Non sono più i tempi di Paolo Scaroni, quando passare dal timone di Enel a quello di Eni era considerata la promozione più ambita, se non una consacrazione nell'olimpo dei top manager. Ora che sta per aprirsi la nuova stagione delle nomine, che nella primavera del 2020 vedrà scadere i cda delle più grandi quotate di Stato, dalla cabina di regia trapelano indiscrezioni di tutt'altro tenore.

Francesco Starace, che con l'approvazione del bilancio 2019 chiuderà il suo secondo mandato alla guida dell'Enel, scrive MF, terrebbe più alla riconferma che a un passaggio in quel di San Donato, e negli ambienti vicini all'azionista Mef (23,5%) l'ipotesi sta prendendo piede. A via XX Settembre il gradimento va alla continuità del piano zero-emissioni e transizione energetica, ma anche alla politica di dividendi crescenti. Il tasso annuo è previsto in aumento dell'8'4% per il dividend per share implicito (quello legato ai risultati), e del 7,6% per il dps minimo garantito. La stima per il 2022 è una forbice tra 0,40 e 0,42 euro per azione. Sull'esercizio 2019, intanto, agli azionisti Enel andranno 0,33 euro per azione dagli 0,28 nel 2018. Per il Mef significa un assegno di circa 780 milioni di euro, rispetto ai 671 dell'esercizio precedente, cifra che potrebbe salire quasi a un miliardo al termine dell'arco di piano.

red

 

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December 05, 2019 02:25 ET (07:25 GMT)

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