Generali Ass.: il caso a Palazzo Chigi (MF)
14 Settembre 2021 - 9:32AM
MF Dow Jones (Italiano)
Prende il via oggi il primo vero confronto per il rinnovo del
consiglio di amministrazione Generali. Nel pomeriggio si terrà una
riunione informale dei consiglieri non indipendenti della compagnia
assicurativa in vista del cda del 27 settembre che dovrà discutere
nel merito dell'eventuale messa a punto di una lista del consiglio
alla luce della scadenza del prossimo aprile.
Una riunione alla quale prenderà parte l'intero cda, con
un'esclusione di peso, quella del group ceo Philippe Donnet che è
l'unico consigliere esecutivo. E l'appuntamento è particolarmente
atteso dopo che nel fine settimana i principali azionisti privati
della compagnia, Francesco Gaetano Caltagirone (che ha poco più del
6%) e Leonardo Del Vecchio (che detiene il 5%) sono venuti allo
scoperto con la firma di un patto di consultazione per unire la
loro voce sull'impronta da dare al nuovo consiglio. I due soci, che
ad oggi hanno in mano circa l'11% dell'assicurazione, hanno più
volte dichiarato di volere un cambio radicale al vertice della
compagnia riferendosi, in particolar modo al ceo Donnet il cui
operato è difeso invece da Mediobanca, che di Generali ha il 13%,
alla luce dei buoni risultati raggiunti dal manager in questi anni.
A partire dal total shareholder ratio che, fanno notare da
Piazzetta Cuccia, è stato più alto dei competitor.
Per i due imprenditori , che chiedono un'accelerazione sulla
crescita di Generali, non è però abbastanza e non perché non siano
soddisfatti del lavoro fatto in questi anni da Donnet ma perché
appaiono convinti che il gruppo debba mettere in atto una strategia
più incisiva in termini di crescita e acquisizioni, per recuperare
la strada persa nei confronti di competitor come Allianz (che ha
comprato un po' in tutto il mondo) o Axa (che ha speso 12 miliardi
solo su XL). Di fatto, ad oggi, le posizioni restano decisamente
distanti con il mercato che potrebbe rappresentare l'ago della
bilancia. Mediobanca (che dalla sua avrebbe l'1,2% della famiglia
Boroli-Drago) continua a sostenere la ricandidatura di Donnet e al
più potrebbe aprirsi alla nomina di un direttore generale da
affiancare al ceo. Mentre i due imprenditori ribadiscono la
necessità di una svolta radicale, con i nomi di possibili sostituti
di Donnet che si rincorrono già da settimane sul mercato (da Mario
Greco a Matteo Del Fante). Una situazione che appare incerta, con
il titolo che ieri ha chiuso con una crescita dell'1,26%, a 17,65
euro, e a seguire da vicino il caso ci sono le autorità di
controllo, sia Ivass sia Consob, che monitorano con attenzione
anche l'eventuale ingresso di altri soci nel patto, come i Benetton
(3,97%) e Crt (1,8%). Anche Palazzo Chigi, secondo quanto risulta a
MF-Milano Finanza, informata dei fatti dai due imprenditori, segue
attentamente la partita. Se da una parte i due azionisti possono
rappresentare una garanzia sulla tenuta della compagnia in mani
italiane davanti ad eventuali avances di competitor stranieri (su
cui il governo potrebbe però valutare l'utilizzo del golden power)
dall'altra il Leone è uno dei principali investitori nel debito
pubblico italiano, con 60 miliardi di Btp in pancia.
fch
(END) Dow Jones Newswires
September 14, 2021 03:17 ET (07:17 GMT)
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