Analisi Tecnica Salvatore Ferragamo (SFER)

- 21/7/2014 15:04
panzonekrapa N° messaggi: 1606 - Iscritto da: 16/5/2010
Grafico Intraday: Salvatore Ferragamo SpAGrafico Storico: Salvatore Ferragamo SpA
Grafico IntradayGrafico Storico

ANALISI TECNICA/GRAFICA TITOLO: SALVATORE FERRAGAMO 



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1001 di 1069 - 24/1/2018 19:00
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
Salvatore Ferragamo, Jp Morgan riduce (ancora) il target price

Gli esperti di Jp Morgan hanno limato nuovamente il target price su Salvatore Ferragamo, portandolo da 20,5 euro a 20 euro, in seguito alla riduzione delle stime sulla redditività per il biennio 2017/2018. Gli esperti hanno confermato il giudizio “Neutrale”.
6flrg
1002 di 1069 - 31/1/2018 17:22
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
Ferragamo, Equita si aspetta ricavi in calo a 1,41 miliardi nel 2017

In attesa della pubblicazione dei conti prevista per oggi a mercato chiuso, la sim, che rimane cauta sul titolo confermando il rating reduce, ha però alzato il target price a 20,4 euro. Tagliate le stime su fatturato ed ebitda 2018 per effetto della debolezza del dollaro

di Marco Sasso

Equita mantiene la propria visione positiva sul settore del lusso, ma non su Ferragamo . Oggi gli analisti della sim hanno aggiornato le stime sull'intero comparto alla luce della debolezza del dollaro e di un nuovo target sul multiplo prezzo/utile medio a 24,5 volte per il 2018 contro il precedente a 23,5 volte. "Con un outlook ancora positivo sul settore, ci aspettiamo infatti che il soft luxury mantenga il premio attuale del 55-60% rispetto al multiplo prezzo/utile a 12 mesi di 15,3 volte". Ma gli analisti rimangono prudenti sui processi di ristrutturazione. "Malgrado le nostre ipotesi ottimistiche", hanno spiegato, "vediamo un rischio importante di calo delle stime di utile del consenso".

Un outlook complessivamente positivo che tuttavia non comprende Salvatore Ferragamo , nonostante il rialzo del prezzo obiettivo da 18,7 a 20,4 euro (la raccomandazione resta reduce) coerentemente con il nuovo multiplo target citato in precedenza per il settore. Gli analisti, che rimangono cauti in attesa della pubblicazione del dato sul fatturato 2017 che avverrà a mercato chiuso, non si aspettano infatti miglioramenti sostanziali per quanto riguarda il quarto trimestre 2017, con un calo a singola cifra delle vendite a parità di perimetro.

Complessivamente, per il 2017 gli analisti si aspettano ricavi in calo del 2% a 1,415 miliardi di euro (1,416 miliardi la stime del consenso Factset), un ebitda di 258,2 milioni (-20% rispetto al 2016) e un utile netto di 142 milioni, in netto calo del 30% rispetto all'anno precedente. Banca Imi (rating hold e target price a 20,7 euro confermati sull'azione) non va molto più in là e si aspetta un fatturato nel 2017 pari a 1,4181 miliardi di euro, un capex pari a 40 milioni di euro nel solo quarto trimestre e grazie al buon controllo del capitale circolante netto una posizione di cassa positiva per 116 milioni di euro. Anche Banca Akros (rating neutral e target price a 23 euro) si aspetta un fatturato in flessione a 1,423 miliardi.

Per gli esperti di Equita "il turnaround è ancora all'inizio e bisognerà attendere probabilmente il secondo semestre di quest'anno per avere delle evidenze a supporto, in quanto le azioni in atto sono necessariamente graduali". Gli analisti vedono, inoltre, poche possibilità di reazione alle dinamiche del mercato valutario attraverso un aumento dei prezzi, vista la fase di rilancio che la società sta attualmente attraversando. "Abbiamo quindi tagliato fatturato ed ebitda attesi per il 2018 dell'1,5%", rispettivamente a 1,426 miliardi e a 239 milioni di euro, oltre al taglio dell'utile per azione dell'11% atteso per quest'anno a 67,9 centesimi (contro il +8% medio per l'intero comparto del lusso). Le stime 2018-2019 della sim sono complessivamente del 6% al di sotto di quelle previste dal consenso, nonostante sia previsto per il 2019 un rimbalzo del 6% delle vendite a parità di perimetro e del 20% per quanto riguarda l'utile.

