ottobre) a 34,5 euro, il prezzo è sceso nei giorni successivi verso quota 33, ben lontano dal valore implicito del titolo dopo l’operazione



11qqb9
10 di 28 - 14/10/2023 13:40
FrancoPompino N° messaggi: 686 - Iscritto da: 28/9/2023

Azioni, su Saes Getters la borsa è miope. Ecco perché il titolo è sottovalutato: incassati 700 milioni dalla vendita di Nitinol mentre Saes getters capitalizza solo 584 milioni...fateveli due conti!!!

C’è qualcosa che non torna. L’incasso netto di oltre 700 milioni della vendita del business Nitinol vale da solo 42,2 euro per azione. Tanta cassa libera, che verrà impiegata per quasi la metà in un maxi dividendo di 210 milioni (12,51 euro ad azione) e un buyback per 140. Ma Piazza Affari il titolo non si muove. Anzi, dopo la fiammata del giorno dell’annuncio (2 ottobre) a 34,5 euro, il prezzo è sceso nei giorni successivi verso quota 33, ben lontano dal valore implicito del titolo dopo l’operazione


11qqb9
11 di 28 - Modificato il 14/10/2023 13:56
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015

Perché si sceglie un consulente



Le principali motivazioni che spingono alla scelta di un consulente patrimoniale, per il 40% degli investitori italiani sono l'offerta e le performance di prodotti e servizi. Seguono la possibilità di accesso ad un ampio range di prodotti e a ricerche di mercato personalizzate, ambedue con il 33% delle preferenze, oltre alla competitività del pricing con il 31%. Tra le tipologie di provider di servizi finanziari preferiti dai clienti private si conferma in aumento la percentuale di coloro che ricercano operatori con un'offerta ad ampio spettro, attualmente al 30%, ma potrebbe arrivare al 36% entro il 2027. Cresce in parallelo l’interesse degli investitori italiani anche verso nuovi player e i nuovi asset digitali, come FinTech (robo-advisor, neobank ecc.) e criptoassets.

Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

Boomer e Millennial accomunati dalla domanda



In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
12 di 28 - 14/10/2023 13:56
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015

Perché si sceglie un consulente



Le principali motivazioni che spingono alla scelta di un consulente patrimoniale, per il 40% degli investitori italiani sono l'offerta e le performance di prodotti e servizi. Seguono la possibilità di accesso ad un ampio range di prodotti e a ricerche di mercato personalizzate, ambedue con il 33% delle preferenze, oltre alla competitività del pricing con il 31%. Tra le tipologie di provider di servizi finanziari preferiti dai clienti private si conferma in aumento la percentuale di coloro che ricercano operatori con un'offerta ad ampio spettro, attualmente al 30%, ma potrebbe arrivare al 36% entro il 2027. Cresce in parallelo l’interesse degli investitori italiani anche verso nuovi player e i nuovi asset digitali, come FinTech (robo-advisor, neobank ecc.) e criptoassets.

Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

Boomer e Millennial accomunati dalla domanda



In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
13 di 28 - 14/10/2023 13:56
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015

Perché si sceglie un consulente



Le principali motivazioni che spingono alla scelta di un consulente patrimoniale, per il 40% degli investitori italiani sono l'offerta e le performance di prodotti e servizi. Seguono la possibilità di accesso ad un ampio range di prodotti e a ricerche di mercato personalizzate, ambedue con il 33% delle preferenze, oltre alla competitività del pricing con il 31%. Tra le tipologie di provider di servizi finanziari preferiti dai clienti private si conferma in aumento la percentuale di coloro che ricercano operatori con un'offerta ad ampio spettro, attualmente al 30%, ma potrebbe arrivare al 36% entro il 2027. Cresce in parallelo l’interesse degli investitori italiani anche verso nuovi player e i nuovi asset digitali, come FinTech (robo-advisor, neobank ecc.) e criptoassets.

Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

Boomer e Millennial accomunati dalla domanda



In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
14 di 28 - 14/10/2023 13:57
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015

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Le principali motivazioni che spingono alla scelta di un consulente patrimoniale, per il 40% degli investitori italiani sono l'offerta e le performance di prodotti e servizi. Seguono la possibilità di accesso ad un ampio range di prodotti e a ricerche di mercato personalizzate, ambedue con il 33% delle preferenze, oltre alla competitività del pricing con il 31%. Tra le tipologie di provider di servizi finanziari preferiti dai clienti private si conferma in aumento la percentuale di coloro che ricercano operatori con un'offerta ad ampio spettro, attualmente al 30%, ma potrebbe arrivare al 36% entro il 2027. Cresce in parallelo l’interesse degli investitori italiani anche verso nuovi player e i nuovi asset digitali, come FinTech (robo-advisor, neobank ecc.) e criptoassets.

Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

Boomer e Millennial accomunati dalla domanda



In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
15 di 28 - 14/10/2023 13:57
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015

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Le principali motivazioni che spingono alla scelta di un consulente patrimoniale, per il 40% degli investitori italiani sono l'offerta e le performance di prodotti e servizi. Seguono la possibilità di accesso ad un ampio range di prodotti e a ricerche di mercato personalizzate, ambedue con il 33% delle preferenze, oltre alla competitività del pricing con il 31%. Tra le tipologie di provider di servizi finanziari preferiti dai clienti private si conferma in aumento la percentuale di coloro che ricercano operatori con un'offerta ad ampio spettro, attualmente al 30%, ma potrebbe arrivare al 36% entro il 2027. Cresce in parallelo l’interesse degli investitori italiani anche verso nuovi player e i nuovi asset digitali, come FinTech (robo-advisor, neobank ecc.) e criptoassets.

Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

Boomer e Millennial accomunati dalla domanda



In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
16 di 28 - 14/10/2023 13:57
mauri1972 N° messaggi: 623 - Iscritto da: 03/2/2015

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Le principali motivazioni che spingono alla scelta di un consulente patrimoniale, per il 40% degli investitori italiani sono l'offerta e le performance di prodotti e servizi. Seguono la possibilità di accesso ad un ampio range di prodotti e a ricerche di mercato personalizzate, ambedue con il 33% delle preferenze, oltre alla competitività del pricing con il 31%. Tra le tipologie di provider di servizi finanziari preferiti dai clienti private si conferma in aumento la percentuale di coloro che ricercano operatori con un'offerta ad ampio spettro, attualmente al 30%, ma potrebbe arrivare al 36% entro il 2027. Cresce in parallelo l’interesse degli investitori italiani anche verso nuovi player e i nuovi asset digitali, come FinTech (robo-advisor, neobank ecc.) e criptoassets.

Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

Boomer e Millennial accomunati dalla domanda



In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
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Le principali motivazioni che spingono alla scelta di un consulente patrimoniale, per il 40% degli investitori italiani sono l'offerta e le performance di prodotti e servizi. Seguono la possibilità di accesso ad un ampio range di prodotti e a ricerche di mercato personalizzate, ambedue con il 33% delle preferenze, oltre alla competitività del pricing con il 31%. Tra le tipologie di provider di servizi finanziari preferiti dai clienti private si conferma in aumento la percentuale di coloro che ricercano operatori con un'offerta ad ampio spettro, attualmente al 30%, ma potrebbe arrivare al 36% entro il 2027. Cresce in parallelo l’interesse degli investitori italiani anche verso nuovi player e i nuovi asset digitali, come FinTech (robo-advisor, neobank ecc.) e criptoassets.

Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

Boomer e Millennial accomunati dalla domanda



In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
18 di 28 - 14/10/2023 13:57
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Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

Boomer e Millennial accomunati dalla domanda



In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
19 di 28 - 14/10/2023 13:57
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Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

Boomer e Millennial accomunati dalla domanda



In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
20 di 28 - 14/10/2023 13:58
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Le principali motivazioni che spingono alla scelta di un consulente patrimoniale, per il 40% degli investitori italiani sono l'offerta e le performance di prodotti e servizi. Seguono la possibilità di accesso ad un ampio range di prodotti e a ricerche di mercato personalizzate, ambedue con il 33% delle preferenze, oltre alla competitività del pricing con il 31%. Tra le tipologie di provider di servizi finanziari preferiti dai clienti private si conferma in aumento la percentuale di coloro che ricercano operatori con un'offerta ad ampio spettro, attualmente al 30%, ma potrebbe arrivare al 36% entro il 2027. Cresce in parallelo l’interesse degli investitori italiani anche verso nuovi player e i nuovi asset digitali, come FinTech (robo-advisor, neobank ecc.) e criptoassets.

Le commissioni non impattano sulla soddisfazione



Dal punto di vista del rapporto qualità-prezzo di prodotti e servizi i clienti italiani si mostrano piuttosto soddisfatti, il 75% contro il 67% a livello europeo. Inoltre, il 71% del campione è consapevole delle commissioni pagate. Ma nonostante ciò, il 73% dei clienti italiani contro il 45% di quelli europei, si dichiara preoccupato per la presenza di possibili costi nascosti.

Quando si cambia consulente



Infine, in prospettiva i clienti italiani si dimostrano particolarmente propensi a riallocare parte del proprio patrimonio nei prossimi tre anni. Oltre la metà di essi sposterebbe tra il 26% e il 50% della propria ricchezza, principalmente per ricercare performance migliori negli investimenti e per diversificare il proprio patrimonio tra più provider. Dalla survey emerge che la propensione a cambiare o spostare denaro da un fornitore a un altro è più elevata nelle fasce di età più giovani. Il 60% degli investitori italiani (contro il 49% a livello europeo) prevede di aggiungere un nuovo intermediario, trasferire denaro a un altro intermediario o cambiarlo del tutto nei prossimi 3 anni. I millennial hanno più del triplo delle probabilità di spostare asset (85%) rispetto ai baby boomer (22%).

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In un contesto di prolungata incertezza economica la domanda di consulenza professionale che aiuti ad interpretare gli shock economici, di mercato e politici è aumentata per molti investitori. L'indagine EY ha rilevato che il 67% dei millennial italiani e l’82% dei boomer richiedono la revisione del proprio piano finanziario in risposta all'instabilità o all'incertezza politica. Il sondaggio ha inoltre rilevato che oltre il 42% degli intervistati italiani cerca regolarmente una consulenza finanziaria indipendente aggiuntiva in risposta alla volatilità del portafoglio.
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