Rai e Mediaset studiano la discesa in campo per la Serie A. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, le due emittenti potrebbero aderire al prossimo bando per il triennio 2024/27 qualora la Lega decidesse di aprire alla trasmissione di partite in chiaro. Fra gli addetti ai lavori si vocifera che l'idea di riportare il campionato italiano sulla tv pubblica non dispiacerebbe al governo Meloni, anche dal punto di vista simbolico. Quanto a Mediaset, riferiscono fonti finanziarie, il gruppo avrebbe già individuato una cifra massima da stanziare per la Serie A, nell'intorno dei 200 milioni di euro.

Certo, come ha di recente sottolineato Pier Silvio Berlusconi, il calcio richiede investimenti elevati e dal rendimento incerto: in media una partita costa circa 3 milioni, somma non facile da pareggiare con i ricavi della pubblicità. D'altra parte, si tratta di una media fallace: il prezzo può variare significativamente a seconda dell'importanza dell'incontro e della fascia oraria. Non è poi da escludere che l'importo possa scendere in esito alla prossima asta, benché la Lega abbia più volte ribadito che l'obiettivo minimo è confermare i circa 930 milioni a stagione versati da Sky e Dazn, anche grazie alla possibile estensione del ciclo dei diritti tv a cinque anni.

Come? I vertici di Serie A, Luigi De Siervo e Lorenzo Casini, hanno mantenuto stretto riserbo sui pacchetti allo studio, tanto che non è noto se il bando contemplerà o meno un'apertura al chiaro. L'eventuale interesse di Rai e Mediaset potrebbe favorire una decisione in tal senso, con l'obiettivo di massimizzare l'incasso e, perché no, di riportare la popolarità del calcio italiano ai fasti di un tempo.

Sul mercato, del resto, offerte faraoniche sono considerate poco probabili. Venuto meno il sostegno di Tim - che ieri per bocca dell'ad Pietro Labriola si è chiamata fuori dalla prossima contesa per il pallone - difficilmente Dazn potrà rimettere sul piatto 840 milioni. Sky non pare poi disponibile a grandi investimenti, mentre Amazon potrebbe entrare in gioco ma difficilmente presenterà un'offerta per tutte le partite.

Qualche operatore allora immagina, e forse auspica, che nel prossimo bando la Serie A possa eliminare o perlomeno attenuare l'esclusiva, consentendo a più emittenti di aggiudicarsi i medesimi pacchetti a un prezzo unitario inferiore. Un modello già sperimentato dalla Serie B, che però non tutti considerano adatto al campionato maggiore.

La scelta fra le varie ipotesi sul tavolo della Lega dipenderà peraltro anche dall'esito dell'asta per i diritti tv in Italia della nuova Superchampions League e degli altri tornei continentali: più soldi i broadcaster destineranno alla Uefa, meno ne avranno da spendere per la Serie A.

Oggi si terrà la seconda tornata di offerte dopo che, come anticipato da questo giornale, le prime proposte di Amazon, Sky, Mediaset, Rai e Dazn sono state giudicate insufficienti dall'ente di Nyon che punta a un incasso di 3-400 milioni. Secondo indiscrezioni, l'incognita delle possibili sanzioni Uefa alla Juventus per le plusvalenze e le manovre stipendi avrebbe spinto le emittenti ad adottare un approccio prudente anche all'investimento sul calcio europeo.

red

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MF-DJ NEWS

1608:29 feb 2023

 

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February 16, 2023 02:30 ET (07:30 GMT)

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