Banca Akros rimane cauta nel breve periodo, aspettandosi per il 2018 un altro anno difficile e in attesa della pubblicazione dei risultati completi prevista per l'8 marzo. Secondo gli analisti, si verificherà un graduale recupero dall'esercizio 2019 e la piena copertura degli obiettivi del piano nell'esercizio 2020-21. Cauta anche Mediobanca , che dai numeri del quarto trimestre si aspetta un conferma del periodo di debolezza che sta attraversando la società. Gli analisti ritengono che il 2018 sarà un anno di transizione, in cui proseguirà il momentum negativo.

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1003 di 1069 - 31/1/2018 18:19
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Qualcuno sa se hanno comunicato i dati sul fatturato ?
MODERATO Superalfio (Utente disabilitato) N° messaggi: 1518 - Iscritto da: 13/2/2014
1005 di 1069 - 31/1/2018 19:10
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Vero.......meglio che li posticipano a luglio.......2019
1006 di 1069 - 01/2/2018 17:38
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
Ferragamo: ricavi 2017 deludenti, la speranza è un'opa

Il titolo paga in borsa un fatturato in calo oltre le attese a causa del business wholesale. Raymond James non scommette su un'acquisizione da parte di un'altra società del lusso, ma non la esclude se il marchio non riuscisse a essere rilanciato. Il target price più basso è di Mediobanca a 17,5 euro, rating underperform

di Francesca Gerosa

La società ha chiuso il 2017 con ricavi consolidati pari a 1,393 miliardi, in calo del 3,1% a cambi correnti (-1,4% a cambi costanti) rispetto all'esercizio 2016. Solo nel quarto trimestre i ricavi hanno registrato un diminuzione dell'8,4%, penalizzati dall'andamento delle valute (-5,1% a cambi costanti) e dalla minor incidenza dei saldi di fine stagione nel canale primario grazie al programma di ottimizzazione dei livelli di magazzino, in ulteriore decremento rispetto al 30 settembre 2017.

Un fatturato in calo oltre le attese degli analisti di Equita a causa principalmente del business wholesale (-10,1% anno su anno, -0,4% nel terzo trimestre 2017), impattato da una diversa tempistica di consegne in Asia (per il diverso timing del capo d'anno cinese) oltre che dalle difficoltà già emerse in precedenza (destocking, debolezza in Corea per i minori flussi cinesi, Giappone in calo). Anche il retail è stato leggermente inferiore alle attese (-3% e +0,7% nel terzo trimestre).

Inoltre sono rallentate sia le calzature (-6%) sia la pelletteria (-3%), nonostante lo sforzo creativo già avviato sulle prime da Paul Andrew. Di conseguenza gli analisti di Equita hanno tagliato del 4% circa le stime di ebitda per la minor leva operativa. Taglio proporzionale sul 2018 (fatturato -1,5% a 1,393 miliardi di euro, ebitda -4% a 247 milioni e utile -5% a 134 milioni).

"Pensiamo, invece, che il destocking nel retail possa aver generato una significativa riduzione del magazzino: stimiamo infatti un free cash flow 2017 eccezionale di quasi 200 milioni di euro, di cui quasi metà dal circolante", precisano gli analisti della sim. "Il taglio di stime ci porta ad abbassare il target price sul titolo del 4% a 19,5 euro, sempre con multiplo prezzo/utile adjusted 2019 implicito di 24,5 volte. La nostra stima di utile per azione è del 3% sotto quella del consenso sul 2017 e del 10% sotto sul 2018-2019. Confermiamo la visione cauta: rating reduce sul titolo che tratta a 28,7 volte il p/e adjusted 2019".

In effetti, notano gli esperti di Jefferies, il titolo Ferragamo scambia ancora a multipli a premio "nonostante due profit warning e un outlook di medio termine che nel caso migliore è scialbo". Per questo oggi hanno tagliato il rating da hold a underperform e il target price da 21 a 19 euro. "I dati sul 2017 confermano i nostri timori: non vediamo margine di rialzo sui fondamentali", hanno affermato gli esperti di Jefferies, citati dall'agenzia Mf-DowJones, "né ragioni per avere l'azione, se non speranze di M&A". Dopo l'offerta di Richemont su YNap l'azione "ha beneficiato di attese eccessivamente ottimistiche sul fatto che sarebbe stato il prossimo oggetto di imminenti corporate action".

