Partecipate: le poltrone vacanti (Mi.Fi.)
04 Luglio 2022 - 09:23AM
MF Dow Jones (Italiano)
Con i 5 Stelle in maggioranza oppure fuori la legislatura
arriverà alla sua scadenza naturale. Nel Palazzo è questa la
convinzione anche dopo le turbolenze dell'ultima settimana
innescate dalle frasi attribuite al presidente del Consiglio, Mario
Draghi, e smentite in modo netto, su ipotetiche richieste a Beppe
Grillo di estromettere Giuseppe Conte da capo politico e presidente
dei pentastellati. Il bailamme politico che ne è scaturito ha
inseguito il premier all'estero, fino al vertice G7 di Elmau in
Germania e fino al summit Nato di Madrid.
Dopo la scissione capitanata dal ministro degli Esteri, Luigi Di
Maio, tra le file M5S serpeggia l'idea dello strappo. Uscire dal
governo e dare soltanto appoggio esterno alla maggioranza, pur
consapevoli di aver meno poter contrattuale di quanto, ad esempio,
poteva avere nel 1996 Rifondazione comunista sul governo Prodi. I
numeri sono a supporto di queste indicazioni. A Palazzo Madama,
dove di solito cadono i governi, senza i 62 senatori grillini,
Draghi può contare su un sostegno ben superiore alla maggioranza
assoluta. Per le cronache, ricevuto al Colle dal presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella, Conte avrebbe comunque escluso
l'ipotesi dell'appoggio esterno. E anche Draghi, di ritorno dai
vertici internazionali, ha ribadito al capo dello Stato la volontà
di proseguire.
Senza l'M5S, scrive Milano Finanza, questo governo non
esisterebbe e non esiste, ha voluto sottolineare Draghi in
conferenza stampa. Ha anche detto non vedersi premier con una
maggioranza diversa dall'ampia alleanza che va dall'M5S alla Lega.
Parole che arrivano anche alle orecchie di quanti all'interno del
Carroccio sembra accarezzare uno smarcamento dalla maggioranza,
imputandolo non tanto alle posizioni di Draghi, ma alle iniziative
parlamentari di Pd e M5S a favore dei diritti civili, dal diritto
di cittadinanza per i minori stranieri residenti in Italia, in base
alla frequenza di un ciclo scolastico, alla cannabis. Nel Palazzo
l'impressione è che se qualcuno può avere la possibilità di
strappare più che l'M5S questo è proprio l'ex presidente della
Banca centrale europea. "Questo è l'ultimo governo di legislatura
in cui sono premier", ha risposto in conferenza stampa. Nel qual
caso, comunque, la legislatura proseguirebbe, commenta un
parlamentare.
Non con Draghi a Palazzo Chigi, ma con qualcuno a lui vicino,
ipotizzando un ruolo di traghettatore per il ministro
dell'Economia, Daniele Franco, o per una figura con le stesse
caratteristiche. La volontà sarebbe quella di andare avanti per
mettere al sicuro i prossimi impegni legate alla scadenze de Piano
nazionale di ripresa e resilienza.
Le date. La diciottesima legislatura, iniziata il 23 marzo 2018
terminerà il 22 marzo del prossimo anno. Senza scioglimento tecnico
anticipato, quindi lavorando fino all'ultimo giorno disponibile il
rinnovo del Parlamento potrebbe avvenire tra il 7 e il 28 maggio.
Occorre poi considerare i tempi per far nascere un nuovo esecutivo
a seconda dell'esito del voto (per il governo Conte I furono
necessari oltre due mesi). Stante che il Paese non può restare
senza un governo in carica, Draghi o l'eventuale traghettatore si
troverebbero a gestire i traguardi del Pnrr da portare a termine
entro il marzo, se non addirittura entro giugno. Restando in carica
nel corso della prossima primavera, potrebbe quindi spettare al
governo Draghi la scelta dei vertici delle partecipate pubbliche in
scadenza con l'approvazione del bilancio 2022. Su questo schema
scommettono in molti, soprattutto chi vorrebbe avvalersi
dell'esperienza Draghi anche dopo il 2023.
Chiusa l'ultima tornata di cda con l'indicazione di Bernardo
Mattarella per la poltrona di ad di Invitalia, ponendo fine alla
lunga gestione di Domenico Arcuri nella partecipata di Via
Calabria, durata 15 anni, il prossimo anno la partita riguarderà
alcuni dei pezzi più pregiati delle controllate di Stato e delle
grandi quotate: Eni, Enel, Leonardo, Poste, Enav, Terna. Negli
ultimi mesi l'amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, ha
svolto il ruolo di ministro degli Esteri ombra, accompagnando il
premier e Di Maio, nelle missioni per diversificare le forniture di
gas, così da affrancarsi dalla dipendenza dalla russa, scesa al
25%. In Leonardo, Alessandro Profumo ha dalla sua l'essere soltanto
al secondo mandato (Descalzi in Eni e Francesco Starace in Enel
sono già al terzo). In più uno dei papabili a prenderne il posto,
Giuseppe Giordo, è restato scottato dal caso Colombia e dalle
negoziazioni parallele che avrebbero coinvolto l'ex premier Massimo
D'Alema per la fornitura di armamenti nel paese sudamericano. In
Enav Paolo Simioni è invece al suo primo mandato, ha lanciato il
nuovo piano industriale al 2024 e avviato il piano strategico al
2031 che prevede investimenti per 1 miliardo. Della partita anche
Poste, Matteo Del Fante porta in dote un bilancio 2021 da record e
di recente, il governo Draghi gli ha affidato la presidenza dalla
società pubblica incaricata di gestire il Giubileo di Roma del
2025. A stretto giro la poltrona da riempire è quella
dell'amministratore delegato di Mediocredito centrale, vista la
promozione alla controllante Invitalia di Mattarella. Sui nomi c'è
massimo riserbo. Non si esclude comunque la via interna. Lo stesso
Mattarella è stato cfo dell'istituto. Le pedine si muovono e
diversi osservatori non mancano di notare come i manager delle
quotate da Donnarumma in Terna allo stesso Descalzi abbiano di
recente partecipato a convention organizzate dalle forze di
centrodestra.
In questo schema si è arrivati a ipotizzare un ricambio in corsa
anche in Banca d'Italia, sottraendo la nomina del prossimo
governatore - che incide sulla credibilità europea dell'Italia
nelle scelte di politica monetaria all'interno della Bce - a un
eventuale schieramento populista o di destra (a trazione Giorgia
Meloni o Matteo Salvini). Per Via Nazionale il tema delle
dimissioni anticipate di Ignazio Visco, in autunno come scritto dal
Foglio, "non è all'ordine del giorno". Prima di quella data, però,
nel clima dentro la maggioranza, lo scivolone, anche involontario,
è dietro l'angolo.
red
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0409:06 lug 2022
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July 04, 2022 03:08 ET (07:08 GMT)
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