Tim: reti separate con Open Fiber, Kkr torna in campo con Cdp (Mess)
01 Dicembre 2022 - 10:07AM
MF Dow Jones (Italiano)
La rete non sarà unica, ma due: da una parte quella di Open
Fiber, dall'altra quella di Netco, il veicolo di Tim che contiene
l'infrastruttura fissa, quella secondaria di Fibercop (dove l'ex
monopolista ha il 58%, Kkr il 37,5%) e Sparkle. Nella fase di
rodaggio, l'assetto di Open Fiber (OF) dovrebbe restare immutato
(60% Cdp, 40% Macquarie) mentre potrebbe cambiare la governance di
Netco, con Cdp che potrebbe acquisire una quota di circa il 20% e
Kkr avere fino al 49%, affiancati da altri fondi diversi da
Macquarie per evitare l'accusa di posizione dominante
dall'Antitrust italiana ma soprattutto da quella europea. Un faro
che verrebbe sicuramente acceso sul piano Rete unica concepito nel
Mou scaduto ieri e seppellito formalmente ieri con una nota di Cdp
Equity, Macquarie Asset Management e Open Fiber che "manifestano
sin d'ora piena disponibilità a partecipare al tavolo di lavoro"
del governo, stessa disponibilità arrivata in serata dal cda
Tim.
Il tavolo annunciato due giorni dal ministro Adolfo Urso ha lo
scopo di "contribuire a definire entro il 31 dicembre le migliori
soluzioni di mercato percorribili per massimizzare gli interessi
del Paese". In realtà, scrive il Messaggero, il tavolo è già
operativo da lunedì 28 quando, presso una sede di governo
(probabilmente il ministero delle imprese), si sono riuniti i
principali ministri competenti (Urso e Giancarlo Giorgetti), Butti,
al quale il premier Giorgia Meloni ha affidato le deleghe sulla
rete, avocando a sé la regia ("fatte salve le competenze del
Mimit"), l'ad di Cdp Dario Scannapieco oltre ai massimi esponenti
di Kkr, Macquarie e Open Fiber.
Sarebbe stata una riunione di kick-off, come si dice in gergo a
proposito del calcio di avvio di un progetto che nel giro di un
mese dovrebbe portare alla formulazione di "una soluzione di
mercato". Tra le varie opzioni esaminate a livello teorico, rivela
il giornale, sarebbe spuntata quella di tenere all'inizio divisa la
rete, per un periodo da definire. Open Fiber resterebbe con
l'assetto attuale, il che significa che i due soci potrebbero
essere costretti a ricapitalizzarla per puntellare il piano
industriale, realizzato a dicembre 2021, quando la guerra in
Ucraina non aveva ancora provocato il gran balzo del prezzo del gas
e delle materie prime alla base della spirale che ha fatto
esplodere l'inflazione. Tim, appesantita da 25 miliardi di debiti
netti da ridurre al più presto, procederebbe sulla strada della
scissione (e non più scorporo) della Netco con una prospettiva
diversa da quella che prevedeva il Mou: Cdp al 20%, Kkr (che torna
sulla scena dopo l'Opa del 2021 respinta), con il 49% e il resto
del capitale in mano ad altri fondi.
Come arrivarci? Un'idea potrebbe passare attraverso il lancio di
un'Opa parziale, cui ha fatto riferimento ieri Butti ("gli
strumenti vanno individuati") dopo aver escluso l'Opa totalitaria.
La fattibilità del progetto dipende dalle valutazioni degli asset e
dal debito da spostare. Nella fase di partenza OF resterebbe
autonoma - i soci dovrebbero però ricapitalizzarla - salvo poi in
un secondo tempo, arrivare alla fusione con Netco. E a sorpresa
ieri è sceso in campo anche Aldo Bisio. "Se saremo invitati al
tavolo del governo - ha detto l'ad di Vodafone Italia - ovviamente
lo faremo con grande piacere e con entusiasmo per poter partecipare
a una operazione che, dal nostro punto di vista, deve andare ad
accelerare quello che è il rollout sulle reti di nuova generazione
ad alta capacità. Siamo pronti a dare il nostro contributo, le
nostre idee, affinché questa nuova fase delle tlc in Italia possa
dispiegarsi al più presto".
vs
fine
MF-DJ NEWS
0109:51 dic 2022
(END) Dow Jones Newswires
December 01, 2022 03:52 ET (08:52 GMT)
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