E se Kepler Cheuvreux si è limitata a ridurre le stime di utile per azione 2017-2018 dopo i "deboli" dati sui ricavi del quarto trimestre dello scorso anno, mantenendo il rating hold e il target price a 20 euro, lo stesso giudizio di Banca Imi che ha un target price a 20,7 euro, e Bryan Garnier ha ridotto il fair value da 22,1 a 21,4 euro, confermando la raccomandazione neutral, Raymond James ha tagliato il rating da market perform a underperform, fissando un prezzo obiettivo a 20 euro, per ben quattro motivi.

"Ci aspettiamo che Ferragamo continui a sottoperformare la crescita del mercato dei beni di lusso nel 2018; prevediamo ulteriori tagli dell'eps dopo questi conti; il gruppo deve investire in modo significativo per rendere il brand interessante e questo probabilmente peserà ancora sul margine quest'anno; non speculiamo su un'acquisizione di Ferragamo da parte di un'altra società del lusso nel breve termine, ma non possiamo escluderla se il marchio non riuscisse a essere rilanciato", spiegano a Raymond James.

Gli analisti di Raymond James si aspettano per il 2017 un ebitda di 249 milioni di euro, che rappresenta un calo di 460 punti base del margine ebitda al 17,9%, seguito da un ulteriore calo di 40 punti base nel 2018 al 17,5%. Si fa presente che il consenso ha rivisto al ribasso le sue previsioni per il periodo 2017-2014 del 26% nel 2017 e dovrebbe rivederle di nuovo ora. Già le stime di eps della banca d'affari sono del 7% inferiori alle previsioni del consenso fino a oggi. Per Raymond James nello scenario peggiore (tasso medio annuo di crescita dell'ebit del -8% e margine al 13,4% nel 2020) Ferragamo potrebbe valere 17 euro, nello scenario migliore (tasso medio annuo di crescita dell'ebit dello 0% e margine al 17% nel 2020) 23,8 euro.

Il target price più basso tra i broker lo ha fissato oggi Mediobanca Securities a 17,5 euro dai 18,4 euro precedenti dopo aver tagliato le stime e previsto un ebitda a fine 2017 di 240 milioni in calo rispetto ai precedenti 258 milioni, il che implica una flessione significativa del margine ebitda (-530 punti base al 17,2%). L'utile netto ora è atteso a 128 milioni di euro (-36% anno su anno) o dell'8% al di sotto delle previsioni precedenti. Per quanto riguarda il 2018, "manteniamo invariate le nostre aspettative di crescita del +2,6% anno su anno, ma siamo più prudenti in termini di redditività e prevediamo una diluizione di 160 punti base anno su anno, quindi al 15,6% nel 2018. Ciò si traduce in un taglio del 13% dell'eps 2018", precisano a Mediobanca .

Il rating di Mediobanca su Ferragamo resta underperform. "Sebbene in una prospettiva di lungo termine consideriamo il brand sufficientemente forte e l'azienda ben posizionata per beneficiare della diversificazione di prodotti e mercati, continuiamo a riscontrare molti rischi riguardo all'andamento degli utili del gruppo. Suggeriamo ancora cautela sull'azione, data la bassa fiducia degli investitori nella capacità del management di attuare la sua strategia a medio termine e affrontare con successo l'attuale difficile fase di transizione", concludono a Mediobanca .

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1007 di 1069 - 01/2/2018 17:45
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Bottarella all insu in asta.....
1008 di 1069 - 10/2/2018 15:22
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Kering ha ridotto la partecipazione in puma.........
1009 di 1069 - 10/2/2018 16:01
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Si vuole concentrare su brand del lusso..... .....chissa........sfer gestita bene potrebbe tirare fuori il suo vero potenziale......
1010 di 1069 - 11/2/2018 08:05
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
Quotando: giola - Post #1006 - 01/Feb/2018 16:38Ferragamo: ricavi 2017 deludenti, la speranza è un'opa

Il titolo paga in borsa un fatturato in calo oltre le attese a causa del business wholesale. Raymond James non scommette su un'acquisizione da parte di un'altra società del lusso, ma non la esclude se il marchio non riuscisse a essere rilanciato. Il target price più basso è di Mediobanca a 17,5 euro, rating underperform

di Francesca Gerosa

La società ha chiuso il 2017 con ricavi consolidati pari a 1,393 miliardi, in calo del 3,1% a cambi correnti (-1,4% a cambi costanti) rispetto all'esercizio 2016. Solo nel quarto trimestre i ricavi hanno registrato un diminuzione dell'8,4%, penalizzati dall'andamento delle valute (-5,1% a cambi costanti) e dalla minor incidenza dei saldi di fine stagione nel canale primario grazie al programma di ottimizzazione dei livelli di magazzino, in ulteriore decremento rispetto al 30 settembre 2017.

Un fatturato in calo oltre le attese degli analisti di Equita a causa principalmente del business wholesale (-10,1% anno su anno, -0,4% nel terzo trimestre 2017), impattato da una diversa tempistica di consegne in Asia (per il diverso timing del capo d'anno cinese) oltre che dalle difficoltà già emerse in precedenza (destocking, debolezza in Corea per i minori flussi cinesi, Giappone in calo). Anche il retail è stato leggermente inferiore alle attese (-3% e +0,7% nel terzo trimestre).

Inoltre sono rallentate sia le calzature (-6%) sia la pelletteria (-3%), nonostante lo sforzo creativo già avviato sulle prime da Paul Andrew. Di conseguenza gli analisti di Equita hanno tagliato del 4% circa le stime di ebitda per la minor leva operativa. Taglio proporzionale sul 2018 (fatturato -1,5% a 1,393 miliardi di euro, ebitda -4% a 247 milioni e utile -5% a 134 milioni).

"Pensiamo, invece, che il destocking nel retail possa aver generato una significativa riduzione del magazzino: stimiamo infatti un free cash flow 2017 eccezionale di quasi 200 milioni di euro, di cui quasi metà dal circolante", precisano gli analisti della sim. "Il taglio di stime ci porta ad abbassare il target price sul titolo del 4% a 19,5 euro, sempre con multiplo prezzo/utile adjusted 2019 implicito di 24,5 volte. La nostra stima di utile per azione è del 3% sotto quella del consenso sul 2017 e del 10% sotto sul 2018-2019. Confermiamo la visione cauta: rating reduce sul titolo che tratta a 28,7 volte il p/e adjusted 2019".

In effetti, notano gli esperti di Jefferies, il titolo Ferragamo scambia ancora a multipli a premio "nonostante due profit warning e un outlook di medio termine che nel caso migliore è scialbo". Per questo oggi hanno tagliato il rating da hold a underperform e il target price da 21 a 19 euro. "I dati sul 2017 confermano i nostri timori: non vediamo margine di rialzo sui fondamentali", hanno affermato gli esperti di Jefferies, citati dall'agenzia Mf-DowJones, "né ragioni per avere l'azione, se non speranze di M&A". Dopo l'offerta di Richemont su YNap l'azione "ha beneficiato di attese eccessivamente ottimistiche sul fatto che sarebbe stato il prossimo oggetto di imminenti corporate action".

E se Kepler Cheuvreux si è limitata a ridurre le stime di utile per azione 2017-2018 dopo i "deboli" dati sui ricavi del quarto trimestre dello scorso anno, mantenendo il rating hold e il target price a 20 euro, lo stesso giudizio di Banca Imi che ha un target price a 20,7 euro, e Bryan Garnier ha ridotto il fair value da 22,1 a 21,4 euro, confermando la raccomandazione neutral, Raymond James ha tagliato il rating da market perform a underperform, fissando un prezzo obiettivo a 20 euro, per ben quattro motivi.

"Ci aspettiamo che Ferragamo continui a sottoperformare la crescita del mercato dei beni di lusso nel 2018; prevediamo ulteriori tagli dell'eps dopo questi conti; il gruppo deve investire in modo significativo per rendere il brand interessante e questo probabilmente peserà ancora sul margine quest'anno; non speculiamo su un'acquisizione di Ferragamo da parte di un'altra società del lusso nel breve termine, ma non possiamo escluderla se il marchio non riuscisse a essere rilanciato", spiegano a Raymond James.

Gli analisti di Raymond James si aspettano per il 2017 un ebitda di 249 milioni di euro, che rappresenta un calo di 460 punti base del margine ebitda al 17,9%, seguito da un ulteriore calo di 40 punti base nel 2018 al 17,5%. Si fa presente che il consenso ha rivisto al ribasso le sue previsioni per il periodo 2017-2014 del 26% nel 2017 e dovrebbe rivederle di nuovo ora. Già le stime di eps della banca d'affari sono del 7% inferiori alle previsioni del consenso fino a oggi. Per Raymond James nello scenario peggiore (tasso medio annuo di crescita dell'ebit del -8% e margine al 13,4% nel 2020) Ferragamo potrebbe valere 17 euro, nello scenario migliore (tasso medio annuo di crescita dell'ebit dello 0% e margine al 17% nel 2020) 23,8 euro.

Il target price più basso tra i broker lo ha fissato oggi Mediobanca Securities a 17,5 euro dai 18,4 euro precedenti dopo aver tagliato le stime e previsto un ebitda a fine 2017 di 240 milioni in calo rispetto ai precedenti 258 milioni, il che implica una flessione significativa del margine ebitda (-530 punti base al 17,2%). L'utile netto ora è atteso a 128 milioni di euro (-36% anno su anno) o dell'8% al di sotto delle previsioni precedenti. Per quanto riguarda il 2018, "manteniamo invariate le nostre aspettative di crescita del +2,6% anno su anno, ma siamo più prudenti in termini di redditività e prevediamo una diluizione di 160 punti base anno su anno, quindi al 15,6% nel 2018. Ciò si traduce in un taglio del 13% dell'eps 2018", precisano a Mediobanca .

Il rating di Mediobanca su Ferragamo resta underperform. "Sebbene in una prospettiva di lungo termine consideriamo il brand sufficientemente forte e l'azienda ben posizionata per beneficiare della diversificazione di prodotti e mercati, continuiamo a riscontrare molti rischi riguardo all'andamento degli utili del gruppo. Suggeriamo ancora cautela sull'azione, data la bassa fiducia degli investitori nella capacità del management di attuare la sua strategia a medio termine e affrontare con successo l'attuale difficile fase di transizione", concludono a Mediobanca .

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MODERATO Miss Monny Penny (Utente disabilitato) N° messaggi: 1275 - Iscritto da: 19/10/2017
1012 di 1069 - 11/2/2018 09:31
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
Ferragamo, conti difficili per il 2017

Nell'anno il fatturato ha perso il 3,1%, con un quarto trimestre in deciso peggioramento. Hanno pesato il caro-euro e scelte diverse nei saldi di fine stagione, ma sicuramente non si sono ancora avvertiti gli effetti della ristrutturazione del gruppo. Le attese per la prossima collezione

Ancora un risultato difficile per Ferragamo. Il gruppo, che è nel mezzo di una difficile opera di ristrutturazione e di rinnovamento del marchio, ha reso noto i dati preliminari sulle vendite, che segnano un calo del fatturato 2017 pari al 3,1% a quota 1.393 milioni di euro. Anche per la società fiorentina vale l'impatto negativo del caro euro sui conti e infatti a parità di cambi la riduzione delle vendite è più ridotta, meno 1,4%, ma comunque il calo è più pesante di quanto si aspettassero gli analisti.

In decisa decelerazione il quarto trimestre: in questo caso la riduzione delle vendite è pari all'8,4% mentre a cambi costanti il calo è pari al 5,1%. La società spiega che parte della discesa è da addebitare ad una minore incidenza dei saldi di fine stagione. Per l'intero 2017 la discesa del fatturato ha coinvolto tutte le aree geografiche, con la sola eccezione del Centro e Sud America (che però è di gran lunga la zona meno importante per il gruppo, in termini di vendite). In particolare, l'anno che si è appena chiuso ha visto un calo del 5,6% - a cambi correnti - delle vendite in Giappone, seguito da un meno 4,2% in Nord America e dal 3,6% in Europa (sempre a cambi correnti).

A livello merceologico, gli unici che crescono sono i profumi, più 1,2%, ma anche in questo caso si tratta di una voce molto contenuta nei conti del gruppo (rappresenta il 6,1% del fattuato) mentre le calzature, che da sole pesano per il 42,3% del giro d'affari, hanno registrato un calo del 3,6% nel 2017 (a cambi correnti, meno 1,7% a cambi costanti). Ferragamo si aspetta già a partire dalle collezioni in vendita a maggio nei negozi un'inversione di tendenza. E' probabile che nei conti il miglioramento arrivi solo nella seconda parte dell'anno.

6ltai
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1013 di 1069 - 22/2/2018 15:23
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Certo che a sto punto considerando il flottante e il prezzo i frrragamo potrbbero con pochi soldi (per loro ) ritirarsela dal mercato
1014 di 1069 - 26/2/2018 11:19
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Oggi i titoli della moda vanno tutti.....all infuori de sta m...a .....!!
1015 di 1069 - 01/3/2018 09:31
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Si la dignora wanda miletti si ricompra le sue quote penso che dovra offrire almeno 27 o 28 euri.....perche l azienda se ben gestita ha del potenziale......
1016 di 1069 - 01/3/2018 09:57
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Mi domando quan e che esplode......!
1017 di 1069 - 01/3/2018 11:15
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Penso che tutti questi rating negativi son messi li per tenere bassa la quotazione.......
1018 di 1069 - 01/3/2018 17:52
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Colpo di reni in chiusura......
1019 di 1069 - 01/3/2018 17:52
9ietro N° messaggi: 1223 - Iscritto da: 10/2/2010
Vaiiii....
1020 di 1069 - 01/3/2018 17:58
GIOLA N° messaggi: 29914 - Iscritto da: 03/9/2014
Ferragamo, il mercato guarda all’opzione vendita

di Monica D'Ascenzo

I risultati delundenti e il profit warning del dicembre scorso non devono aver giocato a favore dell’amministatore delegato del gruppo Salvatore Ferragamo, Eraldo Poletto, e dei suoi rapporti con la famiglia del fondatore, che controlla attraverso Ferragamo Finanziaria il 57,77% della griffe toscana. È quanto si rumoreggia sul mercato all’annuncio di martedì scorso di un avvicendamento al vertice della società, il prossimo 8 marzo in occasione del consiglio di amministrazione che approverà i dati di bilancio relativi all’esercizio 2017. Fuori Poletto, dopo meno di due anni alla guida di Ferragamo, e largo a un nuovo manager che dovrà traghettare il gruppo oltre il guado, facendolo tornare a crescere come stanno facendo altre griffe italiane sui mercati internazionali.

Un assaggio del bilancio 2017 è già stato dato a fine gennaio: ricavi consolidati in flessione del 3,1% (a tassi correnti) a 1,393 miliardi di euro (-1,4% a cambi costanti) rispetto all’1,438 miliardi del 2016. Più pesante l’evoluzione dell’ultimo trimestre dello scorso anno con ricavi in diminuzione dell’8,4%, penalizzati dall’andamento delle valute (-5,1% a cambi costanti) e dalla minore incidenza dei saldi di fine stagione nel canale primario, in seguito al programma di ottimizzazione del magazzino, in ulteriore decremento rispetto al 30 settembre 2017, spiegava la società in quell’occasione. Nello spaccato per canali distributivi tiene il retail in diminuzione dello 0,8%, mentre il wholesale, penalizzato durante il corso dell’intero esercizio dal destocking, dalle tensioni in Corea del Sud e dalla razionalizzazione strategica in Giappone, vede ridurre il fatturato del 7,4%.

Poche le novità attese, quindi, l’8 marzo, se non le indicazioni sul nuovo ceo e quelle sugli obiettivi futuri. Il timore, infatti, è che la ripresa del trend sia rimandata nel tempo: «Questo verosimilmente, potrebbe implicare ulteriori cambiamenti nelle strategie con obiettivi ancora meno ambiziosi» osservano da Bryan Garnier. Questione di target anche per gli analisti di Mediobanca: «Questa notizia arriva a sorpresa ma potrebbe essere messo in relazione allo scarso track record nei confronti della comunità finanziaria e al mancato raggiungimento dei target annunciati un anno fa con il business plan».

Altra questione è, poi, quella del controllo della società. Secondo alcuni analisti si potrebbe ora aprire il dossier sul futuro della griffe: Vincenzo Longo, di Ig Market, sottolinea, ad esempio, che il cambio al vertice «potrebbe aprire la porta a una possibile vendita» di Ferragamo, nonostante la famiglia in passato abbia escluso l’intenzione di vendere. D’altra parte già a inizio gennaio, quando Kering aveva annunciato il disimpegno da Puma e la focalizzazione sul segmento lusso, sul mercato erano iniziate le indiscrezioni su un possibile interesse a rilevare Ferragamo, soprattutto in ragione degli ottimi risultati raggiunti dal gruppo francese con il brand Gucci, che nel 2017 ha chiuso il bilancio con risultati record.